La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
giovedì 25 settembre 2025
“La brutalità di Israele è il segno della sua fine” - Ilan Pappé
lunedì 18 agosto 2025
COS’È LA NAKBA? - Lavinia Marchetti
Vedi anche: La Nakba - Joseph Halevi
Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?
Leggi anche: Verità sulla Nakba - Ilan Pappè
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ
Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini
I COLONI ISRAELIANI: DALLE RADICI DEL SIONISMO ALLA REALTÀ CONTEMPORANEA - Lavinia Marchetti
La nascita dello Stato d'ISRAELE
Edward Said ha letto nella Storia il futuro della Palestina - Eliana Riva
Cade la maschera di Israele e anche la nostra - Alberto Negri
LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI - Joseph Halevi
PALESTINA. Economia e occupazione: dal Protocollo di Parigi ad oggi. - Francesca Merz
«La Nakba ha colpito anche gli ebrei» - Ariella Aïsha Azoulay, Linda Xheza
lunedì 11 agosto 2025
I COLONI ISRAELIANI: DALLE RADICI DEL SIONISMO ALLA REALTÀ CONTEMPORANEA - Lavinia Marchetti
Da: Lavinia Marchetti - Lavinia Marchetti
Leggi anche: IL VELO E LA BOMBA - Lavinia Marchetti
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
PALESTINA. Economia e occupazione: dal Protocollo di Parigi ad oggi. - Francesca Merz
La definizione di antisemitismo dell’IHRA - Ugo Giannangeli
Israele/Palestina. Alle radici del conflitto - Joseph Halevi
Le cose che ho imparato che non si possono chiedere a Israele. - Louise Adler
Vedi anche: La nascita dello Stato d'ISRAELE
La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
lunedì 4 agosto 2025
Palestina, l’isola che non c’è - Alberto Negri
Da: https://ilmanifesto.it/palestina-lisola-che-non-ce - https://www.facebook.com/alberto.negri - Alberto Negri è giornalista professionista dal 1982. Laureato in Scienze Politiche, dal 1981 al 1983 è stato ricercatore all'Ispi di Milano. Storico inviato di guerra per il Sole 24 Ore, ha seguito in prima linea, tra le altre, le guerre nei Balcani, Somalia, Afghanistan e Iraq.
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
Un Patto d’Abramo dal Golfo all’Ucraina - Alberto Negri
Armi e tecnologie, a chi conviene il genocidio - Alberto Negri
domenica 27 luglio 2025
È chiaro: Israele ha ora un piano per la pulizia etnica dei palestinesi di Gaza - Gideon Levy
Da: Haaretz | Opinion - Gideon Levy è un giornalista israeliano. Dal 1982 scrive per il quotidiano israeliano Haaretz e dal 2010 anche per il settimanale italiano Internazionale. Considerato un esponente della sinistra israeliana, nella sua attività giornalistica è sempre stato molto critico sulla politica israeliana di occupazione dei territori dello Stato di Palestina.
Vedi anche: La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Leggi anche: Le cose che ho imparato che non si possono chiedere a Israele. - Louise Adler
Sabato, palestinesi si riuniscono presso un punto di distribuzione alimentare nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Foto: Eyad Baba/AFP
Qualcuno l'ha concepito, si sono discussi pro e contro, sono state suggerite alternative, e tutto in sale conferenze climatizzate. Per la prima volta dall'inizio della guerra di vendetta a Gaza, è chiaro che Israele ha un piano, ed è di vasta portata.
mercoledì 9 luglio 2025
Il sionismo ideologia razzista di un movimento coloniale - Ilan Pappé
Da: https://www.infoaut.org - https://informationclearinghouse.blog/2023/10/24/professor-ilan-pappe-crisis-in-zionism-opportunity-for-palestine/13/ - Traduzione a cura di Aginform, da Marx21 - Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948.
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Grazie per la gentile presentazione, grazie a tutti per essere qui oggi. Voglio ringraziare tutti gli l’organizzatori che hanno reso possibile questo evento e apprezzo davvero che abbiate dedicato del tempo per essere con noi in questo momento cruciale e doloroso nella storia di Israele e della Palestina.
Prima del 7 ottobre 2023 la maggior parte della società ebraica israeliana guardava con una certa paura e apprensione alle ultime settimane di questo mese. Il discorso principale in Israele fino al 7 ottobre 2023 riguardava quale sarebbe stato il futuro di Israele. Le manifestazioni settimanali di centinaia di migliaia di israeliani facevano parte di un movimento di protesta contro il tentativo del governo di cambiare la legge costituzionale in Israele e creare un nuovo sistema politico nel quale i poteri politici avrebbero avuto il controllo totale sul sistema giudiziario e la società civile sarebbe stata sottoposta a un controllo più stretto da parte dei gruppi messianici e degli ebrei religiosi. In uno dei miei articoli avevo descritto la particolare lotta per l’identità di Israele, che è stata al centro dell’attenzione fino al 7 ottobre 2023, come una lotta tra lo Stato di Giudea e lo Stato di Israele. Lo stato della Giudea era quello stabilito in Cisgiordania dai coloni ebrei, una sorta di combinazione di giudaismo messianico, fanatismo sionista e razzismo ed era diventato una sorta di struttura di potere, assai cresciuta per prominenza e importanza negli ultimi anni soprattutto sotto il governo Netanyahu, che stava per imporre il suo modo di vivere, la sua percezione della vita, al resto di Israele ben oltre quella che chiamiamo Giudea, oltre la Cisgiordania e lo spazio ebraico in Cisgiordania. Contro questa struttura si muoveva lo ‘stato di Israele’, simboleggiato al meglio dalla città di Tel Aviv, con l’idea di un Israele pluralista, democratico, laico, soprattutto occidentale o se volete europeo, in lotta esistenziale contro lo ‘stato della Giudea’. Questo scontro sembrava essere al centro di quella che si potrebbe definire quasi una guerra civile e, se non una vera guerra civile, almeno una guerra fredda civile, sicuramente una guerra culturale tra gli ebrei israeliani.
giovedì 8 maggio 2025
Trauma collettivo e ripetizione della violenza: il caso israelo-palestinese tra psicoanalisi e storia - Luciano De Fiore, Guido Coccoli
Introduzione
Può un popolo, segnato da un trauma profondo, trasformare quel dolore in strumento di oppressione? Perché la memoria delle sofferenze subite non basta a impedire che, nel tempo, si ripetano nuove forme di violenza? In che modo un trauma non elaborato può trasmettersi da una generazione all'altra, generando risposte collettive tanto difensive quanto distruttive?
Sono domande che si impongono con urgenza nel contesto del conflitto israelo-palestinese. La più recente offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, ha riattivato antiche ferite storiche e identitarie, portando a interrogarsi sul rapporto tra trauma, memoria e violenza collettiva. La ferocia dell'intervento su Gaza, con l'enorme numero di vittime civili, comprese donne e bambini, ha scosso l'opinione pubblica in gran parte del mondo, ma sembra non aver avuto un analogo effetto in Israele e nelle comunità ebraiche della diaspora. Al contrario, pare aver prodotto una risposta autoassolutoria – quella della forza è l'unica risposta possibile alla minaccia concreta all'esistenza della Nazione – lasciando a una minoranza l'indignazione e la protesta per ciò che sta accadendo.
martedì 18 febbraio 2025
CISGIORDANIA. L’annessione a Israele comincia dai siti archeologici - Michele Giorgio
Da: https://pagineesteri.it - Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano ilmanifesto.it. - Michele Giorgio giornalista de Il Manifesto, direttore della rivista Pagine Esteri. Autore di tre libri sul Medio Oriente: Nel Baratro, Cinquant'anni dopo, Israele mito e realtà. -
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio“Jenin come Jabaliya”. Gli abitanti temono di finire come i palestinesi di Gaza - Michele Giorgio
L’annessione della Cisgiordania a Israele è cominciata. E il punto di partenza sono i siti archeologici palestinesi. È stato evidente ieri al Dan Hotel di Gerusalemme dove, nell’ambito della conferenza «Archeology and Site Conservation of Judea e Samaria», archeologi, docenti universitari, studiosi israeliani e stranieri e funzionari dell’Autorità israeliana per le antichità, si sono affannati, e lo stesso faranno oggi, a spiegare e raccontare millenni di patrimonio storico e archeologico di questa terra. Con un tratto comune: gli interventi e le immagini mostrate sullo schermo nella sala della conferenza hanno dato per scontata la piena «sovranità» dello Stato ebraico su tutti i siti della Cisgiordania che i partecipanti hanno chiamato «Giudea e Samaria», i nomi biblici abitualmente usati dalla destra israeliana per indicare questa porzione di Territori palestinesi occupati.
sabato 25 gennaio 2025
“Jenin come Jabaliya”. Gli abitanti temono di finire come i palestinesi di Gaza - Michele Giorgio
Da: https://pagineesteri.it - Giorgio Michele giornalista de Il Manifesto, direttore della rivista Pagine Esteri. Autore di tre libri sul Medio Oriente: Nel Baratro, Cinquant'anni dopo, Israele mito e realtà. -
Leggi anche: «10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
Pagine Esteri, 24 gennaio 2025
Sono già centinaia i residenti del campo profughi di Jenin e delle aree adiacenti che hanno abbandonato le loro case spinti dalle intimazioni provenienti da droni israeliani dotati di altoparlanti. Nel frattempo l’esercito israeliano ha demolito diverse abitazioni dopo aver rioccupato la città tra lunedì notte e martedì con colonne di veicoli blindati e la copertura di elicotteri e droni.
Il pericolo immediato avvertito dagli abitanti è la possibile distruzione da parte dell’esercito del campo profughi considerato da Israele una roccaforte della resistenza armata e il rifugio per decine di combattenti di varie organizzazioni palestinesi, a cominciare dalla Brigata Jenin (Jihad). Si teme che la città diventi la “Jabaliya della Cisgiordania”, in riferimento alla città-campo profughi rasa al suolo da Israele durante quindici mesi di offensiva a Gaza.
Le ruspe blindate hanno già scavato le strade, rendendo difficile la circolazione in città, mentre centinaia di persone hanno abbandonato le loro case trascinando valigie o trasportando sacchetti di plastica con i loro effetti personali dopo aver affermato di aver ricevuto ordini di evacuazione. “Non volevamo andarcene”, ha raccontato Hussam Saadi, 16 anni all’agenzia Reuters. “Poi hanno mandato un drone nel nostro quartiere, dicendoci di lasciare il campo perché lo avrebbero fatto saltare in aria”. Israele nega di aver ordinato ai residenti di lasciare le proprie abitazioni, ma testimoni riferiscono che i droni hanno lanciato piccole bombe di avvertimento verso le case dove le famiglie avevano rifiutato di essere evacuate. Quindi i soldati le hanno costrette ad uscire, poi hanno bruciato alcune abitazioni.
giovedì 28 novembre 2024
«10 miti su Israele» di Ilan Pappé - Michele Giorgio
Da: https://pagineesteri.it -
Giorgio Michele giornalista de Il Manifesto, direttore della rivista Pagine Esteri. Autore di tre libri sul Medio Oriente: Nel Baratro, Cinquant'anni dopo, Israele mito e realtà. -
Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948.
Vedi anche: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Pagine Esteri, 26 maggio 2022 – «10 miti su Israele» di Ilan Pappé del 2017, da poco pubblicato in italiano dalla Tamu Edizioni, traduzione di Federica Stagni e con una postfazione di Chiara Cruciati, non è solo un ulteriore tassello del mosaico che lo storico israeliano in decenni di studi e ricerche ha composto sulla genesi dello Stato ebraico e delle sue politiche nei confronti dei palestinesi. Il testo approfondisce lo studio di miti, suggestioni e visioni che avvolgono lo Stato di Israele, prendendo in esame anni più vicini a noi, al periodo della «pace di Oslo», alla condizione attuale dei palestinesi sotto occupazione e di quelli con cittadinanza israeliana e allo sviluppo della colonizzazione. «10 miti su Israele» arricchisce la già vasta produzione storica di Pappé e allarga il solco tracciato in «The Birth of Israel. Myths and Realities» da Simha Flapan, uno dei primi «nuovi storici» israeliani. Offre elementi attuali per l’analisi dei rapporti tra israeliani e palestinesi.
sabato 26 ottobre 2024
Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?
Leggi anche: Fermare l’ideologia genocida di Bibi & C. - Jeffrey Sachs
venerdì 11 ottobre 2024
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Ilan Pappé , Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina, Fazi Editore.
martedì 10 settembre 2024
Persistenze e metamorfosi della questione ebraica. Una rilettura di Abraham Léon - Il Lato Cattivo
Da: https://illatocattivo.blogspot.com -
Leggi anche: Chiarezza - Shlomo Sand - Shlomo Sand
LA QUESTIONE EBRAICA - Stefano Garroni
L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni
Enzo Traverso, "Gaza davanti alla storia" - Marco Revelli
Verità sulla Nakba - Ilan Pappè
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI - Joseph Halevi
Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini
PALESTINA. Economia e occupazione: dal Protocollo di Parigi ad oggi. - Francesca Merz
Cade la maschera di Israele e anche la nostra - Alberto Negri
Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.
martedì 23 luglio 2024
Possiamo sconfiggere la lobby – Ilan Pappé
"La vista dei bambini sepolti sotto le macerie, recuperati da bambini appena più grandi, è sufficiente per me e, ne sono certo, per chiunque sia mai stato messo a tacere dalle lobby, per non cedere, ma per impegnarsi a superare ogni ostacolo posto sul nostro cammino di verità."
sabato 13 luglio 2024
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
Da: ilfattoquotidiano.it - Articolo originale https://www.mediapart.fr - Traduzione di Luana De Micco -Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948. - Rachida El Azzouzi è una giornalista del sito d’informazione francese Mediapart.
Leggi anche: LE QUATTRO LEZIONI DELL'UCRAINA. I DOPPI STANDARD OCCIDENTALI - Ilan Pappé“GENOCIDIO PROGRESSIVO” - Lo storico spiega – alla luce della guerra a Gaza – come è passato dal credere ai “miti nazionali” come quello della Palestina “terra senza popolo per un popolo senza terra” ad aprire gli occhi sulla “pulizia etnica”
Come ogni israeliano nato, cresciuto ed educato in Israele, lo storico Ilan Pappé ha creduto a lungo nei “miti nazionali” di Israele, soprattutto quello della Palestina come “terra senza popolo per un popolo senza terra”. Poi, un po’ alla volta, Ilan Pappé, che ha fatto una parte dei suoi studi universitari all’estero, ha aperto gli occhi su quella che lui stesso chiama “pulizia etnica della Palestina”, perpetrata da Israele. L’espressione da lui coniata ha dato il titolo a uno dei suoi saggi più importanti, che era stato pubblicato in Francia nel 2008 dalla casa editrice Fayard ed è ripubblicato ora dall’editore La Fabrique. “Mi ci sono voluti vent’anni per esprimere con parole giuste la realtà della guerra del 1948-1949”, ha confidato di recente a Mediapart.
Uso il termine ‘pulizia etnica’ per descrivere ciò che accade nei territori palestinesi dal 1948 e che per decenni è stato ignorato: ovvero l’espulsione forzata di un’intera popolazione con l’intenzione, non di eliminarla, ma di sbarazzarsene. Tra il 1947 e il 1949, più di 400 villaggi palestinesi sono stati deliberatamente distrutti, quasi un milione di palestinesi sono stati cacciati dalle loro terre dagli israeliani dietro minacce e dei civili sono stati massacrati. I palestinesi parlano di Nakba, la grande catastrofe. Nel 2007, quando Hamas è stato eletto, due anni dopo il ritiro dei coloni dalla Striscia di Gaza, Israele ha punito la popolazione imponendo un blocco terrestre, navale e aereo, causando indirettamente la morte, privando cioè i palestinesi di beni di prima necessità, come cibo e medicine. È questo che io chiamo ‘genocidio progressivo’. Come la delegazione sudafricana che ha portato il caso davanti alla Corte internazionale di giustizia, credo che oggi, dal 7 ottobre, sia in corso un genocidio: l’intenzione è di eliminare una popolazione e la sua capacità di sopravvivenza. Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha detto: ‘Nessuno è innocente a Gaza’. Cioè, tutti sono un obiettivo legittimo.
Quando ha preso coscienza della realtà della guerra del 1948- 1949?
Probabilmente nel 1982, con la prima guerra in Libano, quando lavoravo alla mia tesi di dottorato sul 1948, a Oxford. Ho avuto accesso agli archivi e a documenti e prove che contraddicevano tutto ciò che avevo imparato a scuola e all’università in Israele. Ma c’è voluto del tempo prima che mi sentissi abbastanza sicuro per poter parlare apertamente di ‘pulizia etnica’. Ho usato questo termine per la prima volta solo nel 2006. Poco dopo ho lasciato il mio Paese perché ricevevo minacce di morte, in Israele molti mi considerano un traditore.
mercoledì 3 luglio 2024
“In Italia si fa disinformazione su Gaza. Rai e La7 non mi vogliono perché accuso Israele di genocidio” - Francesca Albanese a Enrico Mingori (TPI)
Da: https://www.tpi.it - Enrico Mingori. Parmigiano, classe 1985, laureato in Giurisprudenza. Giornalista dal 2005, pubblicista dal 2009, professionista dal 2014.
Leggi anche: 7 ottobre, come è andata veramente - Rock Reynolds
Il collasso del sionismo - Ilan Pappé
Vedi anche: La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Credit: AGF
Francesca Albanese, 44 anni, originaria della provincia di Avellino, dal 2022 è Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Laureata in Giurisprudenza a Pisa, si è specializzata fra Londra e Amsterdam in diritti umani e in diritto internazionale dei rifugiati. TPI l’ha intervistata per parlare dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza e del modo in cui il conflitto viene raccontato in Occidente.
Albanese, in cosa consiste il suo lavoro di Relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati?
«Il mio lavoro è sostanzialmente cambiato dallo scorso 7 ottobre. Prima c’era, sì, una violazione costante dei diritti umani nella Palestina occupata, ma non era tanto esasperata quanto adesso. La situazione è stata sempre grave, certo, ma ora è in atto un vero e proprio assalto costante nei confronti della popolazione sotto occupazione. Il mio lavoro consiste nella documentazione delle violazioni che hanno luogo a Gaza, ma sto raccogliendo informazioni anche su quello che succede in Cisgiordania e a Gerusalemme. Israele, infatti, sta approfittando del fatto che in questo momento l’attenzione è tutta rivolta su Gaza per accelerare con l’annessione di terre palestinesi in Cisgiordania, dove intere comunità pastorali sono state scacciate: fino a una decina d’anni fa incontrare tali comunità, incluso beduini nell’Area C della Cisgiordania (60% della terra che Israele controlla interamente) era un fatto comune, mentre oggi sta diventando sempre più difficile. Addirittura è documentata la vendita di proprietà e di terre palestinesi a compratori occidentali, con maggioranza di statunitensi o canadesi. È tutto abbastanza surreale».
Quali sono le fonti da cui raccoglie informazioni?
domenica 30 giugno 2024
La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
mercoledì 26 giugno 2024
Il collasso del sionismo - Ilan Pappé
Da: contropiano.org - originale da New Left Review, 21 giugno 2024 - Ilan Pappé è docente presso l’Università di Exeter ed è stato senior lecturer di scienze politiche presso l’Università di Haifa. È l’autore de “La Pulizia etnica della Palestina” e “Dieci Miti su Israele”. Pappé è definito come uno dei “nuovi storici” che, dopo la pubblicazione di documenti britannici e israeliani a partire dai primi anni ‘80, hanno riscritto la storia della fondazione di Israele nel 1948.
Leggi anche: LE QUATTRO LEZIONI DELL'UCRAINA. I DOPPI STANDARD OCCIDENTALI - Ilan Pappé
L’assalto di Hamas del 7 ottobre può essere paragonato a un terremoto che colpisce un vecchio edificio. Le crepe cominciavano già a manifestarsi, ma ora sono visibili nelle sue stesse fondamenta.
A più di 120 anni dal suo inizio, il progetto sionista in Palestina – l’idea di imporre uno Stato ebraico in un Paese arabo, musulmano e mediorientale – potrebbe trovarsi di fronte alla prospettiva di un crollo?
Storicamente una pletora di fattori può causare il crollo di uno Stato. Può derivare da attacchi costanti da parte dei Paesi vicini o da una guerra civile cronica. Può seguire il crollo delle istituzioni pubbliche, che diventano incapaci di fornire servizi ai cittadini.
Spesso inizia come un lento processo di disintegrazione che prende slancio e poi, in breve tempo, fa crollare strutture che un tempo sembravano stabili e consolidate.
La difficoltà sta nell’individuare i primi indicatori. In questa sede sosterrò che questi sono più chiari che mai nel caso di Israele. Stiamo assistendo a un processo storico – o, più precisamente, al suo inizio – che probabilmente culminerà nella caduta del sionismo.
E, se la mia diagnosi è corretta, stiamo anche entrando in una congiuntura particolarmente pericolosa. Infatti, quando Israele si renderà conto della portata della crisi, scatenerà una forza feroce e disinibita per cercare di contenerla, come fece il regime sudafricano dell’apartheid durante i suoi ultimi giorni.
1. Un primo indicatore è la frattura della società ebraica israeliana. Attualmente è composta da due campi rivali che non riescono a trovare un terreno comune.
mercoledì 3 aprile 2024
ERA PREBELLICA? ALL'ARMI SIAM POLACCHI - Raniero La Valle
Da: (il Fatto Quotidiano del 2 aprile 2024) Raniero La Valle - Raniero La Valle è un giornalista, politico e intellettuale italiano.
Leggi anche: Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina - JOHN J. MEARSHEIMER
Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo"
LE QUATTRO LEZIONI DELL'UCRAINA. I DOPPI STANDARD OCCIDENTALI - Ilan Pappé
"La messa in scena come metodo della politica occidentale" - S.V. Lavrov
«Concentrare tutte le forze» contro «il nemico principale»*- Domenico Losurdo
Telesur intervista Noam Chomsky - Alessandra Ciattini
Vedi anche: STORICA INTERVISTA A VLADIMIR PUTIN - TUCKER CARLSON