lunedì 28 settembre 2015

Astrazione determinata - Paolo Vinci

«È nella pratica che l’uomo deve provare la verità e cioè la realtà del suo pensiero» (K. Marx) 


 Direi che il vero significato della astrazione determinata è questo: l’astrazione determinata è ciò che accade ogni giorno nella società capitalistica. Tale astrazione non è deformazione dello sguardo, ma è appunto ciò che effettivamente accade nello scambio delle merci, dove il valore viene assunto come una proprietà stessa delle cose. Marx chiama ciò apparenza, perché esso corrisponde solo ad un lato della realtà: il fatto che le cose abbiano qualità sociali occulta, il fatto che ciò dipende dal loro esser state prodotte dal lavoro umano e sempre sotto determinati rapporti sociali. Decifrare questa apparenza significa essere in grado di compiere un’inversione, ovvero mostrare che la forma fenomenica del valore nasconde un contenuto: il lavoro che si compie sempre in base a rapporti sociali storicamente determinati.

 L’astrazione non è dunque un prodotto mentale per Marx: l’apparenza non è l’errore, ma il manifestarsi di qualche cosa che occulta nel risultato il processo che vi è dietro. L’apparenza è l’indipendenza di qualche cosa, che in realtà non è indipendente, ma che si pone come tale negando ciò da cui dipende. Questo è quello che Marx chiama forma, parlando di forma merce, forma denaro, per indicare questa dimensione per cui nella forma fenomenica si occulta il processo che lo ha generato. L’apparenza, l’astrazione determinata è un’oggettività spettrale, poiché essa consiste in una esistenza sociale in cui ciò che è materiale subisce una strana vicissitudine.

 Tutta la teoria di Marx ruota intorno a questa oggettività spettrale che presuppone che qualcosa sia separato, che le relazioni sociali si siano rese indipendenti dai loro veri soggetti. Questo elemento soggettivo è importante, poiché è ciò che chiede un superamento della scissione, la riappropriazione da parte del soggetto delle sue relazioni sociali.

 La dialetticità sta proprio nella capacità di tener conto di questa contrapposizione tra il lato fisico naturale e quello sociale, assumendo la loro simultanea presenza a partire dalla opposizione tra valore d’uso e valore di scambio. Quindi il movimento di contenuto e forma che vi ho accennato, riferendomi al passaggio dalla merce al denaro, è un movimento per contraddizione. La teoria di Marx vuole essere una ricostruzione di questo processo per farci vedere che ciò che accade nel capitalismo è esattamente l’irrigidimento dell’opposizione presente nella merce fra il corpo naturale sempre particolare e il valore universale.

 L’irrigidimento consiste in una cancellazione della particolarità; ma ciò accade esclusivamente nella dimensione sociale, non in quella immediatamente naturale. In questo senso abbiamo quella separazione che dà vita a un movimento dialettico, dove funzionano nello stesso tempo due principi opposti. Per questo possiamo dire che l’astrazione che si manifesta nello scambio non è un atto mentale quanto piuttosto il modo di funzionare del modo di produzione capitalistico. Il fatto che il processo reale sia un processo dove si attua una negazione e un’astrazione è direttamente collegato al dominio del capitale, che è un dominio dell’universale astratto sul particolare concreto. Si tratta di non subire gli effetti incontrollati di una contraddizione dialettica non dominata: di ribellarsi a una unilaterale affermazione della universalità del valore di contro soggettività concreta degli individui.

 La «soluzione» nella sua forma più generale, la prospettiva del comunismo che, ad esempio, troviamo accennata nei Grundrisse coincide con l’affermazione del controllo cosciente degli individui sulle loro relazioni sociali.

 Attraverso il comunismo Marx più che una soluzione ci consegna una domanda: come muovendo dall’istanza di autorealizzazione di ogni individuo possa prodursi un nesso sociale unitario e non una forma di dominio separata. E’ possibile un legame sociale che nasca proprio dall’agire degli stessi individui? E’ possibile superare l’individualismo garantendo la libertà di tutti e di ciascuno? 


Nessun commento:

Posta un commento