1"Un punto centrale di questo
capitalismo post 1945 e post 1970 è il travisamento e l’occultamento
spettacolari dei costi esterni. L’auto accelera i tempi? Ma nella misura (grande)
in cui crea ingorghi e sprechi di trasferimento di quanto li decelera? Se un’intera
insediabilità urbanistica, come quella americana, si è condeterminata e
intercondizionata con l’uso dell’auto, quali i risultati globali di entrata-uscita? E se anche l’atmosfera s’inquina? e se
accentua le ragioni di ospitalizzazione? La chimica industriale, i fertilizzanti
ecc.: quale è il loro attivo di entrata al netto di uscita di costi esterni? L’automazione?
Esiste, in proposito una enorme confusione fra efficienza e rendimenti: un
calcolatore versatile in un’agenzia bancaria risparmia (efficienza aziendale)
sui costi di personale, generalizzando la disoccupazione rende più efficiente
un certo controllo interno di personale; ma quando (frequentissimamente) la
macchina si inceppa è la paralisi (un’ora, un giorno?) per un’intera comunità
di utenti: con quale attivo/passivo complessivo? Ed ancora, in tema di controllo
di personale: quanto più all’azienda ridondano benefici di ricatto sul
personale generale, tanto più ridondano sprechi di ricatto dal personale
specializzato (ricatti sensibilissimi, ad es. nelle compagnie di volo) e si fa
ricattare l’azienda dall’avanzamento tecnologico stesso: dal rapidissimo e
artificiale tasso di obsolescenza, dalla specialità dei costi di assistenza
ecc. Con quali bilanci globali di entrata e uscita? Se in un ufficio si rende in linea assoluta impossibile il
controllo di efficienza o assiduità sul personale\uomo, quali ne sono i costi
ai fini dell’utenza finale? Come calcolare (in termini contabilistici) i costi
di minor rendimento (specialmente esterni) della efficienza (tecnologica) una
volta che questi costi sono diventati sproporzionatamente
elevati rispetto ad altre rivoluzioni tecnologiche? E che dire delle
applicazioni belliche? E così via. L’occultamento spettacolare di tutto questo
è che lo studio di questa nuova contabilità viene tradotto e assorbito nel
sistema diffuso sotto forma di americanismo di parata: movimenti ecologici o,
meglio, ecologistici, gli indiani metropolitani, la visività contestativa, il
profetismo, la fioritura sociologica o, meglio, sociologistica ... la
poematica, insomma, come traslato della prosaicità e della contabilistica. Gli
occultamenti sono tali che costringono me stesso a occultarmi ; non essendosi
creata una”contabilità del globale” e neppure essendosene posto il problema. In
mancanza di dati sono costretto a relegare in nota quanto, invece, fa parte
principale di testo e contesto; si riduce a spunto e suggerimento
– e spuntino postprandiale – quanto invece, se è lecito dire, dovrebbe fondare
il prandium."
Il fenomeno più saliente su cui vorrei richiamare la
vostra attenzione è la coesistenza di sviluppo o sottosviluppo tanto nel suo
significato originariamente marxiano (il capitalismo ha per sua intrinseca
dialettica la formazione di eserciti di disoccupazione di riserva),
quanto sotto forma di scambio ineguale, quanto nelle sue “odierne” specificità
di riscoperta della miseria.


















