Canfora:
Mi chiamo Luciano Canfora, insegno Filologia greca e
latina e mi occupo di storia. Come mai questo mestiere? Credo che le
cause siano sempre molto soggettive, comunque ne immagino una. Quando facevo il
liceo, eravamo alla metà degli anni Cinquanta, cioè in un'epoca di grandi
contrapposizioni ideologiche, politiche, e questo spingeva a studiare la storia
per capire il presente in un modo abbastanza cogente e anche, direi,
drammatico. Ma, nel prosieguo di tempo, mi sono reso conto che questo studio,
senza una buona attrezzatura, non si può condurre e allora il lavoro che faccio
è un lavoro che si potrebbe definire un lavoro preparatorio allo studio della
storia appunto, allo studio dei testi. Si discute molto se questo sia un
mestiere produttivo, quello di studiare la storia. Molti dubitano che sia
utile. Io credo che per cominciare una discussione sulla storia, possiamo
vedere la scheda che racconta in breve di che la storia per lo più tratta.
Sosteneva Cicerone che chiunque non fosse a conoscenza
del proprio passato non avesse alcun futuro davanti a sé. L'affermazione,
almeno in teoria, - nella pratica le cose stanno un po' diversamente e la storia
la si insegna e la si studia poco - raccoglie il consenso dei più, ma non di
tutti. Un filosofo, sicuramente un po' estremo, ma non per questo meno
importante, come Friedrich Nietzsche, sosteneva infatti che la storia fosse una
disciplina deprecabile e fuorviante, l'espressione massima di quel pensiero
razionale, che impedisce di seguire gli istinti più profondi e vitali della
natura umana. Maestra di vita per alcuni, come Tucidide, Erodoto e Marx, o
esercizio inutile e addirittura dannoso per altri, vedi Seneca o Voltaire,
comunque sia la storia occupa un ruolo decisivo nell'agire umano, dalla cultura
alla politica. Quest'ultima, in particolare, è costantemente soggetta alle
interferenze dell'interpretazione storica, fino a ingenerare l'annosa polemica sull'uso
politico della storia. Qui il rischio della mistificazione è sempre in agguato.
Sicuramente però lo studio della storia può aiutare a interpretare
correttamente il presente. Non a caso alla storia, e al rigore analitico che
essa richiede, i regimi totalitari di questo secolo, hanno contrapposto il
mito, cercando, in presunte età dell'oro - la mitologia germanica per il
nazismo, l'Impero Romano per il fascismo nostrano -, le proprie radici. Chissà
se nei primi vent'anni del secolo ci si fosse applicati un po' di più allo
studio della fine di imperi centrali e un po' meno a mitizzare i Nibelunghi,
forse la barbarie nazista avrebbe trovato terreno meno fertile.