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martedì 2 febbraio 2021

«Il Principe» di Niccolò Machiavelli - Angelo d'Orsi

Da: Angelo d'Orsi Angelo d'Orsi è professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. (https://www.facebook.com/angelo.dorsi.7


Considerazioni sul "Principe" - Gennaro Sasso 


                                                                          

Il Principe è il classico del pensiero politico per antonomasia: un testo ripubblicato continuamente dalla prima edizione del 1532, apparsa dopo la morte di Niccolò Machiavelli, che scrisse l’opera di getto nel 1513, dopo essere stato rudemente congedato dal suo incarico nella Segreteria di Firenze, con il ritorno dei Medici, a uno dei quali, tale Lorenzino, il trattatello fu dedicato, inutilmente. Maledetto, vietato, il libro circolò segretamente e, quindi, palesemente, fino ai nostri giorni, non solo fra gli studiosi, ma tra i politici professionali, tra i manager, nelle gerarchie militari, come un manuale del potere. E in effetti Il Principe è un trattato, all’insegna di un assoluto realismo politico, indirizzato a chi voglia conquistare il potere o intenda conservarlo, e rafforzarlo. Ma il potere per Machiavelli non è un fine a sé stesso, piuttosto un mezzo per raggiungere il benessere della popolazione, la salvezza della polis. E la politica è la scienza del potere, che deve essere separata e distinta dalla morale (al tempo gli insegnamenti delle Sacre Scritture). Basterebbe questo a rendere immortale questo capolavoro teorico-politico, e letterario.

domenica 20 marzo 2016

FRANCESCO VALENTINI, SOLUZIONI HEGELIANE* - Carla Maria Fabiani

"L'assoluto è fra noi", quest'espressione significa che le concezioni che fino a Hegel si sono avute dell'assoluto come di un qualcosa di non interamente dominabile dall'uomo, ormai sono comprese e, essendo comprese, liberano l'uomo dal timore che ci possa essere un qualcosa, un assoluto che lo trascenda o addirittura in qualche modo lo minacci. L'assoluto è fra noi, ma non per questo l'assoluto è compiuto; è cioè compiuta una concezione errata dell'assoluto, ma il sapere è un sapere sempre totalmente aperto. (F. Valentini)

                                http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/01/la-legge-la-liberta-la-grazia-remo_29.html ù
                                    http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/12/hegel-e-la-dialettica-remo-bodei.html
                                        http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/01/la-civetta-e-la-talpa-il-concetto-di.html
                                             http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/09/hegel-la-dialettica-valerio-verra.html
                                                  http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/03/hegel-e-la-sua-fenomenologia-fulvio-papi.html
                                                       http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/08/hegel-la-comprensione-dellintero-carlo.html
                                                            http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/05/hegel-il-sistema-antonio-gargano.html
                                                                 http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/04/soggetto-oggetto-commento-hegel-remo.html
                                                                      http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/05/del-ragionamento-dialettico-stefano.html
                                                                           http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/05/liberta-e-necessita-hegel-sartre.html
                                                                                http://ilcomunista23.blogspot.it/2015/08/il-riconoscimento-in-hegel-carla-maria.html
                                                                                     http://ilcomunista23.blogspot.it/2016/06/hegel-la-ragione-come-mondo-costantino.html
                                                                                           https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/07/il-senso-della-politica-francesco.html  
"La fenomenologia dello spirito nel pensiero si Hegel" - Francesco Valentini (https://www.teche.rai.it/1990/06/la-fenomenologia-dello-spirito-nel-pensiero-hegel/
 




Francesco Valentini, Soluzioni hegeliane, Milano, Guerini e Associati 2001 
*Da:  www.filosofia.it

L'oggettività è così quasi soltanto un involucro sotto il quale si trova nascosto il concetto. Nel finito non possiamo vedere o esperire che il fine viene veramente raggiunto. L'attuazione del fine infinito consiste così soltanto nel superare l'illusione che ancora non sia attuato. Il bene, ciò che è assolutamente bene, si compie eternamente nel mondo, e il risultato è che esso è già compiuto in sé e per sé, e non ha bisogno di aspettare noi. È questa l'illusione in cui viviamo e, al tempo stesso, è quest'illusione soltanto la forza operante su cui riposa l'interesse del mondo. [Soluzioni...p.233n] 

Torneremo, nel corso di questa breve recensione, sull'idea hegeliana del Bene e la sua genesi, seguendo il prezioso e limpido commento di Francesco Valentini. Emergerà, in chi si appresta a leggere Soluzioni hegeliane, l'esigenza di comprendere il pensiero di Hegel a partire da Hegel, e al contempo l'esigenza sarà pienamente soddisfatta. Sarà, per es., soddisfatta l'esigenza di chi voglia comprendere il realismo hegeliano, la soluzione offerta da Hegel al problema kantiano del Bene e della sua realizzazione; il lettore interessato, perciò, sospenda inizialmente il giudizio, se accogliere o meno le soluzioni proposte da Hegel, e segua fino in fondo la traccia che F. Valentini disegna così lucidamente attraverso tutta l'opera del filosofo. 

sabato 15 febbraio 2014

Hegel - La Fenomenologia dello spirito - Antonio Gargano


«Del resto non è difficile a vedersi, che la nostra è un’età di gestazione e di passaggio ad una nuova era». Hegel ha piena consapevolezza che noi viviamo in un’età di trapasso in cui vecchie certezze si sono sgretolate e nuove certezze non sono nate. «Lo spirito ha rotto con quello che è stato fino ad ora il mondo del suo esserci e del suo rappresentare; esso è in procinto di calare tutto ciò nel passato, ed è impegnato nel travaglio della sua trasformazione». Viviamo troppo al di dentro di una trasformazione per rendercene conto: c’è un travaglio doloroso, che sembra implicare solo disgregazione, ma che è la preparazione di una nuova era: «In verità esso non è mai in quiete, ma è preso da un movimento sempre progressivo. Ma allo stesso modo che nel bambino [vuol dire nel nascituro, nel feto] dopo un lungo e silenzioso periodo di nutrizione, il primo respiro interrompe – con un salto qualitativo – il processo graduale di quello sviluppo soltanto quantitativo, ed allora il bambino è nato, così lo spirito in via di formazione matura lentamente e silenziosamente verso la sua nuova figura». Anche se non ce ne accorgiamo, l’epoca storica sta, faticosamente, per partorire qualche cosa di nuovo, però, appunto, secondo una delle leggi della dialettica, la quantità all’improvviso si trasforma in qualità, cioè si accumulano prima gradualmente le condizioni di un cambiamento e poi il cambiamento sboccia all’improvviso. Non ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca di trasformazione, in cui si stanno accumulando le condizioni di una nuova nascita; sentiamo ogni tanto i gemiti di un parto che sta per venire, non lo abbiamo ancora visto, «ma io sono certo, dice Hegel, che lo spirito, cioè il divenire dell’uomo, sta per generare una nuova era, che poi sboccerà all’improvviso». Hegel è un filosofo rivoluzionario, per lui la storia presenta discontinuità: procede silenziosamente per anni, anche per secoli, poi, all’improvviso, emerge un’epocanuova.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                [...] Lo spirito non è qualche cosa di passeggero, di destinato ad essere sconfitto, a essere sorpassato: lo spirito dà luogo a creazioni permanenti. Lo spirito è il momento più alto perché è il momento in cui la comprensione dell’uomo si attaglia pienamente alla realtà, quindi dà luogo a costruzioni che rimangono, a quelle che Hegel chiama “seconda natura”. Nello spirito l’uomo è creatore. L’uomo si trova di fronte la natura, ma crea un altro mondo, una seconda natura, che è il mondo del diritto, della famiglia, dello Stato, dell’arte, della religione, della filosofia. Lo spirito non è transeunte, non è destinato ad essere sconfitto; esso si radica nella realtà, perché corrisponde al momento più alto di comprensione dell’uomo, che veramente afferra la realtà con la sua ragione e si riesce a radicare nella realtà, riesce a impiantarvi qualche cosa di duraturo, che Hegel chiamerà nella Filosofia del diritto “seconda natura”, nel senso che è quasi una seconda creazione. Le creazioni mature dello spirito sono i grandi sistemi religiosi. I grandi sistemi religiosi cercano di cogliere l’assoluto e di organizzare popolazioni intere intorno a credenze che rimangono nei secoli, se non nei millenni, ma le religioni sono solo il penultimo stadio dello spirito, perché esse colgono l’assoluto, il divino, l’infinito, in una maniera inadeguata, ancora legata al mito, alla rappresentazione. Lo sviluppo supremo dello spirito, l’ultimo stadio della Fenomenologia, è il sapere assoluto, cioè il momento in cui l’uomo capisce, al di là della religione, che l’infinito, il divino, l’ideale, sono perfettamente razionali, hanno una forma razionale, e quindi devono essere capiti allo stesso livello, cioè nella forma della ragione.                                                                                                 http://www.iisf.it/scuola/idealismo/Hegel_fen.htm

giovedì 6 agosto 2020

Il «Manifesto del Partito Comunista» - Angelo D'Orsi

Da: Angelo d'Orsi - Angelo+D'Orsi è professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino.
Leggi anche: Il Manifesto del Partito Comunista*- Karl Marx e Friedrich Engels (1848) 
                       Introduzione al MANIFESTO - Stefano Garroni 
                      Introduzione al Manifesto del Partito Comunista*- David Harvey**
                      UNA RILETTURA TEORICA E POLITICA DEL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA - Riccardo Bellofiore
                       Il ruolo della borghesia nel Manifesto del partito comunista 
                       MARX E LA RIVOLUZIONE DEL 1848 - Irene Viparelli*
Vedi anche:   Marx e Engels: Il Manifesto del Partito Comunista - Antonio Gargano 
                      Il Manifesto Del Partito Comunista

La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi. 
Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta. 

                                                                            

venerdì 13 febbraio 2015

Sigmund Freud - Antonio Gargano





Il pensiero freudiano può essere interpretato come una «mappa delle interferenze che deformano la coscienza» (come afferma il filosofo Remo Bodei). La psicanalisi, cioè, è un tentativo di prendere in considerazione le stratificazioni, le interferenze, le intermittenze, i piani di frattura del pensiero logico. Il concetto di razionalità deve essere ampliato, fino a comprendere anche ciò che apparentemente è refrattario alla logica e alla coscienza: le credenze, le superstizioni, ma anche i sogni, i contenuti fantastici dell’arte, i quali non presentano verosimiglianza, devono essere sottoposti ad analisi per scoprirvi i nuclei di verità che contengono. La razionalità cui siamo abituati è quella cartesiana, fondata sul principio di evidenza e sulla “chiarezza” e “distinzione” delle idee, che viene articolata mediante il ragionamento e la rigorosa deduzione. Emblema della razionalità occidentale è l’atteggiamento illuministico: la ragione è equiparata alla luce, che si diffonde sulle tenebre dell’ignoranza e della superstizione e le dissipa. Per Freud invece anche all’interno delle tenebre si celano nuclei di verità, anche se di una verità deformata, che si può manifestare nella fantasia o nella patologia, e che va decodificata, trasponendola dal linguaggio dell’inconscio in quello della coscienza. Per Freud la verità non è qualcosa che si presenta con evidenza, bensí qualcosa che «nasce da forze in lotta e da forme di compromesso: non vi è una evidenza puntuale della verità, bensí questa viene sagomata in un processo non lineare, si profila al termine di un tragitto tortuoso», come afferma ancora Remo Bodei.



http://www.iisf.it/scuola/freud/freud.htm

lunedì 28 aprile 2014

Marx - Antonio Gargano -



"Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore".  ("Miseria della filosofia")