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Quel che si cela
dietro ai drammatici crolli di borsa.
È un fatto tristemente noto, grazie anche alla pluralità di
pellicole girate sul soggetto e, soprattutto per espe-rienza diretta di coloro
che tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta erano almeno
adolescenti, che l’eroina è una bestia feroce in grado di trasformare
completamente qualsiasi essere umano sino a ridurne in fumo ogni traccia di
razionalità. Questo concetto doveva essere ben chiaro anche alla classe
dominante giacché, anche attraverso l’inondazione del mercato di questa
immondizia, che si sostituiva alle cosiddette droghe leggere, o agli
allucinogeni, ampiamente usati nella decade precedente, essa riuscì – in modo
estremamente più efficace di qualsiasi altra manovra repressiva – ad infliggere
un colpo mortale a quello che era restato del movimento della sinistra
alternativa italiana erede della resistenza al fascismo e delle battaglie di
classe di fine anni cinquanta ed inizio anni sessanta1. È altrettanto riconosciuto,
anche grazie alla recente uscita di libri o testi sul tema, come la cocaina,
droga di classe (dominante) per eccellenza, circoli abbondantemente negli
ambienti della finanza ed in particolare a Wall Street, come ampiamente descritto
e documentato da un recente film di Scorsese.
Dunque, droga, dipendenza e tossicomania sono elementi che,
in un modo o in un altro sono connaturati al modo di produzione del capitale
giacché, essendo esso stesso un meccanismo sociale che agisce alla stregua di
un organismo biologico, non può esimersi dall’essere attratto da
sostanze\elementi che possono generare dipendenza risollevando, nell’immediato,
da fasi più o meno lunghe di crisi profonda.
In questo caso si fa riferimento a un’altra sostanza che
pian piano sta assumendo questo ruolo per gran parte del capitale mondiale:
genera dipendenza e assuefazione; violente alternanze di depressione ed
euforia, senza che ci sia modo di intervenire altrimenti per arginare questo
bipolarismo. In molti penseranno che si stia alludendo al profitto, forma
monetaria dello sfruttamento; altri, più correttamente immagineranno che il
riferimento è al plusvalore ricordando la naturale “voracità” del capitale che
Marx non tarda mai di rimarcare. In realtà stiamo parlando di un qualcosa che
non agisce in maniera benefica sul ritmo di accumulazione, bensì, proprio come
l’eroina, può determinare effetti stupefacenti nell’immediato a cui seguono –
più o meno immediatamente – reazioni nefaste ed incontrollabili.