Vita di Gramsci: https://quadernidelcarcere.wordpress.com/info/

Ciò non si fa neppure nelle
università pubbliche. Si è ormai persuasi che una verità è feconda solo quando si è fatto uno sforzo
per conquistarla. Che essa non esiste in sé e per sé, ma è stata una conquista dello spirito, che in
ogni singolo bisogna che si riproduca quello stato di ansia che ha attraversato lo studioso prima di
raggiungerla. E pertanto gli insegnanti che sono maestri, dànno nell'insegnamento una grande
importanza alla storia della loro materia. Questo ripresentare in atto agli ascoltatori la serie di sforzi,
gli errori e le vittorie attraverso i quali sono passati gli uomini per raggiungere l'attuale conoscenza,
è molto piú educativo che l'esposizione schematica di questa stessa conoscenza. Forma lo studioso,
dà al suo spirito la elasticità del dubbio metodico che fa del dilettante l'uomo serio, che purifica la
curiosità, volgarmente intesa, e la fa diventare stimolo sano e fecondo di sempre maggiore e perfetta
conoscenza. Chi scrive queste note parla un po' anche per esperienza personale. Del suo garzonato
universitario ricorda con piú intensità quei corsi, nei quali l'insegnante gli fece sentire il lavorío di
ricerca attraverso i secoli per condurre a perfezione il metodo di ricerca. Per le scienze naturali, per
esempio, tutto lo sforzo che è costato il liberare lo spirito degli uomini dai pregiudizi e dagli
apriorismi divini,o filosofici per arrivare alla conclusione che le sorgenti d'acqua hanno la loro origine dalla precipitazione atmosferica e non dal mare. Per la filologia, come si sia arrivati al
metodo storico attraverso i tentativi e gli sbagli dell'empirismo tradizionale, e come, per esempio, i
criteri e le convinzioni che guidavano Francesco De Sanctis nello scrivere la sua storia della
letteratura italiana, non fossero che delle verità venutesi affermando attraverso faticose esperienze e
ricerche, che liberarono gli spiriti dalle scorie sentimentali e retoriche che avevano inquinato nel
passato gli studi di letteratura. E cosí per le altre materie. Era questa la parte piú vitale dello studio:
questo spirito ricreativo, che faceva assimilare i dati enciclopedici, che li fondeva in una fiamma
ardente di nuova vita individuale.
L'insegnamento, svolto in tal modo, diventa un atto di liberazione. Esso ha il fascino di tutte
le cose vitali. Esso deve specialmente affermare la sua efficacia nelle Università popolari, gli uditori
delle quali mancano precisamente di quella formazione intellettuale che è necessaria per poter
inquadrare in un tutto organizzato i singoli dati della ricerca. Per essi, specialmente, ciò che è piú
efficace ed interessante è la storia della ricerca, la storia di questa enorme epopea dello spirito
umano, che lentamente, pazientemente, tenacemente prende possesso della verità, conquista la
verità. Come dall'errore si arrivi alla certezza scientifica. È il cammino che tutti devono percorrere.
Mostrare come è stato percorso dagli altri è l'insegnamento piú fecondo di risultati. È, tra l'altro, una
lezione di modestia, che evita il formarsi della noiosissima caterva di saputelli, di quelli che
credono aver dato fondo all'universo quando la loro memoria felice è riuscita a incasellare nelle sue
rubriche un certo numero di date e nozioni particolari.
Ma le Università popolari, come quella di Torino, amano meglio far tenere dei corsi inutili e
ingombranti su «L'anima italiana nell'arte letteraria delle ultime generazioni», o delle lezioni su «La
conflagrazione europea giudicata dal Vico», nei quali si bada piú alla lustra che all'efficacia, e la
personcina pretenziosa del conferenziere soverchia l'opera modesta del maestro, che pure sa di
parlare a degli incolti.