lunedì 25 aprile 2016

Dialoghi di profughi IX.* - Bertolt Brecht

*Da:   https://www.facebook.com/notes/maurizio-bosco/dialoghi-di-profughi-ix-bertolt-brecht/10151291297043348?pnref=story
Cos'è "Dialoghi di Profughi":    http://www.controappuntoblog.org/2013/10/18/quando-si-parla-di-umorismo-io-penso-sempre-al-filosofo-hegel-fluchtlingsgesprache-dialoghi-di-profughi-brecht-bertolt/ 




LA SVIZZERA, FAMOSA PER L’AMORE DELLA LIBERTA’ E IL FORMAGGIO. – EDUCAZIONE ESEMPLARE IN GERMANIA. – GLI  AMERICANI.



ZIFFEL     La Svizzera è un paese famoso perché vi si può essere liberi. A patto però di essere turisti.

KALLE     Io ci sono stato e non mi ci sono sentito troppo libero.

ZIFFEL     Probabilmente non abitava in albergo. Bisogna stare in albergo. Da lì uno può andare dove vuole. Intorno alle più alte montagne, da cui si godono i panorami più belli, non ci sono steccati né niente. Si dice che in nessun posto ci si sente più liberi che in cima a una montagna.

KALLE     Ho sentito dire che gli stessi svizzeri non ci salgono mai, a meno che non siano guide, e allora non sono veramente liberi perché sono costretti a portare in giro i turisti.

ZIFFEL     Le guide hanno probabilmente meno sete di libertà degli altri svizzeri. Storicamente, la sete di libertà della Svizzera deriva dal fatto che il paese si trova in una posizione geografica sfavorevole. E’ circondato da potenze smaniose di conquiste. Di conseguenza gli svizzeri devono sempre stare sul chi vive. Se le cose stessero diversamente non avrebbero bisogno di sete di libertà. Non si è mai sentito parlare di sete di libertà presso gli esquimesi. La loro posizione geografica è più favorevole.

KALLE     Gli svizzeri sono fortunati che siano in parecchi ad avere brutte intenzioni nei loro riguardi. Nessuno, infatti, permette all’altro di prendersi la Svizzera. Se però smettono di aver fortuna, cioè una delle potenze diventa più forte, allora è finita per loro.

ZIFFEL     Se vuol conoscere la mia opinione, eccola: via da ogni paese dove esiste una gran sete di libertà. In un paese che si trovi in una posizione geografica favorevole, essa è superflua.

KALLE     Ha ragione: quando in un posto si fa tanto parlare di libertà, gatta ci cova. Ho notato che la frase «da noi c’è libertà» viene sempre messa avanti quando qualcuno si lamenta della mancanza di libertà. Allora si dice subito: «Da noi c’è libertà di opinione. Da noi lei può avere le convinzioni che vuole». Questo è vero, ma è vero dappertutto. Solo che questa convinzioni non le può esprimere, perché allora è un reato. Se in Isvizzera lei dice contro il fascismo qualcosa che sia più dell’affermazione che non lo ama, affermazione assolutamente superficiale, ecco che subito le si dice: «Questa convinzione non la si può esprimere, perché altrimenti la nostra libertà è minacciata: i tedeschi potrebbero prendere questo pretesto per invaderci». Oppure si provi a dire che lei è per il comunismo. Le diranno subito che questo non lo si può dire, perché comunismo significa mancanza di libertà. Difatti i capitalisti non sono liberi sotto il comunismo. Vengono perseguitati, perché hanno un’opinione diversa; e anche gli operai non sono più liberi di andare a lavorare per loro. Un signore mi disse una volta in una trattoria: «Provi ad avere un’iniziativa in Russia e a metter su fabbrica! Non può nemmeno comprare una casa». Io gli risposi: «E qui lo possono fare?» E lui: «Ma quando vuole! Riempia un assegno ed è fatta». Gli espressi il mio rincrescimento di non avere un conto in banca, altrimenti avrei potuto metter su una fabbrica.

ZIFFEL     Quel che voglio dire è che lei ha qualche libertà nella sua vita privata e che non viene subito arrestato se a un tavolo di birreria esprime una convinzione che diverga da quelle ammesse.

KALLE     Ma qui non si può avere un’opinione nemmeno in birreria. I tedeschi, e già altri prima di loro. Hanno scoperto che anche questo è pericoloso. Si sono ficcati sotto i tavoli delle birrerie. Hanno afferrato alla radice la sete di libertà dei piccoli borghesi.

ZIFFEL     Fanno quello che possono, ma non sono ancora arrivati fino in fondo. Nei loro campi di concentramento hanno già fatto cose esemplari, ma Roma non si costruisce in un giorno, e la gente si permette ancora un mucchio di libertà. Per esempio, capita che anche in Germania lei possa andare in giro liberamente per la città a fermarsi davanti ai negozi, anche se la cosa non è vista con piacere perché non c’è uno scopo.

KALLE     Già, vogliono sempre uno scopo, un bersaglio. Un bersaglio è ciò su cui si spara.

ZIFFEL     Non è affatto vero che mentano quando affermano che i campi di concentramento sono costruiti a scopo educativo. Sono veramente istituti educativi modello. Li stanno sperimentando sui loro nemici, ma in realtà sono destinati a tutti. Naturalmente il loro Stato non si è ancora imposto del tutto ed è ancora assai debole. Che i lavoratori, per esempio, tornino a casa dopo il lavoro, deve sembrar loro una consuetudine vergognosa, incredibile. D’accordo, hanno i bambini dai sei anni in su e, con la gioventù del Comediavolosochiama, il servizio militare e il partito, anche i giovani e gli adulti. Ma che ne è, per esempio, dei vecchi? Dov’è la formazione dei Vecchi del Comediavolosichiama? E’ una sensibile lacuna. Possibilissimo che di qui una volta o l’altra salti fuori qualche pericolo per loro!

KALLE     Non so nemmeno se sia stato fatto tutto il possibile per i bambini. Quelli più grandi possono ottimamente far la spia ai loro genitori, e i più piccoli raccogliere ferrivecchi; ma forse bisognerebbe incominciare addirittura nel ventre della madre. Qui la scienza ha un vasto campo da esplorare. Voglio dire: non sarebbe male se le donne incinte ascoltassero molte marce militari e avessero il ritratto del Führer a portata di mano sopra il letto. Ma questa è roba primitiva. Ci devono essere esercizi per donne incinte che abbiano influenza già sul feto. Il ministero della Propaganda deve dedicarsi al feto: non c’è un minuto da perdere.

ZIFFEL     L’assistenza ai bambini è infinitamente importante. I bambini sono la cosa più preziosa che abbia la nazione. Il volto del Terzo Reich sarà il volto che avranno le nuove generazioni, quindi un volto con baffetti alla Comediavolosichiama; ma l’educazione comincia nel ventre della madre. Secondo un’antica prescrizione la donna incinta deve fare, per esempio, del moto. Bene, il guardare in alto, con la testa rovesciata all’indietro, i bombardieri nemici, è già un buon esercizio.

KALLE     Però la cosa più importante è forse che i bambini più gradi ed anche gli adolescenti più maturi vengano tenuti lontano da ogni luogo dove possano venir corrotti e allontanati dallo Stato; soprattutto devono essere tenuti lontano dal mondo del lavoro. A che serve infatti educare con infinita fatica e  severità i giovani alla fede assoluta nel Fuhrer e nel futuro se poi, immessi nel mondo del lavoro, vengono dappertutto spremuti e sfruttati, così da amareggiarsi e cominciare a dubitare? Il mondo del lavoro bisognerebbe eliminarlo.

ZIFFEL     Giusto; questo darebbe dei buoni risultati.

KALLE     Finché abbiamo questo nostro mondo del lavoro può sempre nascere la sete di libertà. E perché? Perché è troppo faticoso.

ZIFFEL     Per i più.

KALLE     Prenda gli americani: un gran popolo. Prima si son dovuti difendere dalla usurpazione degli indiani e adesso hanno sul collo i milionari. Sono continuamente assaliti dai re dei generi alimentari, assediati dai trust del petrolio, spremuti dai magnati delle ferrovie. Il nemico è astuto e crudele, e trascina donne e bambini nelle profondità delle miniere di carbone o li tiene prigionieri nelle fabbriche di automobili. I giornali li attirano nelle imboscate, e le banche tendono loro agguati per strada in pieno giorno. Possono venir licenziati da un momento all’altro, e persino quando sono stati licenziati combattono come animali selvaggi per la loro libertà, perché ognuno possa fare ciò che vuole: e i milionari ne sono felicissimi.

ZIFFEL (entusiasta)   E’ proprio così: devono sempre stare all’erta come animali selvaggi, altrimenti vengono sopraffatti. Magari gli piacerebbe qualche volta starsene lì a capo chino, con lo sguardo fisso, ad assaporare un po’ la noia di vivere finché ne han voglia; ma non si può. Gli costerebbe subito l’esistenza. Lo so da fonte sicura. Ho uno zio laggiù che è stato qui quando io ero giovane: non me lo dimenticherò mai. Era sempre ottimista, il poveretto. La sua faccia era sempre contratta in un ghigno fiducioso, tanto che gli si vedevano i denti d’oro. Ogni momento dava pacche incoraggianti sulle spalle e la schiena di mio padre, che aveva i reumatismi e ogni volta sussultava per il dolore. S’era portato da laggiù un’automobile, che a quel tempo era ancora una rarità, e una volta facemmo una gita sul Kobelberg, e lui non faceva che ripetere che una volta sulle montagne bisognava arrampicarsi a piedi. L’auto si fermò lungo la salita e ci toccò andare a piedi fino in cima, e lui sprecava quel po’ di fiato che gli restava ad assicurare che le macchine sarebbero diventate ancora migliori.

KALLE     Proprio dagli americani si fa un gran parlare di libertà Come ho già detto, gatta ci cova. Se uno parla di libertà di camminare, vuol dire che gli fanno male le scarpe. Chi cammina con buone scarpe è raro che dica continuamente che sono leggere, che gli vanno bene, che non gli fanno male, che non ha calli e che non sopporterebbe mai di averli. Io mi entusiasmai dell’America, quando sentii questa cose, e volevo diventare americano o almeno andarci, in questa gran libertà. Corsi da Ponzio a Pilato. Ponzio non aveva tempo, Pilato era occupato. Il console pretese che facessi quattro volte il giro dell’isolato a quattro zampe e poi mi facessi rilasciare dal dottore un certificato che non mi erano venute le vesciche. Poi dovetti assicurar sotto giuramento di non avere alcuna opinione politica. Io lo guardai dritto negli occhi e gli diedi l’assicurazione; ma lui capì benissimo e pretese che dimostrassi di non averne mai avute, e questo non potei farlo. Così non andai nel paese della libertà. Non sono sicuro che il mio amore per la libertà fosse sufficiente per quel paese.

Poco dopo Ziffel e Kalle si separarono e se ne andarono ciascuno per la propria strada. 




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