La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
domenica 20 luglio 2025
Sotto le bombe dell'IMPERO - Silvia Pegah Scaglione
sabato 19 luglio 2025
Chi ha bisogno di Marx nel 2025? - Yanis Varoufakis
Da: The Guardian, luglio 2025 (Per il sito del Guardian, clicca qui) - https://www.yanisvaroufakis.eu -
Yanis Varoufakis è un economista, accademico e politico greco naturalizzato australiano. -
Vedi anche: Varoufakis e Sachs a Confronto su Guerra, Clima e Futuro Globale
IL CASO VAROUFAKIS - Emiliano Brancaccio
Per liberarci dai nostri signori tecnofeudali, dobbiamo pensare come Karl Marx. Le corporazioni ci deprederebbero di risorse, ma possiamo riprendere il controllo.
Una giovane donna che ho incontrato di recente ha osservato che non era tanto la pura malvagità a spingerla a infuriarsi, quanto piuttosto persone, o istituzioni, capaci di fare del bene che invece danneggiavano l'umanità. Le sue riflessioni mi hanno fatto pensare a Karl Marx, la cui critica al capitalismo era proprio questa: non tanto per il fatto che fosse sfruttatore, quanto per il fatto che ci disumanizzasse e ci alienasse, pur essendo una forza così progressista.
I sistemi sociali precedenti potrebbero essere stati più oppressivi o sfruttatori del capitalismo. Tuttavia, solo sotto il capitalismo gli esseri umani sono stati così completamente alienati dai nostri prodotti e dall'ambiente, così separati dal nostro lavoro, così privati anche di un minimo di controllo su ciò che pensiamo e facciamo. Il capitalismo, soprattutto dopo essere entrato nella sua fase tecnofeudale , ci ha trasformati tutti in una qualche versione di Calibano o Shylock: monadi in un arcipelago di sé isolati la cui qualità della vita è inversamente proporzionale all'abbondanza di aggeggi prodotti dai nostri moderni macchinari.
I giovani lo percepiscono. Ma la reazione contro i migranti, le politiche identitarie, per non parlare della distorsione algoritmica delle loro voci, li paralizzano. Ma qui rientra Marx con consigli su come superare questa paralisi – buoni consigli che giacciono sepolti sotto le sabbie del tempo.
venerdì 18 luglio 2025
GLI ECONOMISTI ELOGIANO IL RAPPORTO DELLA RELATRICE SPECIALE FRANCESCA ALBANESE ALLE NAZIONI UNITE: 'DALL'ECONOMIA DI OCCUPAZIONE ALL'ECONOMIA DI GENOCIDIO'
Da: https://zeteo.com - https://www.facebook.com/UN4Palestine - https://www.facebook.com/franci.albanese - https://www.yanisvaroufakis.eu -
Legggi anche: «Un genocidio redditizio»: Francesca Albanese denuncia il sistema economico dietro la distruzione israeliana di Gaza
Vedi anche: Fame e speculazione a Gaza - Chris Hedges intervista Francesca Albanese
Ascolta anche: Neutralità impossibile, Francesca Albanese contro il silenzio globale (https://grad-news.blogspot.com/2025/07/caffe-neutralita-impossibile-francesca.html)
giovedì 17 luglio 2025
Questa rapina è chiamata libertà - Carlo Rovelli
Da: https://comune-info.net - Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico è stato docente universitario in Italia, Francia e Usa. Il suo ultimo libro, scritto con Giorgia Marzano e Massimo Tirelli, è Il volo di Francesca (Feltrinelli).
Leggi anche: "Ipocrisia" - Carlo Rovelli
È questo il mondo che vogliamo? - Carlo Rovelli
mercoledì 16 luglio 2025
Gli Usa non possono fare a meno del Maccartismo e della repressione - Alessandra Ciattini
Leggi anche: Le origini del piano Marshall e lo sviluppo dell’imperialismo statunitense - Alessandra Ciattini
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
Non solo un fenomeno durato qualche decennio, ma una corrente politico-culturale presente nella storia degli Stati Uniti.
La solita vulgata storica ci fa credere che il Maccartismo, la grande campagna sviluppatasi negli Usa dalla fine degli anni 40 agli anni 50 del Novecento sia stato solo un episodio isolato e anche giustificato, mentre è un tratto costitutivo sempre presente nel clima culturale e intellettuale di quel paese e che oggi, secondo la grande storica Ellen Schrecker, di origine ebrea e membro dell’Associazione dei docenti universitari statunitensi, si sta manifestando in maniera ancora più virulenta.
Intervistata da «Democracy now», la Schrecker descrive l’attacco sferrato da Trump alla vita accademica e scientifica, sottolineando un’importante differenza: durante l’era associata al senatore Joseph McCarthy, nel 1954 censurato dallo stesso senato e probabilmente morto alcolizzato, venivano presi di mira e colpiti in vari modi docenti individuali soprattutto per le loro attività extra-curriculari, in particolare quelli che avevano avuto rapporti con il Partito comunista; oggi si interviene, si condanna e si reprime tutto ciò che avviene nelle università, generando un clima di paura e imponendo una forte censura assai peggiore di quello che si sperimentò durante il maccartismo. Addirittura, la storica statunitense, che ha studiato anche la storia delle università del suo paese, sostiene che mai si era assistito a un attacco così violento all’alta educazione minimizzato dalla stampa allineata al potere.
Prima di illustrare questo importante tema è opportuno ricordare che la Schrecker è autrice di moltissimi libri, non tradotti in italiano, tra i quali mi limito a citare i più noti Many Are the Crimes: McCarthyism in America (1998). American Inquisition: The Era of McCarthyism (2003), The Lost Soul of Higher Education: Corporatization, the Assault on Academic Freedom, and the End of the American University (2010). Ricordo anche che nel 2003 ha difeso un professore di origine palestinese, un ingegnere informatico, Sami Al-Arian, accusato di supportare il terrorismo, poi prosciolto dall’accusa, che fu licenziato dall’ Università della South Florida.
martedì 15 luglio 2025
Russia, Israele e Usa. Il dialogo sulla geopolitica con Alessandro Orsini
lunedì 14 luglio 2025
IL DIFFICILE ADATTAMENTO ALL’EPOCA STORICA - Pierluigi Fagan
Da: https://www.facebook.com/pierluigi.fagan - Pierluigi Fagan pensatore indipendente sul tema della complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e soprattutto filosofica [cosa si intende per “complessità” è specificato qui]. -
Vedi anche: Il problema del limite. La scienza e il postumano - Remo Bodei
domenica 13 luglio 2025
Lezioni di Archeologia - Filippo Coarelli
Da: https://bianchibandinelli.it - Filippo Coarelli è un archeologo italiano, già docente di Storia romana e di Antichità greche e romane all'Università di Perugia. È stato allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Vedi anche: Antichità Romane (Lez.1) / Introduzione | RLeS - Filippo Coarelli
"Roma Antica" - Filippo Coarelli
ROMA E ANNIBALE - Una storia in movimento
Augusto: la morale politica di un monarca repubblicano - Luciano Canfora
sabato 12 luglio 2025
FERMARE ISRAELE. LE FIRME DEL MONDO SULLA VIA DI TEHERAN - Pino Cabras
Da: https://megachip.globalist.it - https://www.facebook.com/pinokabras - Pino Cabras è un politico e giornalista italiano, deputato della XVIII legislatura prima per il Movimento 5 Stelle e poi, dopo la sua espulsione, per Alternativa.
Un appello urgente denuncia le gravi violazioni del diritto internazionale da parte del regime israeliano contro l’Iran, chiedendo l’intervento immediato delle Nazioni Unite per fermare l’aggressione, proteggere i civili e salvaguardare la legalità globale.
Non solo Gaza. Proprio nel pieno dell’aggressione israeliana all’Iran (la guerra dei 12 giorni che rischiava di innescare una guerra molto più vasta), avevo firmato questo appello partito dall’Iran e rivolto al segretario generale dell’ONU e alla direttrice generale dell’UNESCO. Mi sono ritrovato in una compagnia di firmatari che abbraccia tutto il mondo, assieme a personalità davvero illustri e coraggiose, inclusi tanti occidentali e molti esponenti del mondo ebraico che rifiutano l’eresia genocida della classe dirigente israeliana e dei suoi complici. L’ho tradotto in italiano e ve lo ripropongo, per la forza precisa con cui riafferma i diritti violati dall’aggressione israeliana. Il tema rimane più che mai caldo, perché quella che fin qui si è vista è solo una tregua, mentre i propositi bellicosi rimangono in campo, pronti a nuovi pericolosi e criminali avventurismi.
Buona lettura! - 8 Luglio 2025 -
Pino Cabras ----------------------
Destinatari:
Sua Eccellenza Sig. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Sua Eccellenza Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO.
—– Oggetto: Appello urgente per un’azione contro l’aggressione militare illegale del regime israeliano contro l’Iran —-
venerdì 11 luglio 2025
IL CASO VAROUFAKIS - Emiliano Brancaccio
giovedì 10 luglio 2025
"Collasso Ecologico": cosa direbbe Marx oggi - Frasi di Marx (5)
mercoledì 9 luglio 2025
Il sionismo ideologia razzista di un movimento coloniale - Ilan Pappé
Da: https://www.infoaut.org - https://informationclearinghouse.blog/2023/10/24/professor-ilan-pappe-crisis-in-zionism-opportunity-for-palestine/13/ - Traduzione a cura di Aginform, da Marx21 - Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948.
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Grazie per la gentile presentazione, grazie a tutti per essere qui oggi. Voglio ringraziare tutti gli l’organizzatori che hanno reso possibile questo evento e apprezzo davvero che abbiate dedicato del tempo per essere con noi in questo momento cruciale e doloroso nella storia di Israele e della Palestina.
Prima del 7 ottobre 2023 la maggior parte della società ebraica israeliana guardava con una certa paura e apprensione alle ultime settimane di questo mese. Il discorso principale in Israele fino al 7 ottobre 2023 riguardava quale sarebbe stato il futuro di Israele. Le manifestazioni settimanali di centinaia di migliaia di israeliani facevano parte di un movimento di protesta contro il tentativo del governo di cambiare la legge costituzionale in Israele e creare un nuovo sistema politico nel quale i poteri politici avrebbero avuto il controllo totale sul sistema giudiziario e la società civile sarebbe stata sottoposta a un controllo più stretto da parte dei gruppi messianici e degli ebrei religiosi. In uno dei miei articoli avevo descritto la particolare lotta per l’identità di Israele, che è stata al centro dell’attenzione fino al 7 ottobre 2023, come una lotta tra lo Stato di Giudea e lo Stato di Israele. Lo stato della Giudea era quello stabilito in Cisgiordania dai coloni ebrei, una sorta di combinazione di giudaismo messianico, fanatismo sionista e razzismo ed era diventato una sorta di struttura di potere, assai cresciuta per prominenza e importanza negli ultimi anni soprattutto sotto il governo Netanyahu, che stava per imporre il suo modo di vivere, la sua percezione della vita, al resto di Israele ben oltre quella che chiamiamo Giudea, oltre la Cisgiordania e lo spazio ebraico in Cisgiordania. Contro questa struttura si muoveva lo ‘stato di Israele’, simboleggiato al meglio dalla città di Tel Aviv, con l’idea di un Israele pluralista, democratico, laico, soprattutto occidentale o se volete europeo, in lotta esistenziale contro lo ‘stato della Giudea’. Questo scontro sembrava essere al centro di quella che si potrebbe definire quasi una guerra civile e, se non una vera guerra civile, almeno una guerra fredda civile, sicuramente una guerra culturale tra gli ebrei israeliani.
martedì 8 luglio 2025
Ottusità - Alessandro Volpi
Da: https://www.facebook.com/alessandro.volpi.5 - Alessandro Volpi docente di Storia contemporanea, di Storia del movimento operaio e sindacale e di Storia sociale presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa.
Leggi anche: Forza militare per coprire debolezza economica. Al b-movie di Trump pare credere solo l’Europa - Alessandro Volpi
lunedì 7 luglio 2025
Chris Hedges: "Un genocidio annunciato" - Alessia Arcolaci
Da: https://www.vanityfair.it - Alessia Arcolaci Giornalista, autrice, podcaster. - Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell'Ufficio per il Medio Oriente e dell'Ufficio balcanico per il giornale. -
Leggi anche: “Quando il mondo dorme”, di Francesca Albanese - Lidia Ravera
Aggiornamento sulle regole per discutere delle guerre israeliane - Caitlin Johnstone
Vedi anche. Fame e speculazione a Gaza - Chris Hedges intervista Francesca Albanese
Palestina, il premio Pulitzer Chris Hedges: «Il genocidio non finirà senza intervento esterno. Dobbiamo dare voce alla verità che l'élite vuole silenziare».«Due cose mi hanno colpito quando mi sono recato in Cisgiordania dopo vent’anni. La prima è che nulla è cambiato nel sistema di occupazione: i checkpoint, i mezzi militari israeliani, strade riservate ai coloni e all’esercito, e la consapevolezza costante che, in qualsiasi momento, può scatenarsi violenza letale. Circa mille palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dall’inizio del genocidio a Gaza. La seconda: l’espansione dell’occupazione è drammaticamente aumentata, con circa 700mila coloni oggi nelle colonie, e sempre più terre palestinesi confiscate. Dopo il 7 ottobre, si sono formate milizie di coloni armati con fucili d’assalto israeliani, che attaccano regolarmente villaggi palestinesi. Il livello di paura, pur non paragonabile a Gaza, è comunque intenso».
domenica 6 luglio 2025
"È un campo di sterminio": ai soldati dell'IDF è stato ordinato di sparare deliberatamente ai cittadini di Gaza disarmati in attesa di aiuti umanitari - Articolo inchiesta di Haaretz
Da: https://www.haaretz.com - https://www.facebook.com/haaretzcom - https://www.facebook.com/fabio.filippi.52 -
sabato 5 luglio 2025
“Quando il mondo dorme”, di Francesca Albanese - Lidia Ravera
Da: Lidia Ravera - Lidia Ravera è una scrittrice e giornalista italiana. - Francesca Albanese è una giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.
venerdì 4 luglio 2025
Le origini del piano Marshall e lo sviluppo dell’imperialismo statunitense - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -
Annie Lacroix-Riz è una storica francese. È docente di Storia contemporanea alla Università Paris VII - Denis-Diderot. - Annie Lacroix RizIl libro di Annie Lacroix Riz ci aiuta a comprendere a fondo le varie tappe dell’imperialismo statunitense, un momento rilevante del quale è stato certamente il mitico piano Marshall, ma occorre prendere in considerazione anche come descrive la sua espansione a tenaglia verso l’Atlantico e verso il Pacifico, che prende di mira da due lati il grande spazio euroasiatico.
Les origines du Plan Marshall. Le mythe de l’aide americaine (Colin 2023) è il titolo di un libro della storica francese Annie Lacroix-Riz, la cui pubblicazione risale al 2023 e che, credo, come i suoi precedenti non sarà pubblicato in italiano. La signora Lacroix-Riz appartiene al Polo della Rinascita comunista e molte sue opere, fondate sempre su meticolose ricerche di archivio, hanno suscitato infinite polemiche, tanto da farle meritare il titolo offensivo di complottista nel clima contemporaneo di forte limitazione della libertà di espressione. Giustamente, l’emerita studiosa ha osservato che uno strumento della censura è rappresentato dalla non pubblicazione di libri che smentiscono la narrazione ufficiale, e che introducono una nuova lettura della nostra storia, distruttiva dei miti tradizionali. Del resto, ciò è confermato dalla scoperta che addirittura la Cia ha sostenuto importanti intellettuali chiaramente antimarxisti in un’estenuante battaglia ideologica, oltre al fatto che il maccartismo è stato una costante del clima culturale e politico degli Usa, oggi addirittura inasprito.
Dobbiamo ringraziare la rivista «Marxismo oggi» per aver già pubblicato una recensione del libro intitolata, Americanizzare la Francia. Il Piano Marshall riconsiderato (americanizzare-la-francia-il-piano-marshall-riconsiderato), di Jacques Pauwels, ripresa da Counterpounch, nella quale si delinea il quadro in cui si colloca il piano Marshall, non interpretandolo “come un evento specifico e singolare associato al secondo dopoguerra”, secondo la vulgata tradizionale. L’autore lo inserisce piuttosto in una prospettiva di longue durée “come parte di uno sviluppo storico di lungo termine”, mirante all’espansione mondiale dell’industria e della finanza americana”. In poche parole, nella storia dell’emergere e dell’estendersi dell’imperialismo dello zio Sam, che sconfigge quello britannico dominante sino agli anni 1880-1890.
giovedì 3 luglio 2025
"contro le due destre" - Moni Ovadia
Da: Lavinia Marchetti - Moni Ovadia, Salomone Ovadia detto Moni, è un attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara. (moniovadia)
Leggi anche: IL VELO E LA BOMBA - Lavinia Marchetti
Per anni ho militato nella sinistra, e poi, da parecchi anni – persino tre decenni – mi sono sentito come un criceto nella ruota. Ogni elezione continuo a girare, ma non succede nulla di nulla. Poi ho capito che nei confronti di noi cittadini veniva perpetrata una truffa. L’elezione era solo una sanzione di parvenza democratica per non cambiare niente.
Secondo me lo si è capito dal linguaggio che ha cominciato a entrare in circolo. Il linguaggio annuncia le trasformazioni. Quando ho sentito per la prima volta la parola “risorse umane”, ho capito che stavano fottendo i lavoratori.
Mi è capitato di essere invitato a parlare in contesti sindacali, e siccome io sono gloriosamente un estremista – lo rivendico – l’ho detto anche una volta a quel ciuciolone di David Parenzo. È stata una delle rare volte in cui sono stato invitato in TV. Soprattutto perché vengo considerato un terrorista, un ebreo antisemita. “State attenti, perché lui è un estremista”. Io ho detto a Parenzo, che purtroppo conosco da quando portava ancora i pantaloncini all’inglese: “Grazie per la definizione. Ma chi ha governato questo Paese per 75 anni? I moderati.”
E guarda dove cazzo siamo finiti. L’Italia è l’unico Paese in cui la parola “moderazione” porta con sé una ferocia dilatoria. Qui siamo molto moderati, per cui la mafia impera, ma guai a fare troppo chiasso.
Anche la parola “divisivo”, d’origine americana: cosa significa? Che non c’è più opposizione, perché se critichi sei divisivo. Ebbene, io sono antifascista. Non posso non essere divisivo. Persino l’ANPI è caduta in questa trappola.
Ho persino pensato di restituire le mie due tessere dell’ANPI: una con medaglia d’onore, l’altra mia. Stavo già pensando di strapparle, perché io vorrei vedere, il 25 aprile, un corteo che sfili con le bandiere del popolo palestinese. Solo così oggi si fa Resistenza.
Per me, dunque, è stata una grande boccata d’ossigeno essere coinvolto, pur nei miei limiti. Sono un teatrante, lo ripeto, ma porto il piccolo contributo che posso, perché riesco a raggiungere persone che da anni non militano più, che non votano più, ma che conservano un sentimento. Nella loro amarezza per essere stati raggirati, mantengono ancora un ardore d’indignazione per ciò che stiamo vedendo.
La democrazia – se mai c’è stata – è morta. A mio modesto parere, votare ciclicamente non è democrazia. In fondo, come diceva Gaber, libertà è partecipazione.
Poi un’altra cosa fondamentale: è stato bandito dal linguaggio – hanno cominciato le destre – il principio più alto che l’umanità abbia mai conquistato, a mio parere, nel suo travagliato e doloroso cammino: il principio dell’uguaglianza.
Io, come teatrante e un po’ giarratano, mi sono persino permesso di criticare i rivoluzionari francesi, dicendo che commisero un errore: non “liberté, égalité, fraternité”, ma “égalité, liberté, fraternité”. Perché solo fra uomini uguali si può parlare di libertà. Altrimenti, la parola “libertà” diventa l’arbitrio dei ricchi e dei potenti. Infatti, Berlusconi l’amava moltissimo: “Casa della Libertà”, che significava “faccio i cazzi miei, e i poveracci si fottano”.
Questa iniziativa è un’iniziativa per cui vale la pena rimboccarsi le maniche. Io sono un uomo ormai proprio sul crinale della vecchiaia – l’anno prossimo compirò 80 anni – ma è una battaglia per cui vale la pena combattere. Mettere a menare fendenti – intendo, metaforicamente. Sarà una lotta non facile, perché – come è stato detto – l’informazione è in mano al potere. Anzi, direi che l’informazione non c’è, perché non informano su nulla, tranne che autoreferenzialmente. L’abbiamo visto con la questione della Palestina.
Per me è stato un dolore terribile. Come ebreo, mi sono sentito pugnalato alla schiena, al cuore, alla gola. I sionisti sono, a mio parere, il più grande fallimento della storia ebraica. Una catastrofe – non solo per i palestinesi, con cui io sto – ma anche per l’ebraismo.
Il monoteismo ebraico è la prima fonte culturale e spirituale che dichiara l’uguaglianza degli uomini su una base incontrovertibile, perché afferma – parlo del Genesi – che tutti gli uomini discendono da un solo esemplare. I sionisti hanno distrutto il presupposto fondante della Torah ebraica.
Per questo io considero Netanyahu non una deviazione, ma la vera anima del sionismo.
Il velato “due popoli due stati” è una truffa sanguinosa. I moderati che dicono che Israele “ha diritto a difendersi” sono complici di questo genocidio, che è stato definito tale dal professor Amos Goldberg, docente di Storia dell’Olocausto presso il Dipartimento di Storia Ebraica dell’Università Ebraica di Gerusalemme.
E poi, c’è la dolorosa questione dei sopravvissuti alla Shoah, e noi ne siamo stati coinvolti. Io sono un grandissimo amico della senatrice Liliana Segre, che da qualche tempo non frequento più per non crearle problemi. Però mi corre l’obbligo di dire una cosa.
A Londra, il sopravvissuto Stephen Kapos, deportato ad Auschwitz all’età di sette anni, gira davanti al numero 10 di Downing Street con appeso al collo un cartello: “Stop genocide in Gaza”. E con lui ci sono altri sopravvissuti. Quindi lasciamo fuori la Shoah da questa storia.
Io, come ebreo, dico che lo sfregio più grande alla Shoah lo hanno fatto i sionisti, facendone uno strumento di aggressione, da sbattere addosso ai galantuomini che difendono i diritti di tutti gli esseri umani su questa terra.
Grazie."