*Da Introduzione a "Per
la Critica dell'Economia Politica", Capitolo 3
Marx insiste sul momento analitico del metodo che propone.
Ricordiamo che, nella Logica, Hegel deduce le categorie (determinazioni del
pensare) analiticamente: appunto per via d’analisi si svolge il fondamentale
processo del passaggio in altro. In questo senso, la procedura dialettica è
esplicativa, fa emergere progressivamente ciò che è contenuto nel punto di
partenza. Se questo è vero, non meraviglia che muoversi nella prospettiva
dialettica implica, anche, la necessità di differenziare l’analiticità
dialettica, appunto, da un’altra analiticità, che si limita ad esplicare
formalmente, nel predicato, ciò che è contenuto nel soggetto. Dunque,
l’interesse di Hegel e di Marx verso le proposizioni tautologiche consegue
direttamente da caratteri essenziali della prospettiva dialettica.
La procedura dialettica ... si completa ora mediante la
sintesi. Per Hegel, l’analisi consiste nell’esposizione..., sulla sola base
della necessità concettuale, di ciò che è contenuto in sé nel concetto
originario, colto come totalità; quanto alla sintesi, essa è ai suoi occhi una
procedura, che implica una esteriorità del ragionamento in rapporto a se
stesso, l’assunzione di un’alterità reale. In questo senso il metodo
dialettico, per Hegel, non è né analitico né sintetico -o, piuttosto, è contemporaneamente
e l’uno e l’altro.
La conclusione di Marx, dunque, è che il risultato è
l’effettivo punto di partenza. Esattamente come Hegel sosteneva (G.W.F. Hegel,
Science de la logique...: 42s). Altrettanto chiaro è che Marx sta
ricollegandosi alla critica a Feuerbach, che aveva svolto -in età giovanile-
nelle Thesen über Feuerbach.
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