mercoledì 14 maggio 2025

"Il mio messaggio ai palestinesi: non vi abbiamo dimenticati, ma vi abbiamo deluso" - Shockat Adam

Da: https://www.middleeasteye.net - Shockat Adam è un optometrista e deputato di Leicester South, eletto nel luglio 2024. In parlamento, siede come indipendente ed è membro dell'Alleanza Indipendente. Ha sostenuto la causa palestinese prima e dopo il suo ingresso in parlamento, presentando anche il disegno di legge n. 2 per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Vedi anche: Louis Theroux – I coloni (2025) 


Israele viola impunemente il diritto internazionale, sostenuto inequivocabilmente dalle potenze occidentali, e il mondo gli volta le spalle. 

Un minuto a mezzanotte. Questa è la frase che continuava a tornarmi in mente dopo essere tornato dai territori palestinesi occupati , mentre cercavo di elaborare la persecuzione travolgente che avevo visto lì. 

L'aspetto della mezzanotte stessa, il momento in cui finalmente l'orologio batte i suoi rintocchi, è troppo desolante per essere rappresentato appieno, anche se, con gli orrori inquietanti di Gaza ormai impressi nella coscienza mondiale, molti possono probabilmente immaginarlo fin troppo vividamente.

È trascorsa una settimana da quella visita. Come previsto, ha suscitato scarso interesse nei circoli dei media mainstream. È stato quindi un sollievo vedere il potente documentario di Louis Theroux sui coloni israeliani accendere la scintilla del dibattito pubblico. (Qui il video https://giorgio.gilest.ro/louis-theroux-the-settlers-2025/?)

martedì 13 maggio 2025

Referendum di giugno: un voto necessario per la democrazia - Giovanni Cannella

Da: https://rivistacriticadeldiritto.it - Giovanni Cannella ha svolto le funzioni di giudice del lavoro per quarant'anni, in pretura, in tribunale e in corte d'appello, negli ultimi anni come presidente di sezione della Corte d'appello di Roma. 

Leggi anche: ANDARE A VOTARE SI PUO' MA SOLO PER IL VALORE SIMBOLICO CHE IL REFERNDUM HA ASSUNTO NELLA NARRAZIONE PELOSA DEI PROTAGONISTI, TENENDO CONTO CHE, IL QUORUM NON RAGGIUNTO, DECRETERA' LA PAROLA FINE PER I RESIDUALI DIRITTI DEI LAVORATORI NEL NOSTRO PAESE (https://www.facebook.com/stefano.tenenti).


Perché è importante votare per i referendum dell’8 e 9 giugno?

La domanda è legittima, se si considera lo scarso rilievo attribuito a questa tornata elettorale da giornali, tv, social.

Vale davvero la pena di scomodarsi, di rinunciare magari ad una gita al mare per andare a votare? 


Noi riteniamo di sì. A nostro avviso l’importanza dei referendum trascende l’effetto dei singoli quesiti, perché il loro esito è utile a misurare il livello della nostra democrazia.

I quesiti, come si dirà, si riferiscono al mondo del lavoro, compreso quello relativo alla cittadinanza, seppure indirettamente, ed hanno la funzione di riaffermare la centralità, per una democrazia che possa davvero definirsi tale, del diritto dei lavoratori, ma in sostanza di tutte le persone, alla dignità personale, ma anche all’integrità fisica, fino alla stessa vita.

Ma in che modo i quesiti si riferiscono ai diritti fondamentali delle persone? 

lunedì 12 maggio 2025

MARX ANALIZZA JOKER (3)

Da: l'AntiDiplomatico - https://www.lantidiplomatico.it -

A cura di Alessandra Ciattini 

Questo terzo video del canale argentino le Frasi di Marx è quanto mai attuale; infatti, in un mondo che in molti casi si è volto a destra (Trump, Milei, Meloni etc.) ci aiuta a capire perché possiamo annoverare tra i loro sostenitori proprio i più danneggiati dalle politiche neoliberali, dalle quali continuano ad essere colpiti senza reagire in maniera significativa. Si dirà: la mancanza di una forza politica che rappresenti veramente i loro interessi. Certo, ma con molta chiarezza e semplicità Marx ci spiega di quali altri concetti abbiamo bisogno per comprendere a fondo questa condiscendenza, questa inerzia e questa pericolosa confusione. Li anticipiamo: falsa coscienza o mancanza di coscienza di classe, alienazione, egemonia ideologica, spontaneismo. Il pensiero di Marx è abilmente attualizzato incarnandolo nel personaggio, misero e malato, del “povero di destra”, facendolo rappresentare da Arthur Flek, il protagonista di un film di successo Joker, realizzato nel 2019 da Todd Philipps. Come si ricorderà questi è profondamente disturbato mentalmente e vive con la madre malata in un quartiere povero di New York. Aspira a diventare un cabarettista famoso, illuso dai sogni di successo e di ricchezza animati dall’ideologia dominante. Purtroppo questo sogno non si avvererà e, per una serie di tragiche e dolorose vicende, Arthur sprofonderà sempre più in basso fino ad essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico, convinto che è il vero responsabile della sua caduta. 
La tesi del film e del ragionamento di Marx è che il “povero di destra” non è il prodotto del suo disagio personale, ma delle condizioni inumane in cui il sistema sociale lo costringe a vivere, anche se non riesce a comprendere chi siano i veri responsabili della sua disperata situazione e pertanto la sua comprensibile rabbia non raggiunge nessun obiettivo e non provoca nessun cambiamento reale. 
A mio parere molto interessante è lo smascheramento dei sedicenti comportamenti anti-sistema, che sono del tutto funzionali al sistema stesso e che addirittura vengono mercificati, concretandoli in simboli acquistabili, espressione di comportamenti superficialmente trasgressivi, eversivi e contestatori. Non a caso dunque il protagonista è un clown che può deridere tutto, ma che non può trasformare nulla. 
Importante è anche comprendere la doppia alienazione del “povero di destra”: espropriato nel processo produttivo, espropriato della sua capacità di analisi, offuscata dal controllo dei media, che dirottano contro lui stesso la collera contro il mondo, facendo sentire un povero fallito. 
Le conclusioni sono ovvie: senza una vera coscienza di classe, da cui scaturisce la solidarietà con i propri simili, senza organizzazione, senza strategia, anche la collera più giustificata finisce con l’essere riassorbita dal sistema, che la trasforma in un altro elemento dello spettacolo mercificato messo in opera per irretire le nostre menti. 
Questo video è stato realizzato in collaborazione con il canale YouTube "Sociologia per comprendere la società". 

                                                                         
📚Bibliografia 
Marx, K. (1867). Il Capitale. 
Marx, K. & Engels, F. (1846). L’Ideologia tedesca. 
Marx, K. & Engels, F. (1848). Il Manifesto Comunista. 
Lukács, G. (1923). Storia e coscienza di classe. 
Gramsci, A. (1929-1935). Quaderni del Carcere
Souza, J. (2024). El pobre de derecha. 
Phillips, T. (2019). Joker [film]. Warner Bros.

domenica 11 maggio 2025

Nuova lettera a Liliana Segre - Elena Basile

Da: https://www.lafionda.org - Elena Basile è un'ex diplomatica e scrittrice italiana. Editorialista per Il Fatto Quotidiano. Dal 2013 al 2021 ha prestato servizio come ambasciatrice in Svezia e Belgio e nel 2023 ha lasciato il servizio diplomatico con il grado di plenipotenziario

Leggi anche: Empatia verso le vittime - Elena Basile 


Sento il dovere di oppormi ad alcuni argomenti utilizzati da Liliana Segre nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 5 maggio 2025. La Senatrice rappresenta una delle voci più autorevoli e lucide della comunità ebraica, una sorta di icona, nel bene come nel male, di un certo potere italiano. Appare essenziale confutare alcune tesi da lei sostenute, proprio in quanto in grado di influenzare l’opinione pubblica, seminando una confusione che potrebbe essere nociva al dibattito democratico.

Spero che la Senatrice non me ne voglia e non mi denunci nuovamente per antisemitismo. Io la leggo con attenzione e rispetto. Mi domando se Liliana Segre faccia lo stesso con i miei scritti e quelli di tanti altri, a cominciare da Moni Ovadia e Raniero La Valle, che esprimono una critica senza indulgenze alle politiche di Israele e non solo al Governo di Netanyahu.

Ecco, in sintesi, le mie obiezioni a una certa retorica che traspare dalle risposte assertive della Senatrice.

sabato 10 maggio 2025

Gaza alla fame e alla sete. E’ anche il nostro assedio - Paola Caridi

Da: https://www.invisiblearabs.com - Paola Caridi, scrittrice e giornalista. Da oltre 20 anni si occupa di Medio Oriente e Nord Africa. 

Leggi anche: Le parole della guerra sono tra noi. E noi? - Paola Caridi 
Decostruire il diritto, liberare la Palestina - Pasquale Liguori


“È in effetti il venerdì 22 sha‘bān dell’anno 492 dell’ègira, il 15 luglio 1099, che i franchi hanno conquistato la Città Santa dopo un assedio di quaranta giorni. Gli esiliati tremano ancora ogni volta che ne parlano, e il loro sguardo si fissa, come se essi vedessero ancora dinanzi ai loro occhi questi guerrieri biondi rivestiti di armatura riversarsi nelle vie, a spada sguainata, sgozzando uomini, donne e bambini, saccheggiando case e moschee. 

Cessato il massacro, due giorni più tardi, non è rimasto un solo musulmano tra le mura della città. Alcuni, approfittando della confusione, sono fuggiti attraverso le porte che gli assalitori hanno sfondato. Gli altri giacciono a migliaia in pozze di sangue sulla soglia delle proprie case o nelle vicinanze delle moschee. Tra loro una gran folla di imām, dottori musulmani e asceti sufi che avevano lasciato il loro paese per venire a vivere un pio ritiro in questo luogo santo. Gli ultimi sopravvissuti sono costretti a svolgere il più penoso dei compiti: portare sulla schiena il cadavere dei propri congiunti, ammucchiarli sui terreni incolti senza dar loro sepoltura e bruciarli prima di essere a loro volta massacrati o venduti come schiavi.”

Sì, eravamo proprio noi, quelli con la croce e la spada. I crociati sulle cui nefandezze si è costruita un pezzo di storia europea. Occorre sempre stravolgere il nostro sguardo assuefatto al modo di raccontarla, la “Storia” umana, per riuscire a vedere con gli occhi dell’Altro. Ci aiuta, in questo caso, Amin Maalouf. Uno dei più importanti, famosi, citati intellettuali libanesi e arabi. La descrizione della caduta nel 1099 di Gerusalemme nelle mani dei franchi, dopo un assedio feroce, è in un testo che ha oltre quarant’anni. Il meno citato, eppure il più importante, soprattutto oggi. Le crociate viste dagli arabi (ripubblicato in Italia recentemente da Nave di Teseo).

venerdì 9 maggio 2025

Il nuovo cancelliere, un passato che non si cancella - Susanna Bohme Kuby

Da: https://ytali.com - Versione tedesca dalla rivista Ossietzky - https://www.facebook.com/sfassina - Susanna Bohme Kuby ha insegnato letteratura tedesca per decenni negli atenei di Genova, Udine e Venezia. 


Sicuri che in Germania i rischi per la democrazia arrivino soltanto da AfD? Da dove viene Friedrich Merz, il neo-cancelliere della Cdu? La guerra permanente con la Russia è davvero per la difesa dell’Ucraina? E quali sono gli interessi militari e finanziari che alimentano l’indifferenza europea per l’eliminazione del popolo palestinese dalla sua terra? Grazie a ytali.com, diretta da Guido Moltedo, troviamo qualche risposta nella traduzione di un’interessante analisi della rivista Ossietzky. (Stefano Fassina) 


“Blackrock Germany” di Werner Rügemer ricostruisce la carriera di Friedrich Merz alla guida del ramo tedesco della potente multinazionale, una delle tre grandi del complesso militare industriale mondiale. 

In molti si chiedono, in modo sempre più insistente, perché i governi occidentali non s’impegnino – per esempio in nome dei diritti umani – a chiedere la fine del massacro, si direbbe senza fine, della popolazione civile palestinese. Gli appelli dell’ultima amministrazione Biden per un’attenuazione degli attacchi a Gaza caddero nel vuoto, mentre il sostegno militare e finanziario al governo israeliano continuava senza sosta. Nel suo recente studio sugli interessi geopolitici degli USA e la questione palestinese, lo studioso svizzero Jacques Baud (La sconfitta del vincitore) ha mostrato ancora una volta come un Israele economicamente e militarmente forte sia stato costruito come baluardo contro i nemici degli Stati Uniti in Medio Oriente – utile ora anche se si tiene conto di un eventuale confronto militare con la Cina. Questa stretta alleanza strategica è portata avanti anche dal nuovo governo Trump. Israele può bombardare il Libano, la Siria o lo Yemen, ormai Stati falliti nella regione, e persino l’Iran senza un’obiezione significativa da parte dell’Occidente. Anche il progetto di espulsione di tutti i palestinesi da Gaza, così come dalle aree in Cisgiordania sempre più occupate dai coloni israeliani, deve essere attuato, anche se comporta la violazione di tutti i diritti umani. È definito “emigrazione volontaria” verso paesi vicini o anche più in là, verso l’Africa. Si arriva addirittura alle oscene fantasie di Trump di una Riviera di Gaza per i suoi simili… Una Riviera svuotata dai palestinesi.

giovedì 8 maggio 2025

Trauma collettivo e ripetizione della violenza: il caso israelo-palestinese tra psicoanalisi e storia - Luciano De Fiore, Guido Coccoli

 Da: https://www.journal-psychoanalysis.eu - Luciano De Fiore , già docente di Storia della filosofia moderna, Sapienza Università di Roma, si interessa soprattutto delle relazioni tra filosofia, arti e psicoanalisi, con particolare riguardo al tema delle passioni. Tra le sue pubblicazioni in volume, Anche il mare sogna. Filosofie dei flutti (Roma: 2013), La città deserta. Leggendo il Sapere assoluto di Hegel (Roma: 2012), Philip Roth. Fantasmi del desiderio (Roma: 2018²), Risposte pratiche, risposte sante. Pasolini, il tempo e la politica (Roma: 2018).
Guido Coccoli ha insegnato per molti anni presso il Dipartimento di Filosofia della Sapienza, Università di Roma, prima come docente di Filosofia e scienze storico-sociali e successivamente di Filosofia della storia. Si occupa da tempo della filosofia di Hegel, con particolare riferimento, negli ultimi anni, alle questioni dell'antropologia hegeliana (Coccoli, G . Il Dio di Hegel. Figura della religione nella «Fenomenologia dello spirito»: analisi e commento . Roma: Stamen 2017). Altro tema della sua ricerca è quello delle relazioni tra psicoanalisi, filosofia e scienze sociali, con particolare attenzione al pensiero di Freud e alla sua eredità nella ricerca sociale del Novecento. 

Salvator Dalì, il volto della guerra (1940)



Il lavoro si concentra sulla nozione di trauma collettivo e la sua trasmissione transgenerazionale, concentrandosi sul conflitto israelo-palestinese come caso paradigmatico. Attingendo alla teoria psicoanalitica, all'analisi storica e al pensiero politico, indaga come il trauma non risolto possa plasmare l'identità collettiva, ideologie alimentari difensive e persino giustificare la violenza. Attraverso il confronto con concetti chiave come Nachträglichkeit , memoria criptica, contratto narcisistico e acting out , si tenta di offrire un quadro interpretativo per comprendere come le eredità traumatiche, se non elaborate, possono riprodurre gli stessi schemi di oppressione originariamente subiti. L'analisi non intende in alcun modo proporre una visione deterministica, ma sottolinea la necessità dell'elaborazione simbolica, del lavoro narrativo e della memoria critica come vie per interrompere i cicli di ripetizione storica e aprire nuove prospettive di guarigione collettiva e riconciliazione politica. 


Introduzione  


Può un popolo, segnato da un trauma profondo, trasformare quel dolore in strumento di oppressione? Perché la memoria delle sofferenze subite non basta a impedire che, nel tempo, si ripetano nuove forme di violenza? In che modo un trauma non elaborato può trasmettersi da una generazione all'altra, generando risposte collettive tanto difensive quanto distruttive? 


Sono domande che si impongono con urgenza nel contesto del conflitto israelo-palestinese. La più recente offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, ha riattivato antiche ferite storiche e identitarie, portando a interrogarsi sul rapporto tra trauma, memoria e violenza collettiva. La ferocia dell'intervento su Gaza, con l'enorme numero di vittime civili, comprese donne e bambini, ha scosso l'opinione pubblica in gran parte del mondo, ma sembra non aver avuto un analogo effetto in Israele e nelle comunità ebraiche della diaspora. Al contrario, pare aver prodotto una risposta autoassolutoria – quella della forza è l'unica risposta possibile alla minaccia concreta all'esistenza della Nazione – lasciando a una minoranza l'indignazione e la protesta per ciò che sta accadendo. 

mercoledì 7 maggio 2025

Louis Theroux – I coloni (2025)

Da: la bottega. Raccolta di articoli e scritti di Giorgio Gilestro - 

Vedi anche: Investigating war crimes in Gaza I Al Jazeera Investigations

Leggi anche: Io Sono Israele - Norman Finkelstein 

"insieme a tutti gli altri" - Aristide Bellacicco 

35:35
1:01:58



(Louis Theroux con Ari Abramowitz in The Settlers.
 Fotografia: BBC/Mindhouse Productions Ltd/Josh Baker) 


Si sta parlando molto dell'ultimo documentario del documentarista britannico Louis Theroux , prodotto dalla BBC e trasmesso per la prima volta la scorsa settimana. Il documentario si intitola The Settlers e mostra uno scorcio breve ma potente sulla vita nei territori della cis-giordania occupati illegalmente dai coloni israeliani, uno dei gruppi sionisti più militanti ed estremisti. I villaggi che i coloni hanno costruito nella Cisgiordania dal 1967 ad oggi sono circa 150 e ospitano circa 400 mila israeliani, che di fatto controllano militarmente la vita quotidiana di 3 milioni di palestinesi (importante ricordare che Hamas non ha controllo della Cisgiordania, in cui viene regolarmente combattuta dalla Autorità Palestinese).

In un'ora di documentario, Theroux viaggia per la cis-giordania intervistando i coloni sulle loro intenzioni e le aspirazioni di costruire un unico stato israeliano che vada dal fiume al mare, come promesso loro da Dio. La Palestina non esiste e non deve esistere. Il documentario mostra anche brevemente il ruolo cruciale degli attivisti di pace israeliani e palestinesi. E quello dell'IDF, l'esercito israeliano, nel mantenere quello che le Nazioni Unite hanno ufficialmente da anni uno stato di apartheid.

Il documentario è disponibile su iPlayer ma solo per residenti nel Regno Unito o chi è in possesso di una VPN (nota a margine. Se siete interessati a prendere una VPN consiglio NordVPN ). Lo condivido su questa pagina e mi sono preso la briga di creare e aggiungere i sottotitoli italiani (e ora anche francesi e - spagnoli tutti scaricabili da qui ) perché dubito che passerà mai sulle TV nostrane. Guardatelo, ne vale la pena.


Per chi fosse interessato ad approfondire, consiglio anche un altro documentario dallo stesso titolo del regista Israeliano Shimon Dotan : The Settlers (2024) disponibile su youtube . Questo secondo ha un passo più lento ma contiene alcuni approfondimenti storici in più.

Non mancate assolutamente anche il pluripremiato No Other Land del 2024 disponibile a noleggio su diverse piattaforme.

martedì 6 maggio 2025

I pipponi del Marrucci: Xi e Huawei asfaltano pacificamente Trump. Lui reagisce riempiendo di missili il Pacifico -

Da: OttolinaTV - Giuliano Marrucci è un giornalista investigativo italiano. Da oltre 10 anni è tra gli autori del programma di Rai Tre “Report”. 

[...] e meno male che Trump doveva riportare un po’ di sano realismo alla casa bianca prima ha dichiarato una guerra commerciale al resto del mondo, che però ha scatenato una delle più massicce fughe di capitali dagli USA di sempre, e l’ha costretto a una rovinosa ritirata poi ha rilanciato la guerra tecnologica contro la Cina vietando l’esportazione anche di chip di vecchia generazione, per ritrovarsi però il giorno dopo con Huawei che annunciava l’uscita di nuove macchine e processori pensati ad hoc per l’intelligenza artificiale che hanno lasciato gli analisti a bocca aperta e ora per concludere sembra si sia messo l’anima in pace, e sia tornato ai cari vecchi metodi da cowboy l’hanno ribattezzato il super bowl delle esercitazioni del pacifico si chiama balikatan, spalla a spalla, ed è un’esercitazione marina congiunta tra forze armate statunitensi e filippine che va regolarmente in scena da quasi 40 anni ma che a questo giro, stando ad Asia Times, “è la più grande mai condotta” “più che un super bowl, è un super troll”, rispondono i cinesi dalle pagine del global times “un’esercitazione che trabocca di provocazioni nei confronti della Cina” [...]

                                                                        

lunedì 5 maggio 2025

Ucraina. Il bastone e la carota di Mosca spazientiscono Trump - Marco Santopadre

Da: https://pagineesteri.it - Marco Santopadre, giornalista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e del Nord Africa. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. 

Sulla guerra in Ucraina il presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua ad oscillare tra le minacce di nuove sanzioni alla Russia e dichiarazioni di sostanziale sostegno alle richieste di Mosca.


A 100 giorni dal suo secondo insediamento, il tycoon ha fretta di portare a casa un risultato – “la fine della guerra in Ucraina” – che aveva promesso di garantire subito dopo la presa di possesso dello studio ovale e che invece non sembra esattamente a portata di mano.

E non solo per il carattere ondivago della linea dell’amministrazione Trump e per le continue rimostranze da parte del recalcitrante leader ucraino Zelenski, ma anche a causa di una strategia russa che sembra voler approfittare della situazione di indubbio vantaggio per accrescere il bottino finora conquistato.

Donald Trump è «sempre più frustrato» dal mancato accordo per una pace definitiva tra Russia e Ucraina, ha affermato ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, aggiungendo che «non c’è molto altro tempo o sforzi che gli Stati Uniti possono dare, quindi abbiamo bisogno che entrambe le parti vengano al tavolo a negoziare».

Mosca annuncia una tregua… 

domenica 4 maggio 2025

Il crollo economico è già iniziato - Richard Wolff

Da: Glenn Diesen Italiano - Glenn Diesen è un politologo, analista e autore norvegese. [ 1 ] È professore presso l' Università della Norvegia sudorientale . [ 2 ] È stato un commentatore regolare della rete televisiva internazionale di notizie controllata dallo stato russo RT . Alcuni accademici norvegesi lo hanno criticato per "parlare a nome della Russia". [ 3 ] [ 4 ] [ 5 ] [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ] Si è opposto all'invasione russa dell'Ucraina . [ 9 ]
Richard D. Wolff è un economista marxista statunitense noto per il suo lavoro sulla metodologia economica e l'analisi di classe . È professore emerito di economia presso l' Università del Massachusetts Amherst e professore ospite presso il programma di laurea in affari internazionali della New School . Wolff ha anche insegnato economia presso la Yale University , la City University di New York , l'Università dello Utah , l'Università di Parigi I (Sorbona) e il Brecht Forum di New York. - 


                                                                            

sabato 3 maggio 2025

Il mondo constata ancora una volta l’affidabilità della Cina - Giulio Chinappi

Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - https://www.facebook.com/WorldPoliticsBloghttps://www.google.com - 

Con nuovi record di capacità eolica e fotovoltaica, la produzione di energia pulita in Cina supera per la prima volta il termoelettrico, confermando la sua leadership nella transizione verde globale. Il Paese mantiene impegni climatici, promuove soluzioni multilaterali e spinge innovazione sostenibile, offrendo certezze al mondo.

Secondo i dati più recenti dell’Agenzia Nazionale per l’Energia, alla fine di marzo la capacità installata di energia eolica e fotovoltaica in Cina ha raggiunto gli 1,482 miliardi di kilowatt, superando per la prima volta nella storia quella termoelettrica. Questo traguardo richiama alla mente il sorpasso registrato alla fine del 2023, quando la capacità installata di generazione di energia non fossile aveva superato quella termoelettrica, e quello del 2024, quando la potenza rinnovabile totale – compresi eolico, solare e biomassa – ha oltrepassato le installazioni a carbone. Oggi, le centrali eoliche e solari hanno raggiunto un nuovo livello, diventando una pietra miliare nella transizione verde e a basse emissioni della Cina. Tutto ciò testimonia la determinazione con cui il Paese persegue i propri obiettivi e il senso di responsabilità di una grande potenza, che considera il futuro dell’umanità e il benessere dei propri cittadini.

L’Agence France-Presse ha sottolineato che il sorpasso storico delle energie eolica e solare sulle centrali termoelettriche indica come il settore energetico cinese stia attraversando una “trasformazione strutturale” e che le emissioni di carbonio siano ormai vicine al loro picco. In meno di un decennio e mezzo, la Cina ha guidato la propria transizione energetica accelerandola senza precedenti: ha raggiunto quasi sei anni prima del previsto l’obiettivo di 1.200 gigawatt di capacità eolica e solare fissato per il 2030, e nel 2024 ha realizzato un incremento record di 357 gigawatt, dieci volte quello registrato negli Stati Uniti. All’ultimo Salone Internazionale dell’Automobile di Shanghai, alcuni media europei hanno riconosciuto che l’autonomia delle batterie dei veicoli elettrici non rappresenta più un problema, e che la vera attesa è ora legata all’arrivo della guida autonoma. Fuori dalla Cina, l’interesse per lo sviluppo verde cinese è passato dal dubbio sul “se” fosse realizzabile alla curiosità sul “quando” lo sarà.

venerdì 2 maggio 2025

Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 

Leggi anche: Addio Francesco, Papa e uomo - Sergio Scorza 

BUONISMO ASTRATTO E SPIETATEZZA CONCRETA - Alessandra Ciattini 

ROMERO BEATO, MARTIRE DELLA GUERRA FREDDA O COSTRUTTORE DI PACE? - Alessandra Ciattini

Vedi anche: Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi


Papa Bergoglio un rivoluzionario o un conservatore mascherato? Né l’uno né l’altro: un papa può “salvare la Chiesa” spesso accettando compromessi più apparenti che sostanziali.

In questi giorni, ho letto molti articoli e ascoltato molte interviste di autori non solo italiani sulla figura di Papa Bergoglio e sono rimasta sorpresa per la quasi generalizzata accettazione della retorica enfatica con cui è stata affrontata la scomparsa di quest’ultimo papa, che certo si è distinto nello stile e nel gesto dai molti suoi predecessori. Lungi da me voler mostrare mancanza di rispetto verso il sentimento religioso, parte intima e nascosta degli esseri umani, legata alla nostra consustanziale precarietà, al senso della morte e del nulla, ma è bene ricordare che una cosa è questo sentimento, una cosa è l’uso che ne fanno le varie istituzioni storiche, che con atteggiamenti spesso divisivi e contraddittori lo hanno veicolato verso la sottomissione, la rassegnazione, alimentando sogni di speranze nebulose e astratte.

Nel caso della Chiesa cattolica, ricordo che si tratta di un’istituzione, che nonostante i suoi tentativi di modernizzarsi e di democratizzarsi (per es. il Concilio Vaticano II), possiede un cuore tutto medioevale; infatti, è retta da una monarchia sacra e assoluta, che si incarna nella figura di un pontefice reso infallibile, quando parla ex cathedra, da un apposito dogma (Pastor Aeternus), sostenuto dai Gesuiti, proclamato nel Concilio Vaticano I il 18 luglio 1870 sotto il Pontificato di Pio IX, che in precedenza aveva emanato il dogma dell’Immacolata Concezione. La Costituzione dogmatica su citata stabilisce che il pontefice, nella funzione di Pastore di tutti i cristiani, quando definisce una dottrina sulla fede e sui costumi, è infallibile e pertanto tutti i fedeli sono obbligati a conformarsi a quanto da lui affermato. Una minoranza di cardinali, convocati per il Concilio e provenienti dall’Europa centrale, non fu d’accordo con questa decisione e lasciò Roma per non votare. Combattivo sostenitore dell’abrogazione di questo dogma è stato il teologo svizzero Hans Küng, morto nel 2021, cui nel 1979 la Congregazione per la dottrina per la fede proibì di insegnare teologia, il quale criticò fortemente papa Wojtyla per molte ragioni, tra le quali la politica spensierata delle canonizzazioni e gli interventi repressivi. Da non dimenticare nemmeno che la Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero al mondo. 

giovedì 1 maggio 2025

Varoufakis e Sachs a Confronto su Guerra, Clima e Futuro Globale

Da: frontezero - DiEM25 - Yanis Varoufakis è un economista, accademico e politico greco naturalizzato australiano. - Jeffrey Sachs, professore universitario presso la Columbia University, è Direttore del Center for Sustainable Development presso la Columbia University e Presidente del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite. Ha servito come consigliere di tre Segretari generali delle Nazioni Unite e attualmente ricopre il ruolo di avvocato SDG sotto il Segretario generale António Guterres. 


Jeffrey Sachs e Yanis Varoufakis di nuovo insieme. Dieci anni fa tentarono di salvare l’Europa da sé stessa, opponendosi alla distruzione economica della Grecia. Fallirono. Oggi, con l’Europa sempre più dipendente dagli Stati Uniti e priva di autonomia, i danni si estendono ben oltre: dall’Ucraina alla Palestina, fino ai rapporti con la Cina. 
Con il ritorno di Trump e l’abbandono del Green Deal europeo, il mondo affronta una tempesta perfetta: guerre commerciali sempre più feroci, un’escalation con la Cina, la guerra in Ucraina, il genocidio in Palestina e un’emergenza climatica fuori controllo.

                                                                           

mercoledì 30 aprile 2025

Quel memorabile 25 aprile 1974 – Le 23 ore che misero fine alla dittatura portoghese - Rodrigo Rivas

Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - PAGINA FACEBOOK Rodrigo Rivas è un giornalista, scrittore ed economista nato a Santiago del Cile. Giovane dirigente di Unidad Popular a sostegno del governo di Salvador Allende, è in Italia dal 1974, esiliato dopo il golpe di Augusto Pinochet. Già direttore di Radio Popolare e docente universitario, ha pubblicato oltre 50 libri di politica ed economia internazionale. 

Rodrigo Rivas ricorda gli eventi del 25 aprile 1974, quando la Rivoluzione dei garofani pose fine alla dittatura militare in Portogallo.


00:20 Radio Renascença trasmette “Grândola, Vila Morena”. È il segnale d’inizio delle operazioni militari. Sono arrestati gli alti ufficiali fedeli al regime e occupati i luoghi strategici, tra cui l’aeroporto di Lisbona e la prigione politica di Peniche, utilizzata dal 1930 come penitenziario per dissidenti politici e oggi sede del Museu da Resistência e da Liberdade.

03:10 I ribelli prendono il controllo della TV di stato RTP e delle stazioni radio Rádio Clube Português ed Emissora Nacional. Movimenti di truppe verso il quartiere Terreiro do Paço di Lisbona, sede delle istituzioni governative.

04:20 Il Movimento delle Forze Armate (MFA) annuncia l’insurrezione attraverso un comunicato di Radio Clube Português. La fanteria occupa l’aeroporto di Lisbona.

05:45 Truppe ribelli occupano il Terreiro do Paço e pongono sotto assedio le sedi ministeriali.

06:00 Un plotone lealista giunge a Terreiro do Paço ma si unisce subito ai ribelli.

09:00 La fregata Gago Coutinho, in esercitazione con altre imbarcazioni NATO, riceve l’ordine di posizionarsi davanti al Terreiro do Paço e di aprire il fuoco contro i ribelli, ma si rifiuta di obbedire.

martedì 29 aprile 2025

Con “l’Occidente contro il resto del mondo” si rischia la catastrofe - Angelo d’Orsi

Da: https://www.africa-express.info - Angelo d'Orsi* Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. 

Vedi anche: L'OCCIDENTE NICHILISTA vuole UCCIDERE la RUSSIA - Angelo D'Orsi  

Luciano Canfora: "L'asse franco-inglese vuole fare guerra alla Russia, il rischio è altissimo"


La russofobia sta portando l'Europa al disastro. L'asse franco-anglo-tedesco, preannuncia un destino di morte per il continente. Si assiste a un’accelerazione del passaggio dal welfare al warfare. (Redazione Africa ExPres


Sono almeno dieci-quindici anni che la russofobia – che è paura del mondo russo, ma anche la sua espunzione dalla “civiltà” – ci sta ammorbando, sta ottenebrando le nostre menti, sta condizionando i nostri pensieri, indirizzandoci anno dopo anno, giorno dopo giorno, verso la possibilità di un conflitto armato contro Mosca.

Dal 2022 quella possibilità è diventata, nelle parole irresponsabili di gran parte della classe politica euro-occidentale, una necessità alla quale, presto o tardi, dovremmo sottostare. 

E in un crescendo spaventoso, dopo l’arrivo di Donald Trump alla White House, con le sue promesse di porre termine al conflitto in Ucraina (NATO vs. Federazione russa combattuto sul suolo ucraino ma anche sempre di più in territorio russo), ormai la guerra, una guerra totale tra Europa/Occidente e Russia/Oriente ci viene presentata non soltanto come necessità, ma come necessità inderogabile e urgente.

Tre Stati in difficoltà

lunedì 28 aprile 2025

I tentennamenti irrazionali dell’ultimo (per ora) impero - Alessandra Ciattini

Da: Futura Società - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 

Ascolta anche F. Schettino: Per un pugno di dollari (https://grad-news.blogspot.com/2025/04/yesterdays-papers-per-un-pugno-di.html?m=1



La questione delle tariffe trumpiane costituisce l’argomento del giorno per i suoi risvolti sulle relazioni internazionali e sul nostro futuro. I loro fautori appaiono arroganti ma incerti e invece di risollevare l’economia Usa finiranno con l’affossarla. Noi ce lo auguriamo.

Tra le ultime notizie di oggi (9/4) apprendiamo che, usando bastone e carota, il capocirco Donald Trump ha ridotto al 10% per 90 giorni le nuove aliquote tariffarie sulle importazioni alla maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti, annunciate “il Giorno della liberazione”, per avviare negoziati commerciali con quelli che li hanno chiesti, circa 75 Paesi. Al contempo, ha annunciato dazi contro la Cina al 145% per la “sua mancanza di rispetto verso i mercati”. Un’ulteriore manifestazione di debolezza e di confusione mentale (per essere moderati). Ma la Cina non sembra piegarsi e ha aumentato i dazi sui prodotti Usa al 145% oltre a proibire l’esportazione di alcune materie critiche; inoltre, il ministero del Commercio cinese ha presentato un ricorso all’Omc, in cui si sostiene che i dazi violano le norme sul commercio internazionale, affermando inoltre che il grande Paese asiatico difenderà i suoi diritti legittimi e l’ordine economico internazionale. Non bisogna dimenticare che la Cina, dopo il Giappone, è la seconda detentrice del debito Usa, circa 800 miliardi di cui sembra si stia disfacendo insieme ad altri detentori, e ciò ha portato al preoccupante aumento del tasso di interesse sui bond.

domenica 27 aprile 2025

Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi

Da: Tracce Di Classe -  Davide Rossi Davide Rossi docente, storico e giornalista, è dottorando in Storia Contemporanea presso l’Università Pedagogica Nazionale di Kinshasa – Repubblica Democratica del Congo. È direttore del Centro Studi “Anna Seghers” di Milano e dell’ISPEC, Istituto di Storia e Filosofia del Pensiero Contemporaneo di Locarno. [...]


Cosa rappresenta davvero il Vaticano nello scacchiere geopolitico mondiale?

                                                                          

sabato 26 aprile 2025

CHI HA COSTRUITO IL MURO DI BERLINO? - GIULIETTO CHIESA

Da: Casa del Sole TV - https://www.facebook.com/margherita.furlan.5 - Giulietto Chiesa (Acqui Terme, 4 settembre 1940 – Roma, 26 aprile 2020) è stato un giornalista e politico italiano. (Giulietto Chiesa). 

Il Muro di Berlino costituisce la metafora e la sintesi dell'intera Guerra Fredda. E' uno dei principali fondamenti della sconfitta definitiva del socialismo reale, di fronte ala straordinaria capacità affabulatrice del capitalismo nella sua fase matura. 
Ma il muro segna anche, al tempo stesso, l'inizio della manipolazione di massa, in forme nuove rispetto al passato, e il mutamento radicale delle stesse forme della competizione geopolitica. 


                           


INTERVISTA A GIULIETTO CHIESA a cura di Margherita Furlan