DOVE SI PARLA DI DEMOCRAZIA. – PECULIARITA’ DELLA
PAROLA «POPOLO». – LA MANCANZA DI LIBERTA’ SOTTO IL COMUNISMO. – LA PAURA DEL
CAOS E LA PAURA DI PENSARE.
Quando di incontrarono di nuovo, Kalle propose di
cambiare locale. Gli pareva che un ristorante automatico a meno di dieci minuti
di distanza, servisse un caffè migliore. Il grasso fece la faccia scura e parve
non aspettarsi niente di buono da un cambiamento di ambiente. Quindi restarono
dov’erano.
ZIFFEL La democrazia a due è
molto difficile. Dovremmo determinare il voto in base ai chilogrammi, così
potrei avere la maggioranza. Sarebbe un sistema plausibile, dato che il mio
sedere dipende da me, e quindi possiamo supporre che potrei indirlo a votare per
me.
KALLE Nel complesso a
giudicare dall’aspetto lei è senz’altro democratico, ciò che dà già di per sé
un’impressione di giovialità. Per democratico si intende un atteggiamento
amichevole, naturalmente in un signore; in un morto di fame è piuttosto
spudoratezza. Conoscevo un tizio, un cameriere, che si lamentava molto di un
ricco commerciante di grano che non gli dava mai una mancia decente, perché,
come disse forte una volta a un altro cliente, era un vero democratico e non
voleva umiliare i camerieri. «Io pure non accetterei mai una mancia, - disse, -
e dovrei considerare loro inferiori a me?».
ZIFFEL Non credo che si possa
parlare dell’essere democratici come di una qualità.
KALLE Perché no? Non trova
che persino i cani, per fare un esempio, quando hanno pappato ben bene hanno
un’aria più democratica di quando sono digiuni? L’aspetto esteriore deve avere
un significato, penso anzi che sia la cosa principale. Prenda la Finlandia: ha
un aspetto democratico, ma se lei leva via l’aspetto e dichiara di
infischiarsene, che cosa resta? Certo non democrazia.
ZIFFEL Ho idea che è meglio
che ci andiamo, in quel suo bar automatico.
Ziffel si alzò con un gemito e fece per prendere il suo
cappotto, ma Kalle lo trattenne.
KALLE Non faccia il debole, è
il solito errore di tutte le democrazie. Non può negare che la Germania aveva
un aspetto assolutamente democratico finché non ha avuto l’aspetto fascista.
All’oste Ebert (1) i generali sconfitti gli hanno concesso una linea diretta
col comando supremo, di modo che potesse telefonargli quando il popolo dava
segni di inquietudine. Consiglieri di Stato e alti magistrati, tutti
conferivano con lui come fosse la cosa più naturale del mondo, e se anche ogni
tanto qualcuno si tappava il naso, era solo la prova lampante che non potevano
più andare dove volevano, ma erano costretti ad andare dall’oste Ebert, se no
addio poltrona e pensione e tutto. Ho sentito dire che un industriale della
Ruhr, uno della lega Pangermanica, una volta tentò di ribellarsi. Allora
l’oste, cortesemente ma con fermezza, lo invitò a sedersi su una sedia, poi si
fece sollevare da due socialdemocratici e all’industriale gli mise i piedi sul
collo. I signori dovettero rendersi conto che gli ci voleva un movimento
popolare alle spalle, se no la faccenda non funzionava mica. Un paio di
operazioni indovinate raggiunsero lo scopo. Prima spremettero ben bene i ceti
medi coi l’inflazione, così da rovinarli. I contadini furono rovinati con la
politica delle tariffe e dei dazi a favore degli Junker di oltr’Elba. Pompando
miliardi dalle banche straniere i signori si riorganizzarono le loro fabbriche
razionalizzando il lavoro in modo da poterle mandare avanti con un numero
ridotto di operai, e così gran parte del ceto operaio si ridusse a un ceto di
pezzenti. A questo punto, con i ceti medi, contadini e operai ridotti in
miseria si crearono il loro bel movimento popolare nazionalsocialista, col
quale poterono tranquillamente ordire una nuova guerra mondiale. Tutto filò
senza turbare affatto l’ordine interno, garantito dal nuovo esercito mercenario
che gli Alleati gli avevan concesso fin da principio per combattere i nemici
interni.
ZIFFEL Era tuttavia una
democrazia, anche se i democratici erano troppo bonaccioni. Non hanno capito
cosa significa democrazia, voglio dire, in senso letterale: dominio del popolo.
KALLE La parola «popolo» è
una parola tutta speciale, ci ha fatto mai caso? Ha un significato tutto
diverso verso l’esterno e verso l’interno. Verso l’esterno, cioè in rapporto
agli altri popoli, i grandi industriali, gli Junker, gli alti funzionari, i
generali, i vescovi eccetera appartengono tutti naturalmente al popolo tedesco,
e a nessun altro. Ma verso l’interno dove appunto si tratta del dominio,
sentirai sempre questi signori indicare il popolo come «la massa» o «la
genterella»: loro non ne fanno parte. Il popolo farebbe meglio a dire così
anche lui, e cioè che i signori non ne fanno parte. Allora si che la parola
dominio del popolo prenderebbe un significato ragionevole, lei me lo deve
ammettere.
ZIFFEL Ma non sarebbe più un
dominio del popolo democratico, bensì dittatoriale.
KALLE Giusto, sarebbe la
dittatura dei novecentonovantanove sul millesimo.
ZIFFEL Tutto ciò sarebbe
anche bello e giusto, se non significasse il comunismo. Mi concederà che il
comunismo annienta la libertà dell’individuo.
KALLE Perché lei si sente
tanto libero?
ZIFFEL Tanto poi no, ora che
me lo domanda. Ma perché dovrei cambiare la mancanza di libertà sotto il
capitalismo con la mancanza di libertà sotto il comunismo? Quest’ultima sembra
che l’ammetta anche lei.
KALLE Senz’altro. Su questo
punto non faccio promesse. Assolutamente libero non lo è nessuno che abbia il
potere, nemmeno il popolo. Anche i capitalisti non sono assolutamente liberi,
cosa si crede? Non sono tanto liberi, per esempio, da poter nominare un
presidente comunista. Oppure da poter fabbricare vestiti quanti ne occorrono, e
non solo quanti ne possono smerciare. Sotto il comunismo invece è proibito
farsi sfruttare, questa libertà è già eliminata in partenza.
ZIFFEL Le dirò una cosa: il
potere, il popolo se lo prende solo in caso di estrema necessità. Dipende dal
fatto che gli uomini in generale pensano soltanto in caso di estrema necessità.
Solo con l’acqua alla gola. La gente ha paura del caos.
KALLE A furia di paura del
caos, alla fine si ridurrà acquattata nelle cantine sotto le case distrutte
dalle bombe, coi revolver delle SS puntati sulla schiena.
ZIFFEL Non avran più niente
nello stomaco, non potranno uscire a seppellire i loro figli, però regnerà
l’ordine e non avranno più quasi bisogno di pensare (Ziffel si raddrizzo
sulla sedia. Il suo interesse, alquanto spento durante le tirate politiche di
Kalle, si era ridestato). Non vorrei che lei ricavasse la falsa impressione
ch’io critichi la gente, al contrario. Pensare in fondo è doloroso. Le persone
ragionevoli evitano di farlo, quando possono. In paesi dove il pensare è
indispensabile in misura così ampia come in quelli che conosco io, non ci si
può davvero vivere. Non ciò che io intendo per vivere.
Con aria afflitta vuotò il suo bicchiere. Poco dopo si
separarono e de ne andarono, ciascuno per la propria strada.
1 Friedrich
Ebert (1871-1925), socialdemocratico, primo presidente della Repubblica
tedesca. Il soprannome di oste (Gastwirt) si spiega col fatto che prima
di entrare nella carriera politica aveva gestito per qualche tempo una piccola
birreria.
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