martedì 30 settembre 2025

LORO TRUMP, NOI LULA

 Da: Maurizio Acerbo - 



Da leggere il discorso del Presidente del Brasile Lula - che ha riconosciuto lo Stato di Palestina 15 anni fa! - all'apertura del dibattito generale dell'80ª Assemblea generale delle Nazioni Unite (New York, 23 settembre 2025). Il compagno Lula ha criticato gli USA, difeso la Palestina, condannato la guerra a Gaza e in Ucraina, reso omaggio a José Pepe Mujica e Papa Francesco. Eccovi l'intero testo tradotto. Merita una lettura attenta. (M. Acerbo) 



Signora Presidente dell'Assemblea Generale, Annalena Baerbock,
Signor Segretario Generale António Guterres,
Cari Capi di Stato e di Governo e rappresentanti degli Stati membri qui riuniti.
Questo dovrebbe essere il momento di celebrare le Nazioni Unite.
Creata alla fine della guerra, l'ONU simboleggia la massima espressione dell'aspirazione alla pace e alla prosperità.
Oggi, tuttavia, gli ideali che ispirarono i suoi fondatori a San Francisco sono minacciati, come mai prima nella loro storia.
Il multilateralismo si trova a un nuovo bivio.
L'autorità di questa organizzazione è tenuta in ostaggio.
Stiamo assistendo al consolidamento di un ordine internazionale caratterizzato da ripetute concessioni alla politica di potenza.
Gli attacchi alla sovranità, le sanzioni arbitrarie e gli interventi unilaterali stanno diventando la regola.
Esiste un chiaro parallelismo tra la crisi del multilateralismo e l'indebolimento della democrazia.
L'autoritarismo si rafforza quando non riusciamo ad agire di fronte ad atti arbitrari.
Quando la società internazionale vacilla nel difendere la pace, la sovranità e lo stato di diritto, le conseguenze sono tragiche.
In tutto il mondo, le forze antidemocratiche cercano di soggiogare le istituzioni e soffocare le libertà.
Adorano la violenza, lodano l'ignoranza, agiscono come milizie fisiche e digitali e limitano la stampa.
Anche sotto un attacco senza precedenti, il Brasile ha scelto di resistere e di difendere la sua democrazia, riconquistata quarant'anni fa dal suo popolo, dopo due decenni di governi dittatoriali.
Non vi è alcuna giustificazione per misure unilaterali e arbitrarie contro le nostre istituzioni e la nostra economia.
L'aggressione all'indipendenza del potere giudiziario è inaccettabile.
Questa ingerenza negli affari interni è favorita da un'estrema destra sottomessa, nostalgica delle egemonie del passato.
Falsi patrioti pianificano e promuovono pubblicamente azioni contro il Brasile.
La pace non può essere raggiunta impunemente.

lunedì 29 settembre 2025

Russia e Polonia si spartiranno l’Ucraina? Scott Ritter spiega lo scenario

Da: frontezero - Scott Ritter è un ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti che ha prestato servizio nell’ex Unione Sovietica applicando i trattati sul controllo degli armamenti, nel Golfo Persico durante l’operazione Desert Storm e in Iraq supervisionando la disattivazione delle armi di distruzione di massa. Il suo libro più recente è Il disarmo al tempo della perestrojka, pubblicato da Clarity Press.

In questa intervista del 17 settembre 2025, l’analista militare ed ex ispettore ONU Scott Ritter risponde alle domande del professore Glenn Diesen sulle tensioni tra NATO, Russia e Polonia. Secondo Ritter, la guerra in Ucraina sta entrando in una fase decisiva: con l’esercito ucraino allo stremo e milioni di perdite, l’ipotesi di una spartizione del paese tra Mosca e Varsavia non è più fantapolitica, ma uno scenario concreto. 

Si parla delle esercitazioni Zapad 2025, del ruolo della Polonia e dei suoi 40.000 soldati al confine, del possibile “assorbimento” dell’Ucraina occidentale e delle reali capacità militari della NATO. Ritter sottolinea come gli Stati Uniti si stiano progressivamente “disconnettendo” dal conflitto, lasciando l’Europa a fronteggiare le conseguenze. 

                                                                           

domenica 28 settembre 2025

La politica contraddittoria degli Usa e dell’Ue verso la Russia - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.  E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Usa e Ue condannano la Russia di Putin e minacciano di piegarla, riducendola in miseria. Purtroppo per loro, la realtà fattuale e gli stessi meccanismi del sistema economico dominante impediscono l’effettiva rottura con il paese euroasiatico, straordinariamente ricco di risorse. Inoltre, se questo avvenisse, per l’Europa, vaso di coccio tra vasi di ferro, sarebbe il disastro che già si sta delineando.

Il passato 28 agosto è uscito un interessante articolo sulla CNN, a firma di Laurent Kent, sul commercio tra Usa ed Europa da un lato, e Federazione Russa dall’altro, che nonostante vari anni di guerra, continua imperterrito e ammonta a svariati miliardi di dollari. Naturalmente, non avendo sbocchi al mare, né Ungheria né Slovacchia possono fare a meno del petrolio russo, che arriva loro attraverso l’oleodotto via terra Druzhba (Amicizia), bombardato in varie occasioni da Zelensky, e, pertanto, restano nel 2025 i maggiori importatori di questa risorsa energetica.

Come è noto, il grande Trump ha raddoppiato i dazi all’India, portandoli  al 50%, con lo scopo dichiarato di castigare il paese asiatico per aver sostenuto la Russia nella guerra in Ucraina, mantenendo in piedi questa per lei vantaggiosa relazione commerciale. Da parte sua, l’India ha correttamente sostenuto di essere stata ingiustamente punita, dal momento che molti altri paesi continuano a commerciare tranquillamente con il paese di Putin, dichiarando che avrebbe varato “dazi secondari”. Dopo aver banchettato nel castello di Windsor con i soliti straricchi, Trump è tornato a invitare gli europei a smettere di comprare il petrolio e il gas russi e a sanzionare chi li compra, ossia soprattutto Cina e India, con le quali l’Ue non può assolutamente non mantenere convenienti relazioni commerciali. A suo parere, solo in quel momento il prezzo del greggio si abbasserebbe e Putin sarebbe costretto a desistere della sua politica aggressiva contro l’Ucraina. Utilizzando esplicitamente il ricatto, ha dichiarato che non metterà altre sanzioni alla Russia, con cui probabilmente in Alaska ha prefigurato nuovi progetti commerciali ed economici e da cui vorrebbe essere nella sua immaginazione aiutato per confrontarsi con il suo principale nemico, se gli europei non faranno altrettanto con la Russia e con i paesi che a suo parere la sostengono. Sempre inginocchiandosi religiosamente, l’Ue ha annunciato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni, spergiurando che nel 2027 cesserà di acquistare le risorse energetiche dal paese euroasiatico.

sabato 27 settembre 2025

La guerra del Peloponneso e quelle di oggi. - Luciano Canfora

Da: Il Fatto Quotidiano - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast
Ascolta anche: Luciano Canfora — Il falso mito dell'Occidente https://www.youtube.com/watch?v=-O67CJIrZNY (Inedito, 2025)

                                                                         

venerdì 26 settembre 2025

Moneta e memoria - Giorgio Agamben

 Da: https://www.quodlibet.it - Giorgio Agamben è un filosofo italiano. Ha scritto diverse opere che spaziano dall'estetica alla filosofia politica, dalla linguistica alla storia dei concetti, proponendo interpretazioni originali di categorie come forma di vita, homo sacer, stato di eccezione e biopolitica. La sua opera è studiata in tutto il mondo.

Leggi anche: "Il vecchio e il nuovo" - Giorgio Agamben

Semiotica e Moneta*- Carlo Sini 

L'uomo e il denaro*- Carlo Sini 

Del denaro. I mezzi e i fini - Remo Bodei 

Moneta, il termine latino dal quale il nostro deriva, viene da moneo, «ricordare, pensare» ed era in origine la traduzione del greco Mnemosyne, che significa «memoria». Moneta divenne così a Roma il nome del tempio in cui si celebrava la dea memoria e si coniava la moneta. È a partire da questo nesso etimologico fra la moneta e la memoria che si dovrebbe guardare al riaccendersi oggi delle discussioni sull’abolizione della moneta unica europea e del recupero di ogni paese della propria moneta tradizionale. Sotto l’urgente questione «monetaria» agisce una non meno urgente questione di memoria, cioè nulla di meno che la riscoperta della memoria propria di ciascuno dei paesi europei che, abdicando alla sovranità sulla propria moneta, hanno senza accorgersene in qualche modo abrogato anche il proprio patrimonio di ricordi.

Se la moneta è innanzitutto il luogo della memoria, se nella moneta, in quanto può pagare per tutto e stare al posto di tutto, ne va per il singolo e per la collettività del ricordo del passato e dei morti, non sorprende allora che nella rottura del rapporto fra passato e presente che definisce il nostro tempo emerga con inaggirabile urgenza il problema monetario. Quando un illustre economista dichiara che il solo modo che la Francia (come forse ogni paese europeo) ha di uscire dalla sua crisi è di riacquistare l’autorità sulla propria moneta, egli sta in realtà suggerendo a quel paese di ritrovare il rapporto con la propria memoria. La crisi della comunità europea e della sua moneta che è ormai alle porte è una crisi della memoria e la memoria – è bene non dimenticarlo – è per ogni paese un luogo eminentemente politico. Non c’è politica senza memoria, ma una memoria europea è altrettanto inconsistente della sua moneta unica. 

23 settembre 2025

giovedì 25 settembre 2025

“La brutalità di Israele è il segno della sua fine” - Ilan Pappé

Da: frontezero - Video originale BreakTrough News  • Is Zionism Collapsing? w/ Historian Ilan P... - Traduzione e doppiaggio a cura di Frontezero
Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948. (Ilan Pappé)

Il 19 settembre 2025 lo storico israeliano Ilan Pappé ha rilasciato questa intervista a BreakThrough News, analizzando il genocidio in corso a Gaza, la crisi interna della società israeliana e il futuro della Palestina. Dall’implosione del progetto sionista alle prospettive di uno Stato unico democratico, Pappé spiega perché la brutalità estrema di Israele non sia un segno di forza ma di debolezza.

                                                                           

mercoledì 24 settembre 2025

"MARX e HEGEL Fondamenti per una rilettura" - Roberto Fineschi

Roberto Fineschi (https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Fineschi) è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!). - 
Vittorio Morfino insegna Storia della filosofia presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. - 
Gennaro Imbriano Professore Associato presso il Dipartimento delle Arti, svolge le sue ricerche nell'ambito della Storia della filosofia.


Presentazione presso la Casa della cultura di Milano di 
Marx e Hegel. Fondamenti per una rilettura
Napoli, La scuola di Pitagora, 2024.
Ne hanno discusso con l'autore Gennaro Imbriano e Vittorio Morfino. 

                                     

martedì 23 settembre 2025

Gaza che fare, rivedi il dibattito con Francesca Albanese, Aya Ashour, E...

Da: Il Fatto Quotidiano - Francesca Albanese è una giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati (Francesca Albanese). - Elena Basile è un'ex diplomatica e scrittrice italiana. Dal 2013 al 2021 ha prestato servizio come ambasciatrice in Svezia e Belgio e nel 2023 ha lasciato il servizio diplomatico con il grado di plenipotenziario (https://www.facebook.com/elena.basile11 - Elena Basile). - Aya Ashour è una ricercatrice palestinese ed è riuscita a fuggire all’inferno di Gaza anche grazie a Tomaso Montanari e all’università per stranieri di Siena, che l’ha accolta a braccia aperte e dove ha potuto tornare a fare il suo lavoro. - Vincenzo Porpiglia Emergency Coordinator | Medici Senza Frontiere. 

Vedi anche: GAZA, Il lato oscuro del conflitto che non conosci: https://www.facebook.com/share/r/1Z5hoPBPPR 

                                                                         

lunedì 22 settembre 2025

Il conflitto delle interpretazioni. Hegel e il sapere assoluto - Paolo Vinci, Lucio Cortella, Giorgio Cesarale



Il conflitto delle interpretazioni. Hegel e il sapere assoluto. 
In collaborazione con “Dialettica&Filosofia” 

A cura di Giovanni Andreozzi (Università di Parma, Universität Kassel) e Andrea Bianchi (Sapienza Università di Roma, Dialettica&Filosofia) Paolo Vinci (Sapienza Università di Roma). 

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Primo incontro, Palazzo Serra di Cassano, 12 febbraio 2025 
Paolo Vinci (Sapienza Università di Roma) 

Sapere assoluto e riconoscimento 
Il rapporto tra la dimensione speculativa della filosofia hegeliana e il pensiero contemporaneo è attraversato da una peculiare ambivalenza. È possibile farne rivivere le potenzialità critiche all’interno delle coordinate del pensiero post-metafisico? O non risiedono invece queste proprio nella sua irriducibilità al pensiero contemporaneo, nella sua capacità di metterne in evidenza i limiti? Si tratta quindi di scoprire la natura già post-metafisica del sapere assoluto, oppure di mettere in discussione il presente a partire dalle pretese della filosofia hegeliana? 
                         https://www.youtube.com/watch?v=41iNfFekED8&t=12s

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Secondo incontro  
Lucio Cortella (Università Ca’ Foscari di Venezia) 
Congedo dal sapere assoluto. Genesi, esito, riscatto 
Palazzo Serra di Cassano, 13 febbraio 2025 

Il rapporto tra la dimensione speculativa della filosofia hegeliana e il pensiero contemporaneo è attraversato da una peculiare ambivalenza. È possibile farne rivivere le potenzialità critiche all’interno delle coordinate del pensiero post-metafisico? O non risiedono invece queste proprio nella sua irriducibilità al pensiero contemporaneo, nella sua capacità di metterne in evidenza i limiti? Si tratta quindi di scoprire la natura già post-metafisica del sapere assoluto, oppure di mettere in discussione il presente a partire dalle pretese della filosofia hegeliana? 

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Terzo incontro 
Giorgio Cesarale (Università Ca’ Foscari di Venezia) 
Negatività, riflessione, sapere assoluto. L’eredità critica del pensiero speculativo hegeliano 
Palazzo Serra di Cassano, 14 febbraio 2025 

Il rapporto tra la dimensione speculativa della filosofia hegeliana e il pensiero contemporaneo è attraversato da una peculiare ambivalenza. È possibile farne rivivere le potenzialità critiche all’interno delle coordinate del pensiero post-metafisico? O non risiedono invece queste proprio nella sua irriducibilità al pensiero contemporaneo, nella sua capacità di metterne in evidenza i limiti? Si tratta quindi di scoprire la natura già post-metafisica del sapere assoluto, oppure di mettere in discussione il presente a partire dalle pretese della filosofia hegeliana? 

domenica 21 settembre 2025

Israele sta conducendo un olocausto a Gaza. La denazificazione è la nostra unica soluzione. - Orly Noy

Da: https://www.972mag.com - La Zona Grigia - Orly Noy è redattrice di Local Call, attivista politica e traduttrice di poesia e prosa in persiano. È presidente del consiglio direttivo di B'Tselem e attivista del partito politico Balad. La sua scrittura affronta i confini che si intersecano e definiscono la sua identità di Mizrahi, una donna di sinistra, una donna, una migrante temporanea che vive all'interno di un'immigrata perpetua, e il dialogo costante tra loro. 


La mortale supremazia etnica insita nella società israeliana affonda le sue radici più in profondità di Netanyahu, Ben Gvir e Smotrich. Deve essere affrontata alla radice. 


Gaza City è avvolta dalle fiamme , mentre l'esercito israeliano lancia la sua offensiva di terra a lungo minacciata dopo settimane di bombardamenti incessanti. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, già sottoposto a un mandato di arresto internazionale per sospetto di crimini contro l'umanità, ha descritto quest'ultimo assalto come un'"operazione intensificata". Vi esorto a guardare le immagini in streaming da Gaza e a capire cosa significa veramente questo eufemismo.

Guardate negli occhi le persone in preda a un terrore senza pari, persino nei momenti più bui di questo genocidio durato due anni. Osservate le file di bambini coperti di cenere che giacciono sul pavimento intriso di sangue di quello che un tempo era un centro medico – alcuni a malapena vivi, altri che piangono di dolore e paura – mentre mani disperate cercano di confortarli o di curarli con le scorte mediche rimaste. Ascoltate le urla delle famiglie in fuga senza un posto dove rifugiarsi. Osservate i genitori che perlustrano l'inferno alla ricerca dei loro figli; arti che sporgono da sotto le macerie; un paramedico che culla una bambina immobile, implorandola invano di aprire gli occhi.

Ciò che Israele sta facendo a Gaza City non è il tragico sottoprodotto di eventi caotici sul campo, ma un atto di annientamento ben calcolato, eseguito a sangue freddo dall'"esercito del popolo", ovvero dai padri, figli, fratelli e vicini di casa di noi israeliani.  

"Storie di guerre e di paci" - Alessandro Barbero e Marco Travaglio

Da: Il Fatto Quotidiano - Marco Travaglio è un giornalista, saggista e opinionista italiano, è direttore responsabile de il Fatto Quotidiano. - Alessandro Barbero è uno storico, scrittore e accademico italiano, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare (Alessandro Barbero).


                                                                          

sabato 20 settembre 2025

EDWARD SAID “LA QUESTIONE PALESTINESE” - Lavinia Marchetti

Da: https://laviniamarchetti.altervista.org - Lavinia Marchetti - Edward Said (Gerusalemme, 1935 – New York, 2003) è stato scrittore, critico e professore di Inglese e di Letteratura comparata alla Columbia University di New York e ha insegnato in più di 150 università e scuole negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. I suoi scritti sono apparsi regolarmente su The Guardian, Le Monde diplomatique e Al-Hayat. 

Leggi anche: Edward Said ha letto nella Storia il futuro della Palestina - Eliana Riva 


RI-LETTURE FONDAMENTALI, ESTRATTO DA EDWARD SAID “LA QUESTIONE PALESTINESE” (1979 edito in Italia da Il saggiatore, 2011)

Sto cercando di affrontare questo testo prezioso letto ormai tanti anni fa, da una prospettiva nuova, considerando, in questo modo, gli accadimenti recenti a Gaza e in Cisgiordania come un unicum storico, come Said ce lo propone. A tal fine condivido dei passaggi con voi, uno ogni tanto, per garantire alla nostra analisi il punto di vista di uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso (e anche in questo scorcio di secolo), palestinese ed esule. Buona lettura. (L.M.)


Edward Said:

“«Da secoli in una terra chiamata Palestina vi è stata una larga maggioranza costituita da un popolo, in gran parte di pastori, identificabile socialmente, culturalmente, politicamente ed economicamente come tale, la cui lingua era l’arabo e la religione (per la maggior parte) quella islamica. 

Questo popolo – o questo “gruppo” di persone, se vogliamo negargli la moderna consapevolezza di sé come tale – si è sempre identificato con la terra che coltivava e su cui viveva (poveramente o no è irrilevante); un processo di identificazione ancor più accentuatosi da quando, con una decisione quasi esclusivamente europea, venne stabilito di ricolonizzare, ricostituire e rioccupare quella stessa terra per darla agli ebrei che sarebbero stati portati lì da altri luoghi. 

A tale proposito, come tutti possono constatare, non c’è mai stato un solo gesto dei palestinesi volto ad accettare questa moderna riconquista o il fatto che il sionismo li abbia per sempre cacciati dalla Palestina. Perciò la realtà palestinese in quanto tale ieri come oggi, e probabilmente domani, si baserà sempre sulla resistenza a questa forma di colonialismo straniero. 

venerdì 19 settembre 2025

PAZIENTI NON CLIENTI. La Sanità Pubblica nella RDT - Niccolò Monti

 Da: Nicolò Monti - Nicolo-Monti già segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). 

Leggi anche: Die Wende - Nicolò Monti  

La famiglia tradizionale non esiste. La rivoluzione della famiglia nella DDR - Nicolò Monti 


“I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici.” 

Queste le parole di Erich Honecker nel 1992, durante il processo che la Germania Ovest aveva organizzato, politicamente e ideologicamente motivata, contro di lui. 

La sua autodifesa pronunciata dinanzi alla corte è memorabile e quel passaggio sui cittadini della DDR, di cosa avrebbero e stavano perdendo con la fine del Socialismo, coglie un punto fondamentale che divide inesorabilmente capitalismo e socialismo. 

Parliamo della sanità e del diritto a vivere in salute. 

Innanzitutto è doveroso partire dall’approccio che la DDR aveva sulla sanità e avrebbe avuto in tutti i suoi 40 anni di vita. 

La sanità infatti non è la sola “cura” della persona, tramite medici, strutture e medicine, ma riguarda tutta la vita e i suoi molteplici aspetti. 

Per perseguire ciò, in un’ottica improntata alla costruzione della società socialista, la DDR con la guida del SED utilizzò la pianificazione dell’economia e la proprietà collettiva dei mezzi di produzione per creare una “filiera” orizzontale che andasse dalla gravidanza alla vecchiaia, senza saltare alcuno step

Anche a causa di croniche carenze di mezzi e risorse, la prevenzione era il mantra della politica sanitaria della DDR. E funzionò. 

La creazione di rapporti sociali ed economici collettivi, non basati sulla proprietà privata e sull’individualismo, consentì allo stato tedesco democratico di poter avere una analisi continua delle condizioni di vita dei cittadini. 

La DDR si basava sulle tradizioni della medicina sociale, che affrontava la salute da una prospettiva socio-politica e si concentrava sull'interazione tra il benessere delle persone e le loro condizioni di vita e di lavoro complessive.