Da: https://laviniamarchetti.altervista.org - Lavinia Marchetti - Lavinia Marchetti -
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
giovedì 4 dicembre 2025
PERCHÉ TANTO ODIO NEI CONFRONTI DI FRANCESCA ALBANESE? - Lavinia Marchetti
mercoledì 3 dicembre 2025
Marxismo ed evoluzionismo - Paolo Crocchiolo
Da: https://futurasocieta.com - Paolo Crocchiolo, professore dell'Università popolare Antonio Gramsci, già docente di evoluzionismo e filosofia all'Università americana e funzionario dell'Onu.
Leggi anche. Occidente? No, grazie - Paolo Crocchiolo
Introduzione
Molto a lungo e ancor oggi, almeno in parte, il pensiero di Darwin non ha goduto e non gode di buona fama tra i marxisti e gli intellettuali di sinistra in generale. Questo perché, contrariamente alle intenzioni dello stesso Darwin, la sua teoria, principalmente a opera di Herbert Spencer, è stata rappresentata in forma semplicistica, anzi del tutto travisata mediante espressioni decontestualizzate quali “la sopravvivenza del più adatto” che si prestava alla facile, benché del tutto impropria traduzione di “sopravvivenza del più forte”; il che nel secolo scorso ha contribuito ad aprire la strada a posizioni eticamente inaccettabili quali l’eugenetica e, ancor prima, la “missione civilizzatrice” dell’Occidente.
Le più recenti acquisizioni nel campo dell’evoluzionismo hanno, invece, smantellato la falsa rappresentazione del darwinismo e i pregiudizi che ancora persistono sulla sua presunta incompatibilità con la Weltanschauung marxista. Anzi, il marxismo per molti aspetti si colloca in perfetta continuità con il pensiero di Darwin. Infatti, l’evoluzionismo modernamente inteso, dimostrando la parità biologica di tutti gli esseri umani, può rappresentare una valida piattaforma scientifica per sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione economica e sociale dei più vulnerabili, fondata sul presupposto di una loro presunta inferiorità e quindi addotta a giustificazione del loro sfruttamento.
martedì 2 dicembre 2025
Al bivio tra violenza e nonviolenza - Alessandra Ciattini
Da: https://www.pressenza.com - https://giuliochinappi.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - Antonio Minaldi, militante nei movimenti fin dal 68. Esponente del movimento studentesco del 77 e fra i fondatori dei COBAS SCUOLA nell'87. Si occupa di attualità politica e di studi di filosofia collaborando con varie riviste.
Antonio Minaldi, Gandhi ad Aushwitz, elogio della Nonviolenza (e sue problematiche), Multimage 2025
Antonio Minaldi è un autore assai prolifico, scrive con fluidità e riesce a catturare i suoi lettori. Inoltre, nei suoi scritti troviamo una grande passione etica e politica sicuramente da apprezzare. Nel caso di questo libro “Gandhi ad Auschwitz. Elogio della nonviolenza e le sue problematiche”, Antonio ripercorre la sua vicenda umana e in particolare la sua partecipazione agli eventi politici a partire da 1968 fino ai ai nostri giorni. È abbastanza normale che qualcuno, protagonista di importanti vicende storiche, senta la voglia di raccontarle e di trasmettere la sua esperienza in modo che gli altri, soprattutto i giovani, ne possano ricavare qualcosa di buono. Dicevo il libro costituisce un elogio del pacifismo ed ovviamente non sarò certo io a non condividere tale atteggiamento, però nello stesso tempo Antonio riconosce che ci sono una serie di problematiche inerenti ad esso. Illustrerò prima brevemente il contenuto del libro e poi farò una serie di considerazioni, che si fondano su quanto è anche stato scritto da Antonio e che riguarda la relazione tra pacifismo e contesto storico.
Il pacifismo di Antonio è il frutto di una sorta di ripensamento. Racconta che quando ha cominciato a fare politica era convinto che, per cambiare il sistema sociale nel quale viviamo, fosse opportuno un atto rivoluzionario, il quale in un modo o in un altro inevitabilmente implicasse una qualche forma di violenza. Oggi dichiara di aver abbandonato questo presupposto condiviso da molti, ma bisogna dire non da tutti coloro che si collocano nei cosiddetti movimenti di sinistra. Si potrebbe affermare che il mondo di sinistra è estremamente sfumato e presenta tendenze contraddittorie. Per esempio, soddisfatto dalla forza raggiunta dal Partito Socialdemocratico tedesco, Engels giunse ad ipotizzare che sarebbe stato anche possibile arrivare ad un ribaltamento sociale attraverso una vittoria elettorale, proponendo quindi una prospettiva riformista. Inoltre, inizialmente, i socialdemocratici tedeschi si opposero alla Prima guerra mondiale per poi capitolare tristemente, mentre Karl Liebnecht e Rosa Luxembourg pagarono con la vita il loro antimilitarismo.
lunedì 1 dicembre 2025
Ucraina verso l’accordo con Trump e Putin: il pensiero magico Ue non protegge Kiev - Barbara Spinelli
Da: il fatto quotidiano (26.11.25) - Barbara Spinelli è una giornalista, saggista e politica italiana. Europarlamentare (2014–2019). (Barbara Spinelli)
Leggi anche: L’UE VUOLE LA TREGUA MA NON LA PACE - Barbara Spinelli
(Nel quinto giorno di conflitto si riuniscono per la prima volta a Gomel, Bielorussia, le delegazioni dei due Paesi in guerra per il primo round dei negoziati di pace.)domenica 30 novembre 2025
"Catastrofe neoliberista" - Luciano Canfora, Angelo d'Orsi, Vito Petrocelli e Antonio Di Siena
sabato 29 novembre 2025
SI FA PRESTO A DIRE PACE - FABIO MINI
Da: il fatto quotidiano - Fabio Mini è un militare e saggista italiano, già comandante NATO della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003 (Fabio Mini).
Vedi anche: Sergej Larov, https://www.facebook.com/share/v/1AFXFBGDrU/Una SPIA alla CASA BIANCA? FALLISCE il tentato SABOTAGGIO dei NEGOZIATI (per ora) ft F. DALL'AGLIO (https://www.youtube.com/watch?v=27hPVUXI6FE)
venerdì 28 novembre 2025
“Tre fonti e tre parti integranti del marxismo” - Vladimir Lenin (1913)
Da: https://www.marxists.org - https://giuliochinappi.com - Articolo pubblicato nella rivista Prosvestcenie, n. 3, marzo 1913; questo numero era dedicato al trentesimo anniversario della morte di Marx. - Estratto da Opere Scelte - Editori Riuniti 1965 - pag. 475 - 480. - Trascritto per Internet da Ivan, Gennaio 1999.
Leggi anche: Cos'è il potere sovietico - Vladimir Lenin (1919)
In tutto il mondo civile la dottrina di Marx si attira la più grande ostilità e l'odio più intenso di tutta la scienza borghese (sia ufficiale che liberale), che vede nel marxismo una specie di "setta perniciosa". E non ci si può aspettare un atteggiamento diverso, poiché una scienza sociale "imparziale" non può esistere in una società fondata sulla lotta di classe. In un modo o nell'altro, tutta la scienza ufficiale e liberale difende la schiavitù del salariato, mentre il marxismo ha dichiarato una guerra implacabile a questa schiavitù. Pretendere una scienza imparziale nella società della schiavitù del salariato è una stolta ingenuità, quale sarebbe pretendere l'imparzialità da parte degli industriali nel considerare se occorre aumentare il salario degli operai diminuendo il profitto del capitale.
Ma ciò non basta. La storia della filosofia e la storia della scienza sociale dimostrano con tutta chiarezza che nel marxismo non v'è nulla che rassomigli al "settarismo" inteso come una specie di dottrina chiusa e irrigidita, sorta fuori dalla strada maestra dello sviluppo della civiltà mondiale. Al contrario, tutta la genialità di Marx sta proprio in ciò, che egli ha risolto dei problemi già posti dal pensiero d'avanguardia dell'umanità. La sua dottrina è sorta come continuazione diretta e immediata della dottrina dei più grandi rappresentanti della filosofia, dell'economia politica e del socialismo.
La dottrina di Marx è onnipotente perché è giusta. Essa è completa e armonica, e dà agli uomini una concezione integrale del mondo, che non può conciliarsi con nessuna superstizione, con nessuna reazione, con nessuna difesa dell'oppressione borghese. Il marxismo è il successore legittimo di tutto ciò che l'umanità ha creato di meglio durante il secolo XIX: la filosofia tedesca, l'economia politica inglese e il socialismo francese.
Ci fermeremo brevemente su queste tre fonti del marxismo, che sono nello stesso tempo le sue tre parti integranti.
giovedì 27 novembre 2025
Sicurezza Nucleare, spiegata bene - Massimo Zucchetti
mercoledì 26 novembre 2025
Russofobia: origini, miti e propaganda – Alessandra Ciattini
Intervista ad Alessandra Ciattini dedicata al tema della russofobia: dalle sue radici storiche alla costruzione culturale dell’immagine della Russia nel mondo occidentale.
martedì 25 novembre 2025
Lo scambio di plusvalore nel Capitalismo delle Piattaforme - Massimo De Minicis (2019)
Da: https://www.economiaepolitica.it - Massimo De Minicis è Ricercatore presso l’INAPP dove è Responsabile del gruppo di ricerca "Innovazione Tecnologica e Relazioni Industriali" e coordina i progetti di ricerca sugli ammortizzatori sociali e sul lavoro mediante piattaforme digitali (Platform Work). È membro del gruppo di ricerca Fairwork e Visiting Scholar presso l’Università Autonoma di Barcellona.
Vedi anche: La grande migrazione online: costi e opportunità - Juan Carlos De Martin
Alienazione e rivoluzione (digitale) - Enrico Donaggio
RIVOLUZIONE DIGITALE - Roberto Finelli e Pietro Montani in dialogo.
Social? Soggetti in rete, oggetti nella realtà - Paolo Ercolani
L'impatto delle tecnologie sul lavoro - Renato Curcio
Esprimersi in digitale - Pietro Montani
Spazi virtuali - Juan Carlos De Martin
LO STATO DELLE COSE. Produzione, riproduzione e uso dei saperi nell’era del digitale.
DEMENZA DIGITALE* - Manfred Spitzer
PremessaMolti studi ormai da tempo hanno affrontato il tema delle piattaforme di lavoro dell’economia collaborativa digitalizzata[1]. Sono stati così approfonditi numerosi aspetti sulla natura e sull’organizzazione produttiva di questa ultima evoluzione della tecnologia impiegata nei processi di produzione. Ma alcune questioni, al di là delle numerose concettualizzazioni realizzate, rimangono contrastate, provocando tensioni di carattere giuridico e sociale. In particolare, nell’economia collaborativa digitalizzata rimane ancora profondamente irrisolta una comune classificazione della relazione lavorativa tra la piattaforma digitale e il lavoratore. Così obiettivo del paper, è cercare di comprendere meglio questo rapporto, esaminando il ciclo di produzione delle piattaforme di lavoro alla luce, anche, di alcune considerazioni teoriche dell’analisi marxiana sulla relazione tra automazione e produzione industriale. Nuova rilevanza sembrano, infatti, acquisire oggi, le analisi presenti nel Libro I del capitale e nei Gundrisse sull’utilizzo dei macchinari nella grande industria per la determinazione di maggiori quote di produttività e profitto (pluslavoro e plusvalore). In particolare, quando parla di automazione, Marx introduce una articolata classificazione di concetti teorici, che ancora oggi può essere utilizzata per comprendere meglio l’effetto della tecnologia sulla produzione e sul lavoro, a dispetto dei sorprendenti avanzamenti tecnologici intercorsi.
Il ciclo produttivo delle Labour Platform
lunedì 24 novembre 2025
La guerra è persa, gli zombie non lo vogliono capire - Francesco Piccioni
Da: https://contropiano.org - Francesco Piccioni editorialista di Contropiano.
Leggi anche: https://www.facebook.com/francesco.dallaglio
Il piano c’è, ora vediamo chi lo suona. Come anticipato ieri, la bozza elaborata dall’mministrazione Trump per chiamare a un “tavolo di pace” Ucraina e Russia è arrivata in mano a Zelenskij e subito dopo a tutto il mondo. 28 punti – come potrete leggerli in fondo a questo articolo – che partono dalla situazione esistente sul terreno e sul piano geopolitico.
Di conseguenza è un piano indigeribile per chi, all’inizio del conflitto, aveva scommesso sulla vittoria di Kiev, il regime change a Mosca e la frammentazione della Russia, che avrebbe spalancato le sue enormi risorse naturali a multinazionali occidentali sempre affamate.
Non c’è alcun dubbio che “il piano” consideri come persa la guerra e quindi risponda alla necessità di impedire ulteriori perdite, sia territoriali che di uomini, mezzi, investimenti, rapporti di forza.
Ma è proprio così che termina ogni guerra. Qualcuno vince, qualcuno perde. La pace non si afferma sventolando formule retoriche angelicate, ma fermando il crepitare delle armi lì dove sono in funzione. C’è sempre un certo spazio per aggiustamenti più o meno consistenti, ma non certo per rovesciamenti radicali della situazione.
UCRAINA: LA GUERRA È PERSA, LE MAZZETTE CORRONO - Paolo Ferrero e Francesco Dall’Aglio
domenica 23 novembre 2025
Invasione-suicidio: ecco perché Trump fallirà col Venezuela - Pino Arlacchi
Da: https://www.ilfattoquotidiano.it - Pino Arlacchi - Pino Arlacchi è un sociologo, politico e Ex vice-segretario dell'Onu. (Pino Arlacchi).
Leggi anche: Il narco-Venezuela: la grande bufala - Pino Arlacchi
IL GRANDE IMBROGLIO SUL VENEZUELA - Pino Arlacchi
L’ATTACCO AL REGIME venezuelano non è nuovo: è iniziato nel 1999 con l’avvento di Chávez che ha instaurato la rivoluzione bolivariana; è continuato nel 2002 con il fallito golpe della Cia, poi con Obama nel 2015, con Trump nel suo primo mandato, e poi con Biden). Gli Stati Uniti hanno provato nei modi più svariati a eliminare la spina nel fianco più acuta della loro politica estera: dalle sanzioni più devastanti agli sbarchi di mercenari, dalla corruzione di militari e capi dell’intelligence ai sabotaggi della rete elettrica, fino al sovvertimento della valuta venezuelana tramite iperinflazione pilotata.
Tra le false narrative dei fatti del mondo che imperversano in Occidente, quella sul Venezuela è la più oltraggiosa. Non credete a una parola di ciò che i padroni dei mezzi globali d’informazione dicono sul paese, Maduro e l’aggressione iniziata dagli Usa 27 anni fa, con l’elezione a presidente di Hugo Chávez, e tuttora in corso.
sabato 22 novembre 2025
LA "PACE" - Lavinia Marchetti
Da: Lavinia Marchetti - https://laviniamarchetti.altervista.org - Lavinia Marchetti -
Leggi anche: LA RIMOZIONE DEL GENOCIDIO PALESTINESE DOPO IL "CESSATE-IL-FUOCO", COME PREVEDIBILE. - Lavinia Marchettivenerdì 21 novembre 2025
Tensione alta tra Cina e Giappone, la lady di ferro nipponica soffia sul fuoco - Marco Santopadre

giovedì 20 novembre 2025
Così ha votato l’Iraq, la terra delle nostre menzogne - Alberto Negri
Da: https://ilmanifesto.it - Alberto Negri è giornalista professionista dal 1982. Laureato in Scienze Politiche, dal 1981 al 1983 è stato ricercatore all'Ispi di Milano. Storico inviato di guerra per il Sole 24 Ore, ha seguito in prima linea, tra le altre, le guerre nei Balcani, Somalia, Afghanistan e Iraq. - alberto.negri
Gli osservatori iracheni riscontrano comunque una sfiducia diffusa tra i cittadini, prigionieri di un sistema dominato da interessi settari considerato responsabile del fallimento del paese
mercoledì 19 novembre 2025
Milei e il Bonapartismo moderno: un’analisi marxista della crisi del capitale - Damián Sasson
Da: https://futurasocieta.org - dal Canale YouTube Frases de Marx traduzione a cura di Alessandra Ciattini - Damian Sasson docente Università di Congreso Mendoza argentina. Curatore dei 2 canali YouTube Frases de Marx e Sociología para Entender la Sociedad.
In questo breve saggio Damián Sasson analizza l’attuale fase capitalistica in Argentina, che vede il predominio del capitale finanziario, sostenuto dallo Stato, il quale si indebita constantemente comprando dollari per favorire la speculazione borsistica e imponendo severe misure di austerità alla popolazione. L’autore sviluppa anche un’interessante analisi del concetto di Bonapartismo forgiato da Marx, indivuando una serie di tratti comuni alla política di Luigi Napoleone e quella di leader quali Trump, Milei, Bolsonaro.
Il fantasma che ritorna
Gli ultimi anni hanno generato un fenomeno inquietante nella politica mondiale: l’emergere quasi simultaneo di leader che promettono di distruggere l’establishment consolidando al contempo il potere del capitale più concentrato. Javier Milei in Argentina, Donald Trump negli Stati Uniti, Jair Bolsonaro in Brasile. Ognuno con la propria retorica, ma seguendo un copione che Marx ha identificato più di 170 anni fa: il Bonapartismo.
Questo schema non è casuale. È la manifestazione di una logica storica che emerge quando il capitalismo entra in una crisi sistemica e le forme tradizionali di dominio non riescono più a contenere le contraddizioni sociali. Per comprendere cosa sta accadendo in Argentina e in America Latina, dobbiamo tornare all’analisi che Marx ha sviluppato nella sua opera Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte. Il Bonapartismo come forma di dominio borghese.
martedì 18 novembre 2025
Marx e la società comunitaria - John Bellamy Foster
Da: https://monthlyreview.org - John Bellamy Foster è direttore della Monthly Review. e docente di sociologia presso l’Università dell’Oregon. - John Bellamy Foster
"In definitiva, l' unica cosa importante del pensiero di [Karl] Marx è il comunismo", osservò nel 1983 il teorico politico britannico di origine ungherese RN Berki.1Sebbene si tratti di un'esagerazione, è innegabile che l'ampia concezione di Marx della società comunitaria/comunismo abbia costituito la base della sua intera critica della società di classe e della sua visione di un futuro sostenibile per l'umanità. Tuttavia, sono stati pochi i tentativi di affrontare sistematicamente lo sviluppo di questo aspetto del pensiero di Marx così come emerse nel corso della sua vita, a causa della complessità del suo approccio alla questione della produzione comunitaria nella storia e delle sfide filosofiche, antropologiche e politico-economiche che ciò presentava, estendendosi fino ai giorni nostri. Ciononostante, l'approccio di Marx alla società comunitaria è di autentico significato non solo per comprendere il suo pensiero nel suo complesso, ma anche per contribuire a guidare l'umanità oltre la gabbia di ferro della società capitalista. Oltre a presentare un'antropologia filosofica del comunismo, egli approfondi la storia e l'etnologia delle reali formazioni sociali comunitarie. Ciò ha portato a indagini concrete sulla produzione e lo scambio comunitari. Tutto ciò ha contribuito alla sua concezione del comunismo del futuro come società di produttori associati.2
Ai nostri giorni, la produzione e lo scambio comunitari, nonché elementi di uno stato comunitario, sono stati sviluppati, con vari gradi di successo, in diverse società socialiste a seguito di rivoluzioni, in particolare in Unione Sovietica, Cina, Cuba, Venezuela e altrove nel mondo. La comprensione di Marx della storia, della filosofia, dell'antropologia e dell'economia politica della società comunitaria/collettiva è quindi un'importante fonte di intuizione e visione, non solo rispetto al passato, ma anche al presente e al futuro.
L'ontologia sociale della produzione comunitaria
Marx fu un prodotto fin dai suoi primi anni dell'Illuminismo radicale, influenzato in questo senso sia dal padre, Heinrich Marx, sia dal suo mentore e futuro suocero, Ludwig von Westphalen. A ciò si aggiunse il suo profondo incontro con la filosofia idealista tedesca, esemplificata dall'opera di GWF Hegel. Marx fu un affermato studioso dell'antichità greca, impegnato in intensi studi sia di Aristotele, che considerava il più grande dei filosofi greci, sia di Epicuro, il principale pensatore materialista del mondo ellenistico. Completò la sua tesi di dottorato sulla filosofia della natura di Epicuro nel 1841, emergendo come un materialista ben presto interessato all'idea del comunismo.3
lunedì 17 novembre 2025
Decreto flussi migratori e questioni strategiche e rivoluzionarie del nuovo lavoro e del welfare - Fosco Giannini
Da: https://futurasocieta.org - Fosco Giannini è un politico e giornalista italiano. Ex senatore di Rifondazione Comunista.
Il capitale impone al governo Meloni, per il profitto, una nuova entrata in Italia di lavoratori stranieri: le contraddizioni della destra e i compiti dei comunisti e dei soggetti della trasformazione sociale.
Lo scorso 30 giugno il governo Meloni, in relazione ai lavoratori migranti, vara il nuovo decreto flussi 2025, pubblicato poi in Gazzetta Ufficiale come DL 146/2025 lo scorso 3 ottobre ed entrato in vigore il successivo 4 ottobre 2025. Cosa caratterizza e cosa colpisce di questo decreto? Colpisce il fatto che (in un contesto ancora fortemente segnato dalla polemica, portata specialmente avanti da Fratelli d’Italia e dalla Lega, oltreché dai movimenti di estrema destra italiana, contro “l’immigrazione clandestina”, polemica che, tuttavia, per i toni e le evocazioni generali, finisce per dirigersi sempre, tout-court, contro tutti gli “stranieri”, contro gli “estranei”, cioè, alla concezione meloniana della “Nazione”) il governo Meloni, subordinandosi ai desiderata delle imprese, del grande, medio e piccolo capitale, avvia, con il decreto flussi 2025, un’imponente entrata, in Italia, di lavoratori immigrati. Saranno, infatti, 497mila i lavoratori migranti ai quali sarà consentito l’ingresso nel triennio 2026-2028. Si parla di stagionali, non stagionali, lavoratori di vari settori produttivi, colf e badanti che rappresenteranno il 10% in più della quota lavoratori migranti del triennio appena trascorso e ciò che, ancora, colpisce è il fatto che per la prima volta, per decreto, si stabilizzano quote di entrate di lavoratori migranti su basi territoriali.
Nel dettaglio: i lavoratori immigrati ai quali sarà consentito il nuovo ingresso saranno 164.850 per il 2026, 165.850 per il 2027 e 166.850 per il 2028 (nel triennio precedente si era data la possibilità di entrare, complessivamente, a 450mila lavoratori migranti). Inoltre, il decreto legge n.146 del 2025 varato dal governo di destra, “fissa e semplifica l’iter per il permesso di soggiorno”.
