Leggi anche: Daniel Defoe: La vera storia di Jonathan Wilde -
Da LIBERARE TUTTI I DANNATI DELLA TERRA, edizioni Lotta Continua, 1972 - https://www.inventati.org/apm/archivio/P6/10/dannatidellaterra.pdf):
Il
capitalismo è violento, si basa sulla sopraffazione dell’uomo
sull’uomo, sull’egoismo, in un sistema dominato dai capitalisti,
l’uso individuale della violenza per il proprio profitto è
ampiamente propagandato e pubblicizzato. Per chi non dispone per
nascita e condizione economica dei mezzi legali (istituzioni
borghesi) per l’esercizio di tale violenza, l’alternativa di
porsi “fuori legge” è spesso vista come l’unica via per
sottrarsi allo sfruttamento. I primi sono i “padroni” i secondi
quelli che i padroni chiamano ” delinquenti”.
Da
dove ha origine la cosiddetta delinquenza? Da un cromosoma in più ,
oppure da cause come la divisione della società in
classi con conseguente disuguaglianza economica, culturale, sociale?
E’ questa società stessa che genera il crimine e le carceri che
servono a riprodurlo e a specializzarlo.
Chi
sono i delinquenti? Sono i proletari e sottoproletari che per
sfuggire alla loro condizione di disoccupazione e sottoccupazione,
costretti a cercare un lavoro nelle grandi città , sottoposti alle
spinte del “benessere”, ne vengono scacciati indietro, esclusi, e
non hanno altra strada che infrangere le leggi dei padroni.
Da K. Marx - Teorie sul plusvalore - http://www.bibliotecamarxista.org/marx/Marx_Karl_-_Teorie_sul_plusvalore:
"Un
filosofo produce idee, un poeta poesie, un pastore prediche, un
professore manuali ecc. Un delinquente produce delitti. Se si esamina
più da vicino la connessione che esiste tra quest’ultima branca di
produzione e l’insieme della società, ci si ravvede da tanti
pregiudizi. Il delinquente non produce soltanto delitti, ma anche il
diritto criminale, e con ciò anche il professore che tiene lezioni
sul delitto criminale, e inoltre l’inevitabile manuale, in cui
questo stesso professore getta i suoi discorsi in quanto “merce”
sul mercato generale. Con ciò si verifica un aumento della ricchezza
nazionale, senza contare il piacere personale, come [afferma] un
testimonio competente, il professor Roscher, che la composizione del
manuale procura al suo stesso autore.
Il delinquente produce inoltre
tutta la polizia e la giustizia criminale, gli sbirri, i giudici, i
boia, i giurati ecc.; e tutte queste differenti branche di attività,
che formano altrettante categorie della divisione sociale del lavoro,
sviluppano differenti facoltà dello spirito umano, creano nuovi
bisogni e nuovi modi di soddisfarli. La sola tortura ha dato
occasione alle più ingegnose invenzioni meccaniche e ha impiegato,
nella produzione dei suoi strumenti, una massa di onesti artefici.
Il
delinquente produce un’impressione, sia morale sia tragica, a
seconda dei casi, e rende così un “servizio” al moto dei
sentimenti morali ed estetici del pubblico. Egli non produce soltanto
manuali di diritto criminale, non produce soltanto codici penali, ma
anche arte, bella letteratura, romanzi e perfino tragedia, come
dimostrano non solo La
colpa del
Müllner e I
masnadieri dello
Schiller, ma anche l’Edipo [di
Sofocle] e il Riccardo
III [di
Shakespeare].
Il
delinquente rompe la monotonia e la banale sicurezza della vita
borghese. Egli preserva cosi questa vita dalla stagnazione e suscita
quell’inquieta tensione e quella mobilità, senza la quale anche lo
stimolo della concorrenza si smorzerebbe. Egli sprona così le forze
produttive. Mentre il delitto sottrae una parte della popolazione in
soprannumero al mercato del lavoro, diminuendo in questo modo la
concorrenza tra gli operai e impedendo, in una certa misura, la
diminuzione del salario al di sotto del minimo indispensabile, la
lotta contro il delitto assorbe un’altra parte della stessa
popolazione […].
Le
influenze del delinquente sullo sviluppo della forza produttiva
possono essere indicate fino nei dettagli. Le serrature sarebbero mai
giunte alla loro perfezione attuale se non vi fossero stati ladri? La
fabbricazione delle banconote sarebbe mai giunta alla perfezione
odierna se non vi fossero stati falsari? Il microscopio avrebbe mai
trovato impiego nelle comuni sfere commerciali (vedi il Babbage)
senza la frode nel commercio? La chimica pratica non deve forse
altrettanto alla falsificazione delle merci e allo sforzo di
scoprirla quanto all’onesta sollecitudine per il progresso della
produzione?
Il delitto, con i mezzi sempre nuovi con cui dà
l’assalto alla proprietà, chiama in vita sempre nuovi modi di
difesa e così esercita un’influenza altrettanto produttiva quanto
quella degli scioperi (‘strikes’) sull’invenzione delle
macchine. E abbandoniamo la sfera del delitto privato: senza delitti
nazionali sarebbe mai sorto il mercato mondiale? O anche solo le
nazioni? E dal tempo di Adamo l’albero del peccato non è forse in
pari tempo l’albero della conoscenza?
Il
Mandeville, nella sua Fable
of the Bees (1705),
aveva già mostrato la produttività di tutte le possibili
occupazioni ecc., e soprattutto la tendenza di tutta questa
argomentazione: “Ciò che in questo mondo chiamiamo il male, tanto
quello morale quanto quello naturale, è il grande principio che fa
di noi degli esseri sociali, è la solida base, la vita e il sostegno
di tutti i mestieri e di tutte le occupazioni senza eccezione […];
è in esso che dobbiamo cercare la vera origine di tutte le arti e di
tutte le scienze; e […] nel momento in cui il male venisse a
mancare, la società sarebbe necessariamente devastata se non
interamente dissolta”. Sennonché il Mandeville era, naturalmente,
infinitamente più audace e più onesto degli apologeti filistei
della società borghese."
Nessun commento:
Posta un commento