lunedì 14 settembre 2015

La Primavera di Atene – Yanis Varoufakis

  ...confermare l’affermazione del Dottor Schäuble che le elezioni non possono essere autorizzate a cambiare qualcosa in Europa. Che la democrazia finisce dove inizia l’insolvenza.

 Quelle orgogliose nazioni che hanno problemi di debito  devono essere condannate a una prigione del debito entro la quale è impossibile produrre la ricchezza necessaria per ripagare i propri debiti e uscire di prigione. Ed è così che l’Europa si sta trasformando dalla nostra casa comune alla nostra comune gabbia di ferro.

 Quindi, permettetemi di essere chiaro su questo: la medicina non è solo amara. È tossica. Un medico che consigliasse una simile medicina mortale ad un paziente sarebbe stato arrestato e radiato dall’associazione medica. Ma nell’Eurogruppo, il fatto che la medicina sta uccidendo il paziente è visto come la prova che la stessa medicina è necessaria. Che la dose deve essere aumentata!

 Per cinque anni il programma di austerità della troika ha creato la più lunga e profonda recessione nella storia. Abbiamo perso un terzo del nostro reddito collettivo. La disoccupazione è passata dal 10% al 30% in un paese dove solo il 9% dei disoccupati ha ricevuto l’indennità di disoccupazione. La povertà ha inghiottito 2 dei nostri 10 milioni di popolazione. E non è mai andato in un altro modo.

 Quando ho deciso di ridurre gli enormi stipendi dei manager HFSF, nominati in gran parte dalla troika, ho ricevuto una lettera da Mr Thomas Wieser, il presidente dell’Euro Working Group, un funzionario chiave della Troika, che mi ha detto che non potevo farlo senza la sua approvazione.
In un paese dove la Troika impone continui tagli alle rivendicazioni salariali e pensionistiche, il ministro non può ridurre gli stipendi esorbitanti dei “Troika boys and girls” – stipendi pagati dalla nostra nazione in bancarotta.

 nel 1967 ci sono stati i carri armati e nel 2015 ci sono state le banche. Ma il risultato è lo stesso nel senso di aver rovesciato il governo o di averlo costretto a rovesciarsi da solo – come il Primo Ministro Tsipras purtroppo ha deciso di fare la notte del nostro magnifico referendum, la notte che mi sono dimesso dal mio ministero, e poi di nuovo il 12 luglio.

 La ragione per cui non mi sono dimesso allora, alla fine di aprile o all’inizio di maggio, era che la mia sicurezza che la Troika non avrebbe offerto al mio primo ministro nessun accordo anche mezzo decente dopo che avesse concesso loro quasi tutto quello che avevano chiesto. Per loro, lo scopo era la nostra umiliazione, piuttosto che un duro, austero accordo. E così ho aspettato perché Alexis irriggidisse il suo tono. Il referendum gli ha dato questa possibilità.

 Quando l’Eurogruppo ha segnalato alla BCE di chiudere le nostre banche per rappresaglia al nostro referendum – le stesse banche che la BCE aveva ripetutamente dichiarato solventi – ho consigliato due o tre atti di rappresaglia favorevoli a noi. Quando sono stato messo in minoranza all’interno del nostro “gabinetto di guerra”, sapevo che eravamo al game over.

 Ma poi i coraggiosi, la gente senza paura della Grecia, nonostante la propaganda condotta dagli oligarchi delle stazioni televisive e radiofoniche, ignorando le banche chiuse, hanno votato un sonoro ‘No’ alla resa. Quella notte Danae e io abbiamo sentito che avevamo avuto un’altra possibilità. O che, per lo meno, dovevamo dimetterci se pensavamo che le nostre armi fossero state tutte usate, e scendere in piazza con il nostro coraggioso popolo. 
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