venerdì 6 dicembre 2024

La massa fittizia - Henryk Grossmann

 Da: Maurizio Bosco https://www.facebook.com/notes/10221774447304037 - [Henryk Grossmann, La legge generale dell’accumulazione e il crollo del capitalismo]

Henryk Grossman (Cracovia 1881, Lipsia 1950) è stato economista e accademico tedesco d'orientamento marxista. Fu professore di economia all'Università Libera Polacca di Varsavia. Nel 1925 emigrò per sfuggire alla persecuzione politica e si unì all'Istituto di Ricerche Sociali di Francoforte. 



Il meccanismo capitalistico non ha alcun cervello regolatore, in grado di adeguare coscientemente l’am­piezza dell’accumulazione alla situazione di equilibrio necessaria. Il capitale finanziario che cerca investimento, e non trova nella sfera della produzione alcun impiego redditizio, si dirige verso la borsa per pescare nel torbido – fino a che si ripresenti una situazione di redditività (valorizzazione) nella sfera della produzione. L’“attività” della borsa si trova in rapporto strettissimo con il movimento del tasso di interesse sul mercato finanziario. La crisi acuta esplode alla fine dell’espansione e transitoriamente crescono di livello anche i tassi di interesse, e in questo modo anche il crollo del prezzo dei titoli è grande. La caduta del corso di questi titoli però è il pretesto per il loro acquisto in massa da parte degli speculatori di borsa. Così la speculazione comincia proprio nella depressione. Dal punto di vista economico privato, l’investimento in borsa è fruttifero come qualsiasi altro. L’“investimento” in borsa però non crea né valore né plusvalore. Esso ha per scopo soltanto un aumento dei corsi e trasferimenti di capitale. Questo capitale si rivolge alla borsa, dimenticando il carattere illusorio di questi investimenti.

La catena delle cause, a partire dalla sfera della produzione, grazie al funzionamento immanente dell’accumulazione capitalistica, propaga la necessità del decorso ciclico alla sfera della circolazione (mercato finanziario, borsa titoli). Se viene di nuovo ricostituita nel processo di produzione la valorizzazione degli investimenti di capitale, si avrà da capo un’ulteriore accumulazione. Il tasso di profitto cresce. Se esso diviene superiore alla rendita dei titoli a tasso fisso, i capitali abbandonano la borsa e affluiscono nuovamente alla sfera della produzione, per trovare in questa sede un impiego produttivo. I titoli vengono di nuovo acquistati dal pubblico che cerca un investimento durevole e non specula mirando all’arricchimento. Però questo investimento “durevole”, dura soltanto fino alla crisi successiva. Alla stretta successiva del mercato finanziario, i titoli vengono di nuovo acquistati dalla borsa. Il gioco si ripete, però su base mutata: la centralizzazione del patrimonio finanziario è sempre più grande. In questo modo si spiega il potere crescente del capitale finanziario.

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