La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
sabato 9 agosto 2025
ACCORDI FUFFA: la DEINDUSTRIALIZZAZIONE USA è IRREVERSIBILE - Joseph Halevi
venerdì 8 agosto 2025
Chi paga? - Alessandro Volpi
Da: Alessandro Volpi - Alessandro Volpi docente di Storia contemporanea, di Storia del movimento operaio e sindacale e di Storia sociale presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa.
giovedì 7 agosto 2025
L’intima relazione tra fascismo e imperialismo - Alessandra Ciattini
Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - https://www.marxismo-oggi.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
mercoledì 6 agosto 2025
Pagina nera della Chiesa cattolica e lotta secolare anticomunista - Paolo Massucci
martedì 5 agosto 2025
"HASBARA" L'ARMA PIÚ POTENTE DI ISRAELE
lunedì 4 agosto 2025
Palestina, l’isola che non c’è - Alberto Negri
Da: https://ilmanifesto.it/palestina-lisola-che-non-ce - https://www.facebook.com/alberto.negri - Alberto Negri è giornalista professionista dal 1982. Laureato in Scienze Politiche, dal 1981 al 1983 è stato ricercatore all'Ispi di Milano. Storico inviato di guerra per il Sole 24 Ore, ha seguito in prima linea, tra le altre, le guerre nei Balcani, Somalia, Afghanistan e Iraq.
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
Un Patto d’Abramo dal Golfo all’Ucraina - Alberto Negri
Armi e tecnologie, a chi conviene il genocidio - Alberto Negri
domenica 3 agosto 2025
IL GIORNO CHE CANCELLARONO LA SCALA MOBILE. L'inizio della deflazione salariale, il monito di Sergio Garavini - Maurizio Acerbo
Da: https://www.facebook.com/Acerbo Maurizio - Maurizio Acerbo è un politico italiano, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista dal 2017.
Leggi anche: CAMILLA RAVERA SU GRAMSCI, IL FASCISMO, IL SETTARISMO. UNA MAESTRA DI ANTIFASCISMO COMUNISTA
sabato 2 agosto 2025
Riceveranno gli europei una visita del “signor Oreschnik”? I deliranti piani di guerra di Ue e Regno Unito e i rischi delle provocazioni tedesche alla Russia - Alessandra Ciattini
Le guerre odierne non sono conflitti isolati, ma manifestazioni di uno scontro globale per la futura spartizione del potere mondiale. Mentre Trump prepara un nuovo fronte in Estremo Oriente, gli analisti mettono in guardia l’Occidente e suoi alleati.
Le guerre, cui assistiamo, non sono più il frutto di una guerra a pezzi, ma le manifestazioni di un conflitto globale, il cui risultato sarà una diversa spartizione del mondo. Il pacificatore Trump ha cambiato idea e sembra voler continuare ad appoggiare l’Ucraina, per poi aprire un fronte nell’Estremo Oriente. Due noti analisti statunitensi si chiedono se gli Usa e gli europei sono in grado di continuare su questa strada e se non hanno sottovalutato le capacità militari e politiche dei loro avversari. Se l’Occidente collettivo non riconoscerà la sua sconfitta, se non negozierà veramente con la Russia, se la Germania metterà in pratica i suoi piani deliranti, è probabile che prima o poi riceveremo una visita non gradita dell’unico missile di medio raggio supersonico non intercettabile: Oreshnik.
venerdì 1 agosto 2025
Hegel e il principio di non-contraddizione - Lucio Cortella
giovedì 31 luglio 2025
“C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”, un libro per capire la Russia di ieri e di oggi - Nicola Pozzati intervista Laura Salmon
Da: https://www.radio5punto9.it/cera-una-volta-urss-salmon - Laura Salmon (https://rubrica.unige.it/personale/VUZBWVpt) è professore ordinario di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Genova e, nel corso della propria carriera, ha tradotto alcuni dei più importanti capolavori della letteratura russa.
Nel suo ultimo libro “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”, pubblicato da Sandro Teti Editore, Salmon racconta la propria frequentazione della Russia, prima da studentessa e poi da giovane studiosa.
In questo memoir l’autrice raggiunge – attraverso lo “stile esclusivo della prosa narrativa” – due obiettivi: raccogliere i propri ricordi, trasportando il lettore in quei luoghi e in quel tempo in modo quasi fotografico, ridando vita ad atmosfere che, altrimenti, si sarebbero perse nel tempo e, in secondo luogo, lo porta ad una maggiore comprensione di quello che potremmo definire lo “spirito russo”, un sentimento sociale che si forma sulla scorta delle istanze del proprio tempo, ma anche della storia passata; un approccio alla vita che unisce vari fattori, talvolta anche agli antipodi tra di loro, ma che concorrono a formare il carattere della Russia e dei suoi abitanti.
Potremmo limitarci a dire che una buona scrittura sia motivo sufficiente per occuparsi di un libro – e su questo Salmon fa un lavoro egregio – tuttavia, crediamo che proprio l’attuale contesto geopolitico, marcatamente influenzato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, rappresenti uno dei motivi che dovrebbe portarci ad approfondire senza pregiudizi la cultura di questa Nazione che oggi rappresenta per noi una imprescindibile controparte.
Perché ha deciso di scrivere “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”?
mercoledì 30 luglio 2025
Marx e la crisi migratoria negli Usa: gli immigranti non sono nostri nemici - Frasi di Marx (6)
martedì 29 luglio 2025
La farsa dell’acciaio, come il culto della sicurezza ci ha rubato la libertà - Federico Liberti
Da: Federico Liberti (Professor presso Miur Istruzione) -
"Ottimo approfondimento su cifre e concetti mortiferi di Federico Liberti che ringrazio. Tra i concetti che hanno devastato il mondo da sempre nella storia umana farei una classifica per numero di morti:
1) Dio
2) Patria
3) Libertà
e al quarto gradino viene subito sotto, ma con scarto minimo:
4) sicurezza e al
5) difesa"
lunedì 28 luglio 2025
SUL COLLASSO MORALE DELL'OCCIDENTE - Andrea Zhok
Leggi anche: La logica della crisi corrente - Andrea Zhok
Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini
COSA NON SI FA PER AMORE DELLA LIBERTÀ - Andrea Zhok (15/06/2025)
domenica 27 luglio 2025
È chiaro: Israele ha ora un piano per la pulizia etnica dei palestinesi di Gaza - Gideon Levy
Da: Haaretz | Opinion - Gideon Levy è un giornalista israeliano. Dal 1982 scrive per il quotidiano israeliano Haaretz e dal 2010 anche per il settimanale italiano Internazionale. Considerato un esponente della sinistra israeliana, nella sua attività giornalistica è sempre stato molto critico sulla politica israeliana di occupazione dei territori dello Stato di Palestina.
Vedi anche: La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Leggi anche: Le cose che ho imparato che non si possono chiedere a Israele. - Louise Adler
Sabato, palestinesi si riuniscono presso un punto di distribuzione alimentare nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Foto: Eyad Baba/AFP
Qualcuno l'ha concepito, si sono discussi pro e contro, sono state suggerite alternative, e tutto in sale conferenze climatizzate. Per la prima volta dall'inizio della guerra di vendetta a Gaza, è chiaro che Israele ha un piano, ed è di vasta portata.
sabato 26 luglio 2025
Scott Ritter: Gli USA faranno fuori Zelensky e l’Europa non conterà più nulla -
venerdì 25 luglio 2025
L’ala dura dell’élite russa: occorre alzare il tiro - Francesco Dall’Aglio
giovedì 24 luglio 2025
Nel Rapporto Censis l’Italia tra conflitti, riarmo e difesa della Patria
Da: https://www.analisidifesa.it - Foto Difesa.it -
Le immagini dei conflitti armati in corso in diverse regioni del mondo si riversano quotidianamente nei nostri schermi televisivi con una forza che scuote l’opinione pubblica. Come reagiscono gli italiani alle nuove tensioni geopolitiche, che sembrano stringere il mondo in una morsa? Che cosa succederebbe nello scenario ipotetico di un allargamento dei conflitti che finisca per coinvolgere direttamente il Paese? Ecco i risultati dell’indagine del Censis sulla percezione della guerra nella società italiana e sul riarmo.
Qui sotto il testo del comunicato del CENSIS. A questo link il Rapporto CENSIS integrale in Pdf
Pacifisti, disertori e mercenari stranieri
Secondo gli italiani le probabilità che l’Italia sarà coinvolta in un conflitto entro i prossimi cinque anni sono salite a quota 31 su una scala da 0 a 100. Se scoppiasse la guerra, l’Italia però non correrebbe alle armi con ardore patriottico. Le persone anagraficamente più interessate, tra i 18 e i 45 anni, sarebbero in larghissima maggioranza riluttanti a rispondere alla chiamata delle Forze armate.
Solo il 16% si dichiara pronto a combattere (tra gli uomini la percentuale sale al 21% e tra le donne scende al 12%). Il 39% invece protesterebbe, in quanto pacifista. Il 26% preferirebbe appaltare le operazioni militari e la difesa del territorio a soldati di professione e a contingenti di mercenari stranieri, da reclutare e stipendiare. Il 19% diserterebbe: si darebbe alla fuga pur di evitare il fronte.
Per affrontare i pericoli, l’81% cercherebbe informazioni su un rifugio dove ripararsi dai bombardamenti, il 78% stoccherebbe provviste alimentari, il 66% si procurerebbe un kit di sopravvivenza, il 59% si trasferirebbe in una località lontana dalle zone dei combattimenti, il 27% si procaccerebbe un’arma per difendersi.
Per il 65% degli italiani non siamo un popolo di guerrieri e saremmo travolti dal nemico, se non potessimo contare sull’aiuto degli alleati. Però i dazi americani sono già una dichiarazione di guerra nei nostri confronti: ne è convinto il 63% dei cittadini. Perciò sono cresciuti i sospetti verso l’alleato storico e il 46% degli italiani adesso è dell’idea che non è più scontato trovare gli Stati Uniti al nostro fianco in caso di guerra.
mercoledì 23 luglio 2025
ISRAELE. Come i notiziari televisivi si sono uniti allo sforzo bellico contro Gaza - Eyal Lurie-Pardes
Da: https://pagineesteri.it - Art. orig. https://www.972mag.com/israeli-tv-hasbara-media-gaza (traduzione di Federica Riccardi) - Eyal Lurie-Pardes è visiting fellow nel Programma sulla Palestina e gli affari palestinesi-israeliani del Middle East Institute dopo aver ottenuto la borsa di studio post-laurea della University of Pennsylvania Carey Law School LLM. Prima di entrare al MEI, Eyal ha lavorato con l’Associazione per i diritti civili in Israele, l’Istituto Zulat per l’uguaglianza e i diritti umani e come consigliere parlamentare alla Knesset.
Negli ultimi mesi, le persone di tutto il mondo hanno seguito da vicino la continua brutalità della guerra a Gaza. Immagini di palestinesi in fuga verso sud e alla ricerca di parenti sotto le macerie, video di bambini alla ricerca di cibo e acqua, queste e altre ancora sono circolate sui social media e sulle reti di informazione ogni giorno dal 7 ottobre.
Ma queste immagini non si trovano praticamente da nessuna parte nei media israeliani. La maggior parte dei notiziari israeliani raramente aggiorna il numero di vittime palestinesi – che ha superato i 30.000 – né informa i propri spettatori che circa il 70% delle vittime dell’offensiva israeliana sono donne e bambini.
La meta-narrazione presentata dai media israeliani definisce l’attacco di Hamas al sud di Israele come la genesi e il cuore dell’attuale crisi geopolitica. Ogni giorno c’è una nuova angolazione sugli eventi del 7 ottobre: nuovi filmati delle incursioni di Hamas nei kibbutzim, testimonianze di soldati che hanno partecipato alle battaglie o interviste ai sopravvissuti. Inoltre, i giornalisti israeliani coprono gli eventi attuali a Gaza quasi interamente attraverso l’unica lente del 7 ottobre e dei suoi effetti a catena.
Si tratta di una decisione consapevole dei media israeliani. In un’intervista al New Yorker, Ilana Dayan, una delle più apprezzate giornaliste israeliane, ha spiegato: “Intervistiamo le persone sul 7 ottobre – siamo bloccati al 7 ottobre”. Oren Persico, collaboratore di The Seventh Eye, una rivista investigativa indipendente che si occupa di libertà di parola in Israele, ha dichiarato a +972: “C’è un circolo vizioso in cui i notiziari si astengono dal mettere il pubblico di fronte alla scomoda verità e, di conseguenza, il pubblico non la chiede”.
martedì 22 luglio 2025
L'ascesa strategica di Hezbollah dopo la guerra aperta dell'Iran con Israele - Abbas Al-Zein
Da: https://thecradle.co - https://www.facebook.com/gabrepaci - Abbas Al-Zein è un giornalista politico libanese di Al-Mayadeen Media Network, specializzato in geopolitica e sicurezza internazionale. Il suo lavoro esplora anche le risorse energetiche globali, le catene di approvvigionamento e le dinamiche della sicurezza energetica.
Colpendo profondamente Israele, Teheran ha cancellato decenni di dogmi di deterrenza, schierando apertamente Hezbollah come alleato in prima linea nell'Asse della Resistenza.
Il lancio senza precedenti di missili e droni contro Israele dal suo stesso territorio durante la " Truthful Promise 3 " è stato una rottura strategica, piuttosto che una semplice tattica sul campo di battaglia, che ha ridefinito le dinamiche operative dell'Asse della Resistenza ed elevato l'Hezbollah libanese a partner militare centrale in un quadro di sicurezza regionale ora apertamente guidato da Teheran.
Ciò ha ricalibrato il ruolo di Hezbollah, trasformandolo da una branca libanese all'interno di una rete più ampia a un alleato centrale in una coalizione militare guidata da Teheran che affronta direttamente Tel Aviv. L'attacco dell'Iran allo stato di occupazione ha segnato un cambiamento dottrinale, segnalando il passaggio dalla semplice difesa dei propri confini all'imposizione attiva di linee rosse attorno alla propria presenza regionale.
La nuova posizione strategica di Hezbollah