"Il sistema di scambio
generalizzato coincide con gli inizi dell'artigianato professionale
all'interno del villaggio o della tribù. Ma questa specializzazione è una
specializzazione in seno a una comunità
di villaggio. Gli artigiani che abbandonano sempre più il lavoro agricolo
ricevono la sussistenza come ricompensa dei loro servizi. Lo scambio
all'interno del villaggio o della tribù resta dunque rudimentale.
Il produttore di merci non vive più direttamente dei prodotti
del suo lavoro; al contrario, non può sostentarsi che a condizione di disfarsi di questi prodotti. Vive, come dice Glotz degli artigiani
greci dell'epoca omerica, esclusivamente
del suo lavoro.
L'incremento del sovrapprodotto al di là di un limite ristretto
(riserva di viveri) non è il risultato di uno sviluppo autonomo dell'economia.
E' il risultato dell'intervento di pressioni
esterne, economiche (scambio) o sociali (appropriazione del surplus da parte di un potere centrale o
di una classe dominante.
Lo sviluppo di una classe dominante presuppone l'esistenza
di un sovrapprodotto sociale. Mentre un primo sviluppo del sovrapprodotto precede effettivamente qualsiasi costituzione
di una classe dominante, quest'ultima
assicura poi un'espansione maggiore di questo sovrapprodotto e un nuovo
sviluppo delle forze produttive.
...Un rapporto d'equivalenza tra due prodotti, tra due merci,
esige una misura comune, una quantità commensurabile comune. Il valore d'uso di una merce dipende
dall'insieme delle sue qualità fisiche, che ne determinano l'utilità.
L'esistenza di questo valore d'uso è una condizione indispensabile per la
comparsa del valore di scambio:
nessuno, infatti, accetterebbe in cambio del suo prodotto una merce senza
utilità, senza valore d'uso per nessuno. Ma il valore d'uso di due merci,
espresso nelle qualità fisiche , è incommensurabile; non si può misurare con
un'unità comune il peso del grano, la
lunghezza di una tela, il volume dei vasi, il colore dei fiori. Per consentire uno scambio reciproco tra questi
prodotti, bisogna cercare una qualità comune a tutti che possa al tempo stesso
essere misurata e quantitativamente espressa, e che dev'essere una qualità sociale, accettabile per tutti i
membri della società.
Ma se le merci sono il prodotto di un lavoro specifico
determinato, queste merci sono inoltre il prodotto del lavoro umano sociale, cioè di una parte del tempo globale
disponibile per una determinata società, e sulla cui economia la società è
basata, come abbiamo appena indicato. E' questo fatto che rende le merci
commensurabili; è il lavoro umano generale - definito astratto perché viene
fatta astrazione dal suo carattere specifico ... - che è la base del valore di scambio.
...Sul mercato in cui si incontrano i prodotti del lavoro di
villaggi diversi, se non di diverse regioni , i valori di scambio si
stabilizzano d'ora innanzi secondo medie
sociali. Non è il numero di ore di lavoro effettivamente spese per la
fabbricazione di un oggetto a determinarne il valore, ma il numero di ore di
lavoro necessarie per fabbricarlo nelle condizioni medie di produttività della società dell'epoca.
...Il lavoro umano nelle società primitive era un lavoro direttamente sociale. Nella piccola
società mercantile il lavoro individuale acquista il carattere di lavoro
sociale solo indirettamente,
attraverso il meccanismo dello scambio, il gioco della legge del valore.
Con la piccola produzione mercantile non raggiungiamo che
una fase transitoria tra una società retta coscientemente dalla cooperazione
del lavoro e una società in cui la completa dissoluzione dei legami comunitari
non lascia più posto se non a leggi 'obbiettive', cioè cieche, 'naturali',
indipendenti dalla volontà degli uomini, per reggere e governare le attività
economiche."