venerdì 29 aprile 2016

Teoria critica della società? Critica dell’economia politica. Adorno, Backhaus, Marx* - Tommaso Redolfi Riva




Nella Dialettica negativa  (T. W. Adorno, Dialettica negativa, Torino, Einaudi, 1970, p. 320.), l’excursus su Hegel ha per titolo Spirito del mondo e storia naturale. Quello che appare come un dualismo tra la progressiva umanizzazione del mondo – quindi realizzazione della libertà, storia – e la cieca necessità della natura, ben presto si dà a vedere come una prosecuzione della natura all’interno della storia, come una continuazione dell’eteronomia nella sfera della vita storica: “la storia umana, il progressivo dominio sulla natura, prosegue quella inconsapevole della natura”. Lo spirito del mondo, che nelle pagine hegeliane della filosofia della storia si mostrava come il progressivo processo di realizzazione della libertà, è letto da Adorno quale luogo dell’affermazione dell’universale a danno del particolare, momento di autonomizzazione di un processo complessivo di contro alle singole azioni che lo compongono. Più in particolare la critica alla logica hegeliana di universalità e particolarità si specifica nel richiamo adorniano alla legge dell’accumulazione capitalistica che si realizza per mezzo delle azioni individuali, e da esse si rende autonoma e oggettiva. 


Per Adorno, Hegel ha individuato questo processo sovraindividuale attraverso il concetto di spirito del mondo che per l’appunto “si disinteressa dei viventi, di cui […] ha bisogno, così come questi possono esistere solo grazie a quel tutto”, ma, invece di criticarlo nella determinatezza storica del modo di produzione capitalistico, lo ha elevato a “ipostasi filosofica, a processo universale di affermazione della libertà.
Per Adorno, la filosofia di Hegel diventa in prima istanza un grimaldello per la comprensione dell’imporsi di una struttura oggettiva, ma nello stesso tempo oggetto di critica, in quanto eternizzazione, ipostasi, di un processo storicamente determinato.

L’istanza critica che muove Adorno è di grande interesse: la società dominata dal modo di produzione capitalistico si costituisce attraverso una specifica struttura nella quale le singole azioni individuali si compongono in un’oggettività che domina gli stessi agenti sociali. Nel modo di produzione capitalistico si infrange la classica antitesi tra natura e storia. Una tale antitesi è vera e falsa insieme: è vera in quanto la legalità che si impone agli agenti sociali è un loro stesso costrutto e quindi è storica; è falsa in quanto questa legalità prodottasi storicamente agisce sugli agenti proprio come una legge della natura. Come afferma enfaticamente Adorno: “l’oggettività della vita storica è quella di una storia naturale".


L’intento delle pagine seguenti è quello di mostrare come il Marx teorico della forma di valore sia in grado di approfondire e portare a fondamento i concetti centrali della teoria critica di Adorno. Nei primi paragrafi (§§ 1-3) farò vedere che i temi essenziali della sociologia critica di Adorno, in particolare il tema dell’oggettività sociale e dell’autonomizzazione della società, trovano il proprio centro esplicativo nel concetto di scambio quale astrazione reale. Mostrerò poi che tale concetto rimane sostanzialmente indeterminato e privo di una precisa fondazione teorica nell’opera di Adorno. Nei paragrafi successivi (§§ 4-6) cercherò di mostrare che una fondazione dello scambio quale astrazione reale può essere guadagnata con l’analisi della forma di valore sviluppata dalla Neue Marx-Lektüre e in particolare da Hans-Georg Backhaus attraverso un’attenta lettura della critica dell’economia politica di Marx.


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