Dice Aristotele che
si conosce qualcosa quando se ne conoscono le cause. Da parte sua
Marx ribadisce, nel Capitale, che "ogni scienza sarebbe
superflua se l’essenza delle cose e la loro forma fenomenica
direttamente coincidessero". Nel seguire questa lezione di
"capitalismo realmente esistente" è bene aver presenti
queste affermazioni per evitare di cadere nell'equivoco di credere
che la spiegazione della crisi proposta da Sdogati sia più di quel
che è, vale a dire una rassegna di fenomeni promossi a cause. È
vero che, ad esempio, la speculazione sui "derivati" o la
restrizione del credito bancario hanno a che vedere con quanto sta
accadendo a livello planetario: ma sono a loro volta espressione e
conseguenza di quella tendenza all'infinito accrescimento del valore
(non necessariamente della ricchezza effettiva) che costituisce
l'essenza del capitalismo ( e che viene accuratamente occultato, o
peggio, naturalizzato dall'ideologia dominante). Tutto ciò Marx lo
sapeva già e lo espone, sia pure in forma non compiuta, nella sua
opera principale e, in particolare, nel terzo libro. Detto ciò, è
sempre utile e istruttivo, per chi non è un addetto ai lavori,
prendere atto di come un economista borghese vede il mondo che la sua
stessa classe ha costruito e, nello stesso momento, se lo nasconde
dietro a un velo di pseudo-razionalità. (il collettivo)
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