sabato 16 gennaio 2016

Immigrati, diseguaglianza, istruzione* - Maurizio Donato

*Da:  https://mrzodonato.wordpress.com/

Come è noto agli economisti e agli statistici, ci sono diversi modi di intendere la diseguaglianza economica, e di conseguenza differenti indici per misurarla. Se prendiamo in considerazione le due definizioni più importanti, quella di diseguaglianza interna ai singoli paesi e quella tra i paesi, è la seconda quella che ci mostra gli indicatori più significativi. Nascere e crescere in un paese piuttosto che in un altro fa la differenza maggiore, più che nascere e crescere relativamente povero o ricco rispetto agli altri abitanti dello stesso paese. Fondamentalmente è per questa ragione che molte persone emigrano, a parte le guerre e le dittature che naturalmente contano, eccome.

Molte è un aggettivo poco qualificativo: diciamo che all’incirca il 97% degli abitanti del pianeta Terra rimane a vivere nel paese in cui è nato. In un suo recente lavoro di ricerca, Branko Milanovic1 propone di ordinare i redditi degli abitanti di un paese confrontandoli con quello degli abitanti del Congo, il paese statisticamente riconosciuto come il più povero del mondo; nascere, vivere e restare in Congo costituisce uno “svantaggio economico” rispetto al quale una persona che vive negli Stati Uniti di America gode di una sorta di “premio di cittadinanza” che vale in media il 355%, il 329% se vivi in Svezia, la metà – ma è ancora il 164% - se si tratta del Brasile, del 32% se stai nel relativamente povero Yemen.

Concentrarsi su questa misura è dunque molto utile nei confronti internazionali, anche se non andrebbe dimenticata l’altra dimensione della diseguaglianza economica, quella interna a ogni singolo paese. Se prendiamo in esame i redditi dell’ultimo decile della popolazione (i più poveri di ogni singolo paese) vediamo che il “premio” a cui si riferisce Milanovic conta di più in alcuni casi – come la Svezia in cui sale al 367% - e meno per altri: nei confronti del Brasile il premio si “riduce” al 133%. I valori si ribaltano se prendiamo in esame il novantesimo decile (i più ricchi): il vantaggio di essere ricchi in Svezia è “solo” del 286%, mentre essere ricco in Brasile vale il 188%.

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