Cos'è "Dialoghi di Profughi": http://www.controappuntoblog.org/2013/10/18/quando-si-parla-di-umorismo-io-penso-sempre-al-filosofo-hegel-fluchtlingsgesprache-dialoghi-di-profughi-brecht-bertolt/
ZIFFEL La Svizzera è un paese
famoso perché vi si può essere liberi. A patto però di essere turisti.
KALLE Io ci sono stato e
non mi ci sono sentito troppo libero.
ZIFFEL Probabilmente non
abitava in albergo. Bisogna stare in albergo. Da lì uno può andare dove vuole.
Intorno alle più alte montagne, da cui si godono i panorami più belli, non ci
sono steccati né niente. Si dice che in nessun posto ci si sente più liberi che
in cima a una montagna.
KALLE Ho sentito dire che gli
stessi svizzeri non ci salgono mai, a meno che non siano guide, e allora non
sono veramente liberi perché sono costretti a portare in giro i turisti.
ZIFFEL Le guide hanno
probabilmente meno sete di libertà degli altri svizzeri. Storicamente, la sete
di libertà della Svizzera deriva dal fatto che il paese si trova in una
posizione geografica sfavorevole. E’ circondato da potenze smaniose di
conquiste. Di conseguenza gli svizzeri devono sempre stare sul chi vive. Se le
cose stessero diversamente non avrebbero bisogno di sete di libertà. Non si è
mai sentito parlare di sete di libertà presso gli esquimesi. La loro posizione
geografica è più favorevole.
KALLE Gli svizzeri sono fortunati che siano in parecchi ad avere brutte intenzioni nei loro riguardi. Nessuno, infatti, permette all’altro di prendersi la Svizzera. Se però smettono di aver fortuna, cioè una delle potenze diventa più forte, allora è finita per loro.
ZIFFEL Se vuol conoscere la
mia opinione, eccola: via da ogni paese dove esiste una gran sete di libertà.
In un paese che si trovi in una posizione geografica favorevole, essa è
superflua.
KALLE Ha ragione: quando in
un posto si fa tanto parlare di libertà, gatta ci cova. Ho notato che la frase
«da noi c’è libertà» viene sempre messa avanti quando qualcuno si lamenta della
mancanza di libertà. Allora si dice subito: «Da noi c’è libertà di opinione. Da
noi lei può avere le convinzioni che vuole». Questo è vero, ma è vero
dappertutto. Solo che questa convinzioni non le può esprimere, perché allora è
un reato. Se in Isvizzera lei dice contro il fascismo qualcosa che sia più
dell’affermazione che non lo ama, affermazione assolutamente superficiale, ecco
che subito le si dice: «Questa convinzione non la si può esprimere, perché
altrimenti la nostra libertà è minacciata: i tedeschi potrebbero prendere
questo pretesto per invaderci». Oppure si provi a dire che lei è per il
comunismo. Le diranno subito che questo non lo si può dire, perché comunismo
significa mancanza di libertà. Difatti i capitalisti non sono liberi sotto il
comunismo. Vengono perseguitati, perché hanno un’opinione diversa; e anche gli
operai non sono più liberi di andare a lavorare per loro. Un signore mi disse
una volta in una trattoria: «Provi ad avere un’iniziativa in Russia e a metter
su fabbrica! Non può nemmeno comprare una casa». Io gli risposi: «E qui lo
possono fare?» E lui: «Ma quando vuole! Riempia un assegno ed è fatta». Gli
espressi il mio rincrescimento di non avere un conto in banca, altrimenti avrei
potuto metter su una fabbrica.
ZIFFEL Quel che voglio dire è
che lei ha qualche libertà nella sua vita privata e che non viene subito
arrestato se a un tavolo di birreria esprime una convinzione che diverga da
quelle ammesse.
KALLE Ma qui non si può avere
un’opinione nemmeno in birreria. I tedeschi, e già altri prima di loro. Hanno
scoperto che anche questo è pericoloso. Si sono ficcati sotto i tavoli delle
birrerie. Hanno afferrato alla radice la sete di libertà dei piccoli borghesi.
ZIFFEL Fanno quello che
possono, ma non sono ancora arrivati fino in fondo. Nei loro campi di
concentramento hanno già fatto cose esemplari, ma Roma non si costruisce in un
giorno, e la gente si permette ancora un mucchio di libertà. Per esempio,
capita che anche in Germania lei possa andare in giro liberamente per la città
a fermarsi davanti ai negozi, anche se la cosa non è vista con piacere perché
non c’è uno scopo.
KALLE Già, vogliono sempre
uno scopo, un bersaglio. Un bersaglio è ciò su cui si spara.
ZIFFEL Non è affatto vero che
mentano quando affermano che i campi di concentramento sono costruiti a scopo
educativo. Sono veramente istituti educativi modello. Li stanno sperimentando
sui loro nemici, ma in realtà sono destinati a tutti. Naturalmente il loro
Stato non si è ancora imposto del tutto ed è ancora assai debole. Che i
lavoratori, per esempio, tornino a casa dopo il lavoro, deve sembrar loro una
consuetudine vergognosa, incredibile. D’accordo, hanno i bambini dai sei anni
in su e, con la gioventù del Comediavolosochiama, il servizio militare e il
partito, anche i giovani e gli adulti. Ma che ne è, per esempio, dei vecchi?
Dov’è la formazione dei Vecchi del Comediavolosichiama? E’ una sensibile
lacuna. Possibilissimo che di qui una volta o l’altra salti fuori qualche
pericolo per loro!
KALLE Non so nemmeno se sia
stato fatto tutto il possibile per i bambini. Quelli più grandi possono
ottimamente far la spia ai loro genitori, e i più piccoli raccogliere
ferrivecchi; ma forse bisognerebbe incominciare addirittura nel ventre della
madre. Qui la scienza ha un vasto campo da esplorare. Voglio dire: non sarebbe
male se le donne incinte ascoltassero molte marce militari e avessero il ritratto
del Führer a portata di mano sopra il letto. Ma questa è roba primitiva. Ci
devono essere esercizi per donne incinte che abbiano influenza già sul feto. Il
ministero della Propaganda deve dedicarsi al feto: non c’è un minuto da
perdere.
ZIFFEL L’assistenza ai
bambini è infinitamente importante. I bambini sono la cosa più preziosa che
abbia la nazione. Il volto del Terzo Reich sarà il volto che avranno le nuove
generazioni, quindi un volto con baffetti alla Comediavolosichiama; ma
l’educazione comincia nel ventre della madre. Secondo un’antica prescrizione la
donna incinta deve fare, per esempio, del moto. Bene, il guardare in alto, con
la testa rovesciata all’indietro, i bombardieri nemici, è già un buon
esercizio.
KALLE Però la cosa più
importante è forse che i bambini più gradi ed anche gli adolescenti più maturi
vengano tenuti lontano da ogni luogo dove possano venir corrotti e allontanati
dallo Stato; soprattutto devono essere tenuti lontano dal mondo del lavoro. A
che serve infatti educare con infinita fatica e severità i giovani alla
fede assoluta nel Fuhrer e nel futuro se poi, immessi nel mondo del lavoro,
vengono dappertutto spremuti e sfruttati, così da amareggiarsi e cominciare a
dubitare? Il mondo del lavoro bisognerebbe eliminarlo.
ZIFFEL Giusto; questo darebbe
dei buoni risultati.
KALLE Finché abbiamo questo
nostro mondo del lavoro può sempre nascere la sete di libertà. E perché? Perché
è troppo faticoso.
ZIFFEL Per i più.
KALLE Prenda gli americani:
un gran popolo. Prima si son dovuti difendere dalla usurpazione degli indiani e
adesso hanno sul collo i milionari. Sono continuamente assaliti dai re dei
generi alimentari, assediati dai trust del petrolio, spremuti dai magnati delle
ferrovie. Il nemico è astuto e crudele, e trascina donne e bambini nelle
profondità delle miniere di carbone o li tiene prigionieri nelle fabbriche di
automobili. I giornali li attirano nelle imboscate, e le banche tendono loro
agguati per strada in pieno giorno. Possono venir licenziati da un momento
all’altro, e persino quando sono stati licenziati combattono come animali
selvaggi per la loro libertà, perché ognuno possa fare ciò che vuole: e i
milionari ne sono felicissimi.
ZIFFEL (entusiasta) E’ proprio così:
devono sempre stare all’erta come animali selvaggi, altrimenti vengono
sopraffatti. Magari gli piacerebbe qualche volta starsene lì a capo chino, con
lo sguardo fisso, ad assaporare un po’ la noia di vivere finché ne han voglia;
ma non si può. Gli costerebbe subito l’esistenza. Lo so da fonte sicura. Ho uno
zio laggiù che è stato qui quando io ero giovane: non me lo dimenticherò mai.
Era sempre ottimista, il poveretto. La sua faccia era sempre contratta in un
ghigno fiducioso, tanto che gli si vedevano i denti d’oro. Ogni momento dava
pacche incoraggianti sulle spalle e la schiena di mio padre, che aveva i
reumatismi e ogni volta sussultava per il dolore. S’era portato da laggiù
un’automobile, che a quel tempo era ancora una rarità, e una volta facemmo una
gita sul Kobelberg, e lui non faceva che ripetere che una volta sulle montagne
bisognava arrampicarsi a piedi. L’auto si fermò lungo la salita e ci toccò
andare a piedi fino in cima, e lui sprecava quel po’ di fiato che gli restava
ad assicurare che le macchine sarebbero diventate ancora migliori.
KALLE Proprio dagli americani
si fa un gran parlare di libertà Come ho già detto, gatta ci cova. Se uno parla
di libertà di camminare, vuol dire che gli fanno male le scarpe. Chi cammina
con buone scarpe è raro che dica continuamente che sono leggere, che gli vanno
bene, che non gli fanno male, che non ha calli e che non sopporterebbe mai di
averli. Io mi entusiasmai dell’America, quando sentii questa cose, e volevo
diventare americano o almeno andarci, in questa gran libertà. Corsi da Ponzio a
Pilato. Ponzio non aveva tempo, Pilato era occupato. Il console pretese che
facessi quattro volte il giro dell’isolato a quattro zampe e poi mi facessi
rilasciare dal dottore un certificato che non mi erano venute le vesciche. Poi
dovetti assicurar sotto giuramento di non avere alcuna opinione politica. Io lo
guardai dritto negli occhi e gli diedi l’assicurazione; ma lui capì benissimo e
pretese che dimostrassi di non averne mai avute, e questo non potei farlo. Così
non andai nel paese della libertà. Non sono sicuro che il mio amore per la
libertà fosse sufficiente per quel paese.
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