*Da: https://solidarity-us.org/pdfs/cadreschool/rbrenner.pdf https://traduzionimarxiste.wordpress.com
**Robert Brenner è professore di storia e direttore del
Center for Social Theory and Comparative History dell’UCLA

Mi è stato chiesto di parlare delle lezioni storiche da
trarre dalle rivoluzioni del XX secolo. Ma poiché il nostro principale
interesse si rivolge a insegnamenti che possano essere rilevanti per il XI
secolo, ho ritenuto più opportuno soffermarmi sulle esperienze delle riforme e
del riformismo. “Il riformismo”, infatti, è ben presente tra di noi, sebbene
raramente compaia sotto quest’etichetta, preferendo mostrarsi sotto una luce
più favorevole. Resta il fatto che si tratta del nostro principale concorrente
politico, è quindi necessario comprenderlo meglio. Per iniziare, è chiaro che
il tratto distintivo del riformismo non consiste nel suo obbiettivo di attuare
delle riforme. Rivoluzionari e riformisti mirano entrambi a delle riforme. In
effetti, la lotta per ottenere delle riforme rimane la principale
preoccupazione dei primi. I riformisti condividono, in buona parte, il nostro
programma, o perlomeno è ciò che affermano. Anch’essi sono a favore di salari
più alti, per la piena occupazione, uno stato sociale migliore, sindacati più
forti e una qualche forma di partito operaio.
Ora, se puntiamo a guadagnare i riformisti alla nostra
politica non vi perverremo giocando al rialzo rispetto alle proposte del loro
programma. Noi non possiamo portare dalla nostra parte i riformisti che tramite
la nostra teoria (la nostra comprensione del mondo) e, ancora più importante,
il nostro metodo e la nostra pratica. Ciò che distingue il riformismo,
nell’azione quotidiana, è il suo metodo politico e la sua teoria, non il
programma. Schematicamente, i riformisti ritengono che anche se l’economia
capitalista porta in sé la tendenza verso la crisi, l’intervento dello stato
può aiutare il capitalismo a raggiungere la stabilità e la crescita a lungo
termine. D’altra parte, lo stato rappresenta per loro uno strumento che può
essere utilizzato da qualsiasi gruppo, compresa la classe operaia, per servire
i propri interessi.
Il metodo politico e la strategia del riformismo sono
conseguenza diretta di tali premesse. I lavoratori, le lavoratrici, gli
oppressi, possono, e dovrebbero, impegnarsi nella battaglia elettorale, al fine
di conquistare il controllo dello stato e assicurasi una legislazione che
regoli il capitalismo, e su questa base migliorare le proprie condizioni di
lavoro e, più in generale, il loro livello di vita.
La base materiale del riformismo