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giovedì 5 giugno 2025

I cavalieri dell’Apocalisse vogliono la guerra - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it

Macron, Merz, Starmer e Tusk ci spingono in maniera folle e tragicomica verso una guerra, senza avere né una strategia né obiettivi realistici.

Non si può nascondere che il raggiungimento della pace in Ucraina costituisca un’ardua impresa, giacché è ormai del tutto evidente che la Russia vuole una soluzione delle ragioni profonde del conflitto (no all’espansione della Nato, eliminazione del governo fascista di Zelensky, protezione della popolazione russa), mentre gli Usa si acconterebbero per ora di una tregua alla coreana e l’Ue continua a starnazzare sull’avanzamento di torme di cosacchi verso le grandi città europee. Qualcuno ha giustamente definito Macron, Merz, Starmer e Tusk i quattro cavalieri dell’Apocalisse per il loro bellicismo privo di ogni giustificazione. Addirittura, giorni fa, sul Corriere della sera, Federico Fubini dichiarava che la Russia non sta avanzando e che, quindi, è opportuno continuare a sostenere l’Ucraina, prefigurando ulteriori scenari di guerra del tutto inconsistenti, ma ugualmente preoccupanti.

Proprio il 27 maggio, il Ministero della difesa russo ha comunicato che l’esercito ha liberato la località di Zeliónoye Pole nella repubblica popolare di Donetsk e Konstantínovka nella regione di Sumi, determinando l’uccisione di 1.145 soldati ucraini. Inoltre, ha attaccato e distrutto aerodromi militari, depositi di munizioni, rifugi di mercenari e ucraini in 144 luoghi diversi. E in questi giorni l’avanzamento continua.

martedì 27 maggio 2025

Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it

Andrea Zhok ha studiato presso le Università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano e Master of Philosophy dell’Università di Essex.

Leggi anche: L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni

La logica della crisi corrente - Andrea Zhok 


Foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Gli_spaccapietre di Gustave Courbet, membro della Comune di Parigi.

Le riflessioni sul concetto di lavoro di Andrea Zhok, docente di Filosofia morale all’Università Statale di Milano, meritano di essere prese in considerazione. Se nei decenni passati la concezione di lavoro come impegno, contributo alla vita collettiva aveva ancora un qualche spazio, oggi è stata cancellata dall’idea che esso deve essere divertimento, puro mezzo per soddisfare le nostre esigenze personali, sia primarie che secondarie. Questo cambiamento è stato generato da una serie di trasformazioni strutturali e non solo dall’imporsi di un punto di vista differente.


Mi sono imbattuta per caso in un video proposto dalla casa editrice Ibex, “che produce libri per chi scala il futuro” e che mira al “Rinascimento italiano”. Nel suo sito, che ha 27.100 iscritti, si può leggere anche: “Non trattiamo un unico argomento, perché l’arte di domare gli eventi futuri non è fatta di tecnicismi settoriali, ma di intraprendenza strategica, e quindi olistica”. Così, spaziano “dal marketing alla filosofia, dall’imprenditoria alla propaganda passando per la politica”; un interessante percorso che desta molta curiosità, soprattutto in chi vuole capire per quale parte gli autori di queste frasi si schierano nel confuso scenario politico contemporaneo.

martedì 20 maggio 2025

Gaza e la necropolitica di Israele: la sovranità si misura con lo sterminio - Rasha Reslan


Da:  https://futurasocieta.org  - Font: Al Mayadeen English - Traduzione a cura di Alessandra Ciattini -Rasha Reslanè una giornalista di Al-Mayadeen Media Network , un canale di notizie satellitare arabo indipendente, lanciato l'11 giugno 2012 e con sede nella capitale libanese, Beirut. Rasha lavora anche come traduttrice. 

Vedi anche: laboratorio-palestina 

Leggi anche: Trauma collettivo e ripetizione della violenza: il caso israelo-palestinese tra psicoanalisi e storia - Luciano De Fiore, Guido Coccoli 

lultimo-capitolo-del-genocidio-Chris Hedges  

Decostruire il diritto, liberare la Palestina - Pasquale Liguori

KOBI NIV - ABBIAMO CONQUISTATO, ESPULSO, UCCISO, RASO AL SUOLO, SCHIACCIATO, ELIMINATO E ABBIAMO FALLITO. E QUINDI ANCORA UNA VOLTA ALL'ATTACCO. https://www.facebook.com/permalink.php? 



Immagine: Coopertina – Attributed to Francisco de Holanda – Trionfo della morte 1537, CC BY 3.0 


Articolo pubblicato dal canale televisivo arabo «Al Mayadeen», situato a Beirut, in cui si delinea il terribile quadro dell’attuale situazione a Gaza, scritto in occasione dell’Anniversario della Nabka. La politica di Israele viene giustamente definita “necropolitica”, una strategia deliberata di distruzione e di sacrificio degli altri, in base a cui la sovranità di Tel Aviv è definita mediante la cancellazione della vita palestinese. L’autrice mette in guardia contro la possibilità che essa diventi un modello per future guerre di conquista e di annichilimento. 


Mentre il bilancio delle vittime di Gaza si avvicina a 53.000 , con la maggior parte dei martiri donne e bambini, e ospedali, scuole e campi profughi in rovina, il mondo assiste a una catastrofe che sfida il linguaggio convenzionale della guerra. Questa non è una guerra combattuta per il territorio o per obiettivi militari. È qualcosa di più sistematico, più sinistro. È necropolitica nella sua forma più cruda: la gestione calcolata della morte.

“Si tratta di un tentativo di cancellare non solo la vita palestinese, ma anche le prove della sua esistenza”, ha affermato il famoso medico e filantropo britannico-palestinese Dr. Ghassan Abu Sitta, che ha prestato servizio negli ospedali di Gaza durante le prime settimane del genocidio israeliano in corso.

lunedì 19 maggio 2025

Papa, papi e dottrina sociale della chiesa - Roberto Fineschi

Da: http://marxdialecticalstudies.blogspot.com  -  Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).


L’elezione di un nuovo papa suscita inevitabilmente grande interesse per il ruolo internazionale che questa figura ricopre, in particolare in Italia anche se la tendenza recente è quella di eleggere papi non italiani1. È evidente che, pur condividendo determinati principi di fondo, ci si può schierare assai differentemente (diciamo che i comunisti ne sanno qualcosa). Per quanto concerne la cosiddetta dottrina sociale delle chiesa questi principi di fondo sono ben chiari, espressi in molti documenti e sviluppati con coerenza di impianto nel corso del Novecento. Essi consentono un vasto arco di “appoggi” possibili che possono spostare l’operato pontifico più a destra o sinistra; tuttavia nessun papa ha mai messo in dubbio le basi generali di quell’impianto. 

Se dunque bisogna salutare con il giusto apprezzamento posizionamenti più sinistra di taluni rispetto a talaltri, non bisogna nemmeno confondersi sulle questioni di principio.

La seconda precisazione è che quanto si va a tentare di spiegare riguarda la posizione ufficiale della gerarchia ecclesiastica e non concerne necessariamente le mille anime popolari del cattolicesimo sociale. Si sa bene però le gerarchie hanno uno stretto controllo sulla faccia “ufficiale” di santa romana chiesa.

1) Le premesse: Pio IX2

venerdì 16 maggio 2025

Dialogo sul Papa - Alessandra Ciattini e Giulio Chinappi

Da: Giulio Chinappi - https://giuliochinappi.wordpress.com - Giulio Chinappi insegnante e analista che vive e lavora in Vietnam, collabora con La Città Futura e altre testate. (https://vn.linkedin.com/in/giulio-chinappi-994a34145 - https://www.facebook.com/giulio.chinappi) -Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -

Il Vaticano, una monarchia teocratica nel cuore dell’Europa
Leone XIV e il Cattolicesimo sociale che nega la lotta di classe 
Vedi anche: Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi 

Alessandra Ciattini e Giulio Chinappi discutono sulla natura del Vaticano e sul pontificato di Papa Francesco. Il video è stato realizzato prima dell’elezione di Leone XIV.

                                                                          

lunedì 12 maggio 2025

MARX ANALIZZA JOKER (3)

Da: l'AntiDiplomatico - https://www.lantidiplomatico.it -

A cura di Alessandra Ciattini 

Questo terzo video del canale argentino le Frasi di Marx è quanto mai attuale; infatti, in un mondo che in molti casi si è volto a destra (Trump, Milei, Meloni etc.) ci aiuta a capire perché possiamo annoverare tra i loro sostenitori proprio i più danneggiati dalle politiche neoliberali, dalle quali continuano ad essere colpiti senza reagire in maniera significativa. Si dirà: la mancanza di una forza politica che rappresenti veramente i loro interessi. Certo, ma con molta chiarezza e semplicità Marx ci spiega di quali altri concetti abbiamo bisogno per comprendere a fondo questa condiscendenza, questa inerzia e questa pericolosa confusione. Li anticipiamo: falsa coscienza o mancanza di coscienza di classe, alienazione, egemonia ideologica, spontaneismo. Il pensiero di Marx è abilmente attualizzato incarnandolo nel personaggio, misero e malato, del “povero di destra”, facendolo rappresentare da Arthur Flek, il protagonista di un film di successo Joker, realizzato nel 2019 da Todd Philipps. Come si ricorderà questi è profondamente disturbato mentalmente e vive con la madre malata in un quartiere povero di New York. Aspira a diventare un cabarettista famoso, illuso dai sogni di successo e di ricchezza animati dall’ideologia dominante. Purtroppo questo sogno non si avvererà e, per una serie di tragiche e dolorose vicende, Arthur sprofonderà sempre più in basso fino ad essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico, convinto che è il vero responsabile della sua caduta. 
La tesi del film e del ragionamento di Marx è che il “povero di destra” non è il prodotto del suo disagio personale, ma delle condizioni inumane in cui il sistema sociale lo costringe a vivere, anche se non riesce a comprendere chi siano i veri responsabili della sua disperata situazione e pertanto la sua comprensibile rabbia non raggiunge nessun obiettivo e non provoca nessun cambiamento reale. 
A mio parere molto interessante è lo smascheramento dei sedicenti comportamenti anti-sistema, che sono del tutto funzionali al sistema stesso e che addirittura vengono mercificati, concretandoli in simboli acquistabili, espressione di comportamenti superficialmente trasgressivi, eversivi e contestatori. Non a caso dunque il protagonista è un clown che può deridere tutto, ma che non può trasformare nulla. 
Importante è anche comprendere la doppia alienazione del “povero di destra”: espropriato nel processo produttivo, espropriato della sua capacità di analisi, offuscata dal controllo dei media, che dirottano contro lui stesso la collera contro il mondo, facendo sentire un povero fallito. 
Le conclusioni sono ovvie: senza una vera coscienza di classe, da cui scaturisce la solidarietà con i propri simili, senza organizzazione, senza strategia, anche la collera più giustificata finisce con l’essere riassorbita dal sistema, che la trasforma in un altro elemento dello spettacolo mercificato messo in opera per irretire le nostre menti. 
Questo video è stato realizzato in collaborazione con il canale YouTube "Sociologia per comprendere la società". 

                                                                         
📚Bibliografia 
Marx, K. (1867). Il Capitale. 
Marx, K. & Engels, F. (1846). L’Ideologia tedesca. 
Marx, K. & Engels, F. (1848). Il Manifesto Comunista. 
Lukács, G. (1923). Storia e coscienza di classe. 
Gramsci, A. (1929-1935). Quaderni del Carcere
Souza, J. (2024). El pobre de derecha. 
Phillips, T. (2019). Joker [film]. Warner Bros.

martedì 6 maggio 2025

I pipponi del Marrucci: Xi e Huawei asfaltano pacificamente Trump. Lui reagisce riempiendo di missili il Pacifico -

Da: OttolinaTV - Giuliano Marrucci è un giornalista investigativo italiano. Da oltre 10 anni è tra gli autori del programma di Rai Tre “Report”. 

[...] e meno male che Trump doveva riportare un po’ di sano realismo alla casa bianca prima ha dichiarato una guerra commerciale al resto del mondo, che però ha scatenato una delle più massicce fughe di capitali dagli USA di sempre, e l’ha costretto a una rovinosa ritirata poi ha rilanciato la guerra tecnologica contro la Cina vietando l’esportazione anche di chip di vecchia generazione, per ritrovarsi però il giorno dopo con Huawei che annunciava l’uscita di nuove macchine e processori pensati ad hoc per l’intelligenza artificiale che hanno lasciato gli analisti a bocca aperta e ora per concludere sembra si sia messo l’anima in pace, e sia tornato ai cari vecchi metodi da cowboy l’hanno ribattezzato il super bowl delle esercitazioni del pacifico si chiama balikatan, spalla a spalla, ed è un’esercitazione marina congiunta tra forze armate statunitensi e filippine che va regolarmente in scena da quasi 40 anni ma che a questo giro, stando ad Asia Times, “è la più grande mai condotta” “più che un super bowl, è un super troll”, rispondono i cinesi dalle pagine del global times “un’esercitazione che trabocca di provocazioni nei confronti della Cina” [...]

                                                                        

venerdì 2 maggio 2025

Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 

Leggi anche: Addio Francesco, Papa e uomo - Sergio Scorza 

BUONISMO ASTRATTO E SPIETATEZZA CONCRETA - Alessandra Ciattini 

ROMERO BEATO, MARTIRE DELLA GUERRA FREDDA O COSTRUTTORE DI PACE? - Alessandra Ciattini

Vedi anche: Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi


Papa Bergoglio un rivoluzionario o un conservatore mascherato? Né l’uno né l’altro: un papa può “salvare la Chiesa” spesso accettando compromessi più apparenti che sostanziali.

In questi giorni, ho letto molti articoli e ascoltato molte interviste di autori non solo italiani sulla figura di Papa Bergoglio e sono rimasta sorpresa per la quasi generalizzata accettazione della retorica enfatica con cui è stata affrontata la scomparsa di quest’ultimo papa, che certo si è distinto nello stile e nel gesto dai molti suoi predecessori. Lungi da me voler mostrare mancanza di rispetto verso il sentimento religioso, parte intima e nascosta degli esseri umani, legata alla nostra consustanziale precarietà, al senso della morte e del nulla, ma è bene ricordare che una cosa è questo sentimento, una cosa è l’uso che ne fanno le varie istituzioni storiche, che con atteggiamenti spesso divisivi e contraddittori lo hanno veicolato verso la sottomissione, la rassegnazione, alimentando sogni di speranze nebulose e astratte.

Nel caso della Chiesa cattolica, ricordo che si tratta di un’istituzione, che nonostante i suoi tentativi di modernizzarsi e di democratizzarsi (per es. il Concilio Vaticano II), possiede un cuore tutto medioevale; infatti, è retta da una monarchia sacra e assoluta, che si incarna nella figura di un pontefice reso infallibile, quando parla ex cathedra, da un apposito dogma (Pastor Aeternus), sostenuto dai Gesuiti, proclamato nel Concilio Vaticano I il 18 luglio 1870 sotto il Pontificato di Pio IX, che in precedenza aveva emanato il dogma dell’Immacolata Concezione. La Costituzione dogmatica su citata stabilisce che il pontefice, nella funzione di Pastore di tutti i cristiani, quando definisce una dottrina sulla fede e sui costumi, è infallibile e pertanto tutti i fedeli sono obbligati a conformarsi a quanto da lui affermato. Una minoranza di cardinali, convocati per il Concilio e provenienti dall’Europa centrale, non fu d’accordo con questa decisione e lasciò Roma per non votare. Combattivo sostenitore dell’abrogazione di questo dogma è stato il teologo svizzero Hans Küng, morto nel 2021, cui nel 1979 la Congregazione per la dottrina per la fede proibì di insegnare teologia, il quale criticò fortemente papa Wojtyla per molte ragioni, tra le quali la politica spensierata delle canonizzazioni e gli interventi repressivi. Da non dimenticare nemmeno che la Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero al mondo. 

lunedì 28 aprile 2025

I tentennamenti irrazionali dell’ultimo (per ora) impero - Alessandra Ciattini

Da: Futura Società - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 

Ascolta anche F. Schettino: Per un pugno di dollari (https://grad-news.blogspot.com/2025/04/yesterdays-papers-per-un-pugno-di.html?m=1



La questione delle tariffe trumpiane costituisce l’argomento del giorno per i suoi risvolti sulle relazioni internazionali e sul nostro futuro. I loro fautori appaiono arroganti ma incerti e invece di risollevare l’economia Usa finiranno con l’affossarla. Noi ce lo auguriamo.

Tra le ultime notizie di oggi (9/4) apprendiamo che, usando bastone e carota, il capocirco Donald Trump ha ridotto al 10% per 90 giorni le nuove aliquote tariffarie sulle importazioni alla maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti, annunciate “il Giorno della liberazione”, per avviare negoziati commerciali con quelli che li hanno chiesti, circa 75 Paesi. Al contempo, ha annunciato dazi contro la Cina al 145% per la “sua mancanza di rispetto verso i mercati”. Un’ulteriore manifestazione di debolezza e di confusione mentale (per essere moderati). Ma la Cina non sembra piegarsi e ha aumentato i dazi sui prodotti Usa al 145% oltre a proibire l’esportazione di alcune materie critiche; inoltre, il ministero del Commercio cinese ha presentato un ricorso all’Omc, in cui si sostiene che i dazi violano le norme sul commercio internazionale, affermando inoltre che il grande Paese asiatico difenderà i suoi diritti legittimi e l’ordine economico internazionale. Non bisogna dimenticare che la Cina, dopo il Giappone, è la seconda detentrice del debito Usa, circa 800 miliardi di cui sembra si stia disfacendo insieme ad altri detentori, e ciò ha portato al preoccupante aumento del tasso di interesse sui bond.

giovedì 24 aprile 2025

Addio Francesco, Papa e uomo - Sergio Scorza

Da:  Millepiani - https://www.facebook.com/sergio.scorza.980 - Sergio Scorza Ha studiato sociologia presso l’Università di Urbino e diritto pubblico presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università la Sapienza di Roma. Blogger, attivista, giornalista freelance, si interessa di conflitti sociali, ecologia e diritti umani. Partigiano, odia gli indifferenti. 

Leggi anche: «Laudato si’» - Jorge Mario Bergoglio  

Fratelli di tutto il mondo, affratellatevi! Brevi note sul “papa comunista” - Roberto Fineschi  

Un commento a margine dell'enciclica "Fratelli tutti" di Papa Francesco - Francesco Fistetti  

BUONISMO ASTRATTO E SPIETATEZZA CONCRETA - Alessandra Ciattini  

ROMERO BEATO, MARTIRE DELLA GUERRA FREDDA O COSTRUTTORE DI PACE? - Alessandra Ciattini 

Francesco Piccioni (https://contropiano.org/editoriale/2025/04/23/pro-o-contro-bergoglio-guarda-la-politica-non-la-religione)  

Geraldina Colotti (https://pagineesteri.it/2025/04/23/apertura/lamerica-latina-piange-francisco-il-papa-degli-ultimi-fra-tradizione-e-innovazione/?

Carla Filosa (https://www.marxismo-oggi.it/saggi-e-contributi/articoli/673-la-guerra-di-bergoglio)


Per me che sono cresciuto in oratorio per poi passare ad una comunità di base che si ispirava ai principi del Concilio Vaticano II ed alla teologia della liberazione, l’elezione del gesuita argentino, Jorge Mario Bergoglio, durante il terrificante papato di Joseh Ratzinger e dopo il lungo e devastante papato di Karol Woitila, era sembrata una specie di miracolo. D’altronde la Chiesa romana, prima della sua (inattesa) nomina, era attraversata da una crisi profonda, in caduta verticale di consenso e travoltra dagli scandali. Mi era apparsa, da subito, come una vera boccata di ossigeno, l’elezione di un papa latinoamericano e, probabilmente fu, soprattutto, una sorta di ultima chance prima del tracollo finale di una istituzione che rischiava di esplodere, sia sul piano religioso che su quello finanziario.

mercoledì 23 aprile 2025

Slava Ucraina! in svendita - Luca Cellini

Da: https://www.pressenza.com - Luca Cellini Redattore ed editorialista di Pressenza. [...]  

Leggi anche: Ucraina: autodeterminazione o agronegozio? - Alessandra Ciattini

Gli aspetti controversi dell’accordo Usa/ Russia e la questione delle famose terre rare - Alessandra Ciattini 

Vedi anche: l'Economia della Guerra - Marco Veronese Passarella 


Pochissimi sanno che a partire del 2021 l’Ucraina aveva cominciato la svendita di oltre il 50% dei suoi terreni coltivabili a società straniere.

L’inizio della pratica denominata Land Grabbing (Accaparramento delle terre, fenomeno economico esploso nel 2008, che ha dato vita a un flusso di investimenti e di capitali finalizzato all’acquisizione di terreni per lo sviluppo di monocolture, biocarburanti o per lo sfruttamento delle foreste) era iniziato già prima ed era stato più volte denunciato in rapporti e articoli risalenti al 2013-2014-2015.

Era il 2013 quando Cristina Plank, Docente del Dipartimento di Scienze politiche, pubblicò un breve rapporto dal titolo: “L’accaparramento delle terra nera di oligarchi ucraini e investitori internazionali” https://www.tni.org/files/download/12._ukraine.pdf dove spiegava i meccanismi con cui già all’epoca si aggirava la moratoria sulla vendita dei terreni agricoli ucraini a beneficio di oligarchi ucraini e investitori esteri.

Nel 2015 invece apparve un articolo sull’autorevole Guardian, che parlava apertamente di “Centinaia di milioni di dollari in finanziamenti per lo sviluppo provenienti dal ramo investimenti della Banca Mondiale che hanno finanziato la controversa espansione dell’impero agroalimentare di miliardari Ucraini legati a investimenti stranieri, in un contesto di crescente preoccupazione per il fatto che la terra e l’agricoltura nel Paese stiano cadendo sempre più nelle mani di pochi ricchi individui.” https://www.theguardian.com/global-development/2015/jul/30/ukraine-agribusiness-firms-quiet-land-grab-development-finance

Facendo ulteriori ricerche lo stesso fenomeno viene riportato all’interno di una interrogazione parlamentare del senato australiano redatta da Sheila Newman, Assessore all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, nella contea di Mornington a Melbourne, Australia; consulente ambientale, ricercatrice ed esperta nella gestione integrata dei terreni agricoli. https://www.cfmp.org.au/events/council-elections/sheila-newman-yamala-fcc/

martedì 22 aprile 2025

Decostruire il diritto, liberare la Palestina - Pasquale Liguori

Da: https://www.lantidiplomatico.it - Pasquale Liguori. Fotografo dei contesti di edilizia residenziale pubblica e della città ai suoi bordi. Ha pubblicato due volumi - “Borgate” e “ImpAsse Roma-Berlino” - ed effettuato mostre in Italia e all’estero in musei, enti istituzionali e centri sociali. Collabora con riviste indipendenti di politica e architettura ed è autore di saggi riguardanti la periferia, la fotografia urbana e sociale. È impegnato in attività antimperialiste, decoloniali e di sostegno umanitario (https://www.pasliguori.com).

Leggi anche: Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi  

Breve storia degli Stati Uniti e delle loro pretese territoriali - Alessandra Ciattini

IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli 

La categoria di imperialismo è ancora attuale e quali sono i paesi imperialisti? - Domenico Moro  

La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba  

Le parole della guerra sono tra noi. E noi? - Paola Caridi

LOSURDO ed il REVISIONISMO STORICO - Alessandra Ciattini e Gianmarco Pisa 


Nel racconto dominante, quando diventa troppo scomodo difenderla apertamente, la violenza estrema di Israele contro i palestinesi viene derubricata a deviazione momentanea dal diritto internazionale: un’eccezione tollerabile, una sospensione temporanea dell’ordine giuridico globale, un errore morale da stigmatizzare con qualche sanzione di rito. E se il diritto internazionale fosse già ontologicamente selettivo, funzionale a tutelare gli interessi geopolitici, economici e razziali di Israele e del suo alleato occidentale? Se il fallimento del diritto non fosse tale, ma piuttosto genuina espressione della sua forma reale, della sua coerenza storica? 

Israele non agisce in un vuoto normativo, ma in un quadro giuridico che implicitamente autorizza e sostiene il suo operato. Il genocidio in atto non avviene nonostante il diritto internazionale, ma in coabitazione con esso. L’impunità protratta, il sostegno incondizionato di Stati Uniti e Unione Europea, il linguaggio diplomatico che evita la parola “genocidio” mentre scorrono le immagini di crimini sistematici: tutto ciò segnala che non siamo davanti a una sospensione delle regole, ma al loro autentico funzionamento.

Riarticolando concetti di Giorgio Agamben, potremmo osservare l’eccezione nel suo affermarsi norma e, in un ulteriore passo critico, suggerire che essa è sempre stata la norma - almeno nei confronti dei soggetti colonizzati, discriminati, esclusi. La Palestina, allora, non è laboratorio dell’unicum: è il luogo in cui l’infrastruttura coloniale e normativa dell’Occidente si palesa in forma nuda, senza pudore.

giovedì 17 aprile 2025

L'accumulazione originaria: perchè i ricchi sono ricchi - KARL MARX (2)



Questo video di Frasi di Marx è dedicato al famoso tema dell’accumulazione originaria, che spiega in maniera profonda le origini del sistema capitalistico, smentendo la favola dell’uomo che si fa da sé, si arricchisce e fa prosperare la società. Marx tratta dell’accumulazione originaria nel Primo libro del Capitale, esattamente al capitolo XXIV, dove mostra come essa non sia il risultato del modo di produzione capitalistico, ma il suo punto di partenza. Come suo solito, fa un parallelo interessante addirittura con un tema preso dalla teologia, cosa non nuova per lui. A suo parere l’accumulazione originaria gioca lo stesso ruolo del peccato originale nel Cristianesimo. Secondo il Genesi, indotto da Eva, Adamo peccò e la sua colpa ricadde su tutto il genere umano. La tesi dell’accumulazione originaria è invece più selettiva e non coinvolge tutta l’umanità. Infatti, nei tempi dei tempi, vi erano alcuni uomini intelligenti, diligenti e risparmiatori, il cui comportamento era assai diverso da quello degli altri sciagurati che non avevano voglia di lavorare e che si davano allo sperpero. A causa di questa abissale differenza, i primi hanno accumulato grandi ricchezze e non hanno più bisogno di lavorare, mentre gli altri sono privi di tutto e “hanno da vendere solo la propria pelle”. Su questo mito fondativo si basa la struttura di classe del sistema capitalistica, che come si vede si adorna di motivi moralisti, per occultare la cruda realtà svelata nelle parole di Marx, che hanno la potenza di spiegare i fenomeni più raccapriccianti dell’oggi. 
Il Primo libro del Capitale (unico volume pubblicato direttamente da Marx, che ne curò un’edizione semplificata per i lavoratori francesi) colpisce non solo per la profondità delle analisi, per la capacità mutare la natura delle cose guardandole da un punto di vista alternativo e radicale, impressiona anche per la grande passione con cui è scritto. Per riconoscimento unanime si tratta di un’opera dal grandissimo valore, oltre che scientifico, anche letterario, alimentata e arricchita dalle lettura di autori quali Dante, Cervantes, Shakespeare, Balzac; tutti autori che avevano capito a fondo sia la drammatica vicenda umana, sia con Balzac, i meccanismi ideologici e politici del capitalismo in ascesa, eppure profondamente corrotto. (Alessandra Ciattini) 

SECONDO VIDEO:

                                                                          

domenica 13 aprile 2025

Un ricordo di Stefano Garroni

Da: mirkobe79 - Stefano Garroni (Roma, 26 gennaio 1939 – Roma, 13 aprile 2014) è stato un filosofo italiano (Stefano Garroni). 


"[...]La prova induttiva, in definitiva, è questa: il mondo, il mondano, cioè la dimensione dell’esistente, è la dimensione del finito, del particolare; di ciò che per esistere ha bisogno di altro. E’ il mondo degli effetti che hanno bisogno delle cause, ma a loro volta le cause sono effetti di altre cause, quindi ogni esistente rinvia ad altro per giustificare la propria esistenza. In questo continuo rinvio del contingente a una causa che lo spiega, la quale causa a sua volta diventa però un contingente che è effetto di un’altra causa ecc., ; in questo continuo rinvio non si raggiunge mai una stabilità, non si raggiunge mai una ragione dell’esistenza di questo contingente: donde la necessità di postulare una ragione fuori del mondo del contingente, che sia la ragione di tutto il mondo contingente. 

E’ molto importante il fatto che quando Hegel affronta questo tipo di prova dell’esistenza di dio, mette in evidenza che accettando queste prove, e quindi accettando quel ragionamento per cui il contingente trova nel necessario la propria causa, si dimostra anche il contrario, e cioè che è proprio il contingente che pone il necessario. Cioè che così come è vero che il particolare, il finito, il contingente, ha bisogno del necessario per esistere, il necessario intanto esiste in quanto è necessario del contingente. [...]" 
(Stefano Garroni)

VIDEOINCONTRO 02-10-2013

                                                                            

martedì 8 aprile 2025

Gli aspetti controversi dell’accordo Usa/ Russia e la questione delle famose terre rare - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lantidiplomatico.it -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 


Dalle ultime notizie sappiamo che il decaduto presidente dell’Ucraina Zelensky ha ricevuto la nuova bozza dell’accordo genericamente definito sulle terre rare, ma che concerne ben altro. Ha dichiarato che l’Ucraina pagherà per i rifornimenti Usa futuri e non per quelli passati, come del resto era stabilito all’inizio della guerra.

In effetti, quando si è cominciato a parlare di pace, l’ignaro Zelensky aveva proposto al presidente Trump, che fa sempre il furbo, di dare i minerali critici e le terre rare del suo paese in cambio della continuazione dei rifornimenti umanitari, armamentistici, di intelligence da parte degli Usa. Il suo “alleato” aveva colto la palla al balzo e gli aveva comunicato che intanto l’Ucraina avrebbe dovuto pagare tutto quello che aveva già ricevuto, prefigurando un accordo, reso pubblico a fine febbraio, che implicava lo sfruttamento congiunto e indefinito (Usa/Ucraina) delle "risorse naturali" ucraine di proprietà del governo, in cambio delle quali gli Usa davano alquanto vaghe garanzie di sicurezza. Accordo che poi non è stato firmato. Ora la nuova bozza prevede un controllo totale da parte degli Usa su tutte le risorse minerarie del paese, insieme al controllo delle infrastrutture (porti, ferrovie, strade, impianti di lavorazione) e il trasferimento dei profitti generati da queste attività a un fondo di investimento gestito con gli Stati Uniti. Inoltre, gli Usa esigono persino una sorta di Jus primae noctis, ossia che le loro multinazionali siano le prime a ricevere le proposte di investimento, e ciò ovviamente ai danni di quelle dei paesi europei, che hanno designato Macron e Starmer a rappresentare l’Ue nei negoziati sulla guerra, da cui finora sono stati esclusi. Se Zelensky non accetta -ha dichiarato Trump con suo solito fare minaccioso- avrà seri problemi. Mi pare che li avrà anche se accetta.

giovedì 20 marzo 2025

L'inizio della lotta di classe - "Frasi di Marx"

 Da: https://www.lantidiplomatico.it -  

"Frasi di Marx"

Con questo primo video cominciamo la collaborazione con il canale argentino Frases de Marx dedicato alla presentazione dei punti nodali dell’opera di questo seminale, controverso, amato e odiato pensatore, cui solo in youtube sono dedicati migliaia di canali. In questo specifico caso viene analizzato il significato di alcune celebri frasi di Karl Marx comunemente associate all’interpretazione del capitalismo del XIX secolo, ma che – come si vedrà – costituiscono la chiave per comprendere anche le dinamiche socio-economiche dell’oggi.
Questa rubrica, nella versione italiana, è curata da Alessandra Ciattini, docente dell’università popolare A. Gramsci e membro del Centro studi D. Losurdo. (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-linizio_della_lotta_di_classe__frasi_di_marx_1/59732_59733/)


PRIMO VIDEO : L'INIZIO DELLA LOTTA DI CLASSE 

domenica 23 febbraio 2025

Non si fa che parlare di Trump, ma ha qualche suggeritore? - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 


Non si fa che parlare di Trump, nel bene e soprattutto nel male, ma veramente crediamo che sia lui a elaborare tutte le misure che vengono urlate e spesso contraddette insieme all’esposizione trionfante dei decreti con tanto di firma presidenziale?

Questa è una domanda veramente importante che implica il superamento della geopolitica che valuta la situazione internazionale basandosi sulla collocazione geografica di un Paese, sulle le sue risorse naturali ed economiche, sulle capacità dei diversi leader, sugli Stati intesi come entità naturali, dimenticandosi di spiegarci quali interessi di classe le misure prese difendono o implementano.

Nonostante l’accento sul protagonismo e sull’attivismo di Trump, gli ideatori dei suoi circa 300 decreti sono due centri strategici della destra, la Reaganite Heritage Foundation (1970) e dall’America First Policy Institute (Afpi, fondata nel 2020), che hanno cominciato a lavorare al nuovo programma presidenziale in previsione di un prossimo mandato dell’uomo d’affari dopo la sua dubbiosa sconfitta del 2020. Per procedere più speditamente il neopresidente ha dichiarato l’emergenza energetica e quella nazionale, cosa che gli consente di utilizzare procedure di urgenza, ma già due senatori democratici hanno presentato una proposta di legge per abrogare la prima.

sabato 8 febbraio 2025

Fascismo o neofascismo - Alessandra Ciattini

Da: la Città Futura - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). -  



Giustamente è stato affermato che il fascismo non è mai morto, perché può perpetuarsi mantenendo in vita certi suoi aspetti o può ripresentarsi in forme nuove rafforzando certi caratteri del suo nucleo originario. 

Come ricorda Luciano Canfora nel suo ultimo libro (Il Fascismo non è mai morto, Dedalo 2024) l’Europa è ormai punteggiata da governi di estrema destra, che vanno dalla Finlandia, governata dai Veri Finlandesi, all’Italia nelle mani dei patriottici Fratelli d’Italia. In Ungheria regna Viktor Orbán, un bulldog arrabbiato, amico di Netanyahu, il quale abbandonando la destra moderata ha fondato il più radicale Fidesz che propugna una “democrazia illiberale”, è ostile all’immigrazione, non si è identificato del tutto con la politica europea; inoltre, tassa le imprese solo al 9%, mentre le persone fisiche al 15% in violazione del principio della progressività della tassazione. Si è opposto anche all’innalzamento minimo delle imposte per le multinazionali proposto dalla Ue. Anche nei Paesi Bassi, in Svezia, in Belgio, Croazia, Polonia, Repubblica ceca, Grecia domina la destra sostenuta da coalizioni, in cui i più moderati collaborano tranquillamente con i più radicali. In Austria si prevede l’affermazione di un cancelliere di estrema destra contro immigrati e filoputiniano, il quale prospetta quella che viene chiamata riemmigrazione, ossia il rimpatrio di tutti quei migranti, anche se naturalizzati, che non sarebbero integrati. Il filoputinismo e il desiderio di ripristinare normali relazioni commerciali con la Russia non accomunano tutti i leader di destra (come il polacco Duda), spesso affetti da russofobia. La Slovacchia costituisce un caso ibrido, il cui primo ministro Robert Fico, ha anche subìto un attentato.

Naturalmente, il fiorire di questi governi di destra e di estrema destra è accompagno dall’affermazione elettorale di partiti analoghi come in Germania e in Francia, in cui il Rassemblement populaire di Marine Le Pen fa da spalla all’antidemocratico Macron. Per non parlare, poi, dei neonazisti ucraini, manovrati dagli Usa e dalla Nato che temono come la peste una probabile vittoria russa, perché rimetterebbe in discussione le loro attuali regole del gioco.

mercoledì 29 gennaio 2025

Lenin l'eterno vivente - Alessandra Ciattini

Da: la Città Futura - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 
Riccardo Zipoli è professore emerito di Lingua e letteratura persiana presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato Lingua e letteratura persiana (1975-2018) e Ideazione e produzione fotografica (2010-2018). -



Con la professoressa Alessandra Ciattini presentiamo il libro "Lenin l'eterno vivente" a cura di Riccardo Zipoli.