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Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (
https://www.unigramsci.it).
L’atroce genocidio dei palestinesi ha suscitato negli ultimi tempi numerose manifestazioni in tutte le parti del mondo, compresa l’Italia. Ha anche spinto molti capi di Stato nella recente Assemblea generale delle Nazioni Unite ad attaccare la folle politica dello Stato sionista e l’appoggio fornito a esso dagli Usa, che hanno bloccato qualsiasi possibilità di intervento umanitario volto a poner termine all’eccidio. L’aspetto importante di queste proteste sta nel fatto che, accanto all’assoluto sostegno al popolo palestinese, sono apparse anche rivendicazioni di carattere politico e sociale, che mostrano come stia divenendo sempre più chiaro il legame tra la politica bellicista del blocco euroatlantico e l’austerità fascista che si vuole imporre ai lavoratori del mondo.
Le numerose manifestazioni contro l’atroce genocidio perpetrato in Palestina, che si sono svolte in molte città italiane lo scorso 22 settembre con la partecipazione di lavoratori, famiglie, giovani, bambini, indette dall’Usb, dai sindacati di base e da altre organizzazioni radicali, hanno riunito circa un milione di persone. Un evento che è stato da molti definito storico, caratterizzato da uno sciopero generale e dai blocchi ai porti di Genova, Salerno, Marghera, Livorno, delle stazioni di Napoli, Milano e Roma e di alcune tangenziali senza suscitare le disapprovazione degli automobilisti che sono rimasti in coda. Molti esultano affermando che la rassegnazione, il sentimento di impotenza delle masse sono finalmente finiti e che ora probabilmente comincia un’altra fase, non solo in Italia come vedremo, che riporterà – ci auguriamo – i lavoratori al centro dell’iniziativa politica non solo contro quello che sta avvenendo a Gaza, ma anche contro la guerra in tutte le sue forme e contro tutte quelle politiche antipopolari che sono la diretta conseguenza delle folli scelte belliciste degli Usa e del suo vile e corrotto sottoposto: l’Unione Europea.
L’evento era stato preceduto da una serie di altre proteste, che non hanno avuto la stessa affluenza, tra cui la mobilitazione indetta dalla Cgil insieme a uno sciopero di 4 ore dei lavoratori, con un presidio a Roma davanti a Montecitorio. Naturalmente, in questo momento così difficile e pericoloso (per alcuni saremmo già entrati nella Terza guerra mondiale) la celebrazione di due manifestazioni distinte, dovute al fatto che la cosiddetta sinistra (Pd e company), deve sempre difendere la sua immagine moderata e mite, costituisce un controsenso e anche un’espressione di vigliaccheria da parte di questo settore che suscita sempre meno interesse in gran parte della popolazione. Tuttavia, molti di quelli che continuano a essere legati a queste organizzazioni sono scesi in piazza il 22 settembre, esprimendo la volontà di una presa di posizione forte contro il genocida Israele e a difesa della Global Sumud Flotilla, che sta tentando di portare aiuti allo stremato popolo di Gaza.