Da: https://ilmanifesto.it - Eliana Riva Storica, giornalista, editrice, caporedattrice Pagine Esteri. (https://www.facebook.com/eliana.riva1)
La famiglia di Ahmed al-Sharbasi, ucciso mentre cercava cibo in un centro della Ghf – Ali Jadallah/ Getty
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
Da: https://ilmanifesto.it - Eliana Riva Storica, giornalista, editrice, caporedattrice Pagine Esteri. (https://www.facebook.com/eliana.riva1)
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Da: https://www.middleeasteye.net - Lubna Masarwa è una giornalista e responsabile dell'ufficio Palestina e Israele di Middle East Eye, con sede a Gerusalemme.
Gli israeliani raccontano di essere stati presi dalla paura dopo che gli attacchi iraniani hanno causato una distruzione diffusa a Tel Aviv e altrove
Gli israeliani hanno affermato che l'euforia iniziale per gli attacchi a sorpresa contro l'Iran ha lasciato il posto alla paura, dopo che i missili iraniani si sono schiantati sul centro di Tel Aviv e in altre parti di Israele, provocando devastazioni diffuse e uccidendo almeno tre persone.
Lampi arancioni brillanti hanno illuminato il cielo di Tel Aviv nelle prime ore di sabato, mentre i sistemi di difesa aerea israeliani sembravano aver abbattuto alcuni missili in arrivo.
Tuttavia, incendi e colonne di fumo sono stati visti in diverse zone di Tel Aviv, mentre sono state segnalate esplosioni anche a Gerusalemme.
Immagini e video verificati da Middle East Eye hanno mostrato condomini nella periferia di Tel Aviv e nella vicina città di Ramat Gan quasi completamente distrutti e, tra le macerie, i resti di diversi veicoli.
I servizi di emergenza hanno riferito nelle prime ore di sabato che almeno tre persone sono state uccise in Israele e più di 40 sono rimaste ferite.
Da venerdì sarebbero più di 200 gli israeliani rimasti feriti.
L'Iran non è l'Iraq. L'Iran non è l'Afghanistan. L'Iran non è il Libano. L'Iran non è la Libia. L'Iran non è la Siria. L'Iran non è lo Yemen. L'Iran è il diciassettesimo paese più grande del mondo, con una superficie equivalente a quella dell'Europa occidentale. Ha una popolazione di quasi 90 milioni di abitanti – 10 volte più di Israele – e le sue risorse militari, così come le alleanze con Cina e Russia, lo rendono un avversario formidabile.
L'Iran ha lanciato oggi attacchi di rappresaglia contro Israele a seguito di ondate di attacchi israeliani che hanno colpito impianti nucleari e ucciso diversi alti comandanti militari iraniani e sei scienziati nucleari. Ci sono state decine di esplosioni sopra lo skyline di Tel Aviv e Gerusalemme. Esistono riprese video di almeno una grande esplosione al suolo a Tel Aviv, causata da un apparente attacco missilistico, e segnalazioni di altre esplosioni in una mezza dozzina di siti a Tel Aviv e dintorni.
"La nostra vendetta è appena iniziata, pagheranno a caro prezzo l'uccisione dei nostri comandanti, scienziati e personale", ha dichiarato a Reuters un alto funzionario iraniano. Il funzionario ha aggiunto che "nessun luogo in Israele sarà sicuro" e che "la nostra vendetta sarà dolorosa".
Il 2 giugno 2025, Wang Wen, direttore dell’Istituto di Ricerca Finanziaria Chongyang e dell’Accademia di Leadership Globale presso l’Università del Popolo della Cina, ha rilasciato un’intervista su YouTube a Glenn Diesen, professore di Relazioni Internazionali alla Southeast University of Norway e noto politologo. Nel corso del dialogo sono stati approfonditi temi quali la storica trasformazione dell’ordine mondiale, la ricostruzione del sistema internazionale e il significato globale del grande risveglio della nazione cinese. Dopo la sua pubblicazione online, l’intervista ha rapidamente catturato l’attenzione mondiale ed è stata tradotta in otto lingue diverse, tra cui spagnolo, russo, francese, tedesco, portoghese, italiano e giapponese. Ad oggi ha raccolto oltre 300 commenti internazionali. Utenti provenienti da background culturali differenti hanno intrapreso vivaci discussioni sul percorso di sviluppo cinese e sull’innovazione nella governance globale. Di seguito trovate raccolti e tradotti in italiano i contenuti originali dell’intervista e il video sia in inglese che in italiano.
Glenn Diesen: Ciao a tutti e benvenuti. Oggi sono insieme a Wang Wen, professore e direttore dell’Istituto di Studi Finanziari Chongyang presso l’Università del Popolo della Cina. Lei è anche vicedirettore della Silk Road School, oltre a ricoprire numerosi altri incarichi. Non so come faccia a gestire tutto così brillantemente, complimenti e, naturalmente, benvenuto al programma.
Wang Wen: Grazie, professor Diesen. È da tanto che non ci vediamo. Sono molto onorato di partecipare al suo programma.
L’intervista ad uno dei maggiori filosofi marxisti viventi sul suo recente lavoro Da Pio IX a Leone XIV. Prospettive marxiste sulla dottrina sociale della Chiesa, per aprire una riflessione critica sull’evoluzione del pensiero e del “magistero” cattolico.
L’elezione del nuovo papa ha innescato la gara fra i commentatori per qualificare questo nuovo pontificato. Riteniamo che saranno i fatti a poter dare un giudizio informato, anche se le premesse non ci paiono promettenti a partire proprio dalla decisione di assumere del nome di Leone come richiamo all’autore della Rerum Novarum. Se, infatti, questa scelta viene da molti, forse dai più, vista come un’attenzione alla questione sociale che con quell’enciclica la Chiesa affrontava per la prima volta, non deve sfuggirci, invece, il carattere antisocialista di quel documento che vedeva come un elemento di natura la proprietà privata dei mezzi di produzione e, di conseguenza, contro natura le aspirazioni socialistiche e si poneva l’obiettivo di arginare il montante movimento delle classi lavoratrici proponendo palliativi alla terribile condizione dei lavoratori.
Vorremmo parlarne con Roberto Fineschi, fra i maggiori filosofi marxisti viventi, il quale recentemente ha pubblicato un libro che definisce come “rimaneggiamento di articoli recenti e passati” ma che, in realtà, affronta abbastanza sistematicamente il tema dell’evoluzione della dottrina cattolica attraverso i vari papi, da Pio IX in poi, con una intera parte opportunamente dedicata al solo papa Ratzinger. In un’altra, la prima, affronta il tema della dottrina sociale della Chiesa.
La valutazione del “costo” dell’energia – da sempre aspetto fondamentale – si è negli anni recenti arricchita di nuove tecniche, che tengono in conto il più possibile del “costo reale”, includendo l’intero ciclo di vita [1,2]. La figura 1 soprastante [3,4] ci fornisce il quadro in una sola occhiata: le energie rinnovabili, in questo secolo, ci hanno fatto la sorpresa di diventare la via più economica per produrre energia elettrica. Anche senza parlare di impatto ambientale, clima, rischi, eccetera. Badando soltanto al vil denaro. Questa breve analisi tratta dei costi di generazione di elettricità da diverse fonti [5-9], analizzando metriche come il costo livellato dell’elettricità e i fattori che influenzano i costi.
Costi di Generazione Elettrica
Da: https://futurasocieta.org - https://www.marxists.org/italiano/gramsci/20/partitocomunista.htm - [Archivio Gramsci] - Tratto da «L'Ordine Nuovo», 9 ottobre 1920 -
Leggi anche: "I partiti e la massa"* di Antonio Gramsci – a cura di Giorgio Gattei
Antonio Gramsci. Ritratto di un rivoluzionario - Angelo D'Orsi
Su Gramsci e la fondazione del Pci - PIERO GOBETTI
Gramsci. Eretico e comunista - Rossana Rossanda
Da: https://www.antiper.org - Marco Riformetti (https://www.antiper.org/archive/interventi/riformetti-lenin-tesi.pdf)
Da Marco Riformetti, Lenin e la filosofia politica di Stato e rivoluzione, Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2017
Stato e rivoluzione è stato accusato di fare “l’elogio della dittatura” e al tempo stesso di essere un testo anarchico e utopistico. Per esempio, è stato accusato di aver mutuato le sue concezioni fondamentali dal socialismo utopistico pre-marxista (Fourier, Saint Simon) per tramite delle riflessioni engelsiane della maturità (L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato e l’Anti-Duhring)
“erano quattro gli elementi del pensiero politico di Fourier che lo avevano influenzato in modo permanente. Questi elementi erano: (1) il pieno sviluppo delle capacità umane; (2) la fine della divisione sociale del lavoro; (3) la fine dell’esistenza di classi sociali basate sulla proprietà privata; (4) la fine dello Stato” [1]
Levine pone il problema del (presunto) carattere positivistico del pensiero di Engels (e di quello di Lenin) che risiederebbe nella sua fiducia nel ruolo della scienza
“Saint-Simon era un positivista sociale, le cui radici risalgono a Cordorcet e proseguono verso Comte. Egli credeva in una società sotto il controllo di una aristocrazia scientifica. Era un “platonico” tecnologico e sentiva che solo una elite scientifica avrebbe potuto produrre abbondanza economica e di conseguenza abolire la povertà […] Le influenze fourieriste e saintsimoniane furono espresse nel modo più chiaro nell’Anti-Dühring di Engels, punto di passaggio nel loro viaggio verso Lenin e specialmente verso il suo Stato e rivoluzione .”[2]
In effetti, si può affermare che il marxismo ripone grande fiducia nello sviluppo scientifico e tecnologico e potremmo addirittura dire che il marxismo considera il comunismo possibile solo grazie all’apporto fondamentale del livello più avanzato di sviluppo scientifico e tecnologico, in una concezione diametralmente opposta a quella di un certo neo-primitivismo anarchico [3]). Ma avere fiducia nel ruolo della scienza e considerare la scienza fondamentale nella vita degli uomini non è affatto sintomo di “positivismo” perché nel marxismo questa fiducia è sempre strettamente condizionata al controllo umano sulla scienza. Positivistica sarebbe invece l’idea che il bene dell’umanità possa realizzarsi per effetto del “laissez-faire tecnocratico” in quanto lo sviluppo scientifico e tecnologico avrebbe “in sé” la capacità di produrre “progresso”.
Cosa afferma Lenin a questo proposito?
“Fino a quando vivremo in un paese di piccoli contadini, esisterà in Russia, per il capitalismo, una base economica più solida che per il comunismo. [Il nemico] si appoggia sulla piccola azienda, e per poterlo scalzare c’è un solo mezzo: dare all’economia del paese, agricoltura compresa, una nuova base tecnica, la base tecnica della grande produzione moderna. Solo l’elettricità fornisce tale base. Il comunismo è il potere sovietico più l’elettrificazione di tutto il paese. […] Solo quando il paese sarà elettrificato, quando avremo dato all’industria, all’agricoltura e ai trasporti la base tecnica della grande industria moderna, solo allora vinceremo definitivamente.” [4]
Interessante, a questo proposito la riflessione di Slavoj Žižek
“La lezione ultima del monopolio Microsoft appare in fondo molto simile a quella suggerita da Lenin: anziché combatterne la dimensione monopolistica attraverso gli apparati dello Stato (pensate alla sentenza che impone a Microsoft di dividersi), non sarebbe più logico limitarsi a socializzarla, a renderla più aperta e accessibile? Oggi la tentazione è di riformulare il famosissimo motto di Lenin “Socialismo = elettricità + il potere ai Soviet” in “Socialismo = libero accesso a Internet + il potere ai Soviet” – e il secondo elemento della relazione diventa cruciale, perché indica l’unica forma di organizzazione sociale al cui interno Internet può davvero sviluppare il proprio potenziale liberatorio, e senza la quale sarebbe inevitabile una regressione a una versione aggiornata del più crudo determinismo tecnologico” [5]
La fiducia marxista nella possibilità di un uso “umanistico” di certe macchine, ovvero di un loro uso a favore dell’uomo – e non del capitale – è stata talvolta guardata con sospetto da alcuni filosofi che hanno inteso mettere in guardia dagli effetti nefasti di ciò che viene presentato come “progresso scientifico” e che spesso “progressivo” [6] non è per nulla (un “sospetto” ben più che legittimo in un mondo che ha usato la razionalità tecnico-scientifica per produrre Auschwitz o Hiroshima [7] o per produrre quegli effetti nefasti sull’ecosistema che sono al centro degli studi sull’Antropocene [8]).
Note
[1] Levine [1985], trad. mia: “there were four elements of Fourier’s political thinking which permanently influenced him. These elements were: (1) the full development of human talents; (2) the end of the social division of labor; (3) the end of social classes based upon the ownership of private property; (4) the end of the state”.
[2] Levine, Ibidem, trad. mia:“Saint-Simon was a social positivist, whose roots return to Cordorcet and continue on to Comte. He believed in a society under the control of scientific aristocracy. He was a technological Platonist who felt that only a scientific elite could produce economic abundance and therefore abolish poverty […] The Fourierist and Saint-Simonian traditions were most clearly expressed in Engels’ Anti-Dühring as their transit point on their journey into Lenin, specifically his State and Revolution.”.
[3] Cfr. Zerzan [2004], Kaczynski [1997], Thoreau [1988].
[4] Cfr. Lenin [26].
[5] Žižek [2003], pag. 115.
[6] Cfr., a titolo di esempio, Adorno-Horkheimer [2010].
[7] Cfr. Anders [2007] e Anders [2016].
[8] Cfr. Moore [2017], Haraway [2016], Angus [2016].
Si ferma anche la distribuzione dei miseri aiuti umanitari gestiti dalla fondazione israelo-statunitense chiamata Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Ventidue camion appena sono stati scaricati martedì. Prima della guerra ne entravano 600 al giorno. E non c’era la necessità, come oggi, di recuperare tre mesi di blocco totale di cibo, medicine, carburante, macchinari.
La creatura nata dalle menti e dagli interessi (economici, politici e militari) di Washington e Tel Aviv, ha manifestato tutta la sua incompetenza e una inadeguatezza che era stato facile prevedere. Lo avevano detto le Nazioni Unite. Non si può improvvisare il lavoro umanitario costruendo in pochi mesi una società nata per volere del governo il cui presidente è ricercato internazionalmente per crimini di guerra. Non lo si può fare neanche se posizioni ai vertici membri dell’esercito statunitense e imprenditori dai guadagni milionari. A quanto pare, una delle maggiori certezze del presidente Usa Donald Trump è stata smentita dai fatti: non bastano i soldi per sostituire esperienze e professionalità.