L'economia
cinese continua a crescere e a costituire il traino dell'ecomia
mondiale. Gli obiettivi della pianificazione e le misure di politica
economica.
I livelli di povertà assoluta si sono ulteriormente ridotti, come mostra questo grafico che tiene conto del periodo a partire dal 1978, anno del lancio della politica di riforma ed apertura.
Nello specifico del periodo dal 2011 al 2015, altri 109 milioni di persone sono uscite dalla povertà, come mostra il grafico successivo.
Per quanto riguarda il finanziamento al sistema sanitario cooperativo rurale di base (NRCMS), i sussidi pro capite sono aumentati secondo la curva seguente:
In generale, sono aumentati i fondi speciali governativi per la riduzione della povertà dal 2010 al 2016, dai 22 miliardi di yuan del 2010 ai 67 miliardi di yuan del 2016. Segue grafico esplicativo.
La bilancia commerciale ha segnato un risultato negativo a febbraio 2017 dopo mesi di attivo (e consistente anche), anche se il segno più è ritornato nel mese successivo. Bisognerà ragionare sui dati complessivi alla fine del 2017.
La
Conferenza Economica Centrale di Lavoro cinese tenutasi nel dicembre
del 2016 ha delineato un progetto che è stato ripreso dalla sessione
dell'Assemblea Popolare Nazionale tenutasi a Marzo 2017.
Presentando
il rapporto sul lavoro del governo, il Primo Ministro Li Keqiang ha
fissato un tasso di crescita del 6,5% per il 2017 (6,7 nel 2016) e ha
aumentato di un milione il target per la creazione di nuovi posti di
lavoro, da 10 milioni ad 11, per quest'anno.
Tutti
i dati macroeconomici andranno inquadrati nell'ambito del Tredicesimo
Piano Quinquiennale (2016-2020) e nel progetto del raddoppio del Pil
e del reddito pro capite dal 2010 all'anno 2020.
Il
piano quinquennale è a sua volta inserito nel progetto del
cambiamento del paradigma di sviluppo che ormai la Cina da qualche
anno sta perseguendo (per un'approccio approfondito, consigliamo
caldamente la lettura del libro di Xi Jinping, "The Governance
of China", Foreign Language Press, 2014, recentemente tradotto
anche in italiano da M.
Castorina, T.
Zappone,
"Governare la Cina", Giunti Editore, 2016).
Politica
Fiscale
Le
priorità fiscali del
governo per quest'anno saranno rafforzare gli investimenti in
infrastrutture pubbliche (3.380
miliardi di dllari in quattro anni dal 2016 al 2020),
nell'edilizia pubblica popolare, e quelli nel welfare sociale.
Il
deficit pubblico si
attesterà al 3% del pil, e
il debito pubblico è
stato il 36,7% del Pil nel 2016(1.624
miliardi di dollari di debito pubblico centrale e 2.350 miliardi di
dollari di debiti dei governi locali, 3.974 miliardi in totale).
La
soglia relativamente bassa della somma complessiva dei debiti del
governo centrale e locali in rapporto al Pil non ha comunque evitato
che il governo lanciasse un piano in quattro stadi per evitare
qualsiasi rischio default a livello locale.
I
debiti delle amministrazioni cittadine e di contea saranno divisi in
4 gradi di rischio, con
il primo grado a rappresentare il rischio più elevato.
Le
manovre di aggiustamento del debito locale seguiranno un criterio: si
chiederà un aggiustamento qualora gli interessi sui debiti locali
supereranno del 10% il loro budget di spesa pubblica, o se gli
interessi sui debiti speciali supereranno del 10% budget governativo
locale.
In
base a questo meccanismo, le amministrazioni locali dovranno
rientrare nautomaticamente nei suddetti limiti, riducendo le spese o
cedendo attività.
Nel
2016 è stato posto un tetto al totale nazionale dei debititi delle
amministrazioni locali per lo stesso anno, a 2.400 miliardi di
dollari.
E'
stato inoltre introdotto un programma di swap, per la trasformazione
del debito in bond, che alla fine del settembre 2016 aveva già
trasformato 1.000 miliardi di dollari di debito locale per
quell'anno.
Il
Ministero delle Finanze ha comunque escluso
qualsiasi ipotesi di bailout da parte del governo centrale nella
remota eventualità di default delle amministrazioni pubbliche
locali, ovvero di salvataggio esterno con fondi pubblici. I
funzionari delle amministrazioni locali saranno ritenuti
responsabili.
Politica
monetaria e del tasso di cambio
Nel
febbraio 2017 la Banca del Popolo Cinese, PBOC, (che funge da banca
centrale) ha riaffermato una politica
monetaria prudente ma anche neutrale,
con l'obiettivo di sgonfiare le bolle speculative (nell'immobiliare)
e di salvaguardare il Paese da rischi finanziari (debito locale e
mercato azionario).
La
crescita dell'aggregato monetario M2 (moneta legale + depositi a due
anni, esclusi bot e obbligazioni M3), è stato annunciato, sarà più
bassa. Infatti
nel febbraio 2017 il totale è stato di oltre 158.000 miliardi di
yuan (23.000 miliardi di dollari), un
aumento dell 11,1% rispetto a quello del mese precedente, che era
stato dell 11.3% e più basso delle aspettative dei mercati, che
ritenevano si sarebbe attestato sull'11.4%.
Il
3 febbraio la PBOC ha
annunciato un aumento dei tassi di interesse dei suoi prestiti alle
banche,
e innalzamenti del tasso di interesse per gli accordi di riacquisto
nella versione da 7 giorni, a 14 e a 28 sulle operazioni nel mercato
aperto, a segnalare una politica leggermente restrittiva.
In
gennaio, la Pboc aveva aumentato i tassi anche sui prestiti a medio
termine, limitando un altro strumento di liquidità e dunque
favorendo indirettamente l'apprezzamento dello yuan senza
utilizzare le
riserve forex, che infatti
a sorpresa a febbraio 2017 sono cresciute, rompendo
una serie di 8 mesi negativi di calo delle riserve, e
risalite per la prima volta sopra ai 3000 miliardi di dollari.
In
generale, dopo la bolla finanziaria di fine estate 2015, la
Pboc è andata riducendo l'allentamento della politica monetaria fino
ad invertirla con
le manovre di inizio 2017. La ragione principale è che una crescita
del 6,5% è comunque sufficientemente alta da sopportare una politica
monetaria restrittiva sia sul fronte dell'aggregato monetario che dei
tassi.
Tutte
le manovre espansive si sono rivelate troppo rischiose in un ambiente
di crescita comunque così sostenuto, e hanno dato risultati negativi
in ambito azionario, di debito locale, di tendenza all'esportazione
di capitali e soprattutto hanno contribuito al deprezzamento dello
yuan, che invece la banca centrale ha puntato a sostenere vendendo
riserve forex e comprando renminbì, che
comunque si è leggermente svalutato da 6.2 yuan contro 1 dollaro usa
all'inizio della tempesta finanziara alla fine dell'estate del 2015
fino al 6.8 yuan contro un USD attuale.
In questo modo tuttavia le riserve forex sono scese sotto i 3000
miliardi di dollari in due anni, bruciando ben 1000 miliardi di
dollari (quasi 4000 nel 2014), e di conseguenza la politica
restrittiva si è di nuovo rivelata necessaria e in generale più
adatta ad evitare un surriscaldamento (ad
esempio del mercato immobiliare)
in un'economia comunque in rapida crescita.
Inizialmente
la politica monetaria espansiva (riduzione
del tasso di interesse dal 6% al 4.5% tra il 2015 e il 2016)
era servita ad evitare un hard landing (atterraggio duro)
dell'economia negli anni in cui il tasso di crescita si è ridotto
fino ai livelli della "nuova normalità". Ha contribuito
inoltre alla diffusione dello yuan sui mercati, fino al
riconoscimento di valuta di riserva nel paniere Fmi il 30
novembre 2015,
ma ora non è più necessaria. Ecco perché la PBOC ha cambiato
orientamento.
Questo
effetto si è combinato con politiche di controllo dei capitali più
severe, per ridurre il deflusso di capitali all'estero.
Politica
dei redditi e dei prezzi
Il
rapporto del governo sulla riduzione della povertà e sui diritti
umani dell'Ottobre 2016 conferma
gli obiettivi di politica fiscale sul rafforzamento dello stato
sociale cinese.
I livelli di povertà assoluta si sono ulteriormente ridotti, come mostra questo grafico che tiene conto del periodo a partire dal 1978, anno del lancio della politica di riforma ed apertura.
Nello specifico del periodo dal 2011 al 2015, altri 109 milioni di persone sono uscite dalla povertà, come mostra il grafico successivo.
Per quanto riguarda il finanziamento al sistema sanitario cooperativo rurale di base (NRCMS), i sussidi pro capite sono aumentati secondo la curva seguente:
In generale, sono aumentati i fondi speciali governativi per la riduzione della povertà dal 2010 al 2016, dai 22 miliardi di yuan del 2010 ai 67 miliardi di yuan del 2016. Segue grafico esplicativo.
La bilancia commerciale ha segnato un risultato negativo a febbraio 2017 dopo mesi di attivo (e consistente anche), anche se il segno più è ritornato nel mese successivo. Bisognerà ragionare sui dati complessivi alla fine del 2017.
Il
tasso di disoccupazione urbana è rimasto invariato al 4.02%, un
dato bassissimo se confrontato con i livelli di disoccupazione
nell'Europa meridionale.
Prosegue
il piano di riforma delle aziende di stato (Soe),
che prevede in alcune industrie l'aumento della proprietà mista
pubblico privato, con i privati in ruolo di minoranza.
In
ogni caso, è stato annunciato che nell'ambito del piano della
riduzione della capacità produttiva, non
ci saranno licenziamenti di massa tra gli impiegati delle aziende
pubbliche sottoposte a riforma come
negli anni '90 (quando comunque vennero attuati massicci piani per il
reimpiego in altri settori). La tutela degli interessi dei lavoratori
di quelle imprese, è stato annunciato da Xiao Yaqing, capo della
Commissione Centrale per l'Amministrazione dei beni di Stato, sarà
un compito di primaria importanza nei piani di aggiustamento.
Per
quanto riguarda l'inflazione, quella
prevista per l'anno in corso sarà del 3%, in linea con l'andamento
degli ultimi due anni.
Sul
piano degli effetti sull'estero delle politiche economiche
cinesi, segnaliamo
che nel
2016 la Cina ha contribuito ad un terzo della crescita economica
mondiale secondo i dati della Banca Mondiale, più di ogni altro
Paese al mondo.
Prosegue
inoltre il progetto
della Nuova Via della Seta e quello "One Belt, One Road",
nell'ottica della cosiddetta Globalizzazione 2.0,
ovvero quella in cui, ad una prima fase in cui la Cina esportava
essenzialmente beni finiti, fa seguito una fase in cui si esporta la
capacità di costruzione infrastrutturale domestica cinese in eccesso
sotto forma di investimenti infrastrutturali esteri, che
contribuiscono ai pil delle economie locali e creano le basi di uno
sviluppo di lungo periodo in Asia, ma anche in Africa. In
quest'ottica gioca un ruolo fondamentale la costituita Banca
D'investimenti Infrastrutturali Asiatica (AAIB).
Nessun commento:
Posta un commento