*Da QUADERNO
FREUDIANO, Stefano Garroni, Ed. BIBLIOPOLIS
L'amore (e l'amicizia, e l'abbandonarsi, l'immergersi nella
natura) definisce un certo livello d'esperienza, in cui si esplicano forze
profonde ed essenziali, le quali realizzano un "disegno",
attualizzando un'aspirazione radicale, che è degli uomini e dei viventi in
generale. Si tratta dell'aspirazione all'unità, alla ricomposizione, al
superamento d'una condizione di scissione, separatezza, che produce angoscia,
che rende vana, sterile l'esistenza, la svuota di senso. Ma questo va tenuto
ben presente: esiste uno scarto fra il piano in cui si collocano separatezza e
angoscia, e l'altro in cui si realizza la ricomposizione. Il primo, infatti è il piano
dell'intelletto, della riflessione, del sapere scientifico e dell'agire
politico (è il livello del "tempo, insomma); l'altro è quello a cui si perviene, quando, superati illusori furori,
ci si allontana dal pensare e dall'agire (nel senso sopra detto) e si ritorna
ad una relazione immediata, emozionale con la madre-natura.
Dato questo scarto, è vero, allora, che le riconquistate
armonia ed unità rigorosamente,non sono
tali, ma piuttosto lo sono metaforicamente,
allusivamente. Perché fossero effettive
armonia ed unità, dovrebbero, infatti, risultare da un intervento attivo sul mondo della scissione; un intervento
che cambiasse questo mondo, che
operasse, a dir così, sul
"tempo", per introdurre un diverso
"tempo".
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