lunedì 6 gennaio 2025

Libertà di Stampa o Violazione della Legge? Il Caso Cecilia Sala e le Conseguenze Diplomatiche - David Colantoni

Da: Tracce Di Classe - David Colantoni, scrittore e artista croato-abruzzese, figlio del pittore e filmmaker Domenico Colantoni (1938-2018), è stato amico e stretto collaboratore dello scrittore ed editore Aldo Rosselli, figlio e nipote di Nello e Carlo Rosselli, insieme hanno fondato il quadrimestrale Inchiostri. Collaboratore di riviste come Nuovi Argomenti, globo d’oro per la sceneggiatura del film Io, L’altro (2007), ha esposto al Museo di Arte Moderna di Mosca (2015), alle Scuderie Aldobrandini (2010), allo Studio Claudio Abate (2009), alla Biennale di Miami (2010); è nella collezione del 9/11 Memorial & Museum di New York. Dal 2015 dirige e scrive sulla cultura del magazine Young.it (you-ng.it).


                                                                             

sabato 4 gennaio 2025

Dossier Ucraina. La guerra è persa, ma fischiettiamo… - Dante Barontini - Domenico Quirico - Fulvio Scaglione

Da: https://contropiano.org - Dante Barontini Editorialista del quotidiano digitale italiano Contropiano -Domenico Quirico è un giornalista italiano. È reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro delle cosiddette primavere arabe. - Fulvio Scaglione è giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 è stato vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale. E' stato corrispondente da Mosca, ha seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente. 

Sta diventando un coro. Dai toni esattamente opposti a quelli cantati per oltre due anni. Del resto, bisogna ora spiegare e far metabolizzare – alle popolazioni dell’Occidente – che quella guerra cui stiamo partecipando come fornitori di armi e soldi (mentre si dice alle stesse popolazioni che “non c’è un euro da spendere più per la sanità, le pensioni, la scuola, ecc“) è persa, bisogna vedere come uscirne senza concedere troppo oppure spingere sull’acceleratore e accettare la notte nucleare.

Compito gramo, certamente, che i nostri gazzettieri “usi a obbedir strillando” provano a modulare scavando e scovando molti argomenti tra loro anche in contraddizione. Fanno quasi tenerezza, poveri megafoni ben stipendiati…

In fondo erano partiti dietro ad autentici geni (incensati come tali, ma tra i dubbi di tanti, noi per primi) come Mario Draghi, che ad un certo punto (giugno 2023), parlando al MIT di Boston, aveva usato toni ultimativi ma anche vagamente apocalittici: “I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica”, ed è “per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati, se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra”.

Vincere o morire… Già sentita e non proprio benaugurante… 

Draghi, spiegava allora che accettare una vittoria russa “infliggerebbe un colpo fatale all’Ue”. Perché “accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l’Ue è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è. Segnalerebbe inoltre ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza – un pilastro della nostra politica estera – non è poi così incrollabile”.

Un po’ come fuggire dall’Afghanistan, no? (ma questo, al “genio”, non è venuto in mente…) 

giovedì 2 gennaio 2025

L’anno dopo, nulla sarà più come prima - Orly Noy

Da: https://www.mekomit.co.il - Orly Noy è redattrice di Local Call, attivista politica e traduttrice di poesia e prosa in Farsi. È presidente del comitato esecutivo di B'Tselem e attivista del partito politico nazional democratico palestinese Balad. I suoi scritti affrontano la sua identità di Mizrahi, di donna di sinistra, di donna, di migrante temporaneo che vive come un'immigrata perpetua, e il costante dialogo tra queste identità. 


Fame, Torture, Pulizia Etnica, Genocidio, indifferenza e persino gioia di fronte alle uccisioni, alla soppressione di ogni critica e all'oppressione dei cittadini palestinesi, il 2024 è stato l'anno in cui abbiamo tirato fuori il peggio di noi.

Il compito di riassumere l'anno che si è concluso sembra impossibile. I demoni mostruosi che ha liberato dall'abisso continuano ad aleggiare intorno a noi in preda alla follia, offuscando il nostro campo visivo e la nostra coscienza. Ma una cosa si può dire: è stato un anno dopo il quale niente sarebbe stato più lo stesso. 

Un anno in cui un orrore più grande di ogni immaginazione è stato condensato in poche parole: Fame, Tortura, Pulizia Etnica, Genocidio. Una persona può comprendere, comprendere davvero, il pieno significato di queste parole che sono impresse in noi sotto forma di immagini orribili che giungono da Gaza giorno dopo giorno, ormai da un anno intero? È possibile digerire il fatto che l'Olocausto di Gaza non è una forza della natura, ma un lavoro ben ponderato portato avanti dalle persone che siamo noi, i nostri fratelli, padri, figli e vicini?