*Da DIALETTICA E SOCIALITA', Stefano Garroni, BULZONI Ed.
"la religione è
il rapporto con l'assoluto nella forma del sentimento, della rappresentazione,
della credenza; e nel suo centro che tutto contiene, tutto è presente come
accidente e transeunte. Se ci si attiene a questa forma anche in relazione allo
Stato - cosicché anche per esso la religione sia ciò che essenzialmente è
determinante e valido - lo Stato - in quanto organismo che si è sviluppato
nelle esistenti differenze, leggi e ordinamenti - è abbandonato
all'oscillazione, all'incertezza, alla distruzione. L'obiettivo e l'universale
- le leggi -, invece che essere determinati come esistenti e validi, ricevono
la determinazione di un negativo nei confronti di quella forma, che assorbe in
sé tutto il determinato e, perciò, si volge in soggettivo." (Hegel, Grundlinien)
Eccone la conseguenza per il comportamento umano:
"al giusto non è
data alcuna legge, siate devoti e potrete fare tutto ciò che volete - potete
abbandonarvi all'arbitrio, alla passione e potete lasciar gli altri, che per
ciò patiscono torti, alla fiducia e alla speranza della religione o, ancor
peggio, scacciarli e condannarli in quanto irreligiosi." (ibid.)
due miti centrali dell'attuale ideologia (quella che si
vuole 'post-ideologica') sono, da un lato, la riduzione della moralità e della
libertà a semplice immediata espressione della soggettività particolare;
dall'altro, la riduzione della scienza a mera tecnologia efficace.
per la prospettiva dialettica, non ha senso parlare di
un'umanità estranea al proprio mondo,
- dacché essa è sempre nel proprio
mondo -; piuttosto avrà senso parlare di un mondo dell'uomo, fatto in modo tale, per cui l'estraneazione umana risulti proprio, e paradossalmente, dall'appartenere a quel mondo, dall'essere inserito in esso.
Insomma, se si dà una situazione di scissione tra l'uomo e
il suo mondo (naturale e sociale), ciò deriva non da un'autentica separazione tra uomo e mondo, ma sì dal fatto che quel mondo è autenticamente scisso.
Cosa significa per Marx realizzazione
della filosofia? Due processi, intimamente congiunti.
Da un lato 'realizzare' la filosofia significa riuscire a
coglierne le connessioni profonde con i movimenti sociali e politici, che
storicamente si svolgono; in questo senso, potremmo dire, materialistica è la filosofia 'realizzata', in quanto si sa
prodotto della complessiva esperienza umana - non solo teoretica e scientifica, ma
anche politica e sociale.
Dall'altro lato, 'realizzare' la filosofia significa far
assumere ai movimenti sociali e politici il
livello e l'ampiezza di coscienza conquistati dalla filosofia. In questo
senso la filosofia realizzata comporta, anche, una trasformazione della politica, che da mera risultante dello scontro
tra forze sociali diverse, si eleva ad espressione di un processo di rinnovamento umano complessivo.
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Capitolo secondo:
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