Da: https://www.perunaltracitta.org - Edoardo Todaro Collabora con "PerUn" e altre riviste. Svolge la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa).
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Enzo Traverso, Gaza davanti alla Storia, Laterza, 2024, pp 104, 12 euro
Alcune domande, retoriche sicuramente, ci introducono ad affrontare il genocidio in corso in Palestina: “La distruzione di Gaza è una conseguenza del 7 ottobre o l’epilogo o ….? I palestinesi hanno il diritto a resistere all’occupazione? Genocidio è antisemitismo?”
Rispondere a questi interrogativi è molto importante. Enzo Traverso ci pone di fronte a qualcosa con cui, fino ad oggi, non avevamo fatto i conti: nel 2024 siamo di fronte ad un vero e proprio genocidio. In quanto storico, Traverso non può sottrarsi dall’affrontare il senso dell’uso pubblico del passato rifacendosi a quanto è avvenuto decenni fa. Quante similitudini tra il passato e l’oggi. La Germania del 1945, il monopolio del potere, della morale, della forza; il silenzio complice e colpevole. Parlando dell’oggi: aggressori, carnefici e vittime, certo cambiano i contesti storici ma siamo sempre nell’uso distorto, nell’abuso, di quanto accade.
Ma allora proviamo a rispondere alle domande iniziali con altre domande: cominciamo ponendo la questione sul ruolo della vittima: Israele lo è? E di conseguenza Hamas ha il ruolo di esecutore? A Gaza è in corso una autodifesa, legittima? Il cosiddetto “fondamentalismo islamico” è una minaccia per l’occidente come fu interpretato il comunismo nel secolo scorso?
Traverso nel suo scritto ci pone di fronte a qualcosa che non è geopolitica, è coniugare teoria e prassi: il 7 ottobre è l’origine? E di cosa? E allora, proviamo a rispondere dopo aver letto Gaza davanti alla storia: il 7 ottobre non è stata un improvvisa esplosione di odio riposto nei meandri della memoria, ma è una tragedia preparata, gestita da chi oggi vuol passare come vittima. A Gaza esiste una segregazione totale, “la culla del male” Gaza è ciò che scaturisce dall’oppressione. Traverso ci descrive ciò di cui ormai, giorno dopo giorno, tutti stiamo prendendo coscienza: il genocidio che viene compiuto in Palestina non è un crimine di guerra;, un antisemitismo ad uso e consumo di una memoria ripiegata su se stessa; non ci sono due eserciti che si fronteggiano, ma esecutori e vittime, c’è una distruzione a senso unico con l’ obiettivo dell’offensiva israeliana attraverso i danni collaterali: migliaia di palestinesi uccisi. Israele ignora, volutamente, con la complicità delle “democrazie” occidentali le ordinanze internazionali. Traverso ci porta ad affrontare un tema importante: l’uso del linguaggio come strumento di guerra, con i suoi stereotipi: Israele, in missione civilizzatrice, = democrazia; Hamas = belva assetata di sangue. Per non parlare del binomio civiltà e barbarie, progresso ed arretratezza, illuminismo ed oscurantismo. Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, che in quanto tale, ha il diritto alla difesa. E quindi, se tutto è pianificato strumentalmente dalla potenza militare di Israele, a partire dalla distruzione delle strutture fino alla negazione del cibo e delle medicine, e nulla accade per caso, i palestinesi hanno o non hanno il diritto a resistere verso un’occupazione ultra decennale?
Di fronte a tutto questo, non siamo a rapportarci con la Storia, no siamo di fronte alla propaganda di chi si ritiene vincitore, alle cosiddette fake news, alle notizie false: donne incinte sventrate, bambini decapitati ….. E perché no, alle misure di sicurezza, alle punizioni collettive, agli assassinii mirati, al ripulire dal cancro arabo. Leggere Gaza davanti alla storia può farci fare un passo avanti nel conoscere, e quindi capire, quanto accade in Palestina, e renderci partecipi della solidarietà.
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