Quelle orgogliose nazioni che hanno problemi di debito devono essere condannate a una prigione del
debito entro la quale è impossibile produrre la ricchezza necessaria per
ripagare i propri debiti e uscire di prigione. Ed è così che l’Europa si sta
trasformando dalla nostra casa comune alla nostra comune gabbia di ferro.
Quindi, permettetemi di essere chiaro su questo: la medicina
non è solo amara. È tossica. Un medico che consigliasse una simile medicina
mortale ad un paziente sarebbe stato arrestato e radiato dall’associazione
medica. Ma nell’Eurogruppo, il fatto che la medicina sta uccidendo il paziente
è visto come la prova che la stessa medicina è necessaria. Che la dose deve
essere aumentata!
Per cinque anni il programma di austerità della troika ha
creato la più lunga e profonda recessione nella storia. Abbiamo perso un terzo
del nostro reddito collettivo. La disoccupazione è passata dal 10% al 30% in un
paese dove solo il 9% dei disoccupati ha ricevuto l’indennità di
disoccupazione. La povertà ha inghiottito 2 dei nostri 10 milioni di
popolazione. E non è mai andato in un altro modo.
Quando ho deciso di ridurre gli enormi stipendi dei manager
HFSF, nominati in gran parte dalla troika, ho ricevuto una lettera da Mr Thomas
Wieser, il presidente dell’Euro Working Group, un funzionario chiave della
Troika, che mi ha detto che non potevo farlo senza la sua approvazione.
In un paese dove la Troika impone continui tagli alle
rivendicazioni salariali e pensionistiche, il ministro non può ridurre gli
stipendi esorbitanti dei “Troika boys and girls” – stipendi pagati dalla nostra
nazione in bancarotta.
nel 1967 ci sono stati i carri armati e nel
2015 ci sono state le banche. Ma il risultato è lo stesso nel senso di aver
rovesciato il governo o di averlo costretto a rovesciarsi da solo – come il
Primo Ministro Tsipras purtroppo ha deciso di fare la notte del nostro
magnifico referendum, la notte che mi sono dimesso dal mio ministero, e poi di
nuovo il 12 luglio.
La ragione per cui non mi sono dimesso allora, alla fine di
aprile o all’inizio di maggio, era che la mia sicurezza che la Troika non
avrebbe offerto al mio primo ministro nessun accordo anche mezzo decente dopo
che avesse concesso loro quasi tutto quello che avevano chiesto. Per loro, lo
scopo era la nostra umiliazione, piuttosto che un duro, austero accordo. E così
ho aspettato perché Alexis irriggidisse il suo tono. Il referendum gli ha dato
questa possibilità.
Quando l’Eurogruppo ha segnalato alla BCE di chiudere le
nostre banche per rappresaglia al nostro referendum – le stesse banche che la
BCE aveva ripetutamente dichiarato solventi – ho consigliato due o tre atti di
rappresaglia favorevoli a noi. Quando sono stato messo in minoranza all’interno
del nostro “gabinetto di guerra”, sapevo che eravamo al game over.
Ma poi i coraggiosi, la gente senza paura della Grecia,
nonostante la propaganda condotta dagli oligarchi delle stazioni televisive e
radiofoniche, ignorando le banche chiuse, hanno votato un sonoro ‘No’ alla
resa. Quella notte Danae e io abbiamo sentito che avevamo avuto un’altra
possibilità. O che, per lo meno, dovevamo dimetterci se pensavamo che le nostre
armi fossero state tutte usate, e scendere in piazza con il nostro coraggioso
popolo.
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