mercoledì 4 maggio 2016

Dialoghi di profughi X.* - Bertolt Brech




LA FRANCIA, OVVERO IL PATRIOTTISMO. – DEL METTER RADICI.


Ziffel dovette dare a Kalle la triste notizia che non vedeva alcuna possibilità di continuare a scrivere le sue memorie, perché aveva avuto troppo poche esperienze.

KALLE    Eppure in vita sua deve ben aver avito delle esperienze, se non grandi, almeno piccole. Racconti queste!

ZIFFEL    In teoria si afferma che ognuno ha una sua vita, ma è soltanto un sofisma che ha una validità puramente formale, in quanto si può certamente chiamare vita il vegetare per settant’anni, o anche solo per tre anni. Conosco il detto secondo cui ci si può rallegrare alla vista di un ciottolo sulla riva di un torrentello quanto alla vista del Cervino. Si può ammirare la creazione del signore allo stesso modo in tutti e due i casi, ma io preferisco ammirarla davanti al Cervino, è questione di gusti. Naturalmente si può parlare di tutto in modo interessante, ma non tutto merita interesse. Comunque io l’ho già finita con le mie memorie, e questo è quanto mai triste.

KALLE    Racconti almeno a voce di tutti i posti dove è stato, e perché ne è venuto via; insomma, come ci ha vissuto.

ZIFFEL    Allora ci sarebbe da parlare della Francia. La patrie. Sono contento di non essere un francese. Quelli devono essere troppo patrioti per i miei gusti.

KALLE    Va bene, mi dica un po’ cos’ha in contrario.

ZIFFEL    E’ un paese dove il patriottismo va praticato come un vizio, non soltanto come una virtù. Non sentono il proprio paese come una moglie, ma come un’amante. E come è gelosa quest’amante!

KALLE    Una volta avevo un’amica che ogni quarto d’ora mi domandava se l’amavo ancora. Quando andavo a letto con lei mi diceva ce l’amavo solo per via del letto, e quando stavo ad ascoltarla diceva che se fosse stata muta non l’avrei più voluta. Era una bella fatica.

ZIFFEL    Una volta in Francia un poeta divenne celebre per la sua originalità, perché se ne era andato all’estero. Scrissero addirittura dei libri per discutere se il suo era un fenomeno patologico o vera originalità

KALLE    L’amor di patria laggiù pare sia così importante da venir subito dopo l’amore per il mangiare. E questo è più largamente sviluppato che altrove, mi dicono. Ma il peggio si è che alla gente permettono solo molto raramente di essere patriota.

ZIFFEL    E perché?

KALLE    Prenda questa guerra. Tutto è cominciato così: la gente comune dà il voto alle sinistre e pretende la giornata di sette ore. L’Oro non può farci niente, e allora, scocciatissimo, se ne va in America. Quindi, niente armamenti. La gente comune è contro il fascismo per la stessa ragione per cui vuole le sette ore: quindi, ecco la guerra. I generali dicono che loro non possono far niente se non ci sono armi, e ti fanno l’armistizio, anche perché pensano che la gente comune non può più far niente se ci sono le truppe straniere a mantenere l’ordine. I patrioti, che vorrebbero continuare a combattere, son messi in prigione, e s’accorgeranno cosa vuol dire andare contro lo Stato. Qualcosa di simile è capitato in Cecoslovacchia. Bisogna proprio essere un patriota di ferro per esserlo ancora in un paese così, lei me lo concede, vero?

ZIFFEL    Mi è sempre parso strano che si debba amare di più proprio il paese dove si pagano le tasse. Il fondamento per l’amor di patria è il contentarsi di poco, un’ottima qualità, quando non c’è niente.

KALLE    L’amor di patria te lo pregiudicano già col fatto che non ti lasciano veramente scegliere. E’ come se dovessi amare la donna che sposi invece di sposare quella che ami. Ecco, fatemi vedere un pezzetto di Francia, un lembo di buona Inghilterra, due o tre montagne svizzere e un po’ di costa norvegese; io punto il dito e dico: questo me lo prendo come patria. Allora sì che me lo terrei caro. Ma oggi è come se niente potesse essermi più caro del davanzale da cui son cascato una volta.

ZIFFEL    Bello, questo punto di vista di un cinico senza radici, mi piace.

KALLE    Già. Di solito invece si dice che bisogna avere radici. Ma io sono convinto che le uniche creature che le radici ce l’hanno davvero, gli alberi, preferirebbero tanto farne a meno: così potrebbero andare a prendere il volo con l’aeroplano.

ZIFFEL    Dicono che si ama ciò per cui si è sparso sudore. Sarebbe una spiegazione per un fenomeno come l’amor di patria.

KALLE    Io no. Non amo ciò per cui ho sparso sudore, e non amo nemmeno tutto ciò per cui ho sparso il mio seme. Ebbi a fare con una tizia, una volta; me la portai in gita al Wannsee perché mi piaceva il suo corpo, ci aveva degli attributi mica male. Ma prima volle far colazione, e poi andare in barca, e poi prendere il caffè; alla fine ero arrivato al punto che l’avrei piantata lì su due piedi fra le frasche se ci avesse impiegato anche solo mezzo minuto di più a sfilarsi le mutandine. E ripeto, aveva un corpo splendido.

ZIFFEL    Già, lei ha detto: attributi mica male. Se mi figuro il paese in cui vorrei vivere, ne scelgo uno dove ti fanno subito un bel monumento di patriota se in un momento di distrazione mormori qualcosa come «mica male il paesaggio qui». E ciò perché in questo paese quella frase sarebbe del tutto inaspettata, una vera sensazione da farne un gran caso. Naturalmente se uno non mormora niente il monumento glielo devono fare lo stesso, per la ragione che non ha detto qualcosa di superfluo.

KALLE    A lei il gusto per il suo paese gliel’hanno rovinato i patrioti che lo posseggono. Qualche volta pensavo: che bel paese che avremmo, se ce l’avessimo davvero noi! Mi viene in mente una poesia (1) che ne enumera un paio di belle qualità. Non pensi che abbia il pallino delle poesie, questa l’ho letta per caso da qualche parte, e non la ricordo neanche tutta; soprattutto non so più che cosa dice delle province che si passano in rivista. Eccole qui, con molte lacune:

                  O amici boschi di Baviera, città del Meno
                  Rhön adorno d’abeti, e tu, ombrosa Selva
                        Nera!

Poi viene qualcosa che ho dimenticato: doveva essere qualcosa in relazione col pezzo precedente; poi seguita:

                  O colline rosseggianti di Turingia, modesto
                        Cespuglio della Marca, e voi
                  nere città della Ruhr, attraversate da barconi
                        di ferro

Qui ho un’altra lacuna, e poi:

                  Anche tu, Berlino, città di molte città
                  attiva sopra e sotto l’asfalto, voi
                  porti anseatici, e di Sassonia
                  brulicanti città, e città di Slesia, ammantate
                        di fumo, miranti ad Oriente!

Il sugo è che tutto questo bisognerebbe conquistarlo, che varrebbe la pena di farlo!

 Ziffel guarò meravigliato Kalle, ma non potè scoprire in lui nessuna traccia di quell’aria da pecora che hanno tutti coloro che fanno discorsi patriottici, e vuotò il suo bicchiere scuotendo il capo. 

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