Le cronache elettorali dagli Usa dipingono superficialmente
la campagna per le presidenziali come se fosse un evento sportivo. Cosi
facendo, il giornalismo italiano si conforma a quello internazionale
contribuendo ad assuefare le menti all’idea che anche uno degli eventi politici
più importanti per il mondo sia uno spettacolo in cui contano i singoli
individui, i loro errori, i loro umori, le cartelle cliniche. Ai candidati si
attribuiscono i favori o le preferenze di ampie categorie del corpo civile: le
minoranze, le lobbies, le etnie, la comunità finanziaria, quelle religiose, i
gruppi sociali peculiari dei vari Stati, ecc. Un minestrone di ingredienti
indistinti in cui le classi sociali vengono identificate essenzialmente con la
dicotomia colletti blu e bianchi e “mondo delle imprese” (corporate world)
mentre di middle class si parla per segnalarne la centralità “elettorale”, la
perdita di potere d’acquisto, la sua discesa nella scala sociale.
Chi qui in Europa segue più attentamente le cronache della
contesa americana con un occhio criticamente smaliziato non può evitare di
notarne il paradosso più evidente: un elettorato fatto
prevalentemente di bianchi poveri a forte componente operaia e contadina voterà
in massa contro i propri interessi per un candidato miliardario portandolo
probabilmente alla presidenza. Come può accadere? Cosa può aver rovesciato i tradizionali
ruoli di rappresentanza politica tra i due maggiori partiti? Non sono forse i
Democratici ad avere sempre rappresentato, dalla fine della Ricostruzione post
Guerra Civile, lo stato sociale, i sindacati, le minoranze affamate di
riconoscimento e diritti civili, la cultura inclusiva, insomma l’anima
“progressista” della nazione mentre i Repubblicani si sono sempre connotati
come i difensori del laissez faire economico, come rappresentanti delle
corporation, del big business, e infine del capitalismo finanziario selvaggio e
globale? Come è possibile che un proletario, indebitato fino al collo, privo di
garanzie sindacali, di assistenza sanitaria, di garanzie pensionistiche, con la
minaccia dell’ipoteca bancaria sulla casa, con i figli sempre più condannati
dal lavoro precario e sottopagato a rimanere bloccati nella scala sociale
malgrado le promesse del sogno americano, si schieri con la parte politica che
per propria natura gli nega un’esistenza dignitosa?