Da: https://contropiano.org - Dante Barontini Editorialista del quotidiano digitale italiano Contropiano -Domenico Quirico è un giornalista italiano. È reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro delle cosiddette primavere arabe. - Fulvio Scaglione è giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 è stato vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale. E' stato corrispondente da Mosca, ha seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente.
Sta diventando un coro. Dai toni esattamente opposti a quelli cantati per oltre due anni. Del resto, bisogna ora spiegare e far metabolizzare – alle popolazioni dell’Occidente – che quella guerra cui stiamo partecipando come fornitori di armi e soldi (mentre si dice alle stesse popolazioni che “non c’è un euro da spendere più per la sanità, le pensioni, la scuola, ecc“) è persa, bisogna vedere come uscirne senza concedere troppo oppure spingere sull’acceleratore e accettare la notte nucleare.
Compito gramo, certamente, che i nostri gazzettieri “usi a obbedir strillando” provano a modulare scavando e scovando molti argomenti tra loro anche in contraddizione. Fanno quasi tenerezza, poveri megafoni ben stipendiati…
In fondo erano partiti dietro ad autentici geni (incensati come tali, ma tra i dubbi di tanti, noi per primi) come Mario Draghi, che ad un certo punto (giugno 2023), parlando al MIT di Boston, aveva usato toni ultimativi ma anche vagamente apocalittici: “I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica”, ed è “per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati, se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra”.
Vincere o morire… Già sentita e non proprio benaugurante…
Draghi, spiegava allora che accettare una vittoria russa “infliggerebbe un colpo fatale all’Ue”. Perché “accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l’Ue è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è. Segnalerebbe inoltre ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza – un pilastro della nostra politica estera – non è poi così incrollabile”.
Un po’ come fuggire dall’Afghanistan, no? (ma questo, al “genio”, non è venuto in mente…)