a voi dedico un’opera
nella quale mi sono sforzato di presentare ai miei compatrioti tedeschi un
quadro fedele delle vostre condizioni, delle vostre sofferenze e lotte, delle
vostre speranze e prospettive.
Ho vissuto abbastanza
a lungo tra voi per avere una certa conoscenza delle vostre condizioni
d’esistenza, al cui studio ho dedicato la più seria attenzione, esaminando i
vari documenti ufficiali e non ufficiali, nella misura in cui sono riuscito a
procurarmeli. Ma non mi sono accontentato di questo: volevo qualcosa di più
della semplice conoscenza astratta del mio soggetto, volevo vedervi nelle
vostre stesse case, osservarvi nella vostra vita di tutti i giorni, discorrere
con voi sul vostro stato e sui vostri tormenti, essere testimone delle vostre
lotte contro il potere sociale e politico dei vostro oppressori.
Ho fatto così, ho
rinunciato alla compagnia e ai trattenimenti, al vino di Porto e allo champagne
delle classi medie, ho dedicato le mie ore libere quasi esclusivamente a
frequentare semplici operai; sono insieme contento e fiero di averlo fatto.
Contento, perché in tal modo sono stato indotto a trascorrere piu di un’ora
felice, imparando a conoscere la realtà della vita, ore che altrimenti
sarebbero state dissipate in conversazioni mondane e in tediosi cerimoniali;
fiero, perché ho avuto cosi la possibilità di rendere giustizia ad una classe
oppressa e calunniata di uomini che, con tutti i loro difetti e in mezzo a
tutti i disagi della loro situazione, si impongono tuttavia al rispetto di
chiunque non sia un affarista inglese.
[…] avendo ampia
occasione di osservare le classi medie, vostre avversarie, ben presto sono
giunto a concludere che voi avete ragione, perfettamente ragione, di non
aspettarvi alcun appoggio da esse. I loro interessi sono diametralmente opposti
ai vostri, sebbene esse cerchino sempre di sostenere il contrario e di farvi
credere che nutrono la più fervida simpatia per la vostra sorte. […] Hanno
fatto forse qualcosa di più che pagare le spese di una mezza dozzina di
commissioni d’inchiesta, i cui voluminosi rapporti sono condannati a dormire in
perpetuo tra cataste di cartacce negli scaffali del Home Office? Hanno almeno
tratto da questi libri azzurri che stanno ammuffendo un solo libro leggibile,
dal quale ognuno possa attingere con facilità qualche informazione sulle
condizioni della grande maggioranza dei « liberi britanni »? Non son stati essi
a farlo, naturalmente; queste sono cose delle quali non amano parlare.
Hanno lasciato a uno straniero il compito di
informare il mondo civile sulla situazione degradante nella quale siete
costretti a vivere. Uno straniero per loro, non per voi, spero: il il mio
inglese non sarà perfetto, ma spero che voi tuttavia, lo troverete chiaro.
Nessun operaio in Inghilterra mi ha mai trattato da straniero. Con grande gioia
ho osservato che voi siete immuni da quella terribile maledizione che sono i
pregiudizi e l’orgoglio nazionali che oltretutto non sono altro che egoismo
all’ingrosso. Ho osservato che voi simpatizzate seriamente con chiunque dedichi
le proprie forze al progresso umano – sia o no inglese – che ammirate ogni cosa
grande e buona, sia essa germogliata o no sul vostro suolo, ho trovato che
siete qualcosa in più che inglesi puri e semplici, siete uomini […] i quali
sanno che i propri interessi coincidono con quelli di tutto il genere umano.
E come tali, come
membri di questa famiglia dell’umanità «una e indivisibile», come esseri umani
nel senso più pieno della parola, io, e molti altri sul continente, plaudiamo
al vostro progresso in tutte le direzioni e vi auguriamo un rapido successo.
Andate avanti come avete fatto finora. Molte cose ancora ci saranno da
affrontare, siate decisi, siate impavidi, il vostro successo è certo e nessun
passo da voi compiuto nella vostra marcia in avanti sarà perduto per la nostra
causa comune, la causa dell’umanità!."
Barmen (Prussia renana), 15 marzo 1845
*Leggi tutto: http://gabriellagiudici.it/friedrich-engels-la-situazione-della-classe-operaia-in-inghilterra/
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