LE RAZZE DEI SIGNORI. – IL DOMINIO UNIVERSALE.
Ci volle molto tempo per mettere in piedi una ditta per
la disinfestazione dalle cimici, perché ci si doveva procurare il gas
all’estero e non si potevano ottenere i permessi valutari necessari.
Ziffel e Kalle tenevano le loro riunioni al ristorante della stazione. Il
discorso cadeva spesso sulla Germania, che in quei giorni proclamava sempre più
energicamente il suo diritto al dominio universale.
ZIFFEL L’idea della razza è
il tentativo di un piccolo borghese di diventare un nobile. D’un colpo si
ritrova degli antenati con cui può guardare con compiacimento, mentre guarda
dall’alto in basso, altri suoi simili. Noi tedeschi ne ricaviamo persino una
specie di storia. Se non eravamo una nazione, può essere che fossimo almeno una
razza. In sé e per sé il piccolo borghese non è più imperialista del grosso
borghese, perché dovrebbe esserlo? Ma ha una coscienza meno tranquilla e ha
bisogno di una scusa quando vuol farsi largo. Non gli piace dar gomitate nello
stomaco se non è nel suo buon diritto: vuole che quello di calpestare il
prossimo sia un suo preciso dovere. Le industrie devono avere uno sbocco sul
mercato, e scorra pure il sangue. Il petrolio è più denso del sangue. Ma per un
mercato non si può fare la guerra, sarebbe sconsiderato; la si deve fare perché
si è una razza di signori. Cominciamo coll’includere nel Reich tutti i
tedeschi, e non la smettiamo prima di averci incluso anche i polacchi e i
danesi e gli olandesi. Cos’ li proteggiamo. I buoni signori sono tali a loro
proprio vantaggio.
KALLE Il problema per
loro è come fabbricare abbastanza rappresentanti di una razza di signori. Al
campo di concentramento il comandante ci faceva correre per tre ore di seguito su
è giù nel cortile tra le baracche, poi ci faceva fare duecento piegamenti.
Infine ci schierava su due file e teneva un discorso. Noi tedeschi siamo un
popolo di signori, urlava con la sua voce stridula. A voi luridi maiali vi
liscerò io la schiena a dovere finché vi avrò trasformati in tanti
rappresentanti di una razza superiore, da poter trasformare al mondo senza
arrossire. Come volete conquistarlo, il dominio del mondo, se non siete altro
che pelandroni e pacifisti? La pelandrone ria e il pacifismo li lasciamo alle
razze dell’occidente imbastardite dai negri. Ogni singolo tedesco è
razzialmente tanto superiore a quella plebaglia quanto un abete a un fungo. Vi
farò sputar sangue finché sarete arrivati a capirlo e mi ringrazierete in
ginocchio per aver fatto di voi, per incarico del Führer, delle tempre di
signori.
ZIFFEL E lei come reagiva a
questa pretesa sconveniente?
KALLE Con scarso entusiasmo.
D’altra parte non osavo rinunciare apertamente ad aspirare al dominio del
mondo. Me le hanno date spesso, e una volta il comandante si è persino
intrattenuto con me da solo a solo. Aveva una brutta cera, perché aveva dovuto
assistere a stomaco vuoto a un paio di trattamenti a frustate, e se ne stava
sdraiato sul sofà carezzando il suo cane di San Bernardo. Vedi, mi disse
soprapensiero,, te lo devi conquistare, il dominio del mondo. Non ti resta
altro da fare. In politica estera è lo stesso di com’era in politica interna.
Prendi me: ero impiegato nel ramo assicurazioni. Uno dei direttori era ebreo. Con
la scusa che non potevo stipulare polizze e che m’ero appropriato di un paio di
premi assicurativi, quello mi butta in mezzo alla strada. Non mi rimase altro
che entrare in un partito che avesse come programma il dominio dello stato. O
se non ti basto io, prendi lo stesso Führer! Poco prima di prendere il potere
era di fronte alla bancarotta totale. Non avrebbe più trovato posto da nessuna
parte, l’unico mestiere che gli restasse aperto era quello di dittatore. E ora
prendi la Germania! Bancarotta assoluta: un’industria colossale e niente
mercati, niente materie prime! Ultima e sola possibilità: il dominio del mondo!
Guarda un po’ la cosa da questo punto di vista!
ZIFFEL Questa del dominio del mondo è una meta
che si può raggiungere solo procedendo con inflessibile severità. Con la
severità puoi trasformare anche un coniglio in un mostro spaventoso. In linea
di principio puoi far distruggere coi bombardamenti la più grande città del
mondo da dei piccoli impiegati, di quelli che solo ad entrare nella stanza del
loro sottocaporeparto gli verrebbe il batticuore- Si caricano i soldati su
macchine che poi si fanno piombare addosso al nemico, ad una velocità tale che
nessuno osi saltarne giù. Oppure li si ficca dentro aeroplani da trasporto e li
si fa scendere i mezzo agli eserciti nemici, dove gli tocca per forza
difendersi col coraggio della disperazione per cercare di salvarsi la pelle.
Oppure li si può anche lanciare giù come bombe viventi. Un intero esercito lo
si è nascosto dentro navi da carico e mandato verso lidi lontani, dove fu
scaricato ed esposto agli attacchi delle truppe locali, che per altro furono
colte di sorpresa. Due continenti sono impalliditi di fronte all’impavidità di
questi soldati – ma anche se invece era pavidità, c’era lo stesso motivo
d’impallidire. Aggiungi che l’addestramento è fatto su basi scientifiche.
L’uomo, persino il più ragionevole, può venire addestrato in modo tale che
niente gli riesce più facile di un’azione eroica. L’eroismo è per lui
automatico. Solo ricorrendo a un’estrema forza di volontà sarebbe in grado di
agire meno che eroicamente; solo mobilitando tutta la sua fantasia potrebbe
immaginarsi qualcosa di diverso da un’azione eroica. La propaganda, le minacce
e l’esempio rendono quasi tutti eroi, in quanto li rendono privi di volontà.
Subito al principio della Grande Epoca vidi il mio portiere comportarsi come un
governatore in paese nemico, un cronista sportivo di un giornaletto di provincia
come un alfiere dell’alta cultura, e un tabaccaio come un capitano d’industria.
Certi criminali che fino allora erano penetrati nelle abitazioni con la massima
discrezione, senza menarne vanto, per lo più col favore della notte, ora lo
facevano in pieno giorno, pubblicamente, e si preoccupavano che le loro imprese
apparissero sui giornali. Con certe spezie, usate in dosi minime, lei può
modificare una pasta in modo tale che acquista un sapore del tutto nuovo. Così
a quel tempo tutto ciò che si vedeva aveva assunto un carattere del tutto
nuovo, e precisamente un carattere minaccioso. Dapprima soltanto alcuni
minacciavano tutti. La gente si addormentava la sera pensando alle minacce cui
era stata esposta durante la giornata, e a quelle che a sua volta avrebbe
potuto scagliare il giorno dopo.
KALLE Sono riusciti in poco
tempo a spaventarsi l’un l’altro in modo tale che si racconta la seguente
storiella. Uno straniero va a trovare un amico con cui era in rapporti di
affari. Come ve la passate sotto il nuovo regime?, gli domanda appena entrato
in ufficio. L’amico impallidisce, mormora qualcosa d’incomprensibile, afferra
il cappello e trascina lo straniero verso la porta. Questi si aspetta di aver
risposta per strada, ma il suo amico si guarda attorno con circospezione e si
ficca con lui in un ristorante, dove sceglie un tavolo in un angolo, lontano da
tutti gli altri clienti. Dopo che hanno ordinato un cognac, lo straniero ripete
la sua domanda, ma il tedesco sogguarda diffidente la lampada da tavolo, che ha
un grosso piede di p bronzo. Pagano e il tedesco porta l’amico nel suo
appartamento da scapolo, va direttamente nella stanza da bagno, apre il
rubinetto dell’acqua facendola scrosciare forte, e gli dice, in modo appena
percettibile a breve distanza: «Siamo soddisfatti».
ZIFFEL Senza una forte
polizia e un costante controllo non puoi fare di nessun popolo una razza di
signori, ti sfuggirà sempre di mano. Per fortuna qui lo stato è in grado di
esercitare una certa precisione. Per esempio, non è proprio necessario mettere
qualcosa nello stomaco alla gente: basta ogni tanto un pugno, nello stomaco. La
conquista del mondo comincia col senso di sacrificio, si regge e cade con
questo. Le uniche creature che non conoscono il senso di sacrificio sono i carri
armati, gli Stukas e in genere le macchine. Solo esse non sono disposte a
sopportare la fame o la sete, e restano insensibili a qualsiasi ragionevole
argomento. Nessun genere di propaganda le può indurre a lavorare senza essere
alimentate. Nessuna promessa di un avvenire paradisiaco con oceani di benzina
le può trascinare a combattere senza benzina. Il grido che il paese è perduto vena
la loro resistenza, risuona inascoltato. A che servirebbe ricordar loro un
glorioso passato? Esse non hanno fede nel Fuhrer, né paura della sua polizia.
Il loro sciopero, nessuna SS lo può spezzare, ed esse scioperano non appena
viene a mancare la benzina. Dalla sola gioia non traggono forza (1). Devono
essere continuamente lubrificate. L’intero popolo deve sobbarcarsi privazioni
supplementari perché ad esse non manchi niente. Se vengono trascurate non si
mostrano adirate, è vero, ma nemmeno comprensive, soltanto arrugginite. In
tutto il paese non ci sono creature cui riesca più facile conservare la propria
dignità.
KALLE Il tedesco ha avuto una
storia infelice, e così si è sviluppato in lui un senso dell’obbedienza unico
al mondo. Obbedisce anche quando si vuol fare di lui un superuomo. Lei può
gridargli sul muso: «In ginocchio!», oppure «Attenti a dest!», oppure «Dominare
il mondo!», e lui cercherà sempre di eseguire l’ordine. Anzitutto gli si è
dovuto insegnare che cosa è e che cosa non è un tedesco. Si è fatto ricorso al
sangue e al suolo. Solo un tedesco può versare il suo sangue per il Führer, e
solo un tedesco può portar via a un tedesco il suo suolo. Il prigioniero in
campo di concentramento e il suo aguzzino sono uniti dal sangue, e poiché
provengono dallo stesso suolo, hanno la stessa natura. Io sono sempre stato
contro i legami del sangue, esattamente come contro ogni altra cosa che mi
legasse. Mi piace avere le mani libere. E’ vero uno il proprio padre non se lo
può scegliere, e perciò lui ti può strigliar con la cinghia. Non potrebbe
permettersi di mangiare così rumorosamente a tavola, se uno si potesse scegliere
un altro padre.
ZIFFEL Loro se la pigliano in
mala parte, naturalmente, se uno spezza tutti i legami, anche i più sacri.
KALLE Sono io che li spezzo?
La famiglia l’hanno distrutta i capitalisti. E il legame tra me e il mio paese
l’ha spezzato il Comediavolosochiama. Io non sono più egoista di un altro, ma
al dominio del mondo mi rifiuto di lasciarmi spingere. Qui tengo duro. Il mio
senso di sacrificio non è illimitato, a questo non ci arriva.
Dopo di che si occuparono ancora un po’ di distruzione di
parassiti, poi si separarono e si allontanarono, ciascuno per la propria
strada.
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