Cos'è "Dialoghi di Profughi": http://www.controappuntoblog.org/2013/10/18/quando-si-parla-di-umorismo-io-penso-sempre-al-filosofo-hegel-fluchtlingsgesprache-dialoghi-di-profughi-brecht-bertolt/
Verso l’autunno, con pioggia e freddo. La dolce Francia era
prostrata. I popoli si nascondevano sotto terra. Ziffel sedeva al ristorante
della stazione di H., staccando un tagliando dalla sua tessera del pane.
ZIFFEL Kalle, Kalle, che
dobbiamo fare noi, poveri uomini? Dappertutto si pretende superumanità: dove
possiamo più andare? Non solo un popolo o due stanno vivendo una Grande Epoca,
ma questa avanza irresistibile per tutti i popoli, e nessuno le può sfuggire.
Ad alcuni farebbe comodo di non dover passare attraverso la Grande Epoca, e che
ci passassero solo gli altri: e invece niente, se lo devono togliere dalla
testa. In tutto il continente aumentano le azioni eroiche; le imprese dell’uomo
comune diventano sempre più gigantesche; ogni giorno s’inventa una nuova virtù.
Per procurarsi un sacco di farina ci vuole ora l’energia con cui prima si
sarebbe potuto dissodare il suolo d’un intera provincia. Per appurare se
bisogna fuggire già oggi o se si potrà fuggire solo domani, è necessaria
l’intelligenza con cui ancora un paio di decenni fa si sarebbe potuta creare
un’opera immortale. Per scendere in strada ci vuole la forza di un eroe
omerico, e l’ascetismo d’un Budda per essere semplicemente tollerati. Solo
possedendo lo spirito d’umanità di San Francesco ci si può trattenere dal
compiere un delitto. Il mondo diventa una dimora d’eroi, e noi allora dove
andiamo? Per un po’ di tempo sembrò che il mondo potesse diventare abitabile:
l’umanità respirava di sollievo. La vita era diventata più facile. Erano
arrivati il telaio meccanico, la macchina a vapore, l’automobile, l’aeroplano,
la chirurgia, l’elettricità, la radio, il piramidone, e l’uomo poteva essere
più pigro, più vile, più sensibile al dolore, più amante dei piaceri, in breve:
più felice. Tutte quelle macchine servivano a far si che ognuno potesse far tutto.
Si contava infatti su gente comune, di media grandezza. Che ne è stato di
questa promettente evoluzione? Il mondo è nuovamente pieno delle più vane e
folli pretese ed esigenze. Noi abbiamo bisogno di un mondo in cui si possa
vivere con un minimo di intelligenza, di coraggio, amor patrio, senso
dell’onore, senso della giustizia, ecc., e invece cosa abbiamo? Glielo dico
chiaro e tondo: sono stufo di dover essere virtuoso perché niente funziona a
dovere; di essere disposto a tutte le rinunce perché regna una penuria non
necessaria; diligente come un’ape perché manca l’organizzazione; coraggioso
perché il mio regime mi coinvolge in guerre. Kalle, uomo, amico, io sono stufo
di tutte le virtù e mi rifiuto di diventare un eroe.
La cameriera prese in consegna il tagliando del pane; il
Coso assalì la Grecia; Roosevelt incominciò la campagna elettorale; Churchill e
i pesci attendevano l’invasione; il Comediavolosichiama mandò soldati in
Romania, e l’Unione Sovietica continuava a tacere.
KALLE Ci ho ripensato, al suo
recente, toccante appello, e al suo disgusto per tutto ciò che è eroismo. Credo
che le darò un impiego. Ho trovato un finanziatore per fondare la mia ditta di
disinfestazione dalle cimici a responsabilità limitata.
ZIFFEL Accetto, non senza
titubanza, la sua offerta d’impiego.
KALLE Quanto poi ai suoi
sentimenti e opinioni: lei mi ha fatto capire di essere alla ricerca di un
paese dove regnino condizioni tali che virtù così faticose come l’amor di
patria, la sete di libertà, la bontà, il disinteresse, siano altrettanto
inutili quanto il cacare sulla patria, il servilismo, la brutalità e l’egoismo.
Tali condizioni sono realizzate nel socialismo.
ZIFFEL Mi scusi, non mi
aspettavo questa conclusione.
Kalle si alzò in piedi e sollevò la sua tazza di caffè.
KALLE La invito ad alzarsi e a
brindare con me al socialismo – ma in modo tale da non dare troppo nell’occhio
in questo locale. Nello stesso tempo le faccio presente che per raggiungere
questa meta saranno necessarie diverse cose. E precisamente il più grande
coraggio, la più profonda sete di libertà, il massimo disinteresse e il più
grande egoismo.
ZIFFEL Lo sospettavo.
Ed egli si alzò in piedi e sollevando la tazza fece un
gesto vago e indistinto che ben difficilmente qualcuno avrebbe potuto smascherare
come un tentativo di brindisi.
XVI: http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/06/dialoghi-di-profughi-xvi-bertolt-brecht.html#more
XVII: http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/06/dialoghi-di-profughi-xvii-bertolt-brecht.html
XVII: http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/06/dialoghi-di-profughi-xvii-bertolt-brecht.html
Titolo originale Flüchtlingsgespräche, 1961 Suhrkamp Verlag, Berlin und Frankfurt am Main
Traduzione in Italiano di Margherita Cosentino. Prima Edizione 1962, Einaudi, Torino
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