La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
giovedì 22 agosto 2024
"Sul filo rosso del tempo, Riflessioni su alcune ideologie contemporanee" - Alessandra Ciattini
La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova
martedì 20 agosto 2024
Una nuova dottrina di guerra eurasiatica? - Enrico Tomaselli
Da: https://giubberossenews.it - sinistrainrete.info - Enrico Tomaselli. Sono un designer, e curatore d'arte contemporanea, ma da molti anni mi sono dedicato agli studi sulla guerra ed i conflitti, per poi - in tempi recentissimi - sistematizzare una serie di riflessioni sulla guerra russo-ucraina, e su cosa potrebbe seguire, condensate in un breve saggio, "La Guerra Civile Globale". Sul mio blog pubblico periodicamente alcune riflessioni su questioni geopolitiche e/o strategiche.
“Il generale esperto logora il nemico tenendolo costantemente sotto pressione. Lo fa correre dappertutto adescandolo con vantaggi illusori”.
Sun Tzu
domenica 18 agosto 2024
"La tribù" - Italo Svevo
Da: https://www.controappuntoblog.org - La tribù e altri racconti inattesi - Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, è stato uno scrittore e drammaturgo italiano. Cresciuto in un contesto mitteleuropeo, ha tratto il suo pseudonimo dalle due culture, italiana e tedesca, che formarono la sua educazione.
La tribù s'era fermata! Aveva trovato in mezzo al deserto un vasto paese ricco d'acqua, di prati e d'alberi e, involontariamente, senza che nessuno lo proponesse, invece di farvi una delle solite soste fugaci, aveva messo radice in quel paradiso, era stata avvinghiata dalla terra e non aveva più saputo staccarsene. Pareva fosse giunta a quel grado superiore di evoluzione ch'esclude la vita nomade; riposava della marcia secolare. Le tende lentamente si mutarono in case; ogni membro della tribù divenne proprietario.
sabato 17 agosto 2024
Odifreddi racconta Russell
giovedì 15 agosto 2024
L'occidente ha bisogno di un nemico - Elena Basile
martedì 13 agosto 2024
"Filosofia dell'Ottocento. Dall'idealismo al positivismo" - Vladimiro Giacché
domenica 11 agosto 2024
Fidel CASTRO racconta ERNESTO CHE GUEVARA - GIANNI MINA' (Intervista del 1987)
sabato 10 agosto 2024
"Oppenheimer, Putin e altre storie sulla bomba" - Francesco Dall'Aglio
giovedì 8 agosto 2024
Michael Heinrich, La scienza del valore - Ascanio Bernardeschi
Da: https://www.dialetticaefilosofia.it - Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa) e La Città futura.
Michael Heinrich, matematico e scienziato sociale, ha insegnato alle università di Vienna, Berlino e Nanjing; è stato membro del comitato di redazione della rivista “PROKLA” e ha collaborato alla edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels (MEGA2). Oltre a Die Wissenschaft vom Wert, ha pubblicato diverse monografie dedicate all’introduzione e al commento del Capitale di Marx. Nel 2018 è uscito il primo volume della sua biografia di Marx.
Per chi voglia seguire dal vivo una delle numerose presentazioni del volume in oggetto, ne elenchiamo qui alcune particolarmente significative. Disponibili on line ai seguenti link:
- a cura del Centro Riforma Stato:
https://youtu.be/Ls5y44PnuCM?si=0KgRVbZ8Mt7hxq9c
- a cura della Fondazione Lelio e Lisli Basso:
https://www.youtube.com/watch?v=wao_zAVejH4&t=6961s
- a cura di TCS- Teoria critica della società- Università Bicocca:
1) https://youtu.be/6JYZms3nysQ?si=D7x6yaj4YkJ4m2-p
2) https://youtu.be/0revfI1sDoM?si=ZAKhCOmmlfMtSSdZ
Michael Heinrich, La scienza del valore. La critica marxiana dell’economia politica tra rivoluzione scientifica e tradizione classica, a cura di Riccardo Bellofiore e Stefano Breda, tr. it. di Stefano Breda, Pgreco edizioni, Milano 2023, pp. 559, € 26,60.
Per troppi anni in Italia non sono circolati adeguatamente gli importantissimi studi che si basano sulla nuova edizione critica delle opere di Marx ed Engels (Mega2 ). Una significativa rottura di questo assordante silenzio vi fu nel 2001 con la pubblicazione da parte di Roberto Fineschi di Ripartire da Marx, di cui recentemente è uscita un’edizione aggiornata intitolata La logica del capitale (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Press, Napoli 2021). Sempre Fineschi ha curato la pregevole nuova edizione del primo libro del Capitale includente un volume di apparati che documenta importanti varianti fra le varie edizioni. Naturalmente vi sono stati altri saggi in materia di autori italiani, ma la prima traduzione importante di un’opera di uno studioso straniero mi pare sia il quasi introvabile Dialettica della forma di valore, di Hans Georg Backhaus (Editori Riuniti, Roma 2009). C’è pertanto da salutare con soddisfazione l’uscita, verso la fine del 2023, della traduzione di un grande lavoro di Michael Heinrich, la cui prima edizione in tedesco risale al 1991, poi rivisitata notevolmente in successive edizioni: Die Wissenschaft vom Wert. Die Marxsche Kritik der politischen Ökonomie zwischen wissenschaftlicher Revolution und klassischer Tradition. Breda ci avverte opportunamente che la traduzione di Wissenschaft con scienza non dà conto completamente del significato originale e potrebbe indurre il lettore a un accostamento alle scienze esatte, mentre il termine tedesco è usato per indicare in generale attività sistematiche per la produzione di conoscenza. Basti pensare – esemplifico – al titolo della grandiosa opera di Hegel, Die Wissenschaft der Logik, la nota Scienza della logica.
Il libro premette corpose note introduttive a cura di Riccardo Bellofiore, che in realtà costituiscono un saggio nel saggio. Bellofiore si confronta con gli elementi portanti del lavoro heinrichiano, come in un dialogo a distanza. L’elemento più significativo trattato è il rapporto tra denaro, valore e prezzo nella teoria del capitale, con la concettualizzazione del lavoro salariato e della moneta-credito, in linea con diversi altri recenti scritti del co-curatore. Altri aspetti sono la caduta tendenziale del saggio del profitto e le crisi. Non c’è spazio in questa sede neppure per illustrare per sommi capi questi interessanti spunti; mi basta dire che se egli si dichiara “critico simpatetico” del lavoro di Heinrich, altrettanto potrei collocarmi io nei confronti di Bellofiore. In un’altra nota introduttiva, Vittorio Morfino si concentra sul rapporto fra Heinrich e Louis Althusser, e lo fa rivisitando accuratamente vari passi dei più importanti lavori del filosofo francese. Nella nota si sostiene che alcuni concetti althusseriani costituiscono il punto di partenza di Heinrich, che gli permette di individuare un campo teorico comune ai classici e ai neoclassici (antropologismo, individualismo, astoricità e empirismo), oltre che di cogliere l’importanza della rottura marxiana con questo campo.
mercoledì 7 agosto 2024
Il Nuovo Fronte popolare e le sue contraddizioni - Alessandra Ciattini
Il panorama politico francese è sempre più interessante di quello italiano così di basso livello e così insignificante sul piano internazionale. Le ultime vicende elettorali francesi presentano una serie di elementi da analizzare a fondo, se vogliamo comprendere quale percorso intraprendere per uscire da quella palude, nella quale è semiaffogata quella che pretende chiamarsi sinistra di classe, forse nemmeno sapendo, come certi intellettuali alla moda, cosa sia effettivamente una classe sulla cui natura continuano ad interrogarsi.
Vediamo di ricostruire gli eventi di questa complicata vicenda che vede vari protagonisti in primo piano e sullo sfondo, cominciando dagli avvenimenti finali.
Martedì 23 luglio, dopo lunghe ed estenuanti trattative, data la natura ibrida del Nuovo Fronte Popolare (vero problema teorico e pratico della sinistra di classe), questo ha proposto Lucie Castets come primo ministro, personaggio alquanto sconosciuto, funzionario di altissimo livello dello Stato francese (énarque) consigliere economico del sindaco socialista di Parigi. In precedenza era stata rifiutata la candidatura di Laurence Tubiana, una diplomatica indipendente per il clima, sostenuta dai Verdi e del Partito Comunista, che già pensava ad un accordo con il Fronte dei Repubblicani. Poi è stata proposta Huguette Bello del PCF, considerata troppo estremista dalla destra della LFI e quindi scartata.
Chi pensa male (e secondo Andreotti ha ragione) ritiene che la nomina della Castets sia una buona mediazione, accettabile da parte di Marcon, che però per ora ha dichiarato di non prendere in considerazione. Pur sostenitrice dei servizi pubblici, secondo alcuni la su menzionata gentile signora sarebbe pronta a non battersi fino in fondo per realizzare il programma del NFP, già alquanto insoddisfacente soprattutto riguardo la politica estera.
martedì 6 agosto 2024
Hiroshima - les images inconnues
domenica 4 agosto 2024
“Biden, trump o harris poco cambia: è già tutto deciso” - Riccardo Antoniucci intervista Jeffrey Sachs
Da: ilfattoquotidiano.it - Jeffrey D Sachs, professore universitario presso la Columbia University, è Direttore del Center for Sustainable Development presso la Columbia University e Presidente del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite. Ha servito come consigliere di tre Segretari generali delle Nazioni Unite e attualmente ricopre il ruolo di avvocato SDG sotto il Segretario generale António Guterres. - Riccardo Antoniucci, Filosofo. Dal 2013 al 2016 è stato responsabile comunicazione e ufficio stampa per la casa editrice DeriveApprodi. Attualmente continua a lavorare nello stesso ambito come freelance, collaborando, tra gli altri, con le case editrici manifestolibri e Stampa Alternativa. Traduce dal francese ed è animatore della rubrica Francesismi per il blog filosofico di Micromega Il rasoio di Occam
Leggi anche: Sachs: «Il grande errore degli Stati Uniti è credere che la Nato sconfiggerà la Russia» - Federico Fubini
Come l’America si “vende” i nemici - Jeffrey Sachs
sabato 3 agosto 2024
L’ecosocialismo di Karl Marx di Kohei Saito - Francesco Saverio Oliverio
Da: https://www.leparoleelecose.it - Ecologie della trasformazione, rubrica a cura di Emanuele Leonardi e Giulia Arrighetti - Francesco Saverio Oliverio, Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali.
Leggi anche: IL MARX DI DAVID HARVEY - Giorgio Cesarale
Un dialogo sull’imperialismo: David Harvey e Utsa e Prabhat Patnaik. - Alessandro Visalli
Il neoliberismo è un progetto politico*- B. S. Risager intervista David Harvey
https://traduzionimarxiste.wordpress.com/2019/07/08/intervista-a-utsa-patnaik-storia-agraria-e-imperialismoL’ecosocialismo di Karl Marx di Kohei Saito è comparso in lingua italiana per i tipi di Castelvecchi nell’ottobre 2023 [1]. La pubblicazione in lingua inglese risale al 2017, l’editore fu la Monthly Review Press [2]. Saito è filosofo del pensiero economico, professore all’Università di Tokyo; il suo nome è giunto al grande pubblico grazie al boom di vendite del successivo Capital in the Antropocene (Ed. Shueisha, 2020) vincitore dell’Asia Book Award del 2021 nella categoria dei libri con un gran numero di lettori che colgono con acutezza i cambiamenti della società moderna.
L’autore – sin dalle pagine introduttive – si immerge nel dibattito che ha attraversato le opere di Marx, in particolare in merito all’ecologismo. Il rivoluzionario di Treviri è stato criticato – ricorda Saito – a partire dagli anni Settanta anche dall’emergente movimento ambientalista per il suo “prometeismo” ovvero per il suo elogio al progresso delle forze produttive e anche in campo sociologico non sono mancate voci autorevoli – come quella di Anthony Giddens – che hanno condiviso lo stereotipo secondo il quale in Marx lo sviluppo tecnologico avrebbe permesso di manipolare la natura.
Proprio l’emergere delle preoccupazioni per le sorti dell’ecosistema – poste dal noto rapporto Limits to Growth nel 1972 nei termini di un prossimo raggiungimento dei limiti naturali se la linea di sviluppo fosse continuata inalterata in alcuni settori strategici come l’industrializzazione e la produzione alimentare [3] – e la nascita dei movimenti ambientalisti hanno posto alla tradizione di pensiero marxista delle sfide importanti, in primis quella di individuare gli elementi teorici con cui aggredire problemi nuovi. Si trattava di recuperare e costruire un’immaginazione socialista sull’ecosistema.
Il pensiero socialista sull’ambiente si è sviluppato – argomenta Saito – in due fasi: una prima che desiste dal riscontrare un’ecologia in Marx o che, seppure ne riconosca l’esistenza, ne disconosce la rilevanza per l’oggi poiché formatasi in un contesto storico diverso. Sono riconducibili alla prima fase ecosocialista autori come André Gorz, Michael Löwy, James O’Connor o sostenitori più recenti come Joel Kovel. Questi autori hanno comunque lavorato – seppur in modi diversi – per sviluppare una proposta di transizione ecologica anche attraverso il metodo di Marx. Una seconda fase, con autori come John Bellamy Foster e Paul Burkett, che «analizzano le crisi ambientali come una contraddizione del capitalismo basata sulla “frattura metabolica”» (p. 10) con l’obiettivo di avvalorare la robustezza dell’ecologia di Marx. Foster, nel suo contributo al libro Marx Revival (Donzelli, 2019) curato da Marcello Musto, segnala anche una terza fase dell’ecosocialismo legata ai movimenti ambientalisti globali dei primi decenni del nostro secolo [4]. Ci sono poi i critici della teoria della frattura metabolica come Jason W. Moore che, dice Saito, lamentano che l’ecologia di Marx può tuttalpiù far emergere che il capitalismo sia deleterio per la natura.
giovedì 1 agosto 2024
Rivoluzioni colorate. Genesi, applicazione e crisi di uno strumento di guerra ibrida - Laura Ruggeri
Da: https://laura-ruggeri.medium.com - Laura Ruggeri Ricercatrice e scrittrice indipendente, residente a Hong Kong dal 1997. Lenta e analitica su Medium, veloce e furiosa su Telegram https://t.me/LauraRuHK
martedì 30 luglio 2024
Incontro con Roberto Fineschi
domenica 28 luglio 2024
Sincretismi vitali a Cuba: contraddizioni sociali e processi simbolici - Alessandra Ciattini
Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Le sacre icone forniscono una realtà palpabile a una comunità per altro verso immaginaria. L’interessante approfondimento di Alessandra Ciattini sulle pratiche religiose a Cuba.
Nella letteratura antropologica e storico-religiosa ci si avvale spesso del termine “sincretismo”, inteso in modi diversi. Secondo Droogers (1989), le definizioni oggettive del termine si riferiscono a tradizioni culturali e religiose difformi che si incontrano in un determinato contesto storico-sociale e si mescolano fino a dar vita a forme diverse, con distinti gradi di sincretizzazione più o meno profondi (Marzal 1985). Le definizioni soggettive invece contengono spesso giudizi di valore imperniati sulla condanna dell’incontro e della fusione di religioni di origine diversa: basti pensare alla teologia cristiana che considera pericolosa ogni forma di sincretismo, che contaminerebbe la purezza originaria della vera religione rivelata. Ovviamente, come osserva Droogers, la distinzione tra definizioni oggettive e soggettive non è netta, e possiamo trovare caratteri soggettivi in quelle oggettive e viceversa. Di fatto non esiste un accordo scientifico sulla nozione di sincretismo e perciò possiamo usarla solo se la definiamo a partire da una teoria dei fenomeni sincretici e delle condizioni storico-sociali in cui si formano e si sviluppano. Gli esempi cubani qui analizzati mostrano un sincretismo strettamente legato alle contraddizioni della vita sociale. In molti casi esso tenta di risolvere queste contraddizioni, come sottolineano i funzionalisti, in altri la produzione di una sintesi culturale (Stewart e Shaw 1994) rinvia ad una soluzione simbolica e ideologica senza incidere sulle trasformazioni reali. Un’impostazione dialettica ci permette di identificare e di interpretare gli aspetti contraddittori dei fenomeni sociali.
sabato 27 luglio 2024
Imperialismo e Jhad - R. Caputo intervista M. BRIGNOLI
La costante collusione fra imperialismo occidentale e terrorismo islamico (https://www.youtube.com/watch?v=ZdkAfGgSFeI).
giovedì 25 luglio 2024
L’onda lunga della crisi del marxismo (tra prassi e teoria) - Roberto Fineschi
Da: "https://www.dialetticaefilosofia.it/" dedicato a Il marxismo italiano nella crisi degli anni Settanta, a cura di C. M. Fabiani. - Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).
Leggi anche: Calvino è stato marxista. In memoriam - Roberto Fineschi
Abbozzo di riflessione sul PCI e sulla sua crisi - Roberto Fineschi
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Epoca, fasi storiche, Capitalismi - Roberto Fineschi
Chi critica la critica? Alla ricerca di soggetti storici - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Cosa diceva Berlinguer: discorso al "Convegno degli intellettuali" (1977)
Sul compromesso storico - Aldo Natoli
L’ACQUA PESANTE E IL BAMBINO LEGGERO*- Gianfranco Pala
La crisi marxista del Novecento: un’ipotesi d’interpretazione*- Stefano Garroni
La missione morale del Partito comunista - György Lukács
Comunisti, oggi. Il Partito e la sua visione del mondo. - Hans Heinz Holz.
Vedi anche: Per un nuovo Marx - Giovanni Sgrò, Roberto Fineschi
sullo scritto di Ernesto Che Guevara "L'uomo e il socialismo a Cuba" - Alessandra Ciattini
Premessa
La prima difficoltà nell’affrontare il tema proposto nasce dalla articolata definizione della stessa categoria di marxismo. Nel dibattito corrente si tende a distinguere tra (i) Marx come fondatore di una teoria della storia che nasce dall’esperienza pratica e che è capace di conseguenze pratiche, (ii) il marxismo, in generale, come tentativo di applicarla alla realtà con intenti trasformativi e (iii) i marxismi, al plurale, come diversificate modalità attraverso le quali quel tentativo viene concretizzato1 . Si discute anche di quanto i vari marxismi siano stati coerenti con l’impianto generale della teoria di Marx, oggi in particolare alla luce delle novità emerse con la pubblicazione della nuova edizione storico-critica2 . In via preliminare mi atterrò a questa articolazione, declinando quindi il tema a partire da una possibile individuazione di quale fosse il peculiare marxismo che entrò in crisi negli anni Settanta; poiché tuttavia caposaldo di questa impostazione è la mediata dialettica di teoria e prassi, di movimento reale e sua trasposizione politica, ritengo necessaria una premessa storico-reale e non meramente teorica. Le riflessioni qui proposte sono di carattere preliminare e da verificare in studi più approfonditi.
Credo si debba partire dall'individuazione dei tratti caratterizzanti il marxismo-leninismo del PCI, forma egemone di organizzazione pratica e politica in Italia, adattamento togliattiano di ispirazione gramsciana della tradizione sovietica sul modello del Partito nuovo3. Procedendo in maniera estremamente schematica e approssimativa, ritengo si possano individuare alcuni punti chiave:
1) la classe operaia come soggetto antagonista. L’idea della tendenziale polarizzazione sociale in operai contro capitalisti;
2) l’alleanza con i contadini per la formazione del blocco storico;
3) il partito come soggetto organizzativo con una sua struttura centrale forte e una sua capillare diffusione nella produzione e nella società civile;
4) proprietà e gestione statale della produzione come obiettivo di lungo termine in cui consisteva la realizzazione del socialismo, più o meno sulla falsariga del modello sovietico; il concetto di egemonia per la progressiva formazione di un senso comune comunista che andasse di pari passo con le modifiche di struttura;
5) l’idea che la questione strutturale fosse risolta, nel senso che, come sostiene Gramsci nei Quaderni, le premesse materiali fossero già poste. Da questo punto di vista la questione della rivoluzione diventava squisitamente – o esclusivamente – sovrastrutturale.
Se questa sommaria schematizzazione può costituire un primo punto di partenza, che cosa ne resta dopo i cambiamenti avvenuti nella dinamica del modo di produzione capitalistico dalla prima fase del dopoguerra ad oggi?4
martedì 23 luglio 2024
Possiamo sconfiggere la lobby – Ilan Pappé
"La vista dei bambini sepolti sotto le macerie, recuperati da bambini appena più grandi, è sufficiente per me e, ne sono certo, per chiunque sia mai stato messo a tacere dalle lobby, per non cedere, ma per impegnarsi a superare ogni ostacolo posto sul nostro cammino di verità."