non ci può essere nessuna organizzazione.
Ma nell'ordine sociale comunista, c'è
un tale piano."
(Bukharin e Preobrazhensky)
La programmazione economica riveste una rilevanza
fondamentale per le economie del blocco socialista. Tuttavia, la maniera in cui
questa veniva concepita, disegnata e implementata nei diversi paesi variava in
modo anche rilevante. Lo scopo di questo incontro `e quello di fornire una
panoramica del modo in cui la pianificazione aveva effettivamente luogo,
ponendo l’accento su similitudini e differenze in termini sia teorici che
concreti.
Dal punto di vista teorico, la contrapposizione tra
pianificazione ed economie di mercato riflette quella tra paradigma Classico e
Neoclassico. Più precisamente, per paradigma Classico intendiamo la teoria
economica sviluppata a partire dalla fase fondativa della disciplina, che
raggiunge il suo culmine con Marx e che viene poi elaborata successivamente da
una serie di economisti della scuola russo-tedesca prima (teorie del flusso
circolare) e da Sraffa e Leontief (tra i pi`u importanti) poi. Dal punto di
vista pratico, il socialismo si diffonde nel contesto dell’imperialismo
occidentale, prendendo piede in paesi allora arretrati e la cui principale
preoccupazione era quella di recuperare il ritardo accumulato nel confronto dei
paesi imperialisti. In sostanza, parliamo di paesi in cui ancora vigeva un
sistema di produzione pre-capitalistico, e dove quindi ancora non si
sperimentavano le contraddizioni interne al capitalismo stesso descritte e
analizzate da Marx. Le istituzioni economiche dei paesi socialisti, quindi,
avevano lo scopo principale di eliminare questo ritardo, puntando ad uno
sviluppo economico il pi`u rapido possibile che permettesse loro di resistere
alla colonizzazione occidentale. Questa preoccupazione era particolarmente
sentita in Unione Sovietica, ed emergeva spesso dai discorsi pubblici dello
stesso Stalin. Nell’analizzare le modalità con cui la pianificazione veniva
concepita ed implementata nei diversi paesi socialisti, quindi, dobbiamo tenere
a mente il fatto che parliamo di economie dove il capitalismo non si era ancora
instaurato. Inoltre, tali pratiche mostrano una grande eterogeneità non solo
tra paese e paese, ma anche nel corso del tempo all’interno dello stesso paese.
*Nadia
Garbellini è
economista, ricercatrice presso l'Università di Bergamo. Tra i suoi
interessi di ricerca: Situazione europea attuale e prospettive del commercio
internazionale. Teoria delle reti e applicazioni Input-Output. Analisi
e contabilità nazionale. Produttività e cambiamento tecnico.
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