Leggi anche: Jugoslavia, memorie del Paese che non c’è più. - Angelo D’Orsi
“E allora, le foibe?!” - Angelo D’Orsi
https://cambiailmondo.org/2019/02/22/sulle-foibe-2-sergio-bologna-von-banditen-erschossen-su-mattarella-e-le-foibe/?https://ilmanifesto.it/monsieur-le-president-lettera-a-sergio-mattarella/?
Vedi anche: Alessandra Kersevan su fascismo e foibe (Prima parte: https://www.youtube.com/watch?v=5l59zDt3VmY) -
(Seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=5l59zDt3VmY) -
- Dedichiamo queste pagine tratte dal libro di un grande storico, Angelo Del Boca, Italiani brava gente, al presidente Mattarella – che nel giorno del ricordo, nell’escludere ogni nesso, fosse anche di contesto, tra l’orrore delle foibe e i “torti del fascismo” ha insinuato l’accusa di “negazionismo” e “riduzionismo” verso gli storici che quel nesso invece hanno indagato – con l’augurio che gli possano in futuro evitare simili scivoloni storiografici. Qui sono documentate le atroci sofferenze inflitte dall’esercito fascista e dagli italiani alla popolazione slovena all’inizio degli anni ’40, senza considerare le quali i successivi orrori delle foibe – che pur colpirono anche degli innocenti – non troverebbero altra spiegazione che la naturale barbarie slava e il delirante odio ideologico. Rimuovere le “nostre” colpe (le colpe dell’Italia fascista) come a suo tempo furono rimosse le responsabilità penali dei criminali di guerra che le ordinarono e compirono, significa attizzare nuovi odii tra popoli che invece dovrebbero e potrebbero convivere nel rispetto reciproco. https://volerelaluna.it -
Oltre
che sulle regioni dell’intero Corno d’Africa e sulla Libia,
Vittorio Emanuele III regnava sull’Egeo, l’Albania, il Kosovo, il
Dibrano, lo Struga, la provincia slovena di Lubiana, la Dalmazia,
parte della provincia di Fiume … Ma truppe italiane presidiavano
anche il Montenegro, parte della Bosnia e della Croazia, la Grecia,
parte della Francia meridionale e la Corsica, alcune zone dell’Unione
Sovietica. Alla fine del 1942, quando l’Africa Orientale Italiana
era ormai persa, erano dislocati sui vari fronti all’estero oltre
1.200.000 uomini. Nei soli Balcani, sui quali si appunta maggiormente
la nostra attenzione, erano presenti 650.000 soldati, suddivisi in
dieci corpi d’armata, mediocremente equipaggiati (Posizione
3636).
Militari
e funzionari civili miravano anzitutto a una fascistizzazione
accelerata della regione, anche se, in cambio, non offrivano alla
popolazione neppure la cittadinanza italiana a pieno titolo, ma
soltanto l’ambigua qualifica di «cittadino per annessione» . E
quando in Slovenia, come del resto in Dalmazia, in Montenegro, in
Croazia, cominciavano ad accendersi i primi fuochi della rivolta, la
repressione era immediata e inesorabile . D’altronde molti dei
militari e dei funzionari impiegati nei Balcani si erano già fatti
le ossa in Libia, in Etiopia, in Spagna. Essi consideravano le
popolazioni slave appena un gradino più in su di quelle africane.
Uno di essi, il generale Alessandro Pirzio Biroli, era riuscito, in
qualità di governatore dell’Amhara, a riscuotere l’ammirazione
dello stesso Graziani per aver ordinato l’impiccagione di 20
paesani di Quoratà e la fucilazione di quattro preti. Il 27 luglio
1937, il viceré così lo elogiava : «Ben ha fatto Sua Eccellenza
Pirzio Biroli ad imitare l’esempio di Debrà Libanòs, che per il
clero dell’ex Scioa è stato assai salutare, perché preti e monaci
adesso filano che è una bellezza». Pirzio Biroli aveva anche
coperto l’eliminazione segreta di alcuni capi villaggio, che erano
stati gettati, con una pietra al collo, nelle acque del lago Tana
(Posizione
3646).
Un
bilancio terribile