Da: http://www.palermo-grad.com - marcopaciotti è redattore di lacittafutura.it
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Questione nazionale e «fronte unico» Zetkin, Radek e la lotta d’egemonia contro il fascismo in Germania - Stefano G. Azzarà
Sul
libro di Stefano G. Azzarà: Comunisti,
fascisti e questione nazionale. Germania 1923: fronte rossobruno o
guerra d’egemonia? [Mimesis,
Milano-Udine, 2018]
Nell’attuale
dibattito politico capita sovente di imbattersi nell’etichetta di
“rossobrunismo”, per la quale si intende, tra chi vi aderisce
entusiasticamente e chi invece vi si richiama con intenti più
polemici (talvolta con toni crassamente scandalistici), un’alleanza
transpolitica – oltre destra e sinistra – tra marxisti e
nazionalisti contro il nemico comune costituito dal capitalismo
globale transnazionale, stigmatizzato variamente quale “apolide”,
“turbomondialista”, “sradicante”, “cosmopolita” etc., nel
nome della difesa della “sovranità” e delle piccole patrie.
In un testo pubblicato lo scorso autunno presso Mimesis Stefano Azzarà, con scrupolo critico, polemizza con tale posizione, mostrandone l’inconsistenza sul piano storico-filosofico a partire dall’analisi del dibattito avvenuto nell’estate del 1923 tra alcuni esponenti della Kommunistische Partei Deutschland (tra cui spiccano le figure di Karl Radek e Paul Fröhlich) e i teorici del movimento völkisch Arthur Moeller van der Bruck[1] e Ernst Reventlow. Lo scambio, descritto dall’autore come un “dialogo tra sordi”, viene presentato in una nuova traduzione di Azzarà nella seconda parte del libro.
In un testo pubblicato lo scorso autunno presso Mimesis Stefano Azzarà, con scrupolo critico, polemizza con tale posizione, mostrandone l’inconsistenza sul piano storico-filosofico a partire dall’analisi del dibattito avvenuto nell’estate del 1923 tra alcuni esponenti della Kommunistische Partei Deutschland (tra cui spiccano le figure di Karl Radek e Paul Fröhlich) e i teorici del movimento völkisch Arthur Moeller van der Bruck[1] e Ernst Reventlow. Lo scambio, descritto dall’autore come un “dialogo tra sordi”, viene presentato in una nuova traduzione di Azzarà nella seconda parte del libro.