* Da: Automazione e disoccupazione tecnologica http://contropiano.org/ (Relazione
di Francesco Piccioni al Forum “il piano inclinato degli imperialismi”,
organizzato dalla Rete dei Comunisti a Bologna il 7 marzo 2015)
I primi tre articoli:
http://contropiano.org/documenti/2017/01/15/automazione-disoccupazione-tecnologica-divario- 
I cento anni più veloci della Storia
A 100 anni quasi esatti dall’Imperialismo di
Lenin un aggiornamento, anche a livello delle categorie, appare necessario, ma
decisamente non facile. Lo chiede la realtà che abbiamo di fronte, che riesce
sempre più difficile descrivere nei soliti modi. Bisogna ricordare, infatti,
che la dialettica materialistica non è per nulla una
particolare griglia di lettura da sovrapporre ai dati empirici, ma è interna
alla cosa stessa. Va insomma riconosciuta nel suo tratto
fondamentale per cogliere ciò che – nella trasformazione continua – resta
stabile e ciò che invece svanisce. Vale il paragone con le leggi che regolano
la fisiologia umana: sono in linea generale decisamente stabili, ma cambia
molto – soprattutto nella pratica quotidiana – se l’organismo si trova più
vicino alla nascita oppure alla morte.
Al tempo de L’imperialismo erano passati
appena trenta anni dalla morte di Marx, caratterizzati dalla stagnazione e poi
dalla crisi della prima globalizzazione, e già Lenin individuava –
sulla scia di altri studi contemporanei – una forma capitalistica decisamente
“nuova”, tale da cambiare molti parametri decisivi per la lotta di classe e soprattutto per la lotta politica rivoluzionaria.
Difficile pensare che i 100 anni più veloci della storia
dell’umanità siano trascorsi senza effetti tali da dover essere riconosciuti
anche su piano teorico. Eppure i marxismi del ‘900 sono stati particolarmente
immobili su questo fronte – sostanzialmente fermi alle dinamiche descritte dal
primo libro de Il Capitale e inchiodati alla necessità di
giustificare teoricamente le scelte tattiche dei diversi partiti comunisti –
lasciando alla fin fine il compito dell’innovazione ad avventurieri del
pensiero, eretici di assai diversa onorabilità, pezzenti a caccia di abiti
rubati.
Ma da quale punto di osservazione si deve procedere?