**Economista italiano wikipedia
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/04/la-crisi-finanziaria-e-la-grande.html
1.Esiste ormai una biblioteca di scritti sulla crisi, ed estrarne le diverse impostazioni è come rivelare l’ideologia degli autori. Ha scavato in profondo, la crisi iniziata nel 2007, e poiché sconvolge pensieri dominanti da decenni e grandi interessi apparentemente consolidati, chi scrive esprimerà soltanto una propria opinione, che tuttavia considera una base possibile per future politiche.
2.La spiegazione più ingenua è quella che sostiene che tutto ciò che sale, prima o poi deve scendere: illustri economisti seguono questa idea, in particolare quelli che sono stati capaci di anticipare il crollo solo per aver fortunosamente scelto il tempo della pubblicazione della loro previsione.
Altri, in particolare Minsky, avevano anticipato il crollo vent’anni prima e non è per caso che il pensiero di questo economista trova nuove orecchie, dopo decennali silenzi. Semplificando, la tesi di Minsky è che il crollo avviene quando i valori dei mercati finanziari si distaccano eccessivamente dai valori del sottostante e indicava nella distruzione del sistema finanziario costruito dopo la Grande Depressione la causa della divaricazione.
Questa tesi si associa qualche volta all’atteggiamento moralista di chi ha condannato l’”economia di carta” avvenuta con la globalizzazione, dimenticandone i sorprendenti risultati positivi per l’economia mondiale, con lo sviluppo dei paesi emergenti. La tesi veramente più incomprensibile è quella che astrae dalla crisi, la considera una parentesi, e continua a ragionare del sistema economico mondiale come non fosse mai avvenuta: lo dimostra l’uso dei DSGE (Dynamic Stochastic General Equilibrium) da parte delle banche centrali e l’immane letteratura pseudokeynesiana che cerca di ricostruire la sintesi neoclassica alterando questa o quella ipotesi del modello originario.
Recentemente, Davidson ha ripreso la critica della teoria delle aspettative razionali (ergodiche) perché queste sostanzialmente attribuiscono ai singoli agenti e individui la capacità di vedere probabilisticamente il futuro: un tentativo che gli dei ma anche il Dio della Bibbia avrebbero punito con la cecità. Del resto, la cecità è emersa proprio con la crisi, che nessun modello razionale né si attendeva né poteva anche soltanto includere.
3. Senza voler ricostruire la storia economica degli ultimi trentaquattro anni (dal monetarismo di Volcker nel 1979, con Carter, ad oggi), alcune tappe vanno però ricordate, e proprio a partire da quella fondamentale svolta, che più appropriatamente attribuiamo a Thatcher e Reagan.