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domenica 13 aprile 2025

Un ricordo di Stefano Garroni

Da: mirkobe79 - Stefano Garroni (Roma, 26 gennaio 1939 – Roma, 13 aprile 2014) è stato un filosofo italiano (Stefano Garroni). 


"[...]La prova induttiva, in definitiva, è questa: il mondo, il mondano, cioè la dimensione dell’esistente, è la dimensione del finito, del particolare; di ciò che per esistere ha bisogno di altro. E’ il mondo degli effetti che hanno bisogno delle cause, ma a loro volta le cause sono effetti di altre cause, quindi ogni esistente rinvia ad altro per giustificare la propria esistenza. In questo continuo rinvio del contingente a una causa che lo spiega, la quale causa a sua volta diventa però un contingente che è effetto di un’altra causa ecc., ; in questo continuo rinvio non si raggiunge mai una stabilità, non si raggiunge mai una ragione dell’esistenza di questo contingente: donde la necessità di postulare una ragione fuori del mondo del contingente, che sia la ragione di tutto il mondo contingente. 

E’ molto importante il fatto che quando Hegel affronta questo tipo di prova dell’esistenza di dio, mette in evidenza che accettando queste prove, e quindi accettando quel ragionamento per cui il contingente trova nel necessario la propria causa, si dimostra anche il contrario, e cioè che è proprio il contingente che pone il necessario. Cioè che così come è vero che il particolare, il finito, il contingente, ha bisogno del necessario per esistere, il necessario intanto esiste in quanto è necessario del contingente. [...]" 
(Stefano Garroni)

VIDEOINCONTRO 02-10-2013

                                                                            

martedì 8 aprile 2025

Gli aspetti controversi dell’accordo Usa/ Russia e la questione delle famose terre rare - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lantidiplomatico.it -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 


Dalle ultime notizie sappiamo che il decaduto presidente dell’Ucraina Zelensky ha ricevuto la nuova bozza dell’accordo genericamente definito sulle terre rare, ma che concerne ben altro. Ha dichiarato che l’Ucraina pagherà per i rifornimenti Usa futuri e non per quelli passati, come del resto era stabilito all’inizio della guerra.

In effetti, quando si è cominciato a parlare di pace, l’ignaro Zelensky aveva proposto al presidente Trump, che fa sempre il furbo, di dare i minerali critici e le terre rare del suo paese in cambio della continuazione dei rifornimenti umanitari, armamentistici, di intelligence da parte degli Usa. Il suo “alleato” aveva colto la palla al balzo e gli aveva comunicato che intanto l’Ucraina avrebbe dovuto pagare tutto quello che aveva già ricevuto, prefigurando un accordo, reso pubblico a fine febbraio, che implicava lo sfruttamento congiunto e indefinito (Usa/Ucraina) delle "risorse naturali" ucraine di proprietà del governo, in cambio delle quali gli Usa davano alquanto vaghe garanzie di sicurezza. Accordo che poi non è stato firmato. Ora la nuova bozza prevede un controllo totale da parte degli Usa su tutte le risorse minerarie del paese, insieme al controllo delle infrastrutture (porti, ferrovie, strade, impianti di lavorazione) e il trasferimento dei profitti generati da queste attività a un fondo di investimento gestito con gli Stati Uniti. Inoltre, gli Usa esigono persino una sorta di Jus primae noctis, ossia che le loro multinazionali siano le prime a ricevere le proposte di investimento, e ciò ovviamente ai danni di quelle dei paesi europei, che hanno designato Macron e Starmer a rappresentare l’Ue nei negoziati sulla guerra, da cui finora sono stati esclusi. Se Zelensky non accetta -ha dichiarato Trump con suo solito fare minaccioso- avrà seri problemi. Mi pare che li avrà anche se accetta.

giovedì 20 marzo 2025

L'inizio della lotta di classe - "Frasi di Marx"

 Da: https://www.lantidiplomatico.it -  

"Frasi di Marx"

Con questo primo video cominciamo la collaborazione con il canale argentino Frases de Marx dedicato alla presentazione dei punti nodali dell’opera di questo seminale, controverso, amato e odiato pensatore, cui solo in youtube sono dedicati migliaia di canali. In questo specifico caso viene analizzato il significato di alcune celebri frasi di Karl Marx comunemente associate all’interpretazione del capitalismo del XIX secolo, ma che – come si vedrà – costituiscono la chiave per comprendere anche le dinamiche socio-economiche dell’oggi.
Questa rubrica, nella versione italiana, è curata da Alessandra Ciattini, docente dell’università popolare A. Gramsci e membro del Centro studi D. Losurdo. (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-linizio_della_lotta_di_classe__frasi_di_marx_1/59732_59733/)


PRIMO VIDEO : L'INIZIO DELLA LOTTA DI CLASSE 

domenica 23 febbraio 2025

Non si fa che parlare di Trump, ma ha qualche suggeritore? - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 


Non si fa che parlare di Trump, nel bene e soprattutto nel male, ma veramente crediamo che sia lui a elaborare tutte le misure che vengono urlate e spesso contraddette insieme all’esposizione trionfante dei decreti con tanto di firma presidenziale?

Questa è una domanda veramente importante che implica il superamento della geopolitica che valuta la situazione internazionale basandosi sulla collocazione geografica di un Paese, sulle le sue risorse naturali ed economiche, sulle capacità dei diversi leader, sugli Stati intesi come entità naturali, dimenticandosi di spiegarci quali interessi di classe le misure prese difendono o implementano.

Nonostante l’accento sul protagonismo e sull’attivismo di Trump, gli ideatori dei suoi circa 300 decreti sono due centri strategici della destra, la Reaganite Heritage Foundation (1970) e dall’America First Policy Institute (Afpi, fondata nel 2020), che hanno cominciato a lavorare al nuovo programma presidenziale in previsione di un prossimo mandato dell’uomo d’affari dopo la sua dubbiosa sconfitta del 2020. Per procedere più speditamente il neopresidente ha dichiarato l’emergenza energetica e quella nazionale, cosa che gli consente di utilizzare procedure di urgenza, ma già due senatori democratici hanno presentato una proposta di legge per abrogare la prima.

sabato 8 febbraio 2025

Fascismo o neofascismo - Alessandra Ciattini

Da: la Città Futura - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). -  



Giustamente è stato affermato che il fascismo non è mai morto, perché può perpetuarsi mantenendo in vita certi suoi aspetti o può ripresentarsi in forme nuove rafforzando certi caratteri del suo nucleo originario. 

Come ricorda Luciano Canfora nel suo ultimo libro (Il Fascismo non è mai morto, Dedalo 2024) l’Europa è ormai punteggiata da governi di estrema destra, che vanno dalla Finlandia, governata dai Veri Finlandesi, all’Italia nelle mani dei patriottici Fratelli d’Italia. In Ungheria regna Viktor Orbán, un bulldog arrabbiato, amico di Netanyahu, il quale abbandonando la destra moderata ha fondato il più radicale Fidesz che propugna una “democrazia illiberale”, è ostile all’immigrazione, non si è identificato del tutto con la politica europea; inoltre, tassa le imprese solo al 9%, mentre le persone fisiche al 15% in violazione del principio della progressività della tassazione. Si è opposto anche all’innalzamento minimo delle imposte per le multinazionali proposto dalla Ue. Anche nei Paesi Bassi, in Svezia, in Belgio, Croazia, Polonia, Repubblica ceca, Grecia domina la destra sostenuta da coalizioni, in cui i più moderati collaborano tranquillamente con i più radicali. In Austria si prevede l’affermazione di un cancelliere di estrema destra contro immigrati e filoputiniano, il quale prospetta quella che viene chiamata riemmigrazione, ossia il rimpatrio di tutti quei migranti, anche se naturalizzati, che non sarebbero integrati. Il filoputinismo e il desiderio di ripristinare normali relazioni commerciali con la Russia non accomunano tutti i leader di destra (come il polacco Duda), spesso affetti da russofobia. La Slovacchia costituisce un caso ibrido, il cui primo ministro Robert Fico, ha anche subìto un attentato.

Naturalmente, il fiorire di questi governi di destra e di estrema destra è accompagno dall’affermazione elettorale di partiti analoghi come in Germania e in Francia, in cui il Rassemblement populaire di Marine Le Pen fa da spalla all’antidemocratico Macron. Per non parlare, poi, dei neonazisti ucraini, manovrati dagli Usa e dalla Nato che temono come la peste una probabile vittoria russa, perché rimetterebbe in discussione le loro attuali regole del gioco.

mercoledì 29 gennaio 2025

Lenin l'eterno vivente - Alessandra Ciattini

Da: la Città Futura - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 
Riccardo Zipoli è professore emerito di Lingua e letteratura persiana presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato Lingua e letteratura persiana (1975-2018) e Ideazione e produzione fotografica (2010-2018). -



Con la professoressa Alessandra Ciattini presentiamo il libro "Lenin l'eterno vivente" a cura di Riccardo Zipoli.


      

mercoledì 15 gennaio 2025

La DISTRUZIONE del WEST e l'inserimento nel SISTEMA-MONDO - Alessandra Ciattini

Da: Ottosofia - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 



Seconda parte:

                                                                             

domenica 12 gennaio 2025

Marxismo in Cina e la via cinese al socialismo





Cheng Enfu, tra i maggiori esponenti del marxismo cinese e internazionale, promotore e animatore, con riviste e forum internazionali, della più importante comunità marxista mondiale, raccoglie diversi saggi scritti negli ultimi decenni. 
Preceduto da un importante saggio su Dieci punti di vista sul marxismo, questo corposo libro si snoda attraverso 7 capitoli a loro volta suddivisi in diverse sezioni: 1. Il moderno sistema economico della Cina; 2. L’economia cinese nel quadro di una Nuova Normalità; 3. I cinque nuovi concetti di sviluppo della Cina; 4. La riforma del sistema di distribuzione cinese; 5. Riforma del rapporto tra mercato e governo in Cina; 6. L’apertura graduale del mercato finanziario interno in Cina; 7. L’apertura dell’economia cinese.
                                                                        

                                                                           

mercoledì 8 gennaio 2025

Breve storia degli Stati Uniti e delle loro pretese territoriali - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Leggi anche: LA TEORIA MODERNA DELLA COLONIZZAZIONE - Karl Marx
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
“RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi
Colonialismo, neocolonialismo e balcanizzazione: tre epoche di una dominazione* - Saïd Bouamama
La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba
Vedi anche: Libertà e schiavitù – Luciano Canfora
"IL RITORNO DELLA RAZZA - ARGINI E ANTIDOTI DALLA CONOSCENZA"   
Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale - Giacomo Gabellini


Le ultime provocazioni di Donald Trump non manifestano solo l’arroganza del personaggio, ma sono ispirate alla stessa storia degli Stati Uniti, costituitisi con occupazioni illegali, acquisizioni imposte, annessioni non accettate dalle popolazioni, basate esclusivamente sul principio della forza.

In questi ultimi giorni si è parlato molto delle ultime dichiarazioni o provocazioni di Donald Trump, che assumerà la presidenza degli Usa il prossimo 20 gennaio, benché qualcuno non scarti la possibilità dell’insorgere di un qualche impedimento al suo insediamento. Come è noto, ha prospettato la trasformazione del Canada nel 51° Stato dell’Unione, promettendo ai suoi abitanti una straordinaria riduzione delle tasse e una protezione militare ineguagliabile, ha dichiarato che il Canale di Panama dovrebbe tornare nelle mani degli Usa, se il governo di quel Paese non garantirà il suo funzionamento sicuro, efficiente e affidabile. Inoltre, ha accusato quest’ultimo di applicare tariffe esorbitanti al suo Paese, al suo esercito e alle corporazioni con cui questi ultimi fanno affari, prefigurando un’ipotetica influenza della Cina che, effettivamente, sta rafforzando i legami economici e commerciali con quei territori evidentemente ancora intoccabili per l’antica dottrina Monroe (1823). 

Naturalmente, Paesi come Messico, anch’esso da incorporare, Cuba, Colombia, Nicaragua, Venezuela e lo stesso governo panamegno hanno reagito con forza, sottolineando la sfrontatezza e la mancanza di fondamento della pretesa di quel bizzarro personaggio con cui dovremo fare i conti nei prossimi quattro anni. Anche la Cina si è espressa negativamente.

martedì 24 dicembre 2024

L’assassinio del generale Kirillov | Giacomo Gabellini intervista Francesco Dall’Aglio

Da:  Il Contesto - Giacomo Gabellini è un giovane ricercatore indipendente. - Francesco Dall'Aglio, medievista, ricercatore presso l'Istituto di Studi Storici al dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria). Esperto di est Europa e di questioni strategico-militari, è diventato un seguito commentatore sul canale Ottolina.tv e autore di War Room - Russia, Ucraina, NATO un canale telegram molto seguito su questi argomenti.

Il vicolo cieco dell’escalation | Francesco Dall’Aglio  
Analisi della situazione internazionale e dei suoi possibili sviluppi - Alessandra Ciattini intervista Giacomo Gabellini 


Il collasso della Siria baathista ha prevedibilmente aperto le porte al caos. Nelle aree settentrionali, i gruppi armati non statali appoggiati dalla Turchia combattono le forze curde sostenute dagli Stati Uniti, mentre Israele sta ricavandosi un’ampia zona cuscinetto nel Golan siriano, dopo aver occupato il Monte Hermon e sferrato una devastante campagna di bombardamenti aerei che ha di fatto demilitarizzato la Siria – ai sensi, si legge sulla stampa turca, di un’intesa con Bashar al-Assad che avrebbe indicato agli israeliani il posizionamento delle strutture militari siriane in cambio di non si sa cosa. Sul futuro delle basi russe vige ancora grande incertezza, anche se «Bloomberg» ha parlato della disponibilità dei jihadisti a preservare gli accordi siglati con il precedente governo. Sembrerebbe che il governo di Mosca stia vagliando la possibilità di spingere il generale Haftar ad autorizzare l’installazione di una base russa a Bengasi, e procedendo allo stesso tempo a una riorganizzazione della loro presenza in Siria implicante l’abbandono di una serie di strutture minori disseminate in varie zone del Paese e il rimpatrio di una enorme quantità di mezzi militari. Sul teatro ucraino, intanto, le forze armate russe continuano ad avanzare, mentre un attentato esplosivo organizzato – pare – da un uzbeko assoldato dai servizi di sicurezza di Kiev ha provocato l’uccisione a Mosca di Igor Kirillov, tenente generale russo a capo dell’unità di protezione nucleare, radiologica, chimica e biologica che all’inizio del conflitto aveva denunciato «attività militari-biologiche del Pentagono in Ucraina». L’operazione è stata giudicata come legittima dal «Times», ma condannata dal generale Keith Kellogg, che in qualità di inviato speciale per il conflitto russo-ucraino da Donald Trump ha dichiarato che l’atto costituisce una violazione delle regole di guerra e una mossa controproducente. Lo stesso Trump continua a inviare segnali circa i propri intendimenti riguardo alla risoluzione del conflitto. Ne parliamo assieme a Francesco Dall’Aglio, medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

                                                                         

Questo video presenta una analisi puramente ipotetica e speculativa di possibili scenari riguardanti la Siria, sulla base di fonti pubblicamente disponibili. Riguardo all’assassinio del generale Igor Kirillov, l’analisi è puramente speculativa e non rappresenta eventi confermati.

martedì 17 dicembre 2024

Le origini dell’imperialismo - Alessandra Ciattini

Da: https://ottolinatv.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).

Torna Alessandra Ciattini in una serie a puntate per presentare le origini del fenomeno imperialista a partire dalla crisi del feudalesimo europeo: così iberici, francesi, olandesi e inglesi partirono alla conquista dei mari esportando la violenza endogena portando avanti un processo di occidentalizzazione del mondo. 







venerdì 13 dicembre 2024

Quale progresso nel capitalismo? Una amara riflessione... - Paolo Massucci

Paolo Massucci, Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni. 

Leggi anche: Perché guardiamo passivi lo scempio - Pino Arlacchi 


Due brevi letture di due miei amici e compagni, mi hanno fatto  molto pensare, con angoscia. Parlo della bella e drammatica poesia di Aristide ("insieme a tutti gli altri" - Aristide Bellacicco) e  dell'interessante articolo di Alessandra su futurasocieta (La guerra in Ucraina deve continuare a tutti i costi - Alessandra Ciattini). 
Andrebbero meglio divulgati... 

Mi sembra, temo, che il capitalismo, nel corso dell'ultimo cinquantennio, abbia minato, ad oggi, le basi ideologiche e morali che rendono possibile la costruzione di una alternativa. Quest'ultima, qualunque possa essere la strada per perseguirla - superamento o abbattimento del sistema capitalistico - richiede una visione e dei valori in opposizione a quelli dominanti del pragmatismo individualista e della competizione tra individui in un gioco a somma zero (in realtà a somma negativa!). Richiede una prospettiva di lungo respiro, una visione collettiva dell'umanità mondiale. Richiede una morale di fratellanza e non di scontro tra interessi economici particolaristici, una collaborazione fiduciosa tra i popoli. Non l'ambizione a diventare dei piccoli Elon Musk, di raggiungere "il successo" a qualsiasi costo, di apparire dei "vincenti", né la rassegnazione ad essere dei "falliti", magari ammiratori dei "grandi", dei "fortunati", dei più "capaci" a valorizzare il "dio capitale". 

Al contrario, un cambiamento reale necessita di riconoscere l'ingiusta appropriazione di risorse appartenenti alla collettività da parte dei grandi ricchi capitalisti "vincenti", i quali, partendo da basi economiche disuguali, hanno sfruttato la scienza, la tecnica, la cultura ed il sapere umano, oltre che i lavoratori, per ottenere immensi profitti, sottratti alla collettività umana. 

Ora, se la cultura individualistica e competitiva ha permeato l'intera società, sarà difficile riconoscere i principi di giustizia sociale, i quali, insieme alla democrazia sostanziale (non quella attuale delle Corporate) e allo sviluppo umano, sono a fondamento di una società migliore, non capitalistica, come prospettata da una tradizione filosofica della quale Marx è il maggior rappresentante. 

Certamente occorre tornare alla teoria marxiana e alle sue successive interpretazioni da parte di eminenti pensatori e politici del '900, ma occorre anche qualcosa di più profondo, una morale interiore che possa anteporre i grandi ideali di giustizia sociale umana (a dispetto del postmodernismo) agli interessi personali particolari, a una visione di breve termine, di piccolo vantaggio individuale o alla chiusura verso l'esterno a difesa di sé stessi. 

Mi chiedo, pure con un certo sgomento ed imbarazzo, se sia stata in buona parte la religione cristiana, e forse cattolica in particolare (come forse altre religioni in altre aree del mondo), la principale istituzione politico-sociale traghettatrice nella storia umana di valori morali di giustizia e fratellanza, peraltro necessari alla costruzione di una società coesa, rivoluzionaria o riformatrice che sia, in senso socialista e comunista. 

Al venir meno della religione, non sono evaporati con essa quegli stessi valori morali ? 

Forse Pasolini, quello della maturità che denuncia tragicamente la decadenza, la deidealizzazione di quella stessa plebe che in precedenza aveva esaltato, non aveva colto in anticipo il cuore tragico della questione nella fine dei valori morali di fratellanza e l'adesione ai nuovi valori del consumismo capitalistico? 

Ma se questo è vero, occorrerebbe, penso, una ricostruzione di questi stessi valori, altrimenti sarà la fine: la guerra, infatti, con i mezzi catastrofici oggi disponibili, sarà il destino, direi ineluttabile, di un mondo capitalistico, intrinsecamente basato sulla competizione. È opportuno, a tal proposito, ricordare il bel libro di Gunther Anders del 1956, "L'uomo è antiquato", tuttora più che mai attuale, secondo cui l'uomo non sta progredendo culturalmente ad un livello adeguato a gestire la tecnica, da lui creata, a proprio beneficio, rischiando così, al contrario di esserne fisicamente annientato. 

Pensare d'altra parte che, senza mettere in discussione il sistema capitalistico, gli Stati si possano organizzare ed accordare per affrontare realmente l'incombente disastro ecologico ed umano, è semplicemente puerile, in quanto richiederebbe di mettere da parte proprio la logica del profitto e degli interessi di parte caratteristici della stessa ideologia capitalistica. 

Purtroppo, come ci mostra la storia recente ed attuale, il "progresso umano" cui assistiamo, in un mondo in cui al capitalismo non si oppongono sistemi antagonisti, a dispetto dei suoi apologeti non porta benefici all'intera società, ma vantaggi per pochi e disatri per gli altri.
Avremo il tempo perché possa essere compreso il processo storico in atto e ricostruito un mondo nuovo ?
Non ce n'è più molto ...

lunedì 9 dicembre 2024

La guerra in Ucraina deve continuare a tutti i costi - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).

Leggi anche: Rand Corp: come abbattere la Russia - Manlio Dinucci 

Rivoluzioni colorate. Genesi, applicazione e crisi di uno strumento di guerra ibrida - Laura Ruggeri 


Alcuni media internazionali alternativi e sotto attacco danno informazioni interessanti sul progetto Alchimia, elaborato da esperti e consiglieri legati al servizio segreto britannico, che si prefigge lo scopo di creare un’organizzazione simile alla famigerata Gladio, allo scopo di rendere indefinita la guerra tra la Russia e la Nato in Ucraina.

Da un rapido controllo risulta che solo Nicolai Lilin nel suo sito ha dato notizia in Italia del cosiddetto progetto Alchimia, mentre i media più importanti lo hanno finora ignorato. Questo progetto, che farebbe pensare a prima vista a misteriosi esperimenti da cui ricavare la celebre pietra filosofale, costituisce uno dei tanti documenti elaborati da esperti e consiglieri, che descrivono le future attività mantenute segrete dei governi occidentali. Ogni tanto ne viene filtrato uno come quello ormai famoso della Rand Corporation stilato nel 2019 e dedicato ai mezzi da utilizzare per indebolire e squilibrare la Russia. Obiettivo già individuato durante la cosiddetta guerra civile (1917-1921), nella quale le potenze occidentali intervennero, attribuendosi parti dell’immenso territorio russo, dando di fatto vita a un conflitto internazionale.

Inevitabilmente dobbiamo soffermarci su di essi, perché svelano il lavoro ideativo e organizzativo che sta dietro la strategia militare e politica delle grandi potenze e che ci fanno conoscere i veri responsabili di azioni violatrici del diritto internazionale o di veri e propri crimini. L’importanza di questi documenti, una volta verificata la loro attendibilità, è dimostrata, per esempio, dal trattamento che ha ricevuto per molti anni da Julian Assange.

lunedì 2 dicembre 2024

QUALE STRADA VERSO LA PERSIA? Le Opzioni per una nuova STRATEGIA AMERICANA CONTRO L'IRAN - Alessandra Ciattini

Da: Tracce Di Classe - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Insieme ad Alessandra Ciattini andiamo ad analizzare un documento prodotto dal Think Tank Americano "The Saban Centre for Middle East Policy at the Brookings Institutions" nel giugno del 2009 dal titolo: " Which Path to Persia? Options for a New American Strategy Toward Iran". Il titolo del documento di oltre 150 pagine, delinea tutto il programma che viene consigliato dal think tank per far si che gli Stati Uniti d'America possano penetrare all'interno del territorio, provocare un cambio di regime, ed impossessarsi delle ricchezze del paese. La modalita' per ottenere questo risultato varia dalla corruzione delle classi sociali benestanti del paese, alle rivoluzioni colorate, all'intervento degli stati alleati nella regione fino allo scontro militare. (Tracce Di Classe)

                                                                           

martedì 26 novembre 2024

Remo Bodei: Leopardi filosofo - Gaspare Polizzi

Da: https://www.doppiozero.com - Gaspare Polizzi, storico della filosofia e della scienza, è membro del Comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Insegna attualmente all’Università di Pisa. 

Leggi anche: STORIA DEL GENERE UMANO - Giacomo Leopardi 

Giacomo Leopardi. Poesia e “Ultrafilosofia”. La dialettica tra ragione, sentimento e immaginazione - Alessandra Ciattini 



«È questo un poeta, che – a differenza dei metafisici tedeschi – non confonde poesia e filosofia e non crea “poemi filosofici”». A Remo Bodei piaceva Giacomo Leopardi per la sua grandezza insieme di poeta e di filosofo e perché – a differenza dei “suoi” tedeschi (Hegel, Schelling e Hölderlin) – sapeva trovare la giusta distanza tra componimento poetico e riflessione filosofica.

Non era, Bodei, uno studioso di Leopardi, ma lo aveva frequentato con attenzione, almeno a partire dal 1992, quando tenne una conferenza alla Fondazione Calzari Trebeschi su Il male e la sofferenza in Leopardi, riprodotta nel secondo dei nove capitoli del postumo Leopardi e la filosofia che ho curato insieme alla vedova prof.ssa Gabriella Giglioni, che ringrazio per la grande disponibilità nella curatela, partecipe e accurata. Gli altri otto capitoli toccano temi cari a Bodei e cruciali nella lettura filosofica di Leopardi, a partire dal primo – La scoperta novecentesca del Leopardi filosofo, relazione inedita che inaugurò il XIV Convegno Internazionale di studi leopardiani Leopardi e la cultura del Novecento. Modi e forme di una presenza tenutosi a Recanati il 27-30 settembre 2017. Alcuni capitoli richiamano testi già pubblicati, spesso modificati per seguire le varie riscritture dell'autore: Pensieri immensi.

Leopardi e l’“ultrafilosofia”Vulcani sublimi; Il percepito e l’immaginato: Leopardi tra romantici e neoclassici. Quattro capitoli sono inediti: oltre al primo, già ricordato, Infinito e sublime in Leopardi, ricavato dall’ultima versione di tre dattiloscritti datati 25 luglio, 29 agosto 2007 e 2012 relativi a lezioni svolte presso la University of California, Los Angeles (UCLA); Oltre la siepe: Leopardi e l’immaginazione, trascrizione della lezione magistrale tenuta a Sassuolo il 20 settembre 2008 in occasione del Festival di Filosofia; Passione del presente, deficit di futuro, scritto per Pier Luigi Celli e datato 21 agosto 2015. 

Gli scritti toccano – lo rivelano già i titoli – alcuni aspetti centrali del pensiero leopardiano, quali il male e la condizione umana, l’«ultrafilosofia», la riflessione sulla natura, con un approfondimento sul vulcanismo, il sublime e le «situazioni romantiche», i motivi etico-politici. Ma il leit-motiv che tutti li attraversa è un tema di fondo costante nelle interpretazioni sull'opera leopardiana, a partire dall'espressione che l'amico Pietro Giordani consegna al Proemio al terzo volume delle opere di Leopardi del 1845: «sommo filologo, sommo filosofo e sommo poeta». E dal riconoscimento di Vincenzo Gioberti, che ebbe modo di discutere a lungo con Leopardi durante il viaggio che li condusse da Firenze a Recanati il 10 e l’11 novembre del 1828.

Gioberti riconosce a Leopardi l’acume del filosofo – «la filosofia, che il Leopardi bevve col latte», «una filosofia sconsolata», «le angosce di una filosofia disperante» – che, come Hume, ha condotto il razionalismo cartesiano alle sue logiche conseguenze scettiche, ma rimarca il suo “errore” nel mancato superamento del pessimismo, legato a un’aderenza forte alla tradizione empirica, per aprirsi alla visione superiore di un mondo intelligibile rischiarato dalla bontà divina (le riflessioni di Gioberti su Leopardi sono ora raccolte in Vincenzo Gioberti legge Leopardi, filosofo dell’infinito, «Rivista Internazionale di Studi Leopardiani», 14, 2021).

giovedì 7 novembre 2024

La LOTTA tra i PEGGIORI: cosa aspettarci dalle elezioni presidenziali americane del 2024? - Alessandra Ciattini

Da: Tracce Di Classe - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

                                                                          

martedì 5 novembre 2024

La categoria di imperialismo è ancora attuale e quali sono i paesi imperialisti? - Domenico Moro

Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - Domenico Moro è sociologo e ricercatore presso l'Istat, dove si occupa di indagini economiche strutturali sulle imprese. Ha lavorato nel settore commerciale di uno dei maggiori gruppi multinazionali mondiali ed è stato consulente della Commissione Difesa della Camera dei deputati. Collabora con quotidiani e riviste nazionali ed è autore di diversi volumi di carattere economico, politico e militare. Negli ultimi anni ha pubblicato il Nuovo Compendio del Capitale. 

Vedi anche: Stagflazione e crisi del dollaro - Domenico Moro  

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Il mito dell’imperialismo russo: in difesa dell’analisi di Lenin - Renfrey Clarke, Roger Annis 

IMPERIALISMO E SOCIALISMO IN ITALIA - Vladimir Lenin (1915)

L’imperialismo nel XXI secolo - John Smith 



Dalla fine dell’Ottocento, l’imperialismo moderno si sviluppa come sistema di dominio economico e politico delle potenze capitaliste occidentali. Oggi, nonostante la decolonizzazione, persistono dinamiche imperialiste che si manifestano tramite il controllo finanziario e geopolitico esercitato da Stati e multinazionali. 


Il termine di imperialismo è associato ai più importanti imperi del passato come quello romano o quello persiano. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento il termine di imperialismo è stato ripreso per descrivere la nuova realtà mondiale, caratterizzata dalla formazione di diversi imperi facenti riferimento soprattutto agli stati dell’Europa occidentale. Per questo il periodo tra la seconda metà dell’Ottocento e il 1945, quando inizia la decolonizzazione, è stato definito l’età degli imperi. L’impero più vasto era quello britannico, seguito da quello francese, spagnolo, portoghese e olandese, che erano gli imperi più antichi. Tra gli ultimi Paesi a partecipare alla corsa alle colonie ci furono gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, il Belgio e l’Italia.

L’imperialismo moderno si differenzia da quello antico perché non rappresenta soltanto un espansionismo militare bensì un espansionismo in primo luogo economico, basato sulla conquista di territori da sfruttare e utilizzare economicamente, le colonie. L’imperialismo è una fase dello sviluppo del capitalismo, caratterizzando in modo peculiare l’economia dei Paesi imperialisti. Dal punto di vista globale l’imperialismo è un sistema basato sulla divisione tra un centro metropolitano, i Paesi imperialisti, e una periferia e una semiperiferia, entrambe sfruttate e oppresse dal centro.

Dal momento che dopo il 1945 è iniziato il processo di decolonizzazione e le ex colonie sono divenute stati indipendenti, si può parlare dell’esistenza di un imperialismo ancora oggi? Riteniamo di sì, ma con delle differenze. Quella di imperialismo rimane, quindi, una delle più importanti categorie di interpretazione della realtà. Per analizzare l’imperialismo attuale e definire le novità rispetto a quello della prima metà del Novecento dobbiamo partire da un testo che fu fondamentale nell’interpretazione dell’età degli imperi, “L’imperialismo. Fase suprema del capitalismo” di Lenin.