Da: https://enricocampofreda.blogspot.com - Enrico Campofreda
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Ora che la merce internazionale torna a circumnavigare l’Africa come ai tempi della Compagnìa delle Indie, con l’aumento di tempi e costi che incidono sul suo affarismo, certa mediologia a orologeria scopre i ribelli Houthi, i loro attacchi, la conseguente pericolosità e in coda, molto in coda, la guerra che costoro combattono da un decennio contro le truppe governative e contro le petromonarchie più potenti foraggiate dagli Usa, sauditi ed Emirati arabi. Così uno dei conflitti irrisolti nel patchwork della guerra frazionata in Medioriente che ha prodotto 380.000 vittime, soprattutto fra la popolazione civile bombardata dagli F16, come in questi giorni sono colpite dai Tomahawk le piattaforme di lancio Houthi. Si tratta degli attacchi-difensivi (sic) americano e britannico per placare gli assalti alle navi mercantili e l’uso di razzi iraniani e cinesi da parte dei miliziani sciiti che vogliono fermare Israele e i suoi alleati dai massacri di gazesi. E’ un alibi dei guerriglieri sciiti per entrare in scena da protagonisti in un’area di crisi sempre più ampia? Sì. Per quanto questa componente stia praticando la propria guerra, fra il disinteresse del mondo, appunto da un decennio. E’ un impegno di prossimità a favore dell’Iran? Sicuramente. Poiché l’Occidente statunitense ed europeo lo ‘scontro economico’ con Teheran lo attua da tempo usando l’arma dell’embargo che impoverisce i consumatori iraniani ma pure quelli del vecchio continente, cioè tutti noi. Un esempio inconfutabile riguarda il costo del gas, che avremmo potuto e potremmo ricevere dall’Iran a prezzi decisamente inferiori di quelli conosciuti, anche prima della crisi ucraina, col metano russo. E’ la strategia - politica e militare - a influenzare l’economia o è quest’ultima a determinare la geopolitica? Lo sono entrambi, visto che il legame è storicamente strettissimo. Ma in epoca di globalizzazione tutto è diventato accelerato, pericoloso, tragico. E le guerre scatenano mattanze causate dalla deflagrazione delle bombe e dei mercati che colpiscono la popolazione, mentre al solito i ceti dirigenti e finanziari s’ingrassano.