giovedì 16 luglio 2015

4. PERTURBANTE E MONDO MAGICO - Stefano Garroni

 La convinzione che la portata del nostro conoscere è 'illimitata'. Non solo, si badi, nel senso che l'effettiva conoscenza si ha nel limite in cui certe regole sono rispettate; ma anche, e più ancora, nel senso che limitato, e addirittura da dio, è il campo, l'orizzonte del conoscere a noi possibile.                                                                                                           Senonché, l'esistenza di un tal limite s'accompagna alla tentazione di violarlo: esattamente nel senso che c'è un'irrequietezza della mente umana, una sua tendenza alla mancanza di misura che, potremmo dire, la sollecita a scagliarsi contro quel limite.

 "La curiosità umana di indagare i segreti ed il desiderio malsano di conoscerli e di afferrarli sono sentimenti riprovati dagli antichi con due esempi: Quello di Atteone e quello di Penteo. Atteone, poiché imprudentemente aveva visto per caso Diana nuda, fu cambiato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani. Penteo, che aveva voluto essere spettatore dei sacrifici occulti d Bacco... fu punito con la pazzia... La prima favola sembra riferirsi ai segreti dei principi, la seconda ai misteri divini".          (F. BACONE, Della sapienza degli antichi )

 E' come se l'uomo, arrogantemente, volesse spogliarsi del suo esser 'creatura' e pretendesse, invece, d'entrare nel laboratorio divino; non limitarsi più all'universo consentitogli, ma sì cercare di 'gettare un occhio' nel mondo stesso di dio, nella natura così com'essa è in sé. Non si tratterebbe, dunque, della semplice violazione delle regole del gioco conoscitivo, ma sì della profanazione - del tentativo di profanazione - di un alto divieto, di un tapu quasi.

 Dunque risulta che l'effetto perturbante (seguendo la traduzione italiana del termine tedesco) è legato ad una particolare incertezza intellettuale: 'il familiare dell'esperienza è, forse, invece solo la maschera d'un qualche meccanismo all'uomo estraneo, cioè sottratto al suo controllo?'. L'effetto perturbante sembra il frutto di un sospetto che s'accompagna all'abituale esperienza, senza riuscire necessariamente ad interromperla, gravandola tuttavia d'una nuova atmosfera, che la rende misteriosa, straniera, ostile. E' per questo che l'esperienza perturbante può nascere improvvisamente, colpire, gelare momentaneamente - per l'affiorare d'un sospetto, che può dissolversi, così come si presenta, o può restare continuamente sullo sfondo, ai margini del comportamento abituale







Parte prima: 
Parte seconda: 

Nessun commento:

Posta un commento