LE MEMORIE DI ZIFFEL, PARTE III. – DELL’ISTRUZIONE.
Ziffel stava tirando fuori di tasca alcune pagine delle
sue memorie, quando Kalle gli rivolse in fretta una domanda.
KALLE E’ forse stato un incidente
particolare, che la indusse a tagliare la corda? Nelle sue memorie non dice
niente. Vi è espressa soltanto una gran voglia di andarsene.
ZIFFEL Non ne ho fatto parola, perché
non può essere di interesse generale. Avevamo un assistente, all’istituto di
fisica, che non distingueva un protone da un nucleo. Era convinto che il
sistema democratico, infeudato agli ebrei, gli impedisse di emergere, e perciò
si iscrisse al partito. Un giorno dovetti correggere un suo lavoro, e lui trovò
che non m’inserivo nello spirito della rivoluzione nazionalsocialista e che
l’odiavo perché era per il Comediavolosichiama. Questo bastava a rendere
problematica la mia permanenza nel paese quando il Comediavolosichiama prese il
potere. Io sono per natura incapace di abbandonarmi fiduciosamente ai grandi
entusiasmi collettivi e non sono degno di essere guidato da capi energici.
Nelle grandi epoche gente come me disturba l’armonia del quadro. Sentii parlare
di certi campi dove si voleva proteggere dal’ira del popolo gente come me, ma
non mi attiravano proprio per niente. Ora continuerò a leggere.
KALLE Lei vuol dire che non si
riteneva abbastanza preparato per quel paese?
ZIFFEL Di gran lunga meno preparato
per poter continuare a vivere da uomo in mezzo a tutto quel sudiciume. La
chiamo pure debolezza, ma io non sono così umano da poter restare uomo alla
vista di tanta disumanità
KALLE Conoscevo una tale che era
chimico e fabbricava gas velenosi. In privato era un pacifista e aveva tenuto
conferenze alla gioventù pacifista contro la follia della guerra. Diventava
molto violento nei suoi discorsi, tanto che dovevamo sempre ammonirlo a
moderarsi nelle espressioni.
ZIFFEL Perché lo lasciavate parlare?
KALLE Perché aveva ragione quando
diceva di non aver nulla a che fare con quello che fabbricava, così come un
operaio di una fabbrica di biciclette non ha nulla a che fare con esse. E anche
lui, proprio come noi, ce l’aveva col fatto che non si debba aver nulla a che
fare con quel che si fabbrica. Noi sapevamo benissimo che lavoravamo per la
guerra per il solo fatto di lavorare. Infatti se le biciclette, che in sé e per
sé sono aggeggi innocenti, non possono andare oltre confine perché i mercati
sono saturi, allora un bel giorno oltre i confini ci andranno i carri armati,
questo è chiaro. Ho sentito dire da certuni che il commercio e l’economia
sono umani, e che disumana è soltanto la guerra. Ma, a parte che il commercio e
l’economia non sono affatto umani, resta comunque che da noi portano alla
guerra. E poi c’erano quelli che volevano una guerra umana. Fate la guerra, ma
non contro la popolazione civile! Coi cannoni, ma non col gas! Il Congresso
americano, mi dicono, h fatto una legge per limitare al dieci per cento i
profitti sugli armamenti. Avrebbe potuto farne un’altra per limitare al dieci
per cento anche le perdite umane! La barbarie viene dalla barbarie, in quanto
la guerra viene dall’economia. Mi scusi se sono scivolato nella politica.
ZIFFEL La cultura non ha proprio
nulla a che fare con l’economia.
KALLE Purtroppo.
ZIFFEL Che significa purtroppo?
Parli in modo chiaro con me. Io sono uno scienziato e perciò di difficile
comprendonio.
KALLE Io ho frequentato l’università
popolare. Ero incerto se studiare Walter von der Vogelweide o la chimica, o la
flora dell’età della pietra. Dal punto di vista pratico era lo stesso, in
quanto non avrei comunque potuto trarne nessuna utilità. Quando lei studiava
fisica, pensava anche alle possibilità di impiego, e metteva da parte qualcosa
che avrebbe poi potuto rivendere. Ma per noi si trattava di pura cultura e
della direzione in cui volevamo svilupparla.
ZIFFEL E in quale direzione l’ha
sviluppata lei?
KALLE Scelsi Walter von der
Vogelweide, e da principio non andava mica male; ma poi rimasi disoccupato e,
siccome la sera ero troppo stanco, piantai tutto. Le lezioni erano gratis, non
costavano niente e non rendevano niente; ma un manualetto costava quanto una
dozzina di sigarette. O forse, più semplicemente, non ero nato per superare
tutte le difficoltà. Il figliolo della mia padrona di casa finì per imparare a
memoria tutta la botanica. Aveva un’energia di ferro: non andò mai a spasso una
sola sera, mai al cinema. Non faceva altro che istruirsi, tanto da risentirne
danno, perché dovette mettersi gli occhiali, ciò che lo impacciava al tornio:
anche se poi in fondo faceva lo stesso, perché rimase disoccupato.
ZIFFEL Come lei dice, dipende solo
da lei se vuole istruirsi o no. Sono sicuro che il figliuolo della sua padrona
avrebbe potuto fare ancora di più. Di sicuro non sfruttava tutto il suo tempo.
Se ci avesse pensato, avrebbe probabilmente scoperto che tante e tante volte
era stato al gabinetto senza un libro, o che quando leggeva alzava spesso gli
occhi dal libro. Sarà stato anche solo per tre secondi, ma li sommi tutti
insieme, ed ecco che in capo a venti, trent’anni fanno un’intera settimana
di tempo perduto! La botanica è vasta, è un campo sterminato. Una conoscenza
completa richiede una passione disumana per questa materia, specialmente da
parte di un meccanico, che ha anche altro da fare. E lei è del tutto fuori
strada a chiedersi se il sapere renda o meno, perché chi non aspira al sapere
per il sapere, ci rinunzia, poiché vuol dire che manca di spirito scientifico.
KALLE Ma io non me lo chiesi affatto
quando cominciai il corso.
ZIFFEL Allora lei aveva le carte in
regola, e la scienza non ha nulla contro di lei. Avrebbe potuto studiare Walter
von der Vogelweide fino alla più tarda vecchiaia, e dal punto di vista morale
lei era perfino superiore al professore che teneva il corso, perché lui con la
sua scienza guadagnava pur sempre qualcosa. Peccato che non abbia perseverato.
KALLE Non so se alla lunga avrebbe
avuto molto senso. A che scopo educare il mio senso estetico guardando i quadri
di Rubens se le ragazze che posso avvicinare hanno tutte il colorito di chi
lavora in fabbrica? E il figlio della mia padrona di casa studia il mondo
vegetale mentre lei non ha i soldi per un cespo d’insalata!
ZIFFEL Possiamo dirla così: quando
la sete di sapere in un paese prende tinte così eroiche e disinteressate da
dare nell’occhio a tutti e da essere ritenuta una nobile virtù, questo getta
una cattiva luce su tale paese.
Poco dopo Ziffel e Kalle si separarono e se ne andarono
ciascuno per la propria strada.
Seconda parte: http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/02/dialoghi-di-profughi-ii-bertolt-brecht.html#more
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