Da: lacinarossa - https://mondorosso.wordpress.com - (Originariamente pubblicato su Qiushi Journal, edizione cinese, n. 6, 2024) - Liu Jianchao è a capo del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del PCC.
Leggi anche: La Cina, forza motrice principale del socialismo mondiale - Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto SidoliLa teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
venerdì 28 febbraio 2025
Cavalcare l'onda della storia: lavorare insieme per rafforzare la solidarietà e la cooperazione tra i Paesi del Sud del mondo - Liu Jianchao
giovedì 27 febbraio 2025
Come salvare Kiev dopo la sconfitta - Barbara Spinelli
Da: https://barbara-spinelli.it (IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 23 Febbraio 2025) - Barbara Spinelli è una giornalista, saggista e politica italiana. Europarlamentare (2014–2019).
Vedi anche: Jeffrey Sachs scuote i parlamentari europei: La NATO e il Futuro dell’Europa (Febbraio 2025)
mercoledì 26 febbraio 2025
Crisi dell’Unione Europea: siamo già al punto di non ritorno? - Fabrizio Casari
martedì 25 febbraio 2025
Occidente? No, grazie - Paolo Crocchiolo
Leggi anche: Evoluzionismo dialettico e materialismo storico: collocare le società e le culture umane nel contesto più ampio della storia naturale Paolo Crocchiolo
(https://www.sciencepublishinggroup.com/article/10.11648/j.ijp.20251301.12)
È uscito recentemente in libreria un nuovo libro di Federico Rampini Grazie, Occidente. Tutto il bene che abbiamo fatto (Mondadori, 2024)[1].
Già a partire dal titolo, il concetto di “Occidente” sembra alludere a un’entità a sé stante, a prescindere cioè dal contesto storico che lo lega dialetticamente al “non-Occidente” e soprattutto al “Sud globale”.
Nella narrazione rampiniana l’idea di Occidente finisce per identificarsi con il modello di civiltà incarnato dal libero mercato e dal capitalismo tout court, trascurando completamente il travagliato percorso storico che ha caratterizzato nel loro evolversi la nostra come le altre società umane.
Dal punto di vista del materialismo storico le origini dell’Occidente si possono far risalire alla “rinascita dell’anno mille” e alle Crociate, vere e proprie guerre proto-coloniali in occasione delle quali le nascenti borghesie commerciali dei comuni e soprattutto delle repubbliche marinare si affacciavano per la prima volta come forze autonome rispetto al preponderante mondo feudale. È però solo più tardi, nel Rinascimento, che l’accumulo di risorse e di potere da parte della nuova classe emergente, anche in coincidenza con la conquista dei territori d’oltremare e lo sfruttamento intensivo delle loro popolazioni, comincia a tradursi in progressi culturali sia nel campo filosofico-umanistico che in quello della ricerca e, conseguentemente, delle scoperte tecnico-scientifiche (che prima erano state piuttosto monopolio di altre zone non-occidentali come il mondo islamico, o come la Cina, quest’ultima però più tesa ad isolarsi in sé stessa e a non espandersi militarmente in altri continenti). Già Marx rilevava come la produzione delle risorse materiali tendeva a trasformarsi in produzione di risorse intellettuali che a loro volta contribuivano in un rapporto dialettico a retroagire sull’acquisizione delle prime.
lunedì 24 febbraio 2025
Jeffrey Sachs scuote i parlamentari europei: La NATO e il Futuro dell’Europa (Febbraio 2025)
domenica 23 febbraio 2025
Non si fa che parlare di Trump, ma ha qualche suggeritore? - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). -
sabato 22 febbraio 2025
Un Patto d’Abramo dal Golfo all’Ucraina - Alberto Negri
venerdì 21 febbraio 2025
"TRUMP ferma il piano NATO e la sua espansione NEOCON" - R. Antonucci intervista Jeffrey Sachs
giovedì 20 febbraio 2025
Luciano Canfora: “Paragonare Monaco 1938 e l’oggi? È solo propaganda” - Daniela Ranieri
Da: https://www.ilfattoquotidiano.it - Daniela Ranieri giornalista, dal 2013 scrive su Il Fatto Quotidiano di politica e di cultura. Dopo gli studi di Antropologia culturale all'Università La Sapienza di Roma, ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Teoria e Ricerca Sociale. - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
martedì 18 febbraio 2025
CISGIORDANIA. L’annessione a Israele comincia dai siti archeologici - Michele Giorgio
Da: https://pagineesteri.it - Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano ilmanifesto.it. - Michele Giorgio giornalista de Il Manifesto, direttore della rivista Pagine Esteri. Autore di tre libri sul Medio Oriente: Nel Baratro, Cinquant'anni dopo, Israele mito e realtà. -
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio“Jenin come Jabaliya”. Gli abitanti temono di finire come i palestinesi di Gaza - Michele Giorgio
L’annessione della Cisgiordania a Israele è cominciata. E il punto di partenza sono i siti archeologici palestinesi. È stato evidente ieri al Dan Hotel di Gerusalemme dove, nell’ambito della conferenza «Archeology and Site Conservation of Judea e Samaria», archeologi, docenti universitari, studiosi israeliani e stranieri e funzionari dell’Autorità israeliana per le antichità, si sono affannati, e lo stesso faranno oggi, a spiegare e raccontare millenni di patrimonio storico e archeologico di questa terra. Con un tratto comune: gli interventi e le immagini mostrate sullo schermo nella sala della conferenza hanno dato per scontata la piena «sovranità» dello Stato ebraico su tutti i siti della Cisgiordania che i partecipanti hanno chiamato «Giudea e Samaria», i nomi biblici abitualmente usati dalla destra israeliana per indicare questa porzione di Territori palestinesi occupati.
domenica 16 febbraio 2025
"Tradurre Il capitale" - Roberto Fineschi
sabato 15 febbraio 2025
Trump è tornato: Nuovo ordine mondiale o vecchi trucchi imperiali? - con Davide Rossi
giovedì 13 febbraio 2025
Antichità Romane (Lez.1) / Introduzione | RLeS - Filippo Coarelli
ROMA E ANNIBALE - Una storia in movimento Luciano Canfora, Annalisa Lo Monaco, Claudio Strinati, Andrea Giardina.
mercoledì 12 febbraio 2025
Margherita Hack e la denuncia delle atrocità compiute sui bambini palestinesi.
Da: https://www.infopal.it - Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata un'astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista italiana.
----------------------------
martedì 11 febbraio 2025
L'OCCIDENTE NICHILISTA vuole UCCIDERE la RUSSIA - Angelo D'Orsi
lunedì 10 febbraio 2025
Sulle foibe - Rossana Rossanda
Da: Massimo Zucchetti - Rossana Rossanda (Pola, 23 aprile 1924 – Roma, 20 settembre 2020) è stata una giornalista, scrittrice e traduttrice italiana, dirigente del PCI negli anni cinquanta e sessanta e cofondatrice de il manifesto.
Vedi anche: La narrazione intorno alle foibe. Un'ambigua verità di stato - Angelo d'Orsi
Leggi anche: “E allora, le foibe?!”
L’occupazione italiana nei Balcani - Angelo Del Boca
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2019/02/14/von-banditen-erschossen-su-mattarella-e-le-foibe
Da quando è presidente della Camera, Luciano Violante si è investito della missione di riscrivere la storia, che secondo lui non è mai stata giusta. Rifacendola, si potrebbe “riconciliare la nazione” che, come si sa, nel 1943 si divise.
Prima ci ha spiegato che occorre (o sarebbe addirittura occorso l’8 settembre?) capire i giovani che sceglievano Mussolini e Salò. Adesso rimprovera il suo ex partito - o ex suo partito o comunque si voglia chiamare il PCI - di aver nascosto che dal 1943 al 1945 i partigiani jugoslavi giustiziarono sommariamente e cacciarono nelle foibe non solo gli ustascia ma alcune migliaia di istriani che sospettavano d’accordo con loro, sicuramente molti innocenti. Il PCI ha occultato tutto, dice Violante riprendendo il segretario pidiessino di Trieste, per complicità totalitaria con Tito.
Si dà il caso che io sia stata una del PCI, e istriana da diverse generazioni. Conosco quella storia. Ma la conoscono tutti fuorché, forse, la distratta generazione di Violante: dal 1948 in poi le foibe ci vennero rinfacciate a ogni momento, e non solo dai fascisti che rivolevano Trieste (i loro eredi ancora mettono in causa il trattato di Osimo). Se la federazione triestina del PCI, a lungo diretta da Vittorio Vidali, fu dilaniata nel giudizio politico, storicamente non c’era nulla da scoprire.
Non è questione di archivi da portare alla luce, ci sono storie e documenti. Se Violante avesse velocemente consultato la abbastanza buona biblioteca della Camera, si sarebbe risparmiato delle enormità. La prima delle quali è tacere l’essenziale d’una vicenda che si pretende di ricostruire.
Non ci sono due possibili interpretazioni delle responsabilità italiane in Jugoslavia: ce n’è una. Ed è che l’Italia seguì Hitler nell’invasione della Jugoslavia del 1941, pretese un dominio particolare sulla Croazia, appoggiando Ante Pavelic e sovrapponendogli a mo’ di sovrano Aimone di Savoia Aosta, duca di Spoleto. Per due anni i corpi d’armata italiani, soprattutto la Pusteria, e i generali Cavallero, Ambrosio e Roatta attuarono operazioni orrende contro la guerriglia partigiana, la più lunga e coraggiosa d’Europa, gli ebrei, i musulmani, i serbi ed altre minoranze; le fonti di Renzo De Felice calcolano in oltre duecentomila gli uccisi.
Mentre una nobile gara si instaurava, teste indiscusso Luigi Pietromarchi, fra Roma e Berlino su come spartirsi le spoglie dei Balcani. In capo a due anni, con l’8 settembre, l’esercito italiano si disgrega e per l’onore del nostro disgraziato paese diversi soldati e ufficiali raggiungono le formazioni partigiane jugoslave. Ma non perciò esse hanno vinto: i tedeschi non mollano il fronte jugoslavo, se perdono dei territori tentano di riprenderli o li riprendono con ripetute offensive, che tengono impegnata la Wehrmacht come in nessun altro fronte occidentale. La Jugoslavia si può considerare liberata e la guerra quasi conclusa nel tardo 1944 con la presa di Belgrado.
L’unificazione dei comitati partigiani è avvenuta un anno prima. E Tito sarà riconosciuto come interlocutore soltanto alle soglie del 1945, gli inglesi avendogli preferito il governo all’estero di Mihailovic (alleati cetnici inclusi finché non cambiarono bandiera). Quattro anni di guerra di guerriglia, che il variare del fronte e degli esiti rende subito guerra, quattro anni di scontro con un esercito potente e crudele, di massacri, rappresaglie e saccheggi, sono un tempo infinito. L’odio seminato, e meritato, da italiani e collaborazionisti fu grande, e non dimenticato. E le vendette certamente atroci, e non dimenticate.
Ma le responsabilità non sono le stesse.
Non tiriamo in ballo i morti, che sono davvero fuori dalla storia, per far intendere che le colpe sono uguali, e che lo scontro è stato tra due totalitarismi che si equivalevano.
Questa è mistificazione, prima ancora che revisionismo. L’ignoranza e la confusione sono già abbastanza grandi perché un presidente della Camera ex comunista venga ad aumentarle.
domenica 9 febbraio 2025
Il Revisionismo e Auschwitz. Breve guida “per voi giovani” - Massimo Zucchetti
Da: https://zucchett.wordpress.com - Massimo Zucchetti – ANPI “Dante di Nanni”, Torino. Plasma Science and Fusion Center, MIT (US), zucchett@mit.edu. Candidato al premio Nobel nel 2015 per la fisica.
Questo scritto è per voi, ragazze e ragazzi. Dato che sono un prof, non mi è riuscito di essere troppo conciso e di non farla forse troppo lunga. Date comunque un’occhiata.
sabato 8 febbraio 2025
Fascismo o neofascismo - Alessandra Ciattini
Giustamente è stato affermato che il fascismo non è mai morto, perché può perpetuarsi mantenendo in vita certi suoi aspetti o può ripresentarsi in forme nuove rafforzando certi caratteri del suo nucleo originario.
Come ricorda Luciano Canfora nel suo ultimo libro (Il Fascismo non è mai morto, Dedalo 2024) l’Europa è ormai punteggiata da governi di estrema destra, che vanno dalla Finlandia, governata dai Veri Finlandesi, all’Italia nelle mani dei patriottici Fratelli d’Italia. In Ungheria regna Viktor Orbán, un bulldog arrabbiato, amico di Netanyahu, il quale abbandonando la destra moderata ha fondato il più radicale Fidesz che propugna una “democrazia illiberale”, è ostile all’immigrazione, non si è identificato del tutto con la politica europea; inoltre, tassa le imprese solo al 9%, mentre le persone fisiche al 15% in violazione del principio della progressività della tassazione. Si è opposto anche all’innalzamento minimo delle imposte per le multinazionali proposto dalla Ue. Anche nei Paesi Bassi, in Svezia, in Belgio, Croazia, Polonia, Repubblica ceca, Grecia domina la destra sostenuta da coalizioni, in cui i più moderati collaborano tranquillamente con i più radicali. In Austria si prevede l’affermazione di un cancelliere di estrema destra contro immigrati e filoputiniano, il quale prospetta quella che viene chiamata riemmigrazione, ossia il rimpatrio di tutti quei migranti, anche se naturalizzati, che non sarebbero integrati. Il filoputinismo e il desiderio di ripristinare normali relazioni commerciali con la Russia non accomunano tutti i leader di destra (come il polacco Duda), spesso affetti da russofobia. La Slovacchia costituisce un caso ibrido, il cui primo ministro Robert Fico, ha anche subìto un attentato.
Naturalmente, il fiorire di questi governi di destra e di estrema destra è accompagno dall’affermazione elettorale di partiti analoghi come in Germania e in Francia, in cui il Rassemblement populaire di Marine Le Pen fa da spalla all’antidemocratico Macron. Per non parlare, poi, dei neonazisti ucraini, manovrati dagli Usa e dalla Nato che temono come la peste una probabile vittoria russa, perché rimetterebbe in discussione le loro attuali regole del gioco.
venerdì 7 febbraio 2025
Il Congo, insanguinato dallo scontro tra Usa, Ue e Cina - Marco Santopadre
(Mercenari romeni si arrendono alle truppe ruandesi)