*(dal discorso pronunciato alla Camera l’8 dicembre
1952, in cui furono avanzate le eccezioni di incostituzionalità avverso la
legge elettorale presentata dal ministro degli Interni Mario Scelba, poi nota
come legge “truffa”). Ripubblicato in Luciano Canfora "La trappola. Il vero volto del maggioritario"
Sellerio https://www.facebook.com/maurizio.bosco.18/notes
L’unico precedente è quello della legge Acerbo. E non tocco
ancora la sostanza; tocco soltanto il modo come si è discusso. Quando venne
approntata la legge Depretis per la introduzione dello scrutinio di lista e
l’allargamento del suffragio, la presentazione fu della fine del maggio 1880,
l’approvazione fu nel mese di giugno 1881. La legge venne in Parlamento nel
mese di dicembre 1880, dopo sette mesi dalla presentazione.
La legge Giolitti sull’allargamento del suffragio, sino a
renderlo praticamente universale, presentata nel giugno 1911, venne rinviata
alla discussione in aula nel maggio 1912.
Sulla legge Nitti, che confermò il suffragio universale e
introdusse lo scrutinio di lista con rappresentanza proporzionale nel 1019, le
discussioni incominciarono nell’aula nel novembre del 1918, e nelle Commissioni
si discusse dal marzo a luglio 1919.
Il solo precedente è dunque quello della legge Acerbo,
discussa in un numero di sedute che non so nemmeno se fosse inferiore a quelle
che sono state tenute dalla nostra prima Commissione per discutere la legge
attuale.
E perché, onorevole Presidente, faccio questa osservazione?
Perché l’eccezionalità del dibattito rivela l’eccezionalità del contenuto e la
consapevolezza precisa, nel Governo e in coloro che lo sostengono, di questa
eccezionalità, la quale deriva dal fatto che si tratta di una legge che tocca e
lede l’ordinamento costituzionale dello Stato. Ci troviamo di fronte, cioè, a
una legge eccezionale. Questa è la prima cosa di cui occorre che il paese si renda
consapevole. E del resto voi stessi state compiendo atti tali che non avranno
altro risultato che di rendere consapevole il paese dell’eccezionalità della
misura che proponete.
Qui mi si permetta dunque di esprimere ancora una volta una
vivace protesta per il modo come nella Commissione il dibattito si è svolto,
senza tra l’altro che gli oppositori della legge avessero la soddisfazione – e
non si tratta di un piacere ma di un diritto, - di ascoltare una spiegazione
ragionata da parte del Governo, del presentatore di questa legge che è il
ministro dell’interno, del perché essa è costruita in questo modo.

















