Marx - Engels, Opere Complete, vol. 20. settembre 1864-luglio 1868, Editori Riuniti, Roma, 1987, pp. 5-13 trascrizione a cura del CCDP a 190 anni dalla nascita di Karl Marx (5 maggio 1818).
Leggi anche sulla "miseria" dei nostri tempi: http://www.oxfamitalia.org/il-boom-delle-disuguaglianze/
"Ma si aveva di riserva una vittoria ben più grande
dell'economia politica del lavoro sull'economia politica della proprietà.
Intendiamo parlare del movimento cooperativo e, specialmente, delle manifatture
cooperative erette attraverso gli sforzi spontanei di alcuni uomini audaci. Il
valore di queste grandi esperienze sociali non può essere esaltato al di sopra
della realtà. Non attraverso argomenti, ma attraverso azioni, esse hanno
provato che la produzione su larga scala e in accordo con le esigenze della
scienza moderna può venir esercitata senza l'esistenza di una classe di padroni
che impieghi quella dei manovali; che i mezzi del lavoro, per rendere, non
hanno bisogno d'essere monopolizzati né d'essere piegati a mezzi di predominio
e di sfruttamento contro il lavoratore; e che il lavoro salariato, cosi come il
lavoro degli schiavi, il lavoro dei servi, non è che una forma transitoria e inferiore, destinata a sparire di fronte al lavoro associato, che
espleta il proprio assunto in modo vivace, con spirito alacre e con animo
felice. I primi semi del sistema cooperativo sono stati gettati in Inghilterra
da Robert Owen: le esperienze tentate sul continente dalla classe operaia erano
infatti un'applicazione pratica delle teorie non inventate, ma soltanto
proclamate a piena voce nel 1848."
Indirizzo inaugurale dell'Associazione internazionale
degli operai (Prima Internazionale)
Fondata il 28 settembre 1864 nell'assemblea pubblica al
St. Martin's Hall Long Acre, Londra (1)
Operai!
È un fatto innegabile che la miseria della massa dei
lavoratori non è affatto diminuita dal 1848 al 1864, in un periodo che pure può
essere considerato straordinario per uno sviluppo senza esempi (i)
dell'industria e per l'aumento del commercio. Un organo moderato della classe
media inglese, con un giudizio certamente comune, prediceva nel 1850 che, se in
Inghilterra l'esportazione e l'importazione fossero aumentate del 50%, il
pauperismo sarebbe caduto a zero! Ahimè, il 7 aprile 1864 il cancelliere dello
scacchiere (ii)
proclamava in pieno parlamento, felice per questa rivelazione, che il totale
delle esportazioni e delle importazioni inglesi è ammontato nel 1863 «alla
somma sorprendente [...] di 443.995.000 lire sterline! che supera di circa tre
volte il commercio dell'epoca [...] relativamente recente del 1843». Tuttavia,
con la medesima eloquenza, egli parlava della «miseria». «Pensate,» esclamava,
«a coloro che sono ai limiti della miseria... ai salari... che non sono
elevati, alla vita umana che, in nove casi su dieci, non è che una lotta per
l'esistenza!» (2)
Il cancelliere non parlava degli irlandesi, che nel settentrione sono
gradualmente sostituiti dalle macchine, nel meridione dai greggi di montoni:
anche i montoni muoiono in questo infelice paese, ma, è pur vero, meno rapidamente
degli esseri umani. Egli non ha affatto ripetuto quanto era stato ingenuamente
rivelato dai rappresentanti più insigni di 10.000 signori in un violento
accesso di terrore. Allorché il panico della garrotta (3)
raggiunse un certo livello, la Camera dei lords fece fare un'inchiesta sulla
deportazione e il lavoro forzato dei prigionieri. L'assassinio fece la sua
apparizione nel voluminoso Libro azzurro del 1863 (4),
che, attraverso fatti e cifre ufficiali, ha provato che perfino i peggiori
criminali condannati, i forzati dell'Inghilterra e della Scozia, lavorano molto
meno duramente e sono molto meglio nutriti degli operai di tutta l'Inghilterra
e della Scozia. Ma non basta. Quando, come conseguenza della guerra civile
americana, gli operai delle contee di Lancaster e di Chester sono stati gettati
sulla strada, la medesima Camera dei lords ha delegato un medico nei distretti
industriali, con l'incarico di esaminare quale sia in media la minima quantità
di carbonio e di azoto che debba venir somministrata nella forma più semplice e
a miglior mercato, «nulla piú che per prevenire la morte per inedia». Il dottor
Smith, il medico delegato, s'accertò che per un adulto sono necessari 28.000
grani di carbonio e 1.330 grani (iii)
d'azoto, in media, per garantirlo almeno dalla morte per inedia. Egli ha
scoperto inoltre che tale quantità non s'allontanava troppo dal magro
nutrimento, cui l'estrema miseria di quei tempi aveva ridotto gli operai dei
cotonifici (*).
Ma udite ancora. Lo stesso saggio medico fu in seguito delegato dalla direzione
medica del consiglio segreto (iv)
a esaminare gli alimenti della classe operaia piú povera. Il «Sesto
rapporto sullo stato della salute pubblica» (5),
edito per ordine del parlamento nel corrente anno, contiene i risultati delle
sue ricerche. Che mai ha scoperto il medico? Che i tessitori, i cotonieri, i
guantai, i calzettai ecc. in media non sempre ricevono nemmeno il misero cibo
degli operai cotonieri, neanche la quantità di carboidrati e azotati «appena
sufficienti a prevenire la morte per inedia».