martedì 15 settembre 2015

J.S.MILL E L'ARROGANZA DELLA RAGIONE* - Stefano Garroni

*Da  QUADERNO FREUDIANO, Stefano Garroni, Ed. BIBLIOPOLIS 

   "La vita di un uomo non è più importante per l'universo di quella di un'ostrica (...) Quando io sarò morto, i principi dei quali io sono composto adempiranno ancora la loro parte nell'universo e saranno egualmente utili nella grande fabbrica del mondo, come quando componevano questa creatura individuale. La differenza nell'insieme non sarà maggiore di quella che corre tra il mio essere in una camera o all'aria aperta. Uno di questi mutamenti è per me più importante dell'altro, ma non è così per l'universo". (D. Hume)

   Se l'uomo moderno è individuo, nel senso che sa liberarsi delle proprie radici immediate, dei propri legami naturali ed ambientali; se è individuo, nel senso di libero creatore della propria personalità, allora:

   "egli esiste come essere libero, come possibilità di essere il contrario di se stesso in relazione ad una determinatezza: e nel singolo come tale non vi è niente che possa esser considerato come determinatezza; in questa libertà quindi è posta altrettanto bene la possibilità del non riconoscimento e della non libertà". (Hegel)

   L'onnipotenza dell'educazione/ragione si rivela disperata casualità; la personalità che è frutto di quell'onnipotenza è sempre revocabile, aperta alla continua possibilità di smentirsi, di costruirsi altrimenti: è gratuita. In definitiva l'arroganza della ragione produce labili, revocabili frutti. 










Primo capitolo: 

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