*Da: https://www.facebook.com/Economisti-di-classe-Riccardo-Bellofiore-Giovanna-Vertova-148198901904582/?fref=ts (pubblicato in due parti come: (a) Economia politica e
filosofia della storia. Variazioni su un tema smithiano: la missione
‘civilizzatrice’ del capitale, in
“Teoria politica”, n. 2, 1991, pp. 69-96; (b) Cambiare la natura umana. Ancora
su economia politica e filosofia della storia, “Teoria politica”, n. 3, 1991,
pp. 63-98)
**Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Bergamo
Jean Paul Sartre, "Matérialisme et révolution",
in Situations, I, Paris 1957, p. 213
1. Introduzione
L'economia politica ha costituito da sempre terreno fertile
per la riflessione filosofica. Gli ultimi anni, da questo punto di vista, non
fanno eccezione: basta pensare al proliferare di studi di epistemologia
economica, o ancora alla questione della relazione tra etica ed economia. Il
problema che vorrei affrontare nelle pagine che seguono è invece di quelli un
po' desueti: la ricerca bibliografica difficilmente registrerebbe titoli recenti;
l'inglese non sarebbe forse la lingua egemone; la letteratura definibile in
senso lato come empirista e liberale sarebbe una componente importante ma non
esclusiva.
Si tratta, per dirla in breve ed un po' enfaticamente, di
ripercorrere le tappe principali di quella linea di pensiero che si è
interrogata sulla missione "civilizzatrice" e sul ruolo storico del
capitale. Di riandare, dunque, a quegli autori che hanno visto nel primato
dell'economico un problema, sino in alcuni casi ad auspicare, o a temere, un
suo possibile superamento. E che, proprio perché questo era il loro tema, si
sono trovati a fare affermazioni impegnative sulla "natura umana", e
sul "significato della storia". Terreno che altri giudicherà
scivoloso, e che senz'altro lo è: ma che comincia ad apparirmi culturalmente, e
politicamente, ineludibile, per ragioni che spero saranno più chiare alla fine
di questo scritto. Certamente in questa luce l'economia politica si confonde
con la filosofia della storia e con la filosofia morale; l'indagine sulle leggi
di funzionamento del sistema sfocia nella questione del "senso" del
corso storico, si confonde con la discussione sulla "giustificazione"
del capitalismo - come vedremo, le due cose sono anzi per molti degli autori
che considererò due facce della stessa medaglia.
Il metodo che adotterò sarà quasi sempre quello di far
parlare direttamente i testi. Metodo soggettivo ed arbitrario quant'altri mai,
al di là dalle apparenze: benché poco di ciò che dirò pretenda di essere
originale, la selezione e il percorso che proporrò presuppongono un filtro
interpretativo molto forte, che rimarrà però in buona misura implicito. Il
gioco, o le buone regole, della conversazione intellettuale richiedono che io
mostri di credere fino in fondo alle ipotesi che avanzo: ciò non toglie che -
trattandosi di un tema che costringe ad abbandonare i sicuri recinti degli
specialismi - la critica sia la benvenuta.